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Autore: HighByTheBeach    26/07/2016    0 recensioni
"Cuori di vetro" è la storia di Chris ed Erin. Lu E' nata di getto, senza troppe pretese.
Un ragazzo e una ragazza come tanti, in una città sconosciuta ai più, dove la perdizione è sempre dietro l'angolo. La loro è un'amicizia che dovrà sbocciare come un fiore dal cemento. Affronteranno tanti problemi, ma quello più importante sarà il diventare adulti.
"In quel momento mi sentivo vuota. Il mio corpo era vuoto. La mia anima era vuota. La mia testa era vuota. Ma la cosa peggiore era il mio cuore. Era diventato di vetro."
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Il sole era sorto da poco, ma Chris quella notte non aveva chiuso occhio. Non aveva fatto altro che fissare il soffitto. Così, quando la sveglia del cellulare iniziò a suonare, non ci mise molto a spegnerla e ad alzarsi.

Si avvicinò alla finestra, che non era stata chiusa la sera prima. Chris era stato avvisato su quanto facesse caldo in California, ma non poteva immaginare che facesse così caldo in quel periodo. Un caldo asfissiante, soprattutto per una persona proveniente dal Minnesota.

Il ragazzo osservò la strada, la città si stava animando in quel momento. Chiamarla città, in realtà, era un'iperbole. Inizialmente, Chris non aveva preso male la notizia del trasferimento in California. Insomma, si aspettava di doversi trasferire in una città come Los Angeles o San Diego, e invece era finito in quella piccola città di cui nessuno, al di fuori degli abitanti, ne conosceva l'esistenza.

"Benvenuto nel fottuto Sunshine State" mormorò il ragazzo tra se e se. Poco importava che quello a cui si riferiva fosse in realtà lo stato della Florida, aveva sempre fatto schifo in geografia.

 

Chris si fece una doccia veloce e, dopo essersi vestito, si guardò allo specchio, chiedendosi perché si ostinasse a farlo. Non aveva mai prestato particolare attenzione alla cura della propria immagine o del proprio vestiario. Non pensava ne valesse la pena. Si era messo i primi vestiti puliti che gli erano capitati tra le mani, si era pettinato rapidamente i folti capelli neri ed aveva messo lo zaino in spalla.

Una volta sceso in cucina, si limitò a prendere una fetta di pane tostato e ad uscire velocemente di casa. Non aveva voglia di passare più tempo del dovuto con la propria famiglia.

 

 

Il fumo fuoriuscì lentamente dalle labbra di Erin. Stava diventando impaziente. Voleva bene ai suoi amici, ma cazzo, erano sempre in ritardo. Perfino il primo giorno di scuola. Aveva già preso in mano il telefono per telefonare Cora, quando li vide arrivare in lontananza.

Cora era la migliore amica di Erin. Aveva i capelli biondi e gli occhi color smeraldo. Era una bella ragazza, nonostante fosse più bassa di Erin di diverse spanne. Erano le uniche due ragazze del gruppo, da quando lei non c'era più.

Gli altri ragazzi del gruppo erano: Dan, che i suoi amici prendevano per il culo a causa della sua fissazione per gli esercizi fisici. Aveva capelli ricci e rossastri, e occhi scuri.

Poi c'era Ethan, dal fisico magro, capelli neri e occhi verdi. Era il più taciturno del gruppo, ed Erin era convinta avesse una cotta per Cora. In realtà, Erin credeva che tutti i ragazzi del gruppo ce l'avessero.

Infine c'era Jason, che aveva corti capelli castani e gli occhi chiari. Era l'anima del gruppo.

 

Erin si era sempre sentita a suo agio coi suoi amici, tra di loro c'era sempre stato un legame che sembrava non potesse spezzarsi mai. Eppure, qualcosa era riuscito a spezzarlo qualche mese prima. Quando lei se n'era andata. Dopo l'incidente, Erin aveva bisogno di elaborare il tutto da sola. E lo stesso valeva per i suoi amici. Avevano avuto bisogno di trascorrere quell'Estate per conto proprio, ognuno da solo con il proprio dolore ed il proprio lutto.

 

-Ce l'avete fatta, cazzoni!-

-Dolce come sempre Erin- rispose Jason.

 

Erin, ridendo, gli rispose con un dito medio e, dopo aver abbracciato la sua migliore amico, il gruppetto entrò nell'edificio scolastico.

 

 

Chris sbuffò. Era seduto da almeno quindici minuti sugli spalti della palestra. Tutti gli studenti vi erano stati convocati. A quanto pare c'era un nuovo preside, che aveva pensato bene di inaugurare l'anno scolastico torturando gli studenti a sopportare il caldo della palestra.

Entrando nella scuola, Chris si era reso conto di quanto fosse diversa dalla scuola che frequentava a Minneapolis. Qui tutti sembravano conoscersi, tutti sapevano i cazzi di tutti. Una cosa che aveva particolarmente attirato la sua attenzione, comunque, erano dei manifesti sparsi un po' ovunque nell'edificio. Su di essi c'era la foto di una ragazza, sotto la quale vi era una scritta.

