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Autore: FriNet    26/07/2016    3 recensioni
“Uhm…però c’è scritto che manca una squadra…perché non venite anche voi della Seijo?”
Disse Kori.
“…Eh?”
Tomoyo si mise seduta sul letto sbalordita.
“Si, perché no? Così potremmo passare le vacanze estive insieme”
“Ma…non so se possiamo! Abbiamo consegnato il foglio degli allenamenti proprio oggi al coach”
“Beh per allenarsi si allenerebbero comunque”
“Non lo so, e se disturbiamo?”
“Per calmare tuo fratello c’è sempre Iwaizumi, quindi non vedo il problema"
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Keiji Akaashi, Kozune Kenma, Nuovo personaggio, Tetsurou Kuroo, Tooru Oikawa
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angolino Net:Ciao, io sono Net! È passata una settimana dalla pubblicazione e quindi rieccoci qui. Che dire... spero vi piaccia queato capitolo e che mi lasciate almeno un vostro pensiero (?) per farmi sapere cosa ne pensate. Detto questo tanti baci!!! ♡♡♡


 

La Nuova Gattina & La Manager Bullizzata 

La mattina seguente le ragazze, dopo essersi alzate ed essersi preparate per bene, scesero per fare colazione. Tomoyo si guardò intorno e, non vedendo Kenma, si rivolse all’amica.
“Non sarà il caso di andare a svegliare tuo fratello? Poi c’è rischio che faccia tardi e...”
Kori si girò verso l’amica, sorridendole dolcemente e con aria serena.
“Tranquilla Tomo. Onii-chan è già uscito. Si sarà alzato presto, vedi? Nel lavandino c’è ancora la sua scodella.”
“...Che asociale”
“E’ solo un ragazzo timido, cerca di capirlo.”
“Si. E ti ha lasciato pure i piatti da lavare...”
“Cosa ti andrebbe per colazione?”
Tomoyo guardò l’amica perplessa. Aveva evitato il discorso ed era incredibile come giustificasse il fratello per ogni cosa.
 Si stava chiedendo se esistesse qualcuno di simile a Kori. Stava per dirsi di no quando nella sua mente si creò l’immagine di Tooru che le mandava un bacino (con tanto di cuoricino svolazzante eh!), e a quel pensiero quasi rabbrividì.
“Sono di gusti semplici, un toast alla marmellata andrà bene.”
Poco dopo il toast alla marmellata di Tomoyo fu pronto davanti ai suoi occhi. E mentre la ragazza lo addentava, Kori si mise a compilare un modulo.
“Kori. Non mangi?”
“No, Kenma mi ha detto che sono ingrassata e che i ragazzi non mi guarderanno più. Ho scelto di stare a dieta. Inizio oggi.”
“Non credo che saltare la colazione sia un modo salutare di iniziare la dieta, poi ti brontolerà lo stomacò...che stai facendo?”
“Sto compilando, per l’ennesima volta, il modulo per diventare manager del club di pallavvolo. Ma stavolta lo porterò direttamente in palestra e lo consegnerò a qualcuno li. Scommetto che verrò accettata e sarò bravissima nei miei compiti! Ohohohohohoh!!!”
“Ma almeno sai cosa deve fare una manager?”
Fra le due piombò il silenzio più totale. Si sentì, da fuori, solo il miagolio del gatto dei Kozume che probabilmente si era svegliato in quel momento.
“Immaginavo...allora perchè vuoi diventare manager?”
Kori alzò lo sguardo dal foglio, guardò convinta Tomoyo e sorridendo con il “like” e le disse fiduciosa i suoi motivi!
“Perchè c’è Onii-chan e perchè voglio farmi un harem come nei videogiochi!”
Tornò a regnare il silenzio. Ed il gatto miagolò di nuovo.
“Ora capisco perchè tuo fratello strappa i fogli. Comunque...Sono tua amica quindi tiferò per te.”
Appena Tomoyo e Kori finirono rispettivamente di  fare colazione e compilare il modulo, presero le cartelle ed uscirono. Essendo le loro scuole in direzioni diverse, fecero a carta, sasso, forbice per decidere chi avrebbe accompagnato chi per prima.
