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Autore: Jaredsveins    27/07/2016    7 recensioni
Dean e Sam Winchester sono dei cacciatori. Nel corso della loro vita hanno affrontato di tutto: licantropi, vampiri, fantasmi, Wendigo..ma nonostante ciò, decidono di prendersi una meritata pausa che, ahimè, non sarà destinata a durare.
Il motivo? Un incontro tra Sam e due persone che stravolgerà tutto quanto.
Dal primo capitolo
“Sam, sei sicuro di star bene?”
“So quello che ho visto e smettila di negare, mi fai solo incazzare di più.” Sam andò in salotto e accese la TV, intenzionato ad ignorare il fratello che lo stava solo facendo infuriare (che stronzo).
“Sammy, io sono rimasto qui...te lo giuro!” Disse il cacciatore, esasperato. “E poi non bacerei mai un ragazzo, ma ti sei rincoglionito per caso?”
“No, Dean. Io ti ho visto!” Sam allargò le braccia. “E se proprio vuoi saperlo, visto che continui a negare, ti ho anche chiamato e ti sei pure girato!” Il minore si abbandonò sullo schienale del divano e chiuse gli occhi, ripensando a quel che era successo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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I really like you.

Day three (part two)

Castiel dovette assistere ad una scena a dir poco incredibile e sconcertante.

Il suo ragazzo e la sua esatta copia stavano facendo a pugni, rotolando sul pavimento. Cas poteva distinguerli solo dai vestiti: uno aveva una maglietta nera e un paio di jeans, il suo ragazzo invece aveva una camicia a quadri e dei jeans strappati. Si muovevano così velocemente da non riuscire nemmeno a capire cosa stesse succedendo. E adesso aveva persino dimenticato quello che Dean gli aveva detto, cioè aiutare Sam.

"Castiel!"

Fu il ragazzo legato alla sedia che lo ridestò dai suoi pensieri. Spostò lo sguardo su di lui e, trascinandosi, lo raggiunse. Fece fatica a slegarlo, il mutaforma lo aveva legato con molta cura. Quando riuscì a liberarlo, si lasciò andare sul pavimento e fissò Sam che intervenne. Castiel non aveva voglia di fare nulla, si stava lasciando andare perché si rifiutava di credere a ciò che stava accadendo. Nonostante lo stesse vivendo in prima persona, era come se non fosse lì. Non era in sé, non si trovava nel suo corpo. E per questo motivo non riusciva a muoversi, non riusciva a fare nulla se non stare lì, e guardare. Qualsiasi cosa fosse successa, a lui non sarebbe cambiato niente. Forse stava reagendo in modo troppo eccessivo, ma era deluso e amareggiato.

Prima di conoscere Dean, era il classico ragazzo che se ne fregava di tutto e tutti. Gli interessava soltanto il sesso, non aveva intenzione di iniziare una relazione seria. Lavorando in un bar, tornava a casa quasi sempre ubriaco e con qualcuno o qualcuna con cui fare sesso. E gli stava bene così, perché le relazioni non lo avevano mai entusiasmato più di tanto. Aveva la sua vita, il suo equilibrio, le sue abitudini e gli andava fottutamente bene. Fino a quando, una sera, i suoi occhi non incontrarono due smeraldi verdi.

E lì fu la fine.

Con Dean era iniziato tutto come un gioco: avevano fatto sesso una notte e si erano salutati. Se non che Castiel, il giorno seguente, trovò un biglietto sul comodino con un numero di cellulare e un messaggio:

Grazie per la bella serata, occhi blu. -Dean

E non era la prima volta che Castiel riceveva biglietti del genere, ma quella volta fu diverso. Non lo buttò, ma lo conservò. Stette a fissare quel pezzo di carta per minuti interi se non giorni. Non gli sarebbe dispiaciuta un'altra serata come quella, insieme a Dean. Il problema principale non era l'essersi divertito con qualcuno, ma la voglia che lui aveva di rivedere quel ragazzo. Castiel aveva avuto tanti partner, ma nessuno lo aveva mai fatto stare così bene. Con Dean c'era stato subito feeling, c'era stata subito quella complicità che rendeva i rapporti unici. Non avevano avuto bisogno di dire nulla, perché già si erano trovati avvinghiati, vogliosi. Non c'era stata alcuna vergogna, si erano ritrovati nudi, l'uno di fronte all'altro, ed era stato come se lo avessero già fatto in precedenza. I loro corpi si erano incastrati perfettamente, le loro mani sembravano esser state create solo per poter plasmare il corpo dell'altro. Era stato come un colpo di fulmine.