"In loving memory of Francesca Evelyn Greyson"

 

Quando Chris tornò a prestare attenzione a quello che gli stava intorno, si rese conto che il preside aveva da poco fatto il suo ingresso e aveva già iniziato un noioso discorso su regole strette, sull'impegno, sull'importanza dello studio e altre cazzate simili. Chris voleva soltanto uscire da lì.

 

Quando finalmente la tortura era giunta a termine, Chris si precipitò fuori dalla palestra, confondendosi tra la marea di studenti.

Dopo poco si rese conto di non avere assolutamente idea di dove fosse la sua classe. Si avvicinò alla prima ragazza che gli capitò a tiro.

 

-Ehm, scusa?-

La ragazza, che stava chiacchierando con un gruppo di persone, smise di ridacchiare e si girò verso di lui, fissandolo con occhi color ghiaccio.

-Si?-

-Sto cercando l'aula B-3. Sapresti dirmi dov'è?-

-B-3 dici? Anche noi dovremmo essere lì. Siamo dello stesso corso?-

-Beh... suppongo di si-

-Ma certo, devi essere uno nuovo-

 

La ragazza in realtà sembrava piuttosto annoiata da quel dialogo. Non sapeva che in realtà era Chris stesso a voler evitare quanto più possibile il dialogo con gente sconosciuta, soprattutto quando quella stessa gente non sembrava poi così interessante. E quei tizi non lo erano affatto. Eccetto forse per la ragazza stessa con cui stava parlando, ma solo perché aveva intravisto un adesivo dei Red Hot Chilli Peppers sulla cover del suo cellulare che, ringraziando il cielo, non era rosa.

 

-Si, mi sono trasferito dal Minnesota e...-

-Senti bello, la prima lezione è di educazione civica. Il signor Matheson è un coglione e non fa altro che farci vedere film degli anni 30, noi ci prendiamo l'ora libera. Perché non vieni con noi?-

 

Normalmente Chris non avrebbe dato troppo peso alle parole di uno sconosciuto come il ragazzo che gli aveva appena rivolto la parola, ma se c'era una cosa che odiava, erano i film degli anni 30 sulla grandezza della Repubblica.

 

-Ci sto- rispose. La ragazza a cui aveva chiesto indicazioni non sembrò molto contenta della cosa. Sembrava scocciata dalla sua presenza.

-Grande! Oh, comunque il mio nome è Jason. Questi due coglioni invece sono Ethan e Dan, la biondina è Cora e questa rossa che, sono sicuro, prima o poi riuscirà a risultare simpatica, si chiama Erin.-

-Vaffanculo- fu la risposta rapida di Erin.

-Chris- si limitò a dire il ragazzo.

 

 

Erin e i suoi amici si sedettero in un posto isolato del cortile, che era di per sè molto ampio. Di tanto in tanto osservava il nuovo arrivato, quel Chris. C'era qualcosa di strano in lui. I suoi occhi erano come spenti. Stava riflettendo proprio su questo, quando il ragazzo alzò lo sguardo e incrociò il suo. Normalmente, Erin avrebbe distolto immediatamente lo sguardo. E lo fece anche in quel momento, ma non subito. Per un istante, i loro occhi si incastrarono. Color ghiaccio quelli di Erin, di un nero profondo quelli di Chris. E in quell'istante, tra i due si instaurò una specie di filo invisibile, che soltanto loro potevano vedere. E fu allora che Erin capì. Qualcosa era successo a quel ragazzo, così come era successo anche a lei. Ma che non ci si illuda, questo non lo rese più simpatico agli occhi di Erin.

 

-Hey Jason, ce l'hai?- chiese Ethan.

-Secondo te?- rispose l'altro.

Jason estrasse dallo zaino una bustina contenente dell'erba.

-Oh andiamo ragazzi, vi sembra il caso? E' solo il primo giorno di scuola! E poi potrebbero beccarci!- a parlare, stavolta, era stata Cora.

Le parole della ragazza, tuttavia, rimasero inascoltate. Jason, in pochi secondi, aveva rollato una canna.

-Dai qua- ridacchiò Erin.

-Erin!-

-Eddai Cora, magari questo potrebbe rilassarti un pochino- rispose Dan, con un sorrisetto sarcastico.

Fu proprio Erin a fare i primi due tiri. Mentre Jason era indaffarato a rollarne altre, passò la canna a Chris.

-Tocca a te, ragazzo del Minnesota.-

Il ragazzo fece spallucce e la prese.

