Film > Dragon trainer
Segui la storia  |       
Autore: DeadlyNadder 92    27/07/2016    3 recensioni
Sono passati mesi, ormai Astrid e Bruta sono al corrispettivo del nono e ottavo mese di gravidanza.
Le cose a Berk vanno meravigliosamente, eccetto qualche piccola litigarella tra Moccicoso e Bruta che andava a finire nei migliori dei modi.
Straordinario è l'avvenimento che anche se la ragazza era incinta riuscivano sempre a trovare modi particolari per fare l'amore.
Diciamocela tutta, anche Hiccup e Astrid non si risparmiavano ma tutto quanto in certi parametri. Era quasi arrivata al termine della gestazione e Hiccup voleva evitare qual si voglia danno fisico sia hai figli che alla donna amata.
Cinque anni dopo,Tufo e Hel si frequentano ancora. Sembrano essersi aiutati a vicenda nel migliorarsi.
Pensate che ora Tufo si dimostra per quello che è senza alcun timore!
Gambedipesce e Vör pensano ancora in un futuro insieme. Le loro insicurezze sono molte, ma si aiuteranno a superarle e fortificarsi.
Stoick e Valka? Beh, loro sono ancora a Berk e ci rimarranno per tanto altro tempo.
Skaracchio invece? Forse avrà trovato l'amore, chi lo sa.
Una cosa è certa....Alcuni di loro non si conosceranno mai abbastanza.
Allert: Sporadici spoiler su Dragons: Race to the Edge.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il mastodontico vichingo, dopo il benvenuto di Hiccup al villaggio, andò dritto dritto dal rasta afferrandolo per le spalle, tirandolo su di colpo.
I suoi occhi erano freddi e cinici come sempre, solo che se si stringevano gli occhi e si prestava più attenzione si poteva tranquillamente notare un piccolo bagliore dentro essi; come se il sapere che la figlia stava convolando a nozze gli smuovesse qualche sentimento. 

"Tu."

"I-Io...?"

"Si. Tu."

"Io? S-Sicuro di non vol-volere qualcun'altro? C-Che ne dici di una d-deliziosa fe-fetta di pa-pane e b-burro?"

"Ma è cosi scemo anche nella vita reale o gioca solo al demente del gruppo?"

Domandò Madguts prima di portare lo sguardo su Hiccup che gli rispose unicamente che era uno scherzo della tensione e dell'emozione a giocargli un tiro mancino. 
Il restante gruppo annuì, disse solamente che era vero e che, nella realtà, lui giocava un ruolo importante nelle missioni e nella vita quotidiana a Berk. Non sapeva perché, ma il Capo non ci credette più di tanto, anzi; dai suoi occhi si poteva tranquillamente percepire l'aria di incredulità. Li riportò sul Thorston, lui deglutì a forza. 
Se lo ammazzava in quel momento non avrebbe potuto realizzare il suo sogno e, a detta di Hel, lui odiava le persone che si mostravano deboli davanti a lui. 

"Sposerai mia figlia, non è vero?"

"S-....
Si."

"E con quale diritto ti sei prego la briga di chiederlo a lei e non il permesso a me?"

"Lei ormai non vi appartiene più.
Dal momento che è arrivata qui a Berk, lei appartiene solamente a se stessa."

"Non cambia nulla, lei è MIA figlia.
Io solo decido sulla sua vita, ne tu, ne chiunque altro deve azzardarsi a toccarla senza che IO glielo abbia concesso."

"Ora è sua figlia?
Dov'era quando lei ne aveva bisogno? Dove si trovava quando piangeva, stava male e voleva solamente qualcuno vicino? Dove aveva parcheggiato il suo culo quando aveva bisogno di consigli e di essere aiutata?
Ve lo dico io. 
Da nessuna parte. 
Lei è arrivata a Berk ed ora è una Berkiana. Siamo noi la sua famiglia, nessun'altro. Se si riteneva suo padre sarebbe venuto qui per sua figlia non per altro..."