A pari e dispari vinceva sempre Tomoyo, a Sasso,carta, forbici, Kori. Infatti questa volta toccò proprio a Tomoyo accompagnare la ragazza dai lunghi capelli alla metro.
“Beh Kori, anche stavolta è andata...Saluta l’asociale ed i tuoi. Mi è dispiaciuto non vederli. Alla prossima.”
 “E tu salutami le tue due madri e tuo papà. Ciao Tomoyo!”
E mentre le porte della metro si chiudevano, Tomoyo fece la linguaccia a Kori, capendo benissimo che con ‘Due madri’ si stava riferendo a Tooru. Che maniere! Insomma si. Era protettivo. Ma fino a un certo punto.
Tomoyo uscì, triste, dalla stazione delle metro. Anche quel giorno con la sua amica era andato.
Da quando erano entrate al liceo avevano poche occasioni di vedersi a causa dello studio. Si erano conosciute alle elementari ed erano diventate molto amiche, amicizia che si era poi solidificata nel periodo delle medie, seppur frequentando scuole diverse.
Ma ora i troppi compiti e l’ulteriore distanza fra le scuole le stava un po’ allontanando. E questo faceva male ad entrambe. Sospirò.
“Tomoyoooooooooooooo!!!”
Guardò avanti sentendosi chiamare. Più in la spiccava la figura alta di suo fratello che la salutava da lontano con la mano.
Accanto a lui, con una mano sulla faccia, Iwaizumi squoteva il capo rassegnato. Effettivamente...Si. Kori aveva ragione. Tooru sembrava una seconda madre. Era andato a prenderla alla stazione. Ma soprattutto...Come diavolo aveva fatto a sapere che avrebbe perso a carta, sasso e forbici?
 
Suonò la campanellà e per un pelo Kori arrivò in classe, tuttavia, inciampando sui suoi piedi fece una stupenda capriola che la portò a spiaccicarsi contro il muro. Il professore la guardò severo.
 Si, era arrivata in orario ma era la terza volta che ce la faceva per poco.
“Una splendida esibizione. Come sempre, Kozume. Ora la prego di andarsi a sedere al suo posto così possiamo iniziare la lezione. Sempre se non le dispiace troppo.”
Tutta la classe scoppio a ridere, ma Kori senza pensarci troppo si rialzò e andò al suo posto che, no non era in ultima fila vicino alla finestra, ma in secondo centrale.
Si sentì punzecchiare sulla schiena con una penna.
“Kori! Anche oggi hai fatto un’acrobatica entrata, come sempre! Sei bravissima!”
“Lev, non rompere. Sono inciampata...piuttosto. Dopo vengo in palestra. Ho il modulo da consegnare.”
“Finalmente Kenma ha approvato la tua candidatura come manager?”
“Diciamo...di si...”
Le lezioni,  mattutine, passarono lente e fra una dormita, una copiata di compiti per le ore successive e qualche chiacchiera con Lev, si arrivò al pranzo.
Dalla cartella Kori tirò fuori il suo bento, prese le bacchette e...vide il russo sedersi davanti a lei. Come sempre da quando si era trasferito.
 “Sai Lev....se non ho amiche femmine è Anche colpa tua. Secondo me le spaventi, e per questo non si avvicinano a me. Guarda le povere fanciulle laggiù. Ti stanno guardando male!”
“Eeehhhh? Ma che cattiva che sei Kori!”
“Non sono cattiva, sono realista...A chi dovrei consegnare il modulo al coach o al capitano??”
“Non saprei, dallo a chi incontri prima. Così sei apposto.”
E dopo aver concordato con l’amico la valida idea, entrambi si gustarono il proprio pranzo e dopo un po’ ripresero con le lezioni fino alla fine dell’orario scolastico.
Peccato che sul registro, durante l’ora di geografia, si aggiunse un bel 2 per Kori, il professore era stato più attento di quello di matematica...e l’aveva beccata a dormire.
I due si concedettero una pausa alle macchinette prima di andare in palestra.
“Mi dispiace...ho cercato di svegliarti, ma proprio non ci sono riuscito...come mai tutto questo sonno?”