E fu per questo che Castiel, dopo qualche giorno, decise di chiamare Dean. Si diedero appuntamento il giorno seguente, dopo il turno di Castiel. E, una volta insieme, Cas ebbe la conferma che non poteva lasciarsi scappare Dean Winchester.

E fu da quel giorno che non smisero di vedersi.

Castiel notò un grande cambiamento in lui e se ne sorprese, perché, nel giro di due settimane, non guardava nessun altro se non Dean. Nonostante si vedessero solo per il sesso e qualche chiacchiera, non avevano mai posto dei limiti. Ognuno poteva stare con chi voleva, quando voleva e come voleva. E questo lo spaventò, perché significava una cosa sola: si stava affezionando davvero. E ne ebbe la conferma nel momento in cui iniziò ad essere geloso di Dean. Lo vedeva flirtare con gli altri e la cosa lo infastidiva; lo vedeva ridere con altre persone e lui stringeva i pugni, per trattenersi dal picchiare qualcuno. Era come se fosse una bomba, e solo Dean era capace di non farlo esplodere. E dopo qualche mese, riuscì a dire a Dean cosa provava e fu felice di sentirgli dire "per me è lo stesso". Non era mai stato più felice, si sentiva come un dodicenne alle prese con la prima cotta, ma non gli importava. Era sicuro che ne sarebbe valsa la pena, e infatti fu così. Da qualche mese arrivarono a un anno e infine a due. Due anni stupendi. Due anni di gioie, risate, lacrime, rabbia, litigi, amore...

E adesso era tutto finito.

Castiel era cambiato per qualcuno a cui non importava niente, e ne era pure innamorato. Quel mutaforma lo aveva solo preso in giro, lo aveva usato e lo aveva umiliato. Aveva tentato di ucciderlo.

"SAM! LA PISTOLA!"

Castiel sobbalzò a quell'urlo e ciò che vide gli fece sgranare gli occhi: il mutaforma era su Dean e lo teneva fermo con il corpo, mentre Sam era qualche metro più lontano con il volto pieno di sangue, e una pistola poco lontana da lui alla sua sinistra.

"Rassegnatevi, ho vinto io, Winchester!"

Il mostro rise di gusto e diede un pugno sul viso a Dean, che gemette di dolore.

"Sam!" Sbottò, sentendo una fitta al labbro dove era appena stato colpito.

"Sam!" Gli fece eco il mutaforma, solo per il gusto di prenderlo in giro. "Ma allora non lo capisci? E' finita! La vostra gloria è giunta al termine, e tutto per merito mio. Finalmente posso vendicare tutti coloro che avete ucciso solo perché diversi da voi. I veri mostri, qui, siete voi!" Sibilò il falso Dean, dando un pugno sullo stomaco al ragazzo sul pavimento che si contorse per il dolore.

Era davvero la fine allora, era così che sarebbe andata. Dean vide Sam svenire sul pavimento, e Castiel guardarlo con il volto pieno di tristezza. Allora si lasciò andare, chiuse gli occhi e, proprio appena perse le speranze, sentì uno sparo.

E poi il mutaforma gli crollò addosso.

Dean lo spinse via e si alzò, gemendo, per poi sgranare gli occhi quando vide chi aveva fatto partire il colpo: Castiel.

"Cas.." Il ragazzo si avvicinò a lui preoccupato e, senza nemmeno rendersene conto, gli tolse la pistola dalle mani e la buttò per terra. "Mi dispiace, mi dispiace così tanto."

Ma Castiel non lo ascoltava, piuttosto guardava il corpo ormai senza vita del mutaforma. Le sue mani tremavano, Dean riusciva a sentirlo sotto le sue. Le lacrime avevano iniziato a rigargli il viso e le labbra erano schiuse. Sembrava quasi non respirasse. Non si mosse di un millimetro nemmeno quando Dean lo abbracciò, non sentiva nulla. Aveva appena ucciso la "persona" che amava...

"Hai fatto la cosa giusta, credimi."

"No..." Sussurrò piano il ragazzo dagli occhi blu.

