Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: ChiaraBJ    27/07/2016    4 recensioni
La vita di Ben è sottosopra... Semir è accusato di aver commesso un brutale omicidio, tutte le prove sono contro di lui.
Questa volta sarà Ben a dover ‘tirare fuori dai guai ’ il suo socio. Ma ovviamente c'è sempre qualcuno che vuole mettere il bastone fra le ruote e ostacolare il giovane ispettore nella ricerca della verità: una vecchia conoscenza:il commissario Bohm!
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Jager, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‘il tuo casino è il mio casino’

Ben aveva cercato per tutto il giorno il suo socio in ogni angolo della città.
Aveva più volte tentato di chiamarlo al cellulare, ma questo risultava sempre irraggiungibile.
Si era recato da tutte le persone che potessero in qualche modo dargli ospitalità, persino a casa di suo padre a Düsseldorf, dove Helga, la governante di ‘villa Jager’ gli aveva assicurato che là non c’era e si augurava che il suo ragazzo lo trovasse scagionando Semir da ogni accusa, nemmeno lei lo credeva capace di commettere un crimine.
Andò anche dai suoceri di Semir e quando Andrea se lo trovò davanti subito la donna si preoccupò moltissimo.
Ben la mise subito al corrente del perché lo stesse cercando e la donna immediatamente prese le difese del marito, nemmeno lei credeva Semir capace di assassinare qualcuno e questo, malgrado la momentanea separazione, era da considerarsi un buon segno.
Andrea teneva ancora molto a Semir.
Il giovane ispettore lo aveva cercato persino nello studio dove provava con la band, la porta si apriva con una combinazione numerica e Semir per ogni evenienza ne conosceva il codice, ma purtroppo anche quel posto si era rivelato un buco nell’acqua.
Aveva girato anche tutto il quartiere turco, e alla fine decise di entrare nel negozio di ferramenta gestito dal fratello di Semir.

Quando Kemal Gerkhan vide Ben il sorriso che aveva stampato in volto si spense all’istante.
“Buongiorno Kemal” esordì Ben.
“A cosa devo la sua presenza ispettore Jager?” rispose duro Kemal.
Ben ebbe la sensazione di non essere il benvenuto, sensazione che trovò subito conferma nello sguardo di ostilità che aveva l’uomo.
“Cercavo tuo fratello…per caso è qui?” chiese impassibile il giovane.
“No” rispose ruvido Kemal.
“Senti so che tra voi due…” ma fu subito interrotto.
“Ecco appunto e se ora se ne va io avrei da fare, i clienti se la vedono…scappano, i poliziotti tedeschi non sono i benvenuti in questo quartiere” rispose abbastanza seccato Kemal.
“Tuo fratello, Semir è nei guai, posso aiutarlo…ti prego se è qui…per favore...” Ben non avrebbe mai voluto pregarlo, ma se serviva a trovare Semir il ragazzo si sarebbe anche messo in ginocchio.
L’espressione di Kemal cambiò, anche se tra i due fratelli non c’erano buoni rapporti, Semir era sempre suo fratello.
“Semir non è qui…” e vedendo che Ben non era molto convinto continuò “ Può credermi o no, ma lui qui non c’è…provi dai suoi amici poliziotti”
Ben avrebbe voluto rimbeccare, ma quello non era né il momento né il luogo e trovare Semir, preferibilmente vivo, era la sua priorità.
“Se hai notizie questo è il mio biglietto da visita, per favore, se si fa vivo chiamami o fammi chiamare è importante” disse porgendogli il cartoncino, ma Kemal non mosse nemmeno un muscolo per prenderlo. A Ben non restò altro da fare che girare i tacchi e andarsene, non prima di aver lasciato il biglietto da visita sopra una piccola scansia.
Una volta uscito Kemal prese il cartoncino, lo stava per accartocciare e cestinarlo, ma all’ultimo momento cambiò idea e se lo mise in tasca.

Ben riprese le ricerche del socio, gli sembrava di aver setacciato ogni angolo della città.
Lo cercò in qualsiasi posto gli venisse in mente, ma purtroppo di Semir ancora nessuna traccia.
Come ultimo tentativo aveva provato la casa fuori Colonia dove abitava Nazan, la madre di sua figlia Dana, ma anche quello si era rivelato un altro fallimento, alla fine non gli restò altro da fare che avviarsi sconsolato e col morale  a terra verso casa sua.
“Maledizione Semir, dove diavolo sei finito, in che casino ti sei cacciato?” e un brutto presagio s’impadronì di lui.
Il piccolo ispettore aveva consegnato alla giustizia un numero abbastanza cospicuo di ladri, assassini e pirati della strada, qualcuno di loro potrebbe essere uscito dal carcere e aver voluto, cercato e trovato vendetta. 
“Spero davvero di non dover identificare il tuo cadavere rinvenuto da qualche passante sulle rive del Reno” si ritrovò a pensare triste.
Ben guidava la sua Mercedes per le strade di Colonia, nell’auto un silenzio innaturale a cui  pose fine accendendo la radio e ascoltando le ultime notizie: ormai anche i radiogiornali davano Semir come un potenziale assassino, un ricercato da tutta la polizia di Colonia e non solo, complice anche il fatto che l’indagine era stata affidata al commissario André Bohm che, dal canto suo, vedeva il caso come un’ottima pubblicità per il suo smisurato egocentrismo e mania di protagonismo e per screditare una volta per tutte  i due ispettori dell’autostradale.
“Che razza di iella nera, tra tutti i poliziotti che ci sono qui a Colonia proprio quel pallone gonfiato di ‘‘Berlino, Oldenburg, Heidelberg, Monaco ’ ! Spero solo di non trovarmelo tra i piedi, mancherebbe solo quello”  ragionò ad alta voce Ben che al momento era uno dei pochi convinto dell’innocenza di Semir.
Anche se a dir la verità era più il suo cuore a crederci.
Sconsolato e sempre più avvilito Ben si avviò verso il suo lussuoso appartamento, ormai era buio e non sapeva più dove andare a cercarlo.
Neanche gli passò per l’anticamera del cervello l’idea di ritornare al distretto,  sarebbe stato un’opera di autolesionismo, visto il modo in cui si era congedato dal commissario che se fosse stata ancora in ufficio vedendolo arrivare sicuramente non gli avrebbe risparmiato una bella ramanzina sulle regole disciplinari.
Una volta arrivato a destinazione parcheggiò l’auto in garage, prese l’ascensore e quando si trovò davanti alla porta di casa prese le chiavi inserendo quella della porta d’entrata.
La serratura scattò immediatamente e questo lo insospettì non poco. 
Ben portò subito la mano sopra la fondina, aprì il bottone a pressione e lentamente estrasse la pistola.
“Chiudo sempre con due mandate” pensò tra se togliendo la sicura all’arma “Perché stamattina no?”
Ben aprì lentamente la porta con un piede, entrò con circospezione, la pistola spianata tenuta saldamente con entrambe le mani, ma poi il suo istinto gli suggerì un pensiero:
 “Semir, ehi socio, sono Ben, sono solo, sei qui?”
Il giovane quasi in apnea attese una risposta che non venne, ma poco dopo sulla soglia della camera da letto fece la sua comparsa Semir.