“Ah tranquillo, è colpa mia. Sono rimasta sveglia fino a tardi a giocare a – Le avventure di Susanoo-“
“In cosa consiste?”
“E’ un videogioco d’azione, interpreti il Dio del mare e devi evitare la sfortuna che si abbatte su di te...ma è davvero difficile. Ci sono i bonus Natura e molte regole ma lasciamo perdere...andiamo Lev. Sono fiduciosa!”
Entrambi entrarono in palestra. Tutti i giocatori si stavano già allenando.
Kori guardò la palestra, fece scorrere lo sguardo su tutti i giocatori fino ad individuarne uno. Il suo adorato Onii-chan.
“Guarda Lev, guarda! Quello è Kenma! E’ Onii-chan!”
“Beh...lo so...”
“Onii-chaaaaaaaaaaaaaaaaaaan!”
A quelle parole Kenma si distrasse un attimo e guardò in direzione della voce con la solita faccia annoiata. Ma appena vide a chi apparteneva, il sangue gli si gelò, il panico si fece largo in lui ma soprattutto la rabbia lo invase...tuttavia non disse niente e gli arrivò anche una pallonata in testa.
“Uhh, povero Onii-chan...quella deve far male...”
Un urlo arrivò da bordo campo.
“Lev maledetto scansafatiche! Sei in ritardo di mezz’ora dove sei stato fino ad adesso?!”
Kori si girò, con un’aria abbastanza arrabbiata si stava avvicinando un ragazzo alto –non quanto Lev- e dai capelli neri.
“Scusa capitano! Ero con lei!”
Kori continuò a guardare quello che era il capitano con aria da ebete e si coprì con il modulo da manager fino allla bocca, allungando insicura  una mano.
“Piacere, Kori Kozume.”
“Piacere mio. Tetsurou Kuroo.”
Kuroo le strinse la mano sorridendole, la ragazza arrossì all’improvviso sotto lo sguardo perplesso di Lev che, dopo un’occhiataccia del capitano, corse a cambiarsi.
“Kozume. Sei per caso parente di Kenma? Tipo...cugina?”
“No, sono la sorella.”
Kuroo la guardò come se la ragazza fosse appena scesa da una navicella spaziale.
“Qualcosa non va capitano?”
“Beh...aveva detto di essere figlio unico”
Calò il silenzio più totale nel quale Kori si dovette trattenere per non scoppiare a piangere. Insomma, lei amava il suo Onii-chan...era impossibile che lui non la considerasse nemmeno un po’.
“Ma sono felice abbia una bella gattina come te come sorella.”
E mentre Kuroo si mise a leggere il modulo d’iscrizione, la crisi di pianto che Kori stava per avere era definitivamente dimenticata lasciando posto a chissà quali fantasie.
Intanto al centro del campo lo spettacolo non era dei migliori.
“Hoy, hoy Kenma? Tutto bene? Ti vedo spaventato!”
“Ci credo che è spaventato Yamamoto, dopo quel colpo che gli hai dato tutti sarebbero in crisi...guardalo poverino...lo hai shoccato...”
Kenma stette un minuto. Inquadrò bene la situazione. C’èra  Kuroo che leggeva il foglio d’iscrizione per manager consegnatogli dalla sorella. Kori che...giocava con le dita  guardando il capitano con una faccia strana. Ricordava che aveva fatto quell’espressione solo una volta.
Ovvero quando insieme avevano fatto rispettivamente il cosplay di Miku Hatsune e Len Kagamine(era stato costretto). Alzò un sopracciglio scacciando quel pensiero e corse verso Kuroo.
“Kuroo.”
“Onii-c-“
“Non chiamarmi Onii-chan.”
Kori ammutolì sconsolata mentre il biondo trascinò un poì lontano il capitano della Nekoma.
“Kuroo. Ti prego fammi un favore. Non accettarla come manager. Per favore ti scongiuro, mi farà una noia mortale, gigantesca...”
“Kenma la nostra ci ha abbandonati. Stava quì soltanto perchè era fidanzata con Yaku. Si sono lasciati e...”
“Ti prego.”
Kuroo sospirò, poi sorrise. Oddio...sembrava più un ghigno che un sorriso.