"Castiel?" Dean gli mise una mano sulla guancia e lo guardò, sentendo una fitta al cuore quando vide quelle due pozze blu annegare nelle lacrime. "Hai fatto la cosa giusta. E' lui l'assassino. I mutaforma uccidono, è quel che sanno fare e noi non possiamo farci nulla. Tu ci hai salvato la vita...e hai salvato anche la tua."

Castiel guardò finalmente Dean e tirò su con il naso, per poi iniziare a singhiozzare. "Non ce la faccio."

"Sì che ce la fai, sei forte. Va bene?"

"No, smettila. Smettila!" Il moro distolse lo sguardo e continuò a piangere.

Dean sospirò e sentì il cuore stringersi, vedendolo in quello stato. In quei due giorni aveva conosciuto un ragazzo forte, sicuro di sé..adesso invece aveva davanti una persona così fragile e distrutta, che lui non sapeva cosa fare.

"Devi smetterla, lo hai capito?" Continuò Castiel.

"Cosa devo smettere di fare, Cas? Dimmelo e lo farò."

Il ragazzo guardò Dean e, in un sussurrò, disse. "Smetti di essere uguale a lui."

 

Day four

Il giorno seguente fu difficile per i Winchester. Avevano passato la notte in bianco a causa dei dolori sparsi per tutto il corpo, e della malinconia che si era impadronita di loro. Non era la prima volta che si affezionavano a qualcuno a cui avevano salvato la vita, ma quella volta era diversa. Quella volta la faccenda li aveva colpiti direttamente. Perché la vita di una persona era stata rovinata da qualcuno solo per poter arrivare a loro. Non si erano mai sentiti più in colpa di così.

Sam era davvero dispiaciuto, aveva detto a Castiel di chiamare per qualsiasi bisogno.

Dean, invece, era distrutto. Sebbene sapesse di non essere la causa scatenante della tristezza di Castiel, si sentiva in colpa. Aveva cercato di far capire a Cas che gli dispiaceva, ma questi non era riuscito nemmeno a guardarlo negli occhi. Per Dean era stato angosciante salutarlo, perché temeva potesse fare qualche stupidaggine. Ma capiva il bisogno di Cas di stare da solo e capiva perché, nonostante gli sforzi, non riuscisse nemmeno a guardarlo negli occhi. Dean non si era mai innamorato nella sua vita, al massimo si era preso una sbandata per qualcuno. Non aveva idea di cosa volesse dire essere presi in giro, perché era sempre lui a farlo. Non aveva idea di cosa volesse dire perdere ogni certezza, quando costruisci qualcosa di davvero importante con qualcuno. Non lo sapeva e non voleva saperlo. Si sentiva una merda già così.

"Dovremmo andare a vedere come sta prima di partire?" Chiese Sam, chiudendo il borsone.

Dean non rispose e sospirò, abbassando lo sguardo sulla birra. Non ne aveva nemmeno preso un sorso, non ne aveva voglia.

La sera precedente, lui e suo fratello, avevano deciso di smettere con quella storia della vita normale. Andiamo, erano dei cazzo di cacciatori! Per loro la normalità era solo un sogno. Quindi, avevano deciso di tornare alla solita routine: motel e mostri.

"Non so quanto possa fargli piacere rivedermi, sai?"

"Lo so, Dean. Ma mi sembra giusto andare a salutare..."

"Il solito sentimentale." Dean si sforzò di sorridere, ma gli uscì solo una smorfia.

"Non vuoi salutarlo?" Sam guardò il fratello scettico, togliendogli la bottiglia di birra dalle mani e iniziando a berla (tanto Dean non lo avrebbe fatto).

"Hai preso tutto?" Sviò il più grande.

"Armi, proiettili e distintivi falsi? Certamente." Rispose rassegnato il più piccolo.

"Perfetto."

Dean mise il borsone in spalla e andò alla porta d'ingresso, guardando un'ultima volta il soggiorno. Quello stesso soggiorno che aveva ospitato litigi stupidi con Sam, ragazze diverse ogni notte e urla contro il televisore per via delle partite di basket. Sorrise appena e, una volta fuori, si chiuse la porta alle spalle.

 

Castiel osservò le roventi fiamme che mano a mano inghiottivano le sue vecchie foto con Dean, con un sospiro malinconico. Non chiuse occhio tutta la notte, piuttosto la passò a raccogliere la roba del suo ex e bruciarla. Quelle foto erano le ultime cose che gli rimanevano del suo passato con Dean, e le aveva lasciate alla fine. Non sapeva il motivo, forse perché non era sicuro di volersene sbarazzare. Ma alla fine aveva deciso di eliminare tutto, non voleva saperne più niente. Da quel giorno in poi avrebbe fatto finta che Dean Winchester non esistesse.

Tuttavia, qualcuno sembrava non essere d'accordo con lui. Perché, appena alzò lo sguardo, si trovò di fronte proprio l'oggetto della sua tristezza con suo fratello.

"Che cosa ci fate voi qui?"

"Siamo venuti a salutarti." Sorrise appena Sam.

"Ci siamo salutati ieri." Ribatté secco Castiel, distogliendo lo sguardo.

"Lo so, ma ci tenevo a.." Dean non concluse la frase e negò con il capo. Non importava. "Senti, Cas, mi dispiace davvero tanto per quel che è successo. Se dovessi avere bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, puoi chiamare. Va bene?"

"Non ho bisogno di niente. Non da te."

Dean strinse i pugni e si trattenne dall'urlare, quella situazione era insostenibile e lo faceva stare malissimo. Era arrabbiato, perché non era colpa sua se adesso si trovavano in quella situazione. Non era colpa sua se un mutaforma psicopatico, aveva deciso di prendersi gioco di Castiel. "Non è colpa mia, Castiel."

"Lo so."

"E allora smettila di comportarti come se lo fosse!" Sbottò Dean.

Il moro alzò lo sguardo e si morse labbro, vedendo l'espressione arrabbiata del ragazzo davanti a sé. Ma cosa stava facendo? Se la stava prendendo davvero con coloro che gli avevano salvato la vita? "Beh, non è nemmeno colpa mia se un bastardo, identico a te, mi ha rovinato la vita." Sussurrò appena.

Sam, dal canto suo, sentì di essere di troppo e se ne tornò nell'Impala, aspettando il fratello.

Dean fece un passo verso il moro e, dannazione, se ne fregò dei sentimenti contrastanti; se ne fregò dei dubbi e agì d'istinto, prese il viso di Castiel e, accarezzandogli una guancia con il pollice, poggiò le labbra sulle sue. Chiuse gli occhi e, nonostante sentì l'altro irrigidirsi, fu felice di non essere respinto da lui. Si avvicinò di più e lo abbracciò, stringendo Castiel con forza anche dopo aver interrotto il bacio.

"Perché lo hai fatto?" Castiel respirava sul collo di Dean, godendosi il suo profumo.

"Perché.." Il biondo alzò il viso di Cas con le dita. "volevo farti sapere che mi piaci, e sono sincero. Mi piaci davvero."

Castiel, per la prima volta dopo tante ore passate a piangere, sorrise. Sorrise e diede un bacio su quelle labbra che tanto amava. "Fate attenzione, là fuori."

"Lo faremo."

E così dicendo Dean se ne andò, dando le spalle a Castiel. Entrò nell'Impala e mise in moto, stringendo poi il volante talmente tanto da far sbiancare le nocche.

Sam guardò il fratello dispiaciuto, ma non disse nulla. Sapeva cosa aveva visto e sapeva cosa dovesse significare per Dean. Sam aveva già dovuto dire addio alle persone a cui teneva per quel tenore di vita, ci era abituato. Ma Dean? Oh, no. Lui non aveva mai avuto nessuno a cui rinunciare.

Quel giorno, Dean Winchester, comprese cosa si provasse nel dire addio a qualcuno.



NOTE: CIAAAAAO!
E allora, finalmente questa storia del mutaforma se n'é andata a quel paese e in modo abbastanza tragico. Potevo benissimo fare in modo che fosse Sam a ucciderlo, visto che Dean era in trappola, ma l'ho fatto svenire e HEY, rimaneva solo Castiel. Sono una stronza, lo so..odiatemi pure, non vi do torto.
BTW, ci stiamo avvicinando sempre più alla fine, dato che la settimana prossima pubblicherò l'ultimo capitolo e piango.
Quindi, fatemi sapere cosa ne pensate!
BYYYYE!
-Feffe

  
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