Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: _Joanna_    27/07/2016    2 recensioni
Cross over Game of Thrones / Harry Potter
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Esperimento 1.0
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«Stazione di King’s Cross, 1 settembre, ore 10.45 . Aveva atteso questo momento per tutta l’estate, ma l’euforia che l’aveva accompagnato fino a quel momento l’aveva abbandonato nell’attimo stesso in cui si era trovato davanti alla barriera tra i binari 9 e 10» [...]
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«Sua sorella, la ragazzina seduta di fronte a lui, aveva gli stessi boccoli dorati e i medesimi occhi color smeraldo, anche se, questo Bran aveva dovuto ammetterlo, le donavano molto di più che al fratello. Anzi a dirla tutta era decisamente graziosa» [...]
Genere: Drammatico, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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Between Hats and Goblets

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I pesanti battenti della Sala Grande di Hogwarts si aprirono rivelando lo spettacolo più straordinario che Bran avesse mai visto. Dopo l’esperienza nell’angusta Camera di Accoglienza, la Sala appariva un locale enorme, o forse lo era davvero, al centro del quale si trovavano quattro lunghi tavoli che ospitavano centinaia di ragazzi, che, in quel momento, osservavano curiosi la timida processione dei nuovi primini. In fondo alla Sala, da un lungo tavolo, posto in orizzontale, li attendevano i professori e il preside, e, sopra tutto questo, incombente e meravigliosa, una volta celeste. Già perché il soffitto non c’era, o meglio c’era ma doveva essere altissimo, o forse era l’effetto della magia. Sicuramente la cosa era spiegata in Storia di Hogwarts, ma delle decine di volumi che raccontavano le meraviglie della millenaria scuola, Bran aveva scelto quelli riguardanti il Quidditch, e, naturalmente, quelli che riguardavano le gesta dei grandi esponenti della Casa di Godric Grifondoro. Non sapeva in che cosa sarebbe consistita la prova di smistamento, e quindi aveva voluto essere preparato.
Intanto il gruppo aveva raggiunto la pedana rialzata dove si trovava il tavolo degli insegnanti. Bran si sentiva terrorizzato e si maledisse per l’aspetto pietoso che doveva avere in quel momento. Seguì gli altri e si dispose ordinatamente in fila e, senza quasi accorgersene, si ritrovò di fronte all’intera scuola. Decine e decine di paia di occhi li stavano squadrando famelici, chiedendosi quale casa si sarebbe aggiudicata il maggior numero di nuove “reclute”. Bran cercò con lo sguardo i suoi fratelli e li trovò: Robb, seduto di fronte a Theon e ai gemelli dai capelli rossi, gli sorrideva; Sansa insieme alla sua amica, sembrava osservare senza particolare interesse; Arya era accanto a Jon ed entrambi gli rivolgevano gesti di incoraggiamento. La professoressa McGonagall, che li aveva accolti, aveva intanto estratto una lunga pergamena e sembrava in attesa. Forse aspettava che qualcuno si facesse avanti? Stava giusto per fare un passo, per dimostrare di essere un audace Grifondoro, quando improvvisamente una voce risuonò per tutta la Sala. Quella cominciò a canticchiare con voce possente eppure ridicolmente minuta. Era il Cappello, il Cappello Parlante, che, per l'appunto, era uno sgualcito e rattoppato cappello che, con la tesa sfilacciata che si apriva e si chiudeva a mo’ di bocca, recitava una filastrocca su Hogwarts. Quand’ebbe finito, partirono gli applausi e la professoressa McGonagall chiamò il primo nome sulla lista: «Alan, Lucy»
Una ragazzina, un po’ rotondetta, con lunghi capelli biondicci, si fece avanti. Si sedette sullo sgabello che era stato sistemato al centro della pedana e da cui il Cappello aveva recitato la sua canzoncina. La McGonagall glielo pose sulla testa e quello prese a contorcersi su sé stesso e dopo pochi istanti esclamò: «TASSOFRASSO!»
Un scroscio di applausi si levò dal tavolo della Casata, e la ragazzina andò a prendervi posto.
Dunque era questa la prova? Un cappello? E in base a cosa decideva? Forse faceva delle domande silenziose?
Intanto lo smistamento procedeva e, dopo un ragazzino smistato in Grifondoro, sentì chiamare: «Baratheon, Tommen»
Il bambinetto odioso andò a sedersi. Sembrava terrorizzato, come se tutto il suo coraggio e la sua boria fossero venuti meno. Il Cappello ci mise svariati minuti per giungere a una decisione, finché con entusiasmo annunciò: «TASSOFRASSO!»
Tommen scivolò giù dallo sgabello, a testa basta, l’espressione a metà tra la sconfitta e il sollievo. Bran notò che, all’altro capo della Sala, il fratello maggiore stava ridendo, indicandolo e scuotendo la testa.
Vennero chiamati altri ragazzi, finché finalmente fu il suo turno.
«Stark, Brandon» lesse la professoressa. Cautamente Bran prese posto sullo sgabello. Gli venne calcato il Cappello in testa, fin sopra gli occhi, escludendo la Sala alla sua vista e con essa, anche i suoi rumori.
«Ah! Un altro Stark!» era la voce del Cappello, direttamente da dentro la sua testa. «Mmm vedo molto coraggio … E irrequietezza … Mmm c’è talento anche … E ingegno»
E mentre il Cappello ragionava, Bran sentì i suoi pensieri urlare una cosa sola. “Ti prego, ti prego, voglio essere un Grifondoro, ti prego”
E il Cappello rispondeva «Ne sei sicuro? C’è ambizione … E creatività … Difficile»
Ma per Bran non era difficile, lui voleva essere un Grifondoro, lo aveva sempre desiderato. Ma il Cappello non era d’accordo e infatti alla fine annunciò:  «CORVONERO!».
Bran si sentiva frastornato. Corvonero? Non l’aveva neppure preso in considerazione, visto che la sua più grande paura era quella di finire in Serpeverde. E ora invece si stava dirigendo verso una terza Casa, estranea, ma non  troppo. In fondo, tutta la famiglia di sua madre, ad eccezione di lei e sua zia, veniva da Corvonero.
Lo smistamento intanto stava finendo. L’ultimo ragazzo si sedeva sullo sgabello e prontamente il cappello annunciava: «GRIFONDORO!»
Bran non ci fece neppure caso. Si sedette nello spazio libero sulla panca tra due ragazzi, uno dei quali era, come lui, appena stato smistato. Non ricordava però il suo nome.
Era un ragazzo magrissimo, un po’ allampanato, che emanava una certa suggestione, come se fosse circondato da un’aura di mistero e conoscenza.
«Ciao, io sono Jojen» si presentò.
Bran strinse la mano a quel ragazzo, e, per un attimo, i suoi occhi verdi muschio si impiantarono nei suoi, scavandolo, sondandolo, e quando finalmente distolse lo sguardo, Bran si sentì spossato, svuotato, come se questi gli avesse appena letto l’anima.