“Va bene. Siamo amici no?”
Kenma accennò un piccolo sorriso che segnava ringraziamento. Il capitano andò verso la ragazza. Quest’ultima lo guardava con occhi di ammirazione e pieni di speranza.
“Gattina...”
Kuroo, dall’alto dei suoi 188 cm, le mise una mano sulla testa.
“...Sei dei nostri!”
Kori esultò felice, ora che aveva conosciuto Kuroo...aveva abbandonato l’obbiettivo dell’harem.
Kenma, dietro, sbiancò e rabbrividì perdendo cinque anni di vita. Perchè il suo migliore amico gli aveva giocato quel brutto scherzo? Eppure di solito se gli chiedeva un favore era solito farglielo, nei limiti.
Poi si ricordò gli avvenimenti della settimana prima. Quando Kuroo gli aveva chiesto di fargli assaggiare un pezzo di torta di mele che aveva portatato da casa.
In pratica, una fetta di torta gli aveva rovinato i suoi due prossimi anni di vita scolastica.
Kenma si inginocchiò a terrà.
“Mi sono dato la zappa sui piedi da solo....”
 
Tomoyo era in palestra. Stava annotando sul suo blocco qualcosa quando le arrivò un messaggio.
“Ci sono riuscita!!!!!!!”
Tuttavia quello era un messaggio sonoro ed insieme alla scritta vi erano una moltiùtudine di emoction a forma di gattino che, appena aperto il messaggio, iniziarono a miagolare.
Cosa che attirò subito l’attenzione del coach e che fece volare subito un’occhiataccia a Tomoyo.
“Se hai intenzione di giocare puoi anche andartene.”
“Mi scusi, non l’ho fatto di proposito.”
Mise via il cellulare tornando a guardare i giocatori. Era felice per la sua amica ma al tempo stesso preoccupata, Kori sarebbe davvero riuscita a concentrarsi sui doveri da manager...o avrebbe fatto il tifo per il fratello tutto il tempo rendendosi, inoltre, ridicola davanti a tutti?
Ad interrompere i suoi pensieri ci pensò una pallonata che le arrivò dritta, dritta nel mezzo della faccia. Non era nè troppo forte nè troppo debole, probabilmente perchè proveniva dal fondo della palestra (altrimenti si sarebbe fracassata la scatola cranica), ma fu comunque abbastanza potente da buttarla all’indietro e da farle uscire una notevole quantità di sangue dal naso.Sangue che sporcò la divisa ed il pavimento della palestra.
Un po’ rintontita si mise una mano in faccia mentre il liquido continuava a colare.
“Hoy! Oikawa femmina!”
Il coach, allarmato, si alzò di scatto dalla panchina andando verso Tomoyo. Arrivato accanto alla ragazza, si inginocchiò guardandola.
“Coach...grazie per la preoccupaz-”
“Vedi di non farti più uscire sangue dal naso! Hai sporcato la palestra. Se la macchia non va via chi credi dovrà scusarsi con il preside?”
E li a Tomoyo caddero le braccia.
Si rialzò ignorando il coach insieme agli istinti omicidi che le erano appena saliti e vide arrivare Tooru con un’espressione preoccupata, seguito dal resto della squadra. Alzò un sopracciglio e, dopo aver preso un fazzoletto dalla tasca, iniziò a tamponarsi il naso.
“Sorellina! Sorellina come stai? Tutto bene? Si è rovinato il tuo bel faccino?”
“E’ di questo che ti preoccupi?! Non che mi sono fatta male?!”
“Stai tranquilla sorellina! Troveremo il colpevole fra tutti questi cattivoni! E gli daremo una bella punizione!”
Tooru si girò verso la squadra con uno sguardo terrificante, li squadrò uno ad uno. A tutti salì un brivido su per la schiena...poi il capitano puntò deciso il dito verso Kindaichi.
“Yutaro Kindaichi! Sei stato sicuramente tu!”
L’incriminato, poverino, sobbalzò.
Si guardò intorno cercando qualcuno nella squadra che lo aiutasse a ribattere ma...tutti stavano guardando punti indefiniti della palestra. Decise di farsi coraggio e rispondere ad Oikawa.