"Ehm, Tufo, lui è qui per sua figlia."

"Ah si?"

"Eh si.
Anche quando c'è stato quell'ultimo conflitto tra di noi era qui per riportarsi a casa Hel."

"Non voleva portarsi via Vör?"

"Non ho mai voluto quella ragazzina insulsa. 
Sapevo che lei viaggiava con mia figlia e, se trovavo lei, avrei di certo ritrovato la mia bambina."

"Se voleva tanto sua figlia, allora perché l'ha spinta al tal punto da farla scappare da voi?"

"Volevo che prendesse il mio posto. 
Sono un uomo tradizionalista e, anche se non accetto donne al comando, rispetto il fatto che questo ruolo deve andare alla prole.
La mia prole era Hel e, io, pretendevo che si abituasse al ruolo che le aspettava. Con volere mio e di Loki, Hel doveva essere una donna forte e indipendente; spietata e senza cuore. Doveva dimostrare al mondo intero che alcune donne, soprattutto se quella donna è mia figlia, sanno avere più fegato di tanti uomini.
Non doveva dipendere da nessuno, per lei gli uomini dovevano essere solamente materia di riproduzione; non doveva innamorarsene e perdere la via assegnatogli.
Ma lei no, lei rincorreva il sogno di trovare il vero amore; quello dolce e tenero, lei voleva dipendere da un uomo e far si che divenisse la bambola della sua famiglia.
Le donne del mio villaggio sono cosi, sono pezze inerme che vengono giostrare senza alcun problema dagli uomini. 
Hanno accettato di annullarsi per essere sotto la nostra protezione e non doversi preoccupare di nulla se non di mantenere casa, figli e soddisfare l'uomo. 
Le donne del villaggio di Loki, erano forti; indipendenti, non volevano avere nessun rapporto sentimentale con gli uomini. Per loro i maschi erano solamente la via di mezzo con cui portare le dèe sulla Terra."

"E Loki?
Come ha fatto ad innamorarsi di lei?"

"Matrimonio forzato e combinato. Ne io ne lei all'inizio ci amavamo, anzi, trascorrevamo le ore del giorno e della notte picchiandoci e massacrandoci sino ad un passo dalla morte.
Comunque....
Tu fai versare una sola lacrime a mia figlia che i miei uomini ti smembreranno, tortureranno, squarteranno, disosseranno sino a quando il tuo ultimo respiro sarà un agognato "Perdono". 
Per chiunque osa ferirla la pena sarà inferta da me medesimo e, la punizione sarà alquanto dolorosa. Se ci provi solamente ti riserverò la tortura più dolorosa mai esistita tra noi vichinghi."

"L'aquila di Sangue...."

"Eh?"

"L'aquila di Sangue consiste nel separare le costole della vittima dalla spina dorsale, rompendole in modo tale da farle assomigliare ad un paio di ali insanguinate. Questo avveniva tramite colpi secchi e ben assestati con l'ascia, una volta che erano rotte le si tiravano fuori a forza sino a farle sporgere dalla schiena; successivamente si estraevano fuori i polmoni dalla cassa toracica medesima e poi adagiati sulle spalle in modo che essi ricadessero sul petto.
Il peggio era che su quel lavoro veniva spruzzato fuori del sale cosi da rendere più dolorosa e divertente la morte della vittima."

"Il ragazzo mi piace, come si chiama?"

"Gambedipesce signore."

"Bene, ora sappiamo anche questo.
Tufo, non ti mettere in testa di usare tua sorella per un lavoro simile!"