-Non sapevo che in questo buco foste capaci di divertirvi.-

-Non sai quanto bello! A proposito, per dimostrarti come ci si diverte in California, stasera dovresti venire ad una festa in spiaggia organizzata da un mio amico. Credimi, ne varrà la pena.-

-Ti ringrazio dell'invito Jason, ma odio quel tipo di mus...-

-Ci saranno fiumi di alcool, e non solo quello...-

-Ci sto!-

 

Erin non era contenta che Chris fosse stato invitato. Inevitabilmente pensò a Franky. E al fatto che avrebbe dovuto esserci lei seduta su quel prato con i suoi amici.

 

-Stasera ci sarà anche l'idiota?- chiese Ethan, con voce annoiata.

-Per l'ultima volta Ethan, il suo nome è Matt, e che cazzo! Seriamente ragazzi, perché non vi piace?-

 

Matt era il ragazzo di Erin. Era di un paio di anni più grande di lei. Era alto, moro, inglese. Eppure, agli amici di Erin, lui non piaceva. E non ne capiva il motivo. Dopo la morte di Franky, lui era stato praticamente l'unico a rimanerle accanto. Inoltre, Erin non potè fare a meno di notare che, non appena fu fatto il nome di Matt, il gruppo di ragazzi si era scambiato uno sguardo che non riuscì a decifrare.

Dio, quanto le mancava Franky.

 

 

Era quasi mezzanotte passata. Chris si chiese dove fossero finiti quei tizi conosciuti a scuola quella stessa mattina. D'altronde erano stati loro ad invitarlo a quella festa. La musica rimbombava a tutto volume, Chris aveva la sensazione che un martello pneumatico volesse penetrare i suoi timpani. In ogni caso, aveva altre cose a cui pensare. Siccome i ragazzi erano in ritardo, decise di anticipare l'appuntamento previsto per dopo. Inviò un sms a cui ricevette una risposta quasi immediata. Quando Chris lesse la risposta, un mezzo sorriso gli apparve sul volto, e si dileguò tra la folla. Fu difficile farsi strada tra quei corpi sudati e sfrenati, che saltavano a ritmo di musica e si avvinghiavano tra loro. Era una sensazione che a Chris piaceva, quando era fatto. Ma in quel momento non lo era. Preferiva essere lucido per fare ciò che stava per fare.

Dopo pochi minuti finalmente Chris trovò un'uscita da quella selva fatta di corpi, e riuscì ad arrivare al bagno degli uomini. Il pavimento era lercio, Chris pensò che di lì a poco nuove forme di vita vi sarebbero spuntate. Ma questo poco importava, non era certo schizzinoso. Sorrise, quando si accorse che la persona con cui aveva preso appuntamento era già arrivata.

 

 

-Dove cazzo è Chris?!-

-Sarà qui da qualche parte. Dai, andiamo a ballare Erin!-

-No, aspetta. Devo andare in bagno. E comunque dove sono quei coglioni?-

-Ethan e Dan stanno facendo compagnia a Jason. Stavano contrattando per l'erba.-

 

Erin sbuffò e prese Cora per un braccio,trascinandola via da quell'ammasso informe di corpi. Erin osservò come la luce della luna si riflettesse sui capelli biondo cenere della sua amica, e sulla sua pelle perfettamente abbronzata. Avrebbe voluto avere una pelle come la sua. Invece doveva accontentarsi della propria pelle diafana e lentigginosa. In molti dicevano che quelle piccole lentiggini sul naso le stavano bene, ma Erin preferiva coprirle con il trucco. Non voleva essere un clichè ambulante.

 

-E Matt? Non aveva promesso di venire?-

-Verrà più tardi-

 

Erin era ancora troppo sobria per poter sopportare l'ennesimo discorso sprezzante su Matt da parte di Cora. Perché si, lo avrebbe fatto. Quindi decise di avviarsi ai bagni, ringraziando il cielo che la musica coprisse le sue parole.

 

Erin aprì la porta del bagno delle donne, e fu investita da un tanfo nauseabondo. Uno dei gabinetti era rimasto otturato, e causando una semi-allagazione. Come se non bastasse, una ragazza stava vomitando nel lavabo.

 

-Fanculo, andrò a quello degli uomini-

-Ma sarà disgustoso!-

-Beh, non posso pisciarmi addosso, no?-

 

Ancora nauseata dal tanfo proveniente dal bagno femminile, Erin corse velocemente a quello degli uomini.

 

-Erin aspetta, io sento dei gemiti...-

-Non importa, cercherò di non disturbarli.-

 

Erin aprì la porta, e rimase interdetta da ciò che vide. Un ragazzo era seduto sul lavabo, e di fronte a lui un altro ragazzo. Inutile dire cosa stessero facendo.

 

-Chris?- fu Cora a pronunciare il nome del ragazzo conosciuto quella mattina.

Ma non era su Chris che l'attenzione di Erin si era focalizzata. Il suo sguardo si era soffermato su un altro particolare. Sulla spalla sinistra dell'altro ragazzo, quello in piedi, c'era un tatuaggio. Un tatuaggio raffigurante due maschere, di cui una spezzata. Curioso. Quel tatuaggio era esattamente uguale a quello di...

 

-Matt?-

  
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