“Capitano...ecco...quando a Tomoyo è arrivata la pallonata. Io stavo murando. Mi sembra alquanto improbabile che sia stato il mio pallone che l’abbia-“
“Sciocchezze Kindaichi, sciocchezze! Sicuramente la palla ha sbattuto sulle tua braccia, è andata a terra e poi sulla faccia della mia adorata sorellina!”
Tomoyo, che ancora si stava tamponando il naso, guardò Tooru per la spiegazione che aveva dato.
Mai ne aveva sentita una tanto stupida in vita sua. Sospirò poi andò lei in soccorso del povero Kindaichi.
“Senti un po’ Detective Conan, ma ti senti quando parli? Il pallone mi è arrivato dall’alto in basso. Se era davvero rimbalzato a terra sarebbe dovuto arrivarmi dall basso verso l’alto.”
Silenzio in palestra. Tooru si mise due dita sotto il mento aggrottando le sopracciglia.
“Quindi...possiamo eliminare definitivamente chi stava murando...”
A quella frase, Issei e Sawauchi si abbracciarono felici, a loro non sarebbe toccato l’amaro destino del compagno di squadra. Anche se per poco, Kindaichi doveva aver avuto davvero paura.
Tooru, tuttavia, non si arrese e volle continuare la sua indagine.
“Allora sicuramente è stato Watar-....Watari???”
Si guardò intorno perplesso cercando l’amico con lo sguardo, fece un giro intorno ai compagni di squadra (mentre quest’ultimi trattenevano le risate) per vedere se il libero si fosse nascosto, ma niente.
Nemmeno l’ombra di Watari.
“Se l’è data a gambe?”
Chiese un Tooru sempre più perplesso, ed a quel punto Tomoyo alzò un sopracciglio guardando sconsolata il fratello. Il sangue dal naso si era fermato, quindi rimise il fazzoletto in tasca. Poi illuminò Tooru sulla situazione di Watari.
“Tooru...Watari oggi non si è presentato all’allenamento.”
“...ah.”
“Te ne accorgi solo ora...”
Tooru arrossì lievemente per la gaffe commessa, mentre qualche membro coraggioso della squadra si concesse una risata. Subito spenta da un’occhiataccia del capitano. Quest’ultimo rise di gusto.
“Alla fine ci sono riuscito. Finalmente ho trovato il colpevole...Il nostro caro alzatore! Shingeru Yahaba!”
“Eh? Cosa? Perchè io?”
“Sicuramente hai sbagliato l’alzata e l’hai indirizzata verso Tomoyo...ammettilo!”
“Capitano...veramente io ho fatto un’alzata perfetta per far schiacciare uno di voi. Ed è stata quella la pallonata che ha colpito Tomoyo.”
Tutta la squadra si guardò. Ecco chi sapeva la verità, ecco chi avrebbe risolto il caso, ecco la speranza e la luce che avrebbe svelato il mistero! Shingeru Yahaba! Tooru incrociò le braccia al petto fiducioso guardando gli schiacciatori.
“E dimmi, Yahaba, a chi hai alzato?”
Ci fu un attimo di silenzio nel quale il ragazzo diventò protagonista. Aprì bocca e con un filo di voce disse la persona incriminata.
“A te, capitano...”
Tooru sbiancò. Poi si girò a scatti verso Tomoyo, impaurito. Quest’ultima sorrideva con aria serena, ma se ci fosse stato Junior di Dragon Ball avrebbe sicuramente esclamato “Ha un’aura potentissima!”, quindi vi lascio immaginare la rabbia di Tomoyo.
“S-scusa sorellina! Non l’ho fatto apposta! Nemmeno me ne ero accorto!”
La più piccola degli Oikawa prese Tooru per un orecchio e lo trascinò fuori chiudendo la porta della palestra. Ciò che seguì quell’azione furono soltanto atroci urla di dolore.
Il coach, con la solita aria arrabbiata, guardò il resto della squadra. Che era rimasta in palestra allibita dalla situazione.
“Forza! Ad allenarvi! Non c’è niente da sentire!” 

 

   
 
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