Il vichingo ingerì a forza la saliva.
L'idea descritta dell'amico non gli piaceva affatto, soprattutto se la vittima doveva essere lui e non qualcun'altro. 
Certo, amava la violenza, ma non quella che ti garantisce la morte assicurata. Si fece forza, rispose a tono all'uomo che impercettibilmente annuì. 
Si poteva ritenere soddisfatto di quel che sentì. Nessuno di sesso maschile era riuscito a fronteggiarlo in una maniera cosi avventata, arrivando persino ad usare parole sin troppo colorite.
Lo posò bruscamente a terra, si voltò di spalle e compì un paio di passi; quei tanti per fiancheggiarsi ad Hiccup.
Stoick rimase in silenzio, almeno lui poteva leggere l'effettiva veridicità delle sue parole e, rimase anch'esso sorpreso nel constatare che ci teneva realmente alla figlia. Posò le mani sulle spalle del figlio, gli fece segno di incamminarsi verso casa del biondo... con Madguts compreso.

"Viene con noi, Capo?"

"Mh."

"Credo che ha detto di si."

"Mi dica...."

Iniziò a dire il giovane Capo di Berk mentre si affrettarono ad allungare il passo per dirigersi a casa di Tufo.
La fortuna volle che la sua casa fosse proprio li vicino e, quindi, non ci misero molto tempo a raggiungerla. Madguts si avviò con loro.
Non l'avrebbe mai detto, ma desiderava con tutto il cuore rivedere la sua bambina; questa volta sorridente e raggiante come solamente lei sapeva essere.
Moccicoso aprì la porta, tutti quanti, uno a uno, entrarono sino ad avviarsi in camera del Thorston per vestirlo in grande occasione. 

"Il suo braccio destro..."

"Gumboil."

"Si, esatto lui... che fine ha fatto?"

"Ha accettato l'ordine che quando vengo qui a Berk sarò da solo."

"Quindi ha preso in considerazione di parlare?"

"Oddèi ti prego, che domanda stupida! 
Se sta parlando è ovvio che ha preso in considerazione di parlare!"

"Scusali, quei due tendono sempre a litigare."

Rispose in un sospiro Hiccup additando ai due fratelli, Hoss e Thiss, che si stavano azzuffando sotto lo sguardo gasato di Tufo che veniva tirato e ritirato da una parte all'altra per fargli indossare, con fatica, i vestiti della loro tradizione.
Durante quella vestita che videro un Tufo emozionato e sin troppo agitato, il gruppo, dopo diversi minuti in cui gli urlavano di stare fermo; riuscirono, finalmente, a vestirlo da capo a piedi.
Una lunga tunica bianca ricopriva la figura longilinea del vichingo che si guardava in silenzio,;sulle maniche sembravano essere cuciti le parti di un gilet alquanto elaborato; sulle braccia, invece, vi erano alcuni ricami neri e marroni a bracciali; attorno la vita, stretta sino a fargli perdere il respiro, una cintura con ricamate alcune rune di buona fortuna; allegato sulla destra due foderi, uno per la spada della madre e l'altro per quella del padre. 
Tufo abbassò gli occhi, quella non era tunica; quello era direttamente un vestito per una femmina. Alzò gli occhi al cielo, almeno sotto aveva i pantaloni neri e i stivali. 

"Se non vi siete accorti, sono lo sposo non la sposa."

"Tufo, questo è il vestito tradizionale dello sposo."

"Sembra una donna cosi....."

"Effettivamente hai ragione Moccicoso...."

"Eh, te l'ho detto io Hoss."

"Pazienza, sarà un matrimonio tra pari sessi."

Disse in una risata scherzosa il Thorston mentre continuava a guardare i decori presenti sulla pettorina della tunica. 
'Non male, devo dire.' pensò tra se e se il vichingo mentre seguiva con l'indice le cuciture presenti sullo scollo a V. Erano accurate nel minimo dettaglio, anche gli inserti in stoffa vellutata marrone sulle maniche e le braccia erano perfetti; per non parlare di come erano riusciti a unire il bianco sporco e il rosso scarlatto lungo lo scollo!
Era veramente un lavoro certosino e, dallo sguardo che gli altri gli lanciavano, doveva stare parecchio bene. Dopotutto, ehi, anche i maschi sono vanitosi.... qualche volta!
Madguts prese dalle mani di Hiccup la pelliccia andandola ad adagiare, successivamente, sulle spalle del vichingo annuendo lentamente.  
Chinò il capo su quello del giovane uomo, le sue mani sulle sue spalle; gli occhi fermi e impassibili innanzi a loro, a guardare il vuoto.

