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Autore: lallipumbaa    27/07/2016    1 recensioni
Tom Hiddleston - Nuovo Personaggio - Benedict Cumberbatch
Cosa succede se una ragazza incontra un attore che ha fatto il suo stesso percorso e che ora è stato lanciato nella fama? Cosa succede se la ragazza in questione continua a trovarselo tra i piedi? E se lei viene trasportata inaspettatamente nello stesso mondo dorato?
Le avventure e il percorso di Laila, studentessa della RADA, e delle persone che la circondano.
Solo che, senza saperlo, si troverà in questa situazione: HIDDLESBATCHED.
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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−CAPITOLO 15−
“Vacanze greche con sorpresa”
 
 
Caldo, sole, mare. Si stava pregustando da giorni la salsedine, il vento, lo iodio.
Poche storie: l’acqua era il suo elemento naturale e finalmente dopo quasi un anno dalla sua ultima vacanza (nonostante avesse già visto il mare a Los Angeles e a New York non aveva comunque potuto fare il bagno) riusciva a stendersi su una distesa di sabbia sotto il sole caldo del sud e fare il bagno nelle meravigliose acque dell’Egeo.
Benedict aveva prenotato tutto e aveva deciso che sarebbe stato tutto una sorpresa. Lei sapeva che sarebbero andati nelle isole Greche ma più di così l’uomo non aveva scucito. La prima tappa la scoprì in aeroporto al check in: Atene. Ci rimasero tre giorni e fu un mezzo tour de force: Acropoli, Agorà antica, la Biblioteca di Adriano nell’agorà romana, il Tempio di Efesto, il Teatro di Erode Attico, la Pnice con la collina delle Muse e la collina delle Ninfe, il museo archeologico nazionale e quello dell’acropoli.
Nell’Acropoli, davanti al Partenone Laila ebbe un’altra ricaduta della sindrome di Stendhal. Benedict la guardò: l’aveva avvisato in anticipo la mattina prima di uscire dall’albergo “Ben, io ti avviso. Potrei soffrire della sindrome di Stendhal… non faccio scene strane, semplicemente potrei bloccarmi e piangere.”
“Seriamente?” le aveva chiesto incredulo.
“Giuro… non lo faccio apposta! Mi è capitato solo due volte in vita mia: quando sono entrata in San Pietro e davanti alla Primavera e alla Nascita di Venere del Botticelli. Che agli Uffizi quei bastardi te li mettono uno di fianco all’altro e poi una non può prendersi un colpo!” aveva commentato legandosi i capelli in una coda di cavallo abbastanza alta da farla infilare nel buco del cappellino da baseball dei New York Yankees che si era presa a New York durante un giorno di pausa durante le riprese. Ora erano sotto al caldo cocente dell’Acropoli ateniese, davanti all’immenso tempio di Atena, dea protettrice della città, Laila era ferma immobile e da dietro le lenti scure degli occhiali da sole i suoi occhi erano inondati di lacrime.
“Ehi!” esclamò lui abbracciandola sorridendo per la sua reazione.
“Io ti ho avvisato! Io non lo faccio apposta… è solo che… che… guardalo!”
“Lo so, è meraviglioso.”
La seconda sera ad Atene la portò a cena fuori in un locale che conosceva da anni dato che i suoi erano soliti a trascorrere le vacanze in grecia, era un ristorante molto alla mano, nulla di troppo chic. Benedict era meraviglioso. I capelli castani si stavano oramai laciando il posto al suo colore naturale e il sole di due giorni ad Atene glieli stava schiarendo. Aveva optato per una camicia bianca con le maniche tirate su fino ai gomiti e dei pantaloni in tessuto leggero. Lei si era sistemata meglio i capelli e si era truccata bene: pelle luminosa, occhi intensi. Aveva deciso di mettersi un vestito verde acqua colorato e dei sandali bassi rasoterra per camminare senza rischiare di volare a terra. Il cibo greco era qualcosa di divino. Avrebbe cambiato la sua dieta per tutto il ben di dio che c’era in quel continente. Fu una serata praticamente perfetta.