Ben quindi chiuse la porta e andò incontro al suo collega quasi correndo.
“Ciao Ben” disse triste il piccolo ispettore vedendo l’amico.
“Semir” fece di rimando Ben “Come stai? Che è successo? Stai bene?” e appena gli fu vicino lo abbracciò forte sollevandolo da terra e facendogli fare quasi un giro “Come sono felice di vederti, ti ho cercato ovunque, ero preoccupato per te, pensavo di ritrovarti su di un tavolo d’obitorio, santo cielo Semir perché non mi hai chiamato?”
Ben era un fiume di domande, ma  poi guardandolo bene notò che in mano aveva una confezione di ghiaccio istantaneo “Ehi, ma che ci fai con il ghiaccio in mano? Sei ferito?” domandò preoccupato squadrandolo da cima a fondo.
“No ho solo una botta in testa e mi fa un male terribile e non ricordo niente” rispose Semir che continuò “Ben ti giuro io … non …”
“Lo so socio” disse sicuro Ben interrompendolo “Tu non sei un assassino”
“Ben, ma io non ricordo niente ” disse triste sedendosi nel divano della grande sala.
“Questo non fa di te un criminale” replicò Ben sedendosi accanto.
“Ma nemmeno il contrario, pensa per un attimo…e se lo fossi?”
“Senti il fatto che tu non ricordi nulla non vuol dire che tu sia un assassino e poi la botta in testa come te la sei procurata? Una botta in testa può provocare amnesia momentanea …” replicò sempre con tono deciso Ben.
“Mi sembri Perry Mason…e mi stai scagionando a priori, non sei oggettivo, sei mio amico e …” confutò Semir.
“Maledizione  Semir, che cavolo di discorsi stai facendo? Certo che sono tuo amico, ma non penso che tu sia un assassino, quante volte te lo devo ripetere. Ti aiuterò socio, insieme scopriremo la verità e cosa è successo. Qui non ti cercherà nessuno, almeno per ora” ribatté serissimo Ben.
“Ben non voglio metterti nei casini” disse Semir sapendo cosa poteva voler dire aiutare un ricercato.
“Falla finita, ‘il tuo casino è il mio casino’ ” sentenziò Ben.
“E questa dove l’hai sentita”  domandò Semir abbozzando un mezzo sorriso.
“E che ne so mi è venuta così” replicò  Ben anche lui sfoderando un piccolo sorriso.
“Tu vedi troppi film americani”
“Comunque” continuò Ben tornando serio “Come mai ieri sera eri a casa della ragazza morta, la conoscevi?”
“La ragazza è l’autrice del manoscritto che hai visto a casa mia l’altra sera ricordi?”
“Sì ‘Autostrade infiammate’ giusto?” domandò aggrottando la fronte Ben.
“Veramente erano ‘infuocate’ comunque” proseguì Semir “L’unica cosa che ricordo per ora è che l’altra sera stavo entrando in un negozio e lei stava uscendo, abbiamo iniziato a chiacchierare, siamo andati a mangiare un boccone e poi l’ho accompagnata a casa, mi ha chiesto se volevo entrare… e prima che tu dica qualsiasi cosa, ti informo subito che io avevo rifiutato, ma lei mi ha assicurato che non c’era nessun secondo fine, almeno non quel tipo di…insomma io sono sposato”
“Sì, sì ho capito, vai avanti dai, la faccenda si fa interessante e poi…” continuò Ben accompagnando la frase con un gesto che inequivocabilmente significava ‘amo ancora Andrea e come vedi porto la fede’.
“Sì dicevo che mi invitò a bere qualcosa, senza impegno, Maja Dekker , questo era il suo nome, voleva  sapere che ne pensavo del suo romanzo, ma io le ho risposto che non lo avevo ancora letto. Poverina ricordo che ne restò delusa, ma mi ripromisi che la sera stessa l’avrei almeno cominciato”
“E poi?” lo incalzò Ben.
“E poi non mi ricordo più niente cioè, mi sono svegliato la mattina seguente in mezzo alla pineta…quella vicino all’autostrada, sai quella dove si appartano le coppiette”
“Ma scusa, come sei arrivato fino a là?” domandò Ben.
“Non né ho idea, ma forse è meglio se mi costituisco” disse senza però tanta convinzione Semir.
“Sì bravo, mossa astuta! Un genio!” sbottò Ben alzando gli occhi e le mani al cielo con fare quasi teatrale “Sai a chi è stato assegnato il caso eh?” chiese poi piantandogli letteralmente gli occhi addosso come se stesse facendo un interrogatorio “ ‘Berlino, Oldenburg, Heidelberg, Monaco’…ti ricorda niente???”
“Il Commissario dell’LKA Bohm??? Mapporcamiseria, mancava solo quello in questa giornata di…meglio che stia zitto, altrimenti divento volgare…” rispose sempre più sconsolato Semir.
“Già proprio lui. Sono sicuro che starà già cercando il modo migliore e più altisonante possibile per provare la tua colpevolezza, sicuramente non cercherà prove che possano scagionarti. Ah quasi mi dimenticavo… la tua pistola dov’è?” chiese quasi terrorizzato dalla risposta che poteva dare l’amico.
“L’avevo con me, lo sai che non me ne separo mai, solo che adesso non so dove sia e come vedi la fondina è vuota…potrei averla persa nella pineta” ragionò Semir.
“Me l’aspettavo” replicò avvilito Ben “Purtroppo la prova balistica effettuata sul proiettile che ha ucciso la ragazza…” il ragazzo non ebbe nemmeno il coraggio di concludere la frase.
 “Mi stai dicendo che Maja è stata uccisa con la mia pistola? ” domandò sconvolto Semir che continuò  “Ben ragiona, non ricordo niente, potrei essere davvero stato io …e il trauma…mi ha reso ‘amnesico’”
“Eh ??? Scusa, ma mi sembri Hartmut, dire smemorato ti sembrava troppo normale? E comunque perché l’avresti uccisa? E il movente quale sarebbe? Gelosia? Soldi? Tu ami Andrea e quindi a priori io escludo il delitto passionale” Ben si stava scaldando era più sicuro lui dell’innocenza di Semir che Semir stesso.
“Senti non ho intenzione di sgomberare la tua scrivania, né voglio un nuovo partner, quindi vediamo di risolvere il caso e al più presto. I colleghi ci daranno una mano” disse risoluto il giovane ispettore.

Un secondo dopo il cellulare di Ben squillò “E’ la Kruger, vedi di stare zitto” disse Ben verso Semir dopo aver visto il numero del capo sul display.
“Mi dica capo … no capo non so dove possa essere, l’ho cercato ovunque … lo so, ma fino a prova contraria io ritengo… sì… sì… se si fa vivo lo faccio convinto e lo porto al distretto” e detto questo chiuse la conversazione.
“Non ti ha creduto vero?” domandò Semir.
“Eppure sono stato convincente…ma penso che non mi abbia creduto neanche un po’. Ormai ci conosce da parecchio, in questi casi sa che siamo sempre, come dire, complici. Comunque sono convinto che nemmeno la Kruger e i colleghi ti reputino colpevole, ma come sempre il commissario avrà dovuto arrendersi davanti alle prove schiaccianti e alla pressione della Schrankmann”
“Prima o poi verranno a cercarmi anche qui” concluse Semir  alzandosi dal divano e a passo strascicato avviandosi verso l’uscita.
“Semir, dove vai?” chiese preoccupatissimo Ben.
“Non lo so, ma devo andarmene, volevo che sapessi che sto bene…un posto per nascondermi e non inguaiarti lo troverò” rispose mesto il piccolo ispettore.
“Ehi socio aspetta un po’ mi è venuta un’idea” Ben si diresse verso lo studio e poi ritornò con due mazzi di chiavi in mano.
“Tieni queste sono le chiavi di un cottage che possiede mio padre all’Eifel, adesso ti scrivo l’indirizzo per impostare il navigatore e questa è la chiave della Maserati, sconnetti il GPS, caso mai mettessero sotto sorveglianza anche me, vai là, nessuno ti verrà a cercare e sarà il nostro quartier generale, quando verrò a trovarti busserò tre volte,  in caso contrario, sei autorizzato a sparare attraverso la porta”
“Ben…sarai complice di un fuggitivo…un ricercato” il tono di Semir era triste.
“Ascolta tu per me faresti lo stesso. Chiuso il discorso, noi non siamo solo colleghi, siamo soci e soprattutto amici. Veri amici” replicò deciso il ragazzo.
“Allora forse è meglio se vado” disse porgendogli la mano  e uno schiocco rimbombò nella stanza. Ben poi lo attirò a se e lo abbracciò forte “Vedrai riusciremo a provare la tua innocenza”
Semir annuì e basta.
“Stai attento Semir, chi ha ucciso la ragazza potrebbe voler uccidere anche te …” continuò il ragazzo mettendolo in guardia.
“Ben grazie, e comunque non posso sparare attraverso la porta, non ho una pistola” disse l’ispettore più anziano che non voleva lasciare il ‘suo ragazzo’ senza vederlo sorridere almeno un ultima volta.
“Magari te ne procurerò una, se posso” e dopo averlo abbracciato di nuovo Semir uscì furtivamente dal palazzo dove abitava Ben.

Semir stava percorrendo le strade semideserte e buie di Colonia diretto verso l’Eifel. Ogni tanto gli capitava di incrociare una volante della polizia e ogni volta per lui era un momento di vero e proprio panico.
Ben gli aveva riferito che la Schrankmann alla luce dei fatti aveva già emesso un ordine d’arresto e la Kruger purtroppo non aveva potuto impedirglielo.
Alla guida dell’auto di Ben, Semir cercò di essere il più calmo e sciolto possibile; una guida insicura e agitata avrebbe senz’altro attirato l’attenzione di qualche volante.
Assorto nei suoi tristi pensieri Semir vide all’ultimo minuto un semaforo che da giallo diventò rosso e quindi per fermarsi frenò facendo stridere i freni.
Pochi istanti dopo accanto a lui si affiancò una pattuglia e meccanicamente Semir puntò gli occhi verso il passeggero della volante.
Non ci fu bisogno di dire o fare niente. Dieter diede ordine a Jenny di mettere la freccia e svoltare dalla parte opposta della direzione che stava prendendo Semir.
“Grazie Dieter” disse con lo sguardo Semir e dopo che fu scattato il verde il piccolo ispettore proseguì il suo viaggio verso l’Eifel.
 
Angolino musicale:la coppia d’oro è tornata più o meno. Almeno Semir è ancora tutto intero…per ora…
Un ringraziamento speciale va ai recensori, il ‘mitico trio’ e alle ‘New entry’ ...BENvenuti nel club!!!…
Andrea Mingardi e Alessandro Bono ‘Con un amico vicino’
Per ascoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=vb76j05uIS4
…Con un amico vicino, si può parlare Con un amico vicino, ti puoi sfogare Perché un amico vicino di commenti non ne fa Rimane qualche domanda senza risposta Ma se un amico non parla, non parla apposta E puoi riuscire a salvarti E a venir fuori da un gran casino Con un amico vicino…E puoi riuscire a salvarti Perché lui non se ne va...Con un amico vicino, ci vuole poco Perché un amico vicino, ti regge il gioco E puoi sbagliare parole tanto lui ti capirà Perché un amico vicino non si offende Davanti agli altri lui ti difende E puoi riuscire a salvarti E a cambiare anche un destino Con un amico vicino


 

 
 
  
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