"Sarai il marito perfetto per la mia Hella."

Disse unicamente il Capo prima di riportare le mani lungo i fianchi e retrocedere di un passo. 
Tufo si voltò, non riusciva a capire come mai avesse cambiato idea cosi tanto velocemente. Che fosse un segno del fatto che, ormai, lo stava accettando come parente? 
Posò la mano sulla pelliccia, un mezzo sorriso prese posto sul suo volto mentre il gruppo si guardava compiaciuto. Si, era un vero figurino e, avrebbe, di certo, fatto una gran bella figura non facendo sfigurare la vera stella del momento, la moglie.

"Chi rimani qui con Tufo mentre noi ci andiamo a preparare?"

Domandò Hiccup mentre attendeva risposta.
L'unica che arrivò fu quella di Madguts che suscitò terrore negli occhi del futuro marito, occhi che cercarono disperatamente un nuovo volontario ma che, purtroppo, non arrivò. Si dovette rassegnare, doveva rimanere necessariamente con l'uomo e, sopportare, le presunte angherie che un padre in disaccordo sapeva fare. 
Il gruppo fece le rassicurazioni al futuro sposo, gli disse che doveva stare attento non solo a non sporcarsi, ma anche a non combinare casini come lo scucire o rovinare il vestito; lui annuì, mentre, con passo lento si andò a sedere sul letto sospirando.
La cosa di attendere l'ora prestabilita solo con il padre di Hel non lo allettava molto, anzi, lo agitava ulteriormente. Avrebbe preferito di gran lunga stare solo senza nessuno tra i piedi.
Tutti quanti uscirono dalla stanza, salutarono i due e si dileguarono letteralmente dall'abitazione. Uno a uno, dalla finestra della camera da letto del Thorston, li si poteva vedere rincasare. 

"Allora... siamo rimasti solo noi due...."

"Non farti strane idee Thorston.
Sono qui per sorvegliare che non te la svigni."

"Non potrei mai.
Io amo sua figlia; abbiamo atteso troppo tempo per sposarci, non mi salterebbe mai in mente di lasciarla.
Lei è la creatura più importante della mia vita."

"Parlami di te.
Se devo concederti Hella devo almeno sapere chi diamine sei."