Camminarono mano nella mano per il centro di Atene e la portò a vedere l’Acropoli illuminata. “Ben…” lo chiamò mentre appoggiata al parapetto ammirava lo spettacolo notturno “Dimmi…” “Grazie…” gli disse voltandosi verso di lui sorridendogli dolcemente. Non le rispose nemmeno. Le mise una mano sulla nuca, avvicinandosi al suo viso e baciandola davanti a quello spettacolo millenario.
La mattina del quarto giorno tornarono in aeroporto e Laila scoprì la seconda meta della vacanza: Santorini. “Amore, guarda che se stai cercando di fare colpo su di me ti avviso che ci sei riuscito un bel po’ di tempo fa eh…” gli disse dopo che ebbero lasciato i bagagli al check in facendolo ridere.
“Oh tranquilla che non è ancora finita.” Le disse circondandole le spalle con un braccio e tirandola a sé. E aveva ragione. Si rilassarono sulla spiaggia dell’hotel per quel pomeriggio perché dal giorno dopo con una barca fecero il giro delle isolette vicine, ogni giorno una diversa, oppure di altre spiagge o calette nascoste dove fare il bagno. Le stava facendo scoprire la Grecia come non se l’era mai immaginata… e se ne stava innamorando.
La gente, i posti, il cibo, l’atmosfera. Era qualcosa di spettacolare. Dopo Santorini, per l’ultima parte della vacanza, si spostarono verso Mykonos e anche lì ogni giorno stettero in giro, tranne gli ultimi giorni di vacanza che per relax rimasero nell’isola. Un pomeriggio sulla spiaggia, l’uomo si voltò verso la ragazza che, in totale relax, si era praticamente addormentata sul lettino sotto il sole delle 4.30.
Dopo due settimane la sua pelle aveva assunto un meraviglioso colore dorato e i capelli le si erano ulteriormente schiariti dall’ombrè che le avevano fatto per girare Now You See Me. Le mancavano gli occhi azzurri e poteva essere scambiata per una greca.
Si buttò in acqua per rinfrescarsi e, tornato verso di lei, cominciò a scuotersi inondoandola d’acqua.
La vide mettersi seduta di colpo, senza fiato a causa dello shock pelle calda/acqua fredda. “BEN!!!” gli urlò dietro dopo che il fiato le era tornato in corpo.
“Ciao Amore!!”
“Ah, questa me la paghi!!” esclamò lei alzandosi di scatto per rincorrerlo lungo la spiaggia. Fortunatamente non era pieno di gente e non presero dentro nessuno, quando Ben corse nell’acqua e si fermò di colpo, voltandosi e trovandosela in braccio finendo per contraccolpo entrambi in acqua.
Quando riemersero tutti e due, seduti sul fondo, si guardarono negli occhi scoppiando a ridere. “Siamo due idioti!” “Altrimenti non sarebbe divertente!!”.
 
L’8 luglio fecero i bagagli, pronti per andare in aeroporto per tornare a Londra.
Laila era giù di morale. Non voleva tornarsene a casa. Quella era stata la vacanza più bella di tutta la sua vita ed era volata troppo in fretta. La macchina fotografica l’aveva messa in borsa per scattare le ultime fotografie del viaggio. Era in piedi e stavano aspettando il taxi per l’aeroporto, quando si sentì abbracciare da dietro “Mi piace!” commentò Benedict guardando la foto che stava osservando.
Era una fotografia di loro due con due espressioni da Oscar sul traghetto mentre si dirigevano a Ikaria. “Anche a me! Devo dire che se vedessero certe foto la nostra carriera finirebbe in tronco!”
“Ahahahah! Bè, tanto il mondo sa che sono scemo! Sei tu che puoi ancora salvarti dall’essere considerata una persona relativamente normale!”
“Ma non ci crede nessuno!!” gli rispose ridendo e schioccandogli un bacio sulla guancia.
Il taxi arrivò puntuale e li portò in tempo per fare il check-in. Solo che… “Ben, scusami, ma perché stiamo facendo il check in per Malpensa?”
“Eh?”
“Perché stiamo facendo il check in per Malpensa??” gli chiese scandendo le parole.
“Sono sordo!!”
“Ben, che diavolo hai in mente?”
“Non ci sento da quest’orecchio, non so come mai! Sarà stata l’acqua di mare…” commentò vago.
“Eh, certo, l’acqua di mare! Te lo dico io perchè!! Ben perché stiamo facendo il check in per Milano??” gli richiese guardandolo male.