     I giorni successivi furono un tripudio di emozioni. Ogni cosa colmava Bran di meraviglia, dal dormitorio nella Torre di Corvonero alle lezioni di incantesimi, pozioni, difesa contro le arti oscure … e volo. Bran non vedeva l’ora di librarsi nel cielo sopra Hogwarts, giocare a Quidditch, esplorare il castello come mai avrebbe potuto fare semplicemente scalandolo.
Il preside inoltre, aveva annunciato che quell’anno si sarebbe tenuto il Torneo Tremaghi, storica competizione studentesca, a cui avrebbero preso parte tre campioni maggiorenni, uno per ciascuna delle scuole di magia partecipanti: Hogwarts, sede del torneo, Black and White High School e Beauxbatons.
Robb non aveva i requisiti per candidarsi, ma Theon sì. Le folle di ragazze che lo seguivano costantemente nella speranza di uno sguardo o di un sorriso, facevano già il tifo per lui, certe che sarebbe stato scelto come campione.
Bran non poteva fare a meno di condividere quell’eccitazione generale, sognando il giorno in cui anche lui avrebbe potuto partecipare.

      E così le prime settimane a Hogwarts passarono. Gli ospiti stranieri arrivarono e vennero accolti calorosamente dagli studenti. E infine, la notte di Halloween, avvenne la selezione dei campioni.
Il preside si avvicinò al Calice di Fuoco, una sorta di coppa-braciere che sarebbe stata usata per il sorteggio.
Le fiamme azzurrine avvamparono in vortici arancioni e dalle fiamme guizzanti zampillò fuori un cartoncino. Silente lo afferrò al volo e lesse il nome del campione della Black and White High School. Lo stesso accadde per il paladino di Beauxbatons.
Quindi fu il turno di Hogwarts. Il preside agguantò per la terza volta l’esito del Calice di Fuoco. La tensione era alle stelle, mentre gli occhi di tutti schizzavano da Silente ai quattro ardimentosi aspiranti campioni.
«THEON GREYJOY» annunciò il preside.
Il tavolo di Grifondoro esplose in un boato, mentre l’intera Hogwarts, persino i Serpeverde, applaudiva il proprio campione.
Ma, proprio mentre tutti erano impegnati a festeggiare Theon, il Calice di Fuoco aveva preso a sussultare, lingue di fuoco rosso si contorcevano, luminose quanto l’alba. E, all’improvviso, un foglietto di carta bruciacchiata planò dolcemente sul palmo della mano di Silente. Quando lesse quello che c'era scritto, sulla Sala Grande cadde un silenzio di tomba.

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Angolo Autrice

Allora mi scuso per l'enorme ritardo dell'aggiornamento ma la scrittura di questo capitolo mi ha creato non pochi problemi XD Alla fine ho optato per unire il POV di Bran in un unico capitolo che costituisce una sorta di secondo prologo, e lasciare per il prossimo l'inizio effettivo della storia. In conclusione questo capitolo è stato più utile a me per inquadrare bene dove sono smistati i personaggi e per introdurne altri... Comunque vi posso promettere che nel prossimi capitolo troverete molta più azione e saranno forniti molti più dettagli.

Ringrazio tutti coloro che hanno recensito il capitolo precedente e hanno inserito la storia tra le seguite, mi fate molto piacere e spero di risentirvi presto

Alla prossima, 

_Jo

  
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