Serie TV > Hélène e i suoi amici
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Autore: Magica Emy    26/07/2016    1 recensioni
Ricordate le vicende dei ragazzi di Hèléne e i suoi amici, simpatico telefilm andato in onda nell'ormai lontano 1995 per essere poi brutalmente interrotto solo poco tempo dopo? Bene, perchè in Francia invece non ha subìto alcuna interruzione bensì numerosi cambiamenti che lo hanno portato ad assomigliare a una specie di soap opera, con tanto di nuovi personaggi che mescolandosi agli storici si impegnano a vivere le proprie vite affrontando argomenti ben più seri di quelli a cui ci avevano abituati, poichè la storia continua 20 anni dopo. Attualmente in Francia sta andando in onda la settima stagione, ma gli attori son già pronti per l'ottava. Molte cose sono cambiate negli anni e questa fan fiction comincia proprio da qui... solo con qualcosa in più.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Johanna era bellissima da osservare con la sua bambina tra le braccia, Hèléne non potè fare a meno di pensarlo ancora una volta mentre le si avvicinava lentamente, prendendo posto sul divano accanto a lei e vedendola sorriderle per la prima volta dopo tanto tempo. Erano trascorsi ormai alcuni mesi dalla terribile tragedia che aveva così profondamente scosso le vite di tutti gli amici, e solo ora la donna sembrava finalmente riprendere il contatto con la realtà che, seppur parziale, l’aveva gradualmente aiutata a ritrovare la forza necessaria per andare avanti. Anche se non era facile. Anche se a volte avrebbe preferito morire piuttosto che affrontare i sentimenti contrastanti che l’affliggevano e che spesso minacciavano di venir fuori tutti insieme, procurandole così un crollo nervoso che solo una lunga e sana dormita avrebbe potuto risolvere. Quella mattina però Johanna sembrava così serena che l’amica trovò quasi naturale confidarsi con lei come già tante volte aveva fatto in passato, raccontandole della sua relazione clandestina con Nicolas e di tutto ciò che era successo dopo e che li aveva inevitabilmente allontanati l’uno dall’altra. Per colpa delle sue convinzioni probabilmente errate, infatti, Nicolas aveva finito per mettere la parola fine al loro rapporto, gettandola così nello sconforto più totale. Ora, l’unica cosa che desiderava era poter rimettere le cose a posto con lui ma non sapeva proprio da che parte cominciare per avvicinarlo, vista l’evidente e più che giustificata ostilità dell’uomo ogni volta che provava a farlo. E poi, inevitabilmente la conversazione era scivolata su Christian e su come tutte le mattine all’alba uscisse di casa per sparire misteriosamente per qualche ora, finendo per incuriosirla non poco.

- Così l’altra volta mi sono decisa a seguirlo, e questo pedinamento mi ha portata dritta al cimitero. L’ho visto posare dei fiori sulla tomba di Shane e poi fermarsi a pregare davanti alla sua fotografia, commuovendosi fino alle lacrime. Ecco quello che fa ogni giorno, e io… ho pensato che dovessi saperlo.

Concluse in un soffio, incrociando il suo sguardo incredulo e addolorato. Non sapeva nulla di questa storia, ma in effetti in tutto quel tempo trascorso non si era minimamente fermata a pensare che anche lui probabilmente stesse soffrendo moltissimo per la perdita che avevano subìto. Si era semplicemente chiusa nel suo dolore, concentrandosi su se stessa e tagliandolo completamente fuori dalla sua vita. Proprio come se fosse un estraneo. Dio, come aveva potuto essere così dannatamente egoista, così cieca da non accorgersi di cosa stesse succedendo proprio a un palmo dal suo naso? Anche lui doveva essere devastato dal dolore, anche lui aveva perso Shane per sempre…come aveva potuto rifiutarsi di comprenderlo?

 

 

Johanna esitò a lungo sulla soglia prima di decidersi a entrare, osservandolo rapita  mentre si occupava amorevolmente di Hope, rimboccandole la copertina e posandole un bacio leggero sulla fronte che finì per intenerirla più di quanto si aspettasse, increspando le sue labbra in un tenue sorriso.

- Sei bravo con lei.

Gli sussurrò, e solo allora Christian sollevò lo sguardo verso di lei, restituendole timidamente il sorriso.

- È solo merito suo, è così dolce e meravigliosa da rendermi davvero le cose semplici.

Disse. Poi si sedette sul letto a vegliare sul suo sonno per un po’, abbassando gli occhi quando la giovane americana mosse qualche passo verso di lui, fino a trovarglisi proprio di fronte.

