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Between Hats and Goblets
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I pesanti battenti della Sala Grande di Hogwarts si
aprirono rivelando lo spettacolo più straordinario che Bran avesse mai visto. Dopo
l’esperienza nell’angusta Camera di Accoglienza, la Sala appariva un locale
enorme, o forse lo era davvero, al centro del quale si trovavano quattro lunghi
tavoli che ospitavano centinaia di ragazzi, che, in quel momento, osservavano
curiosi la timida processione dei nuovi primini. In fondo alla Sala, da un
lungo tavolo, posto in orizzontale, li attendevano i professori e il preside,
e, sopra tutto questo, incombente e meravigliosa, una volta celeste. Già perché
il soffitto non c’era, o meglio c’era ma doveva essere altissimo, o forse era
l’effetto della magia. Sicuramente la cosa era spiegata in Storia di Hogwarts,
ma delle decine di volumi che raccontavano le meraviglie della millenaria
scuola, Bran aveva scelto quelli riguardanti il Quidditch, e, naturalmente,
quelli che riguardavano le gesta dei grandi esponenti della Casa di Godric
Grifondoro. Non sapeva in che cosa sarebbe consistita la prova di smistamento,
e quindi aveva voluto essere preparato.
Intanto il gruppo aveva raggiunto la pedana rialzata dove
si trovava il tavolo degli insegnanti. Bran si sentiva terrorizzato e si
maledisse per l’aspetto pietoso che doveva avere in quel momento. Seguì gli
altri e si dispose ordinatamente in fila e, senza quasi accorgersene, si
ritrovò di fronte all’intera scuola. Decine e decine di paia di occhi li
stavano squadrando famelici, chiedendosi quale casa si sarebbe aggiudicata il
maggior numero di nuove “reclute”. Bran cercò con lo sguardo i suoi fratelli e
li trovò: Robb, seduto di fronte a Theon e ai gemelli dai capelli rossi, gli
sorrideva; Sansa insieme alla sua amica, sembrava osservare senza particolare
interesse; Arya era accanto a Jon ed entrambi gli rivolgevano gesti di
incoraggiamento. La professoressa McGonagall, che li aveva accolti, aveva
intanto estratto una lunga pergamena e sembrava in attesa. Forse aspettava che
qualcuno si facesse avanti? Stava giusto per fare un passo, per dimostrare di
essere un audace Grifondoro, quando improvvisamente una voce risuonò per tutta
la Sala. Quella cominciò a canticchiare con voce possente eppure ridicolmente
minuta. Era il Cappello, il Cappello Parlante, che, per l'appunto, era uno sgualcito e
rattoppato cappello che, con la tesa sfilacciata che si apriva e si chiudeva a
mo’ di bocca, recitava una filastrocca su Hogwarts. Quand’ebbe finito,
partirono gli applausi e la professoressa McGonagall chiamò il primo nome sulla
lista: «Alan, Lucy»
Una ragazzina, un po’ rotondetta, con lunghi capelli
biondicci, si fece avanti. Si sedette sullo sgabello che era stato sistemato al
centro della pedana e da cui il Cappello aveva recitato la sua canzoncina. La
McGonagall glielo pose sulla testa e quello prese a contorcersi su sé stesso e
dopo pochi istanti esclamò: «TASSOFRASSO!»
Un scroscio di applausi si levò dal tavolo della Casata,
e la ragazzina andò a prendervi posto.
Dunque era questa la prova? Un cappello? E in base a cosa
decideva? Forse faceva delle domande silenziose?
Intanto lo smistamento procedeva e, dopo un ragazzino
smistato in Grifondoro, sentì chiamare: «Baratheon, Tommen»
Il bambinetto odioso andò a sedersi. Sembrava
terrorizzato, come se tutto il suo coraggio e la sua boria fossero venuti meno.
Il Cappello ci mise svariati minuti per giungere a una decisione, finché con
entusiasmo annunciò: «TASSOFRASSO!»
Tommen scivolò giù dallo sgabello, a testa basta, l’espressione
a metà tra la sconfitta e il sollievo. Bran notò che, all’altro capo della
Sala, il fratello maggiore stava ridendo, indicandolo e scuotendo la testa.
Vennero chiamati altri ragazzi, finché finalmente fu il
suo turno.
«Stark, Brandon» lesse la professoressa. Cautamente Bran
prese posto sullo sgabello. Gli venne calcato il Cappello in testa, fin sopra
gli occhi, escludendo la Sala alla sua vista e con essa, anche i suoi rumori.
«Ah! Un altro Stark!» era la voce del Cappello,
direttamente da dentro la sua testa. «Mmm vedo molto coraggio … E irrequietezza
… Mmm c’è talento anche … E ingegno»
E mentre il Cappello ragionava, Bran sentì i suoi
pensieri urlare una cosa sola. “Ti prego, ti prego, voglio essere un
Grifondoro, ti prego”
E il Cappello rispondeva «Ne sei sicuro? C’è ambizione … E
creatività … Difficile»
Ma per Bran non era difficile, lui voleva essere un
Grifondoro, lo aveva sempre desiderato. Ma il Cappello non era d’accordo e infatti
alla fine annunciò: «CORVONERO!».
Bran si sentiva frastornato. Corvonero? Non l’aveva
neppure preso in considerazione, visto che la sua più grande paura era quella
di finire in Serpeverde. E ora invece si stava dirigendo verso una terza Casa,
estranea, ma non troppo. In fondo, tutta
la famiglia di sua madre, ad eccezione di lei e sua zia, veniva da Corvonero.
Lo smistamento intanto stava finendo. L’ultimo ragazzo si
sedeva sullo sgabello e prontamente il cappello annunciava: «GRIFONDORO!»
Bran non ci fece neppure caso. Si sedette nello spazio
libero sulla panca tra due ragazzi, uno dei quali era, come lui, appena stato
smistato. Non ricordava però il suo nome.
Era un ragazzo magrissimo, un po’ allampanato, che emanava
una certa suggestione, come se fosse circondato da un’aura di mistero e
conoscenza.
«Ciao, io sono Jojen» si presentò.
Bran strinse la mano a quel ragazzo, e, per un attimo, i
suoi occhi verdi muschio si impiantarono nei suoi, scavandolo, sondandolo, e quando
finalmente distolse lo sguardo, Bran si sentì spossato, svuotato, come se
questi gli avesse appena letto l’anima.
I giorni
successivi furono un tripudio di emozioni. Ogni cosa colmava Bran di
meraviglia, dal dormitorio nella Torre di Corvonero alle lezioni di
incantesimi, pozioni, difesa contro le arti oscure … e volo. Bran non vedeva l’ora
di librarsi nel cielo sopra Hogwarts, giocare a Quidditch, esplorare il
castello come mai avrebbe potuto fare semplicemente scalandolo.
Il preside inoltre, aveva annunciato che quell’anno si
sarebbe tenuto il Torneo Tremaghi, storica competizione studentesca, a cui avrebbero
preso parte tre campioni maggiorenni, uno per ciascuna delle scuole di magia
partecipanti: Hogwarts, sede del torneo, Black and White High School e Beauxbatons.
Robb non aveva i requisiti per candidarsi, ma Theon sì. Le
folle di ragazze che lo seguivano costantemente nella speranza di uno sguardo o
di un sorriso, facevano già il tifo per lui, certe che sarebbe stato scelto
come campione.
Bran non poteva fare a meno di condividere quell’eccitazione
generale, sognando il giorno in cui anche lui avrebbe potuto partecipare.
Il preside si avvicinò al Calice di Fuoco, una sorta di
coppa-braciere che sarebbe stata usata per il sorteggio.
Le fiamme azzurrine avvamparono in vortici arancioni e dalle
fiamme guizzanti zampillò fuori un cartoncino. Silente lo afferrò al volo e lesse
il nome del campione della Black and White High School. Lo stesso accadde per
il paladino di Beauxbatons.
Quindi fu il turno di Hogwarts. Il preside agguantò per
la terza volta l’esito del Calice di Fuoco. La tensione era alle stelle, mentre
gli occhi di tutti schizzavano da Silente ai quattro ardimentosi aspiranti
campioni.
«THEON GREYJOY» annunciò il preside.
Il tavolo di Grifondoro esplose in un boato, mentre l’intera
Hogwarts, persino i Serpeverde, applaudiva il proprio campione.
Ma, proprio mentre tutti erano impegnati a festeggiare
Theon, il Calice di Fuoco aveva preso a sussultare, lingue di fuoco rosso si
contorcevano, luminose quanto l’alba. E, all’improvviso, un foglietto di carta
bruciacchiata planò dolcemente sul palmo della mano di Silente. Quando lesse
quello che c'era scritto, sulla Sala Grande cadde un silenzio di tomba.
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Angolo Autrice
Allora mi scuso per l'enorme ritardo dell'aggiornamento ma la scrittura di questo capitolo mi ha creato non pochi problemi XD Alla fine ho optato per unire il POV di Bran in un unico capitolo che costituisce una sorta di secondo prologo, e lasciare per il prossimo l'inizio effettivo della storia. In conclusione questo capitolo è stato più utile a me per inquadrare bene dove sono smistati i personaggi e per introdurne altri... Comunque vi posso promettere che nel prossimi capitolo troverete molta più azione e saranno forniti molti più dettagli.
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito il capitolo precedente e hanno inserito la storia tra le seguite, mi fate molto piacere e spero di risentirvi presto
Alla prossima,
_Jo