“Sssh, non ti preoccupare! Fidati di me.”
“Faccio fatica in quest’esatto momento.” Continuò a chiedere inutilmente indizi per l’intero viaggio e puntualmente Ben o non le rispondeva o faceva abilmente cadere l’argomento. Atterrati a Malpensa passarono i controlli dei documenti e presero i bagagli (che arrivarono dopo un’eternità secondo l’uomo – Benedict non era abituato ai tempi italiani), per poi dirigersi verso l’uscita.
“Allora, ora che siamo in Italia, vuoi dirmi che diavolo hai in mente??”. Solo che non servì una sua risposta: delle urla di gioia la accolsero non appena fu a vista. Un gruppo un po’ dietro alla folla davanti alla porta dell’entrata, abbarbicato su una delle postazioni circolari dell’aeroporto, agitava le mani urlando nella loro direzione “OH PORCA VACCA!!” urlò mettendosi poi le mani sulla bocca e spostando lo sguardo da Ben a loro: non poteva crederci. Com’era stato possibile? Tutti i suoi amici erano davanti a lei che l’aspettavano a braccia aperte. Guardò l’uomo che le stava di fianco che, sorridente, annuì. Gli lasciò il bagaglio correndo verso gli amici e saltando in braccio a Rebecca. “Oh Lay!!” “Ciao Re!!” esclamò stringendola forte.
“Oh, stronzona!!” “Ciao Lu!!”. Aveva quasi le lacrime agli occhi. Non se l’aspettava proprio. Piano piano li abbracciò tutti. C’era pure Eugenia che con loro aveva avuto poco a che fare, che appena l’abbracciò le disse “Tu!!! Sappi che ti odio, stronza!!”
“Oh Gin, I love you so much!!” “Me too dear!”.
Laila si voltò verso Ben “How-?” “That’s been easy! I called your sister.” Le rispose avvicinandosi.
“Dov’è mia sorella?”
“TOTO’!!!” urlò la sorella arrivando correndo e saltandole in braccio “OUCH!! Cazzarola se sei pesante! Maaaa… quest’entrata stile Carramba che Sorpresa??”
“Sono arrivata tardi, scusami!” le disse facendo spallucce.
“Hai davvero parlato con Ben?”
“Oh sì, è stato molto comprensivo e ha parlato in italiano! A volte in inglese ma lì ho cercato di stargli dietro!”.
La ragazza andò dall’uomo sorridendogli “Tu sei un folle.”
“It happens…” le rispose abbracciandola.
“Vieni, te li presento tutti!”.
Dopo le presentazioni poi decisero di andare verso casa.
Sua sorella era riuscita a parcheggiare nei posti davanti. Con gli amici erano rimasti di vedersi il giorno dopo (avevano in mente di portare Benedict al lago dato che nella zona non c’era mai stato). Elisa aprì il baule della Fiesta “Ma dove stiamo andando adesso?” chiese Laila caricando la valigia nel baule.
“A casa no di certo perché a meno che non sia sbucata una camera in più non ci stiamo.”
“No, ho prenotato una camera all’hotel Mediterraneo, almeno stiamo in paese.”
“L’uomo dalle mille risorse!” commentò Elisa.
“Io continuo a stupirmi. Ah, ciccia…” e tese la mano muovendo le dita “Cosa?” “Le chiavi.” “Eh? Scordatelo!”
“Eddai, non guido in Italia da dicembre!”
“No!”
“Ho dietro la patente e questa macchina la guido meglio di te! Allora? Chiavi!” la sorella sospirò.
“Mamma quanto sei rompiballe! E va bene…” disse tendendole le chiavi della macchina. Laila le prese in mano e andò verso la portiera del conducente. Elisa guardò l’uomo “Va’ pure davanti! Io sto dietro!”
 “Sicura?”
“Sì, tranquillo! Io sono nana, non mi da fastidio!”.
Laila avviò il motore della Fiesta “Oh macchinina mia quanto mi sei mancata!” commentò accarezzando il volante.
“Ah, Laila, before you start driving… we should tell you something!” le disse Benedict allacciando la cintura di sicurezza e sistemando il sedile.
“That is…?”
“Mamma e papa sanno che siete qui e vi aspettano per cena!” finì la sorella gongolando, sapendo che la cosa l’avrebbe sconvolta. Fortunatamente non si era ancora immessa in strada perchè spense la macchina, mise le quattro frecce e si voltò verso i due.
“COSA??”
“Esatto! Stasera siamo a cena dai tuoi.”
“Io ti uccido.”
“Allora, ti assicuro che non era una visita finalizzata a conoscere i tuoi, ma quando l’hanno scoperto tua sorella ha detto che i tuoi erano curiosi e… dai, quando capiterà ancora che li vedo i tuoi? È più probabile che tu veda più spesso i miei!”
Laila lo continuò a fulminare per qualche secondo per poi sospirare “E va bene. Tanto siamo qui e non posso più tirarmi indietro… va bene… stasera siamo da mamma e papà.”
Riaccese la macchina e si buttò in strada arrivando a casa meno di mezz’ora dopo. Arrivati all’hotel, Elisa li aiutò con le valigie e tutto. Laila la riportò a casa e tenne la macchina dato che alla sera l’avrebbe riportata a casa. Al pomeriggio lo portò a fare un giro nella cittadina vicina.
“You know… I feel like a stranger here, but it’s amazing seeing you so sure about what you’re doing and where you’re going! Even though you’re driving in the wrong part of the street.” le disse dopo che ebbe  parcheggiato.
“Darling, you drive in the wrong way of the street. And however I grew up here! Anche se sono anni che non abito più qui mi ricordo le strade a memoria. E poi è da dicembre che non vengo qui, le cose me le ricordo ancora!”
Era l’8 luglio e faceva un caldo assurdo. Si era messa una maglietta leggera, dei pantaloncini corti e i sandali aperti. Gli diede un bacio sulle labbra e una leggera pacca sul sedere. “Grazie…” gli disse sorridendogli mentre lo abbracciava.
“E per cosa?”
“Per tutto! Per esserci, perché mi sopporti, perché mi hai regalato questa meravigliosa vacanza e che mi hai fatto una sorpresa facendomi tornare a casa dai miei e dai miei amici anche solo per un paio di giorni… ti amo. Ed è sicuro. E sappi che se rivelerai ai miei amici quanto posso essere puccia ti uccido.” Gli disse sbattendo le palpebre da dietro le lenti marroni degli occhiali da sole facendolo ridere.
“Naaaah! E vedere che ti prendono in giro? Sarebbe troppo divertente!”
“Ma sei uno stronzo!”
“Fino al midollo!”
“Va’ che ti faccio perdere e faccio giocare le tue fan a Trova Benedict Cumberbatch! Poi non so quanto ti convenga…”
“Oh, la mia piccola stronzetta acida! Mi sei mancata durante queste vacanze!” le disse circondandole le spalle.
“Che ti devo dire… il mare mi rimbambisce!”.
 
Parcheggiò la macchina in cortile (il telecomando del cancellone era come al solito in macchina) e suonò al citofono “Sì?” rispose la voce della sorella “Siamo noi stordita!” “Acida!”.
Le aprì la porta dell’atrio e fecero per salire. Laila lo prese per mano “Sei ancora in tempo per scappare. I miei sono fuori di testa. Mia madre ti riempirà come un tacchino e mia sorella… bè, lei la conosci ed è la meno peggio della famiglia. Mio padre anche lui è fuori di melone. Siamo una gabbia di matti. Non so quanto ti convenga effettivamente entrare in casa sai?”
Benedict rise “Lo so, ma voglio conoscerli. E ora siamo qui, hai suonato.”
“Cazzarola è vero!”.
Dalla tromba delle scale si sentì la voce della sorella “Allora, invece di pianificare la fuga, vuoi sbrigarti a salire?”
“Arriviamo, arriviamo!”.
Fecero le due rampe di scale ed entrarono in casa. I suoi non erano cambiati di una virgola. Fortunatamente non si erano messi in ghingheri per il fatto che lui fosse una star, ma erano vestiti come quando la figlia minore aveva portato a casa il fidanzato: non totalmente da casa, ma nemmeno pronti per la serata di gala.
Benedict ora era evidentemente in ansia. Laila gli strinse di più la mano prima che i suoi la rancassero “Ciao passerotta!!” esclamò la madre abbracciandola stretta.