"Iniziamo bene... ahn...
Mi chiamo Testa di Tufo Thorston, ho una sorella gemella di nome Testa Bruta; ora è una Jorgenson.
Hai presente quel troll in miniatura? Quello basso e con la faccia schiacciata? Ecco, lui è Moccicoso, il marito di mia sorella.
Adoro cacciarmi nei guai e vedere soffrire Bruta. Alcune volte stento a salvarla per il gusto di saperla in pericolo e, con ciò, quasi in fin di vita.
Ho un particolare amore per le cose disgustose. Qualche volta.... insomma sempre.... mi lamento di dover condividere tutto con mia sorella. Diamine sono un uomo, voglio una cosa mia, non voglio dividerla con quella li... però... si, ecco, in caso di pericolo estremo sono disposto anche ad aiutarla..
Sono orgoglioso di essere masochista.
Mi appartengono grandi doti come l'essere un ottimo lottatore; sono molto agile e anche forzuto. La mia è una strana abilità, l'ammetto, ma sono in gradi do cacciarmi in problemi molto più grandi di me; di cui, riesco a trarre sempre buone informazioni. Nell'Isola degli Esiliati e quella dei Grandi Guerrieri mi conoscono anche come il Grande Guerriero Buffnut, o meglio dire Buffnut il Berserker.
Sono anche abile ad allenare i draghi, difatti ho insegnato ad un Terribile Terrore  come attaccare e ad un Typhoomerang a eseguire i miei comandi senza muovermi. 
Cavalco un Orripilante Bizippo con mia sorella Bruta. La mia testa è quella incendiaria e si chiama Rutto, mentre quella fumogena è di mia sorella e si chiama Vomito.
Le due teste sembrano essere identiche, ma non lo sono affatto. Rutto ha il corno dritto, mentre Vomito l'ha ricurvo.
Come per le teste anche i denti sono diversi, dato che Rutto li ha più lunghi davanti mentre Vomito in fondo alla mandibola.
Sono lunghi 20 metri, hanno un apertura alare di 11, 5 metri e un peso complessivo di 2737 kg. Questo fenomenale drago è capace di sollevare oggetti molto più pesanti di loro con il solo ausilio delle zampe posteriori. 
Anche se spesso e volentieri nel generale collettivo gli Orripilanti Bizippi sono considerati alquanto scarsi in volo, loro sono riusciti a dimostrare di essere veramente molto agili. 
Riescono anche a capire quando io e Bruta abbiamo superato il limite del litigio e non esitano a salvarci quando siamo o disarcionati o in pericolo. Hanno un brutto difetto, una memoria che ogni tanto fa cilecca, difatti anche se sanno perfettamente i segnali manuali, non riescono a capirli e va a finire che li interpretano in modo sbagliato.
Bruta riesce a cavalcare solamente Vomito, mentre io controllo meravigliosamente entrambe le teste. 
Sono anche molto divertenti, quando si annoiano rincorrono la propria coda.
Ho detto tutto quanto."

Concluse in bellezza il vichingo che evitò accuratamente di guardare l'uomo negli occhi. Sapeva, o almeno dava per scontato, che se l'avesse fatto si sarebbe ritrovato incenerito in meno di un secondo.
Invece no, Madguts rimase in silenzio ad ascoltare attentamente le parole del ragazzo analizzandone ogni minima sfumatura. Rivolse lo sguardo color ghiaccio verso il giovane, quel medesimo giovane che ora si guardava attorno come se non conoscesse quelle mura che l'aveva ospitato per cosi tanto tempo.
L'uomo diede un portentoso colpo di tosse, la sua attenzione venne immediatamente catturata. 

"Cos'è quel brandello di stoffa rossa a contrasto da quella nera dell'interno della pelliccia?"

Domandò brucia pelo Tufo che andò ad indicare spudoratamente il risvolto della pelliccia. Forse fu la prima volta che vide Madguts sorridere, era un sorriso vero; uno di quelli sinceri e tranquilli. 
La sua mano andò a stringere la stoffa scarlatta riportandola all'interno, ricordare la storia della pelliccia rotta portava sempre una vena di dolcezza in quell'uomo che andò a rispondergli con franchezza.
Gli raccontò di quella volta che combattendo contro alcuni uomini che volevano portare via la sua bambina, perché ritenuta l'oro dell'Isola, si scucì e lei; poco più di tre anni se ne stava spaventata tra le braccia di una donna.
Quella che tutti pensavano fosse una seconda moglie, non era altro che la badante della piccola Hel. 
Si ricordò perfettamente di come, la notte stessa, dopo aver posato la pelliccia sul tavolo se ne andò a dormire e la figlia, convinta che lui stesse dormendo, l'afferrò andando a correre per tutta la stanza urlando che l'avevano messa dentro un sacco e che la stavano portando dai lupi cattivi che se la sarebbero mangiata di un boccone; quando riuscì a togliersela dalla testa rise divertita e, al lume di una candela andò a chiudere lo squarcio con quella stoffa rossa che era parte della sua camicia da notte. Rimembrò anche che, di nascosto, lui era dietