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Autore: MissMisteryy    26/07/2016    1 recensioni
Era una delle solite serate in cui dopo un lungo e faticoso allenamento, mi recavo a casa del coach Kazemaru, giusto per perfezionare alcune delle mie tecniche e per inventarne di nuove. Sono le nove e mezza di sera e sono circa due ore che io e il turchese riflettiamo su una nuova possibile tecnica ma niente, non riusciamo ad ideare niente di nuovo o simile al mio stile che non sia identico a "The Mist". Ad un certo punto l'uomo si rivolge a me facendomi una domanda.
Genere: Generale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kirino Ranmaru, Nathan/Ichirouta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una delle solite serate in cui dopo un lungo e faticoso allenamento, mi recavo a casa del coach Kazemaru, giusto per perfezionare alcune delle mie tecniche e per inventarne di nuove. Sono le nove e mezza di sera e sono circa due ore che io e il turchese riflettiamo su una nuova possibile tecnica ma niente, non riusciamo ad ideare niente di nuovo o simile al mio stile che non sia identico a "The Mist". Ad un certo punto l'uomo accanto a me si stiracchia sulla sedia per prendersi una pausa, mi rivolge un sorriso benevolo mentre mi scompiglia i capelli, poi inizia a fissare l'orologio di fronte a noi del tutto rapito da quei fievoli rintocchi causati dalle lancette, continuando a fissare l'oggetto inizia a parlare.

"Abbiamo passato fin troppo tempo chini su questi fogli, che ne dici di un po' d'aria fresca?"

"Direi che è una buona idea."

Ci incamminiamo silenziosi lungo il tragitto che porta verso il fiume, non so perché ma quel posto mi da sicurezza e benessere, forse perché è dove passo il tempo a giocare a calcio con gli altri, luogo di sfogo, libertà e divertimento.

"Coach, lei e l'allenatore andavate anche voi a giocare in riva al fiume come me e gli altri della squadra?", chiedo ad un tratto all'uomo accanto a me, assorto nei suoi pensieri tanto quanto me.

"Rifletti Kirino, chi vi ha insegnato a giocare al fiume?", mi chiede lui sereno accennando anche ad un sorriso. Riflettendoci bene è stato proprio l'allenatore Evans a insegnarci a giocare al fiume nel nostro tempo libero. Deduco quindi che la risposta alla mia domanda sia un sì. Dato che siamo in clima di domanda-risposta decido di fare una domanda a cui non sono mai riuscito a dare una risposta.

"Coach da chi avete imparato a giocare così bene?", lo vedo esitare un attimo.

"In realtà non so da chi io abbia preso, anche la mia famiglia mi faceva spesso questa domanda."

"E tu sai dare una risposta?", chiedo curioso più che mai.

"In realtà no, nessuno della mia famiglia si era mai dilettato né come atleta né come calciatore.", si rivolge nuovamente a me con uno dei suoi soliti sorrisi, quello a cui molte ragazze non riescono a trattenersi...quasi come Midorikawa o Fubuki.

"Secondo me non sei abbastanza veloce per battermi.", dico sarcastico, pronto per scattare a correre da un momento all'altro.

"E' una sfida Kirino?", chiede inarcando un sopracciglio.

"Direi proprio di sì.", finisco di dire la frase e inizio a correre, seguito a ruota dal turchese che non perde tempo e in meno di due secondi riesce a sorpassarmi senza indugio, io allora cerco di rimediare tentando di ripareggiare con lui senza successo. Lui poi si ferma facendo cenno con la testa per oltrepassarlo, un modo silenzioso per dirmi "passa avanti tu", io sfrutto questa opportunità per passargli davanti per poi voltarmi e camminare a senso contrario. Il campo da calcetto sulla riva del fiume mi sta letteralmente chiamando così chiedo al coach di poterci fermare e fare due passaggi fra di noi, decidiamo di non spingerci troppo oltre dato che è sera, quindi dopo mezz'ora passata a giocare a calcio decidiamo di riavviarci sulla strada di casa, stavolta non rimaniamo in silenzio, anzi, parliamo tutto il tempo, una delle poche volte in cui posso parlargli senza prendermi qualche rimprovero da parte dell'allenatore che mi accusa di perdere tempo, o da parte di Kariya che mi prende in giro per il semplice fatto che amo conversare con Kazemaru, non per chissà quale motivo, ma perché è gentile ed educato, non troppo serio e non troppo scherzoso, un uomo con cui chiunque andrebbe d'accordo. Ritornati a casa del turchese la voglia di rimettersi a cercare qualche nuova tecnica calcistica si abbassa sempre di più, fino ad arrivare a zero. Mentre getto via i fogli e l'uomo accanto a me prepara un the mi viene in mente che quelle poche cose in più che dovevo sapere sulla difesa me le ha insegnate lui, anche se non si direbbe dato che faccio quasi sempre di testa mia, invece che approfittare dei consigli altrui.

"Sapete una cosa coach?"

"No dimmi Kirino.", mi chiede lui intento a versare il the caldo nei bicchieri, troppo concentrato su ciò che sta facendo per guardarmi.

"Per me voi rimarrete sempre il mio calciatore preferito."


   
 
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