“Ouch! C-ciao mamma!”
“Come sei bella abbronzata!!”
“Grecia!”
“Maury, ci dobbiamo andare anche noi!” commentò la donna prima di lasciare la figlia al marito.
“Va chi si rivede!”
“Ciao Pa’! Ha cucinato per un esercito vero?”
“Puoi scommetterci.”
“Allora… mamma, papà, lui è Benedict.” “Piacere di conoscervi.” Disse in italiano stringendo la mano ai genitori di lei “Parli italiano?” “Un poco… Laila mi sta insegnando.”
La madre, Pierangela, gli sorrise “Su, accomodatevi! È tutto pronto per la cena!”.
Laila aiutò la madre a portare a tavola uno dei suoi piatti forti: la paella… e non appena si sedettero a tavola cominciarono le domande su come andava il lavoro, se con la casa nuova era tutto a posto, come stava andando il trasferimento, se sarebbe dovuta andare altre volte in America e poi passarono a Benedict, che erano felici del fatto che finalmente avesse portato un ragazzo a casa, che sembrava un bravo ragazzo e che avessero visto tutte le puntate di Sherlock dopo che avevano scoperto che era il fidanzato della figlia (ovviamente in italiano) e il resto.
La cena si prolungò a lungo. Prima che uscissero di casa sua madre le prese la mano “Laila, bella scelta!” le disse strizzandole l’occhio.
“Cos-? Oh. Quindi è approvato?”
“Decisamente!!”.
 
Il giorno dopo toccò il giro dalle nonne e dai suoi zii (Benedict volle entrare in casa lo stesso nonostante Laila volesse evitarglielo), per poi partire in macchina per il lago Maggiore.
Laila decise di guidare dato che a Londra non avevrebbe avuto la possibilità di mettere le mani su una macchina, basandosi principalmente sui mezzi pubblici. In macchina c’erano Benedict davanti “Laila, you’re driving like crazy!”
“Oh, come on!! It’s the highway!”
“Luckily in England I’m the one who drives…”
“Ehy, you got a Jag!”
Elisa da dietro esclamò “Cosa?? Hai una Jaguar??”
“Sì! It’s a XKR.”
“That car’s amazing! He doesn’t let me drive it.”
“Eh, chiediamoci perchè!” commentò Elisa sarcastica.
“Guarda che te la fai a piedi al ritorno eh! But once I’ll drive it. I’m sure about that!” “Keep dreaming, Love!”.
Elisa si sporse in avanti “Ben, you should know something about my sister…”
“That is?”
“She has problems with the balance!” “Ahahahahahah!” “You should know that when we went to Disneyland Paris-”
“Oh, please, not that story again!!” esclamò la ragazza esasperata scuotendo la testa “I want to know that! Elisa, continua!”.
E quello fu solo l’inizio. Per il resto della giornata continuarono a raccontargli eventi idioti riguardanti la ragazza mentre erano in giro per le isole del lago (Rebecca, Luisa ed Eugenia erano una fonte inesauribile).
“No, ma grazie, sputtanatemi pure di fronte a Benedict eh!” commentò Laila incrociando le braccia mentre l’uomo aveva le lacrime agli occhi dal ridere.
“Noi ci stiamo divertendo così tanto!!” commentarono le due in coro “Simpaticissime!”
“Bè, c’è anche la storia epica della coccinella!” “Rebecca no!”.
Alla fine, tra abbracci e promesse di tornare presto, si salutarono tutti. Il giorno dopo sarebbero dovuti davvero tornare a Londra.
 
::::::::::::::::::::::ANGOLINO DEL DISAGIO::::::::::::::::::::::
Beeeeeneeee… siamo arrivati alla fine del capitolo… e sta diventanto tutto troppo un vasetto di miele attira orsi. Magari il Grizzly arriverà nel prossimo capitolo!
MWAHAHAHAHAAHAHAHAHAHHAHAHA *risata malefica in pieno stile Dottor Male*
 
Ringrazio di cuore chiunque trascorra qualche minuto del suo tempo a leggere questa storia, chiunque preferisca, segua e voglia commentare.
Vi voglio un sacco bene <3
Un bacione, Lalli :3

 
   
 
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