- Perché non mi hai detto che tutti i giorni ti preoccupi di portare dei fiori a Shane, e che ti fermi a pregare sulla sua tomba?

Domandò tutto d’un fiato e lui sollevò le sopracciglia con aria vagamente divertita, facendo un lungo sospiro rassegnato e cercando goffamente di nascondere quanto quelle parole lo avessero colto di sorpresa.

- Accidenti, non si può fare un solo passo fuori da questa casa senza essere spiati da qualcuno, a quanto pare. Si può sapere da chi lo hai saputo?

- Non credo che abbia molta importanza, a questo punto. E comunque non mi hai ancora risposto.

Insistette, seria.

- E va bene. Non te ne ho parlato prima perché non avrei sopportato di sentirti urlarmi  di nuovo in faccia che quel bambino non era mio figlio.

Ammise sbuffando e torcendosi nervosamente le dita finchè Johanna non si chinò improvvisamente su di lui, coprendogli le mani con le proprie in un gesto del tutto inaspettato che lo costrinse a specchiarsi ancora una volta nei suoi spendidi occhi chiari, ora pieni di lacrime.

- Dirti che mi dispiace non servirà a cancellare la tua pena, ne sono consapevole. Volevi che ammettessi che Shane manca anche a me, ed è così. Mi manca infinitamente, e dover continuare a vivere senza più poterlo stringere tra le braccia è così straziante che a volte mi sento mancare il respiro. Non sono certo stata quella che si può definire una buona madre per lui, e non riesco a smettere di sentirmi terribilmente in colpa per questo. Nello stesso istante in cui ho scoperto la verità su di lui, io…l’ho odiato. L’ho odiato per quello che era e per ciò che rappresentava, nient’altro che il frutto degli abusi subìti. Ma era soltanto un bambino, un angioletto così piccolo e innocente che non era assolutamente responsabile di tutto questo, e io mi sono rifiutata persino di accompagnarlo nel suo ultimo viaggio su questa terra, prima di lasciarci per sempre. Non so nemmeno se riuscirà a perdonarmi per non essergli stata vicino quando aveva più bisogno di me, per non avergli detto quanto in realtà lo amassi più della luce del sole, e…

Non riuscì a continuare qualunque cosa stesse per dire perché un improvviso nodo in gola glielo impedì, sfociando ben presto in un pianto dirotto che trovò consolazione solo tra le braccia di Christian, che asciugando piano le sue lacrime la strinse forte a sé come se non volesse più lasciarla.

- Sono sicuro che lui ti ha già perdonata per questo.

Mormorò e le loro mani si cercarono di nuovo, intrecciandosi lentamente tra loro.

- E tu, potrai mai perdonarmi per tutto quello che ti ho fatto passare?

Non ebbe bisogno di risposte poiché lo sguardo limpido e sincero che incontrò aveva già detto tutto, così lo baciò dolcemente, assaporando a lungo le sue labbra morbide mentre di nuovo si perdeva nel calore di quelle braccia che la stringevano, donandole  finalmente la pace di cui aveva tanto bisogno.

- Non dovrai più farlo da solo – gli sussurrò tra un bacio e l’altro, sorridendo tra le lacrime – andremo insieme a portargli dei fiori e a pregare sulla sua tomba tutti i giorni, così lo sentiremo più vicino e sarà come se non se ne fosse mai andato. È così bello e nobile quello che hai fatto per tutto questo tempo, e io sento di amarti ancora di più.

Si sollevò quanto bastava per sedersi sulle sue ginocchia, senza mai smettere di baciarlo finchè non lo sentì sciogliersi lentamente dal suo abbraccio solo per tornare a incrociare il suo sguardo.

- Forse è meglio che vada e ti lasci riposare tranquilla, adesso.

Disse.

- Cosa ti fa pensare che voglia lasciarti andare?

- Ecco, se…continui a baciarmi così non so se sarò in grado di trattenermi ancora a lungo.

- Non farlo, allora.

Lui la fissò, spiazzato.

- Io non voglio fare niente che non desideri anche tu, e…

- Shhh.

Lo zittì posandogli un dito sulle labbra e di nuovo le sfiorò con le proprie, facendolo fremere di desiderio.

- Sei davvero sicura di volerlo?

Chiese cauto e sentì le sue mani risalire dolcemente lungo il suo petto, fermandosi all’altezza del suo cuore che ora batteva all’impazzata e solo per lei.

- Ti amo.

Fu tutto ciò che disse prima che entrambi si perdessero l’uno nell’altra, abbandonandosi alla passione…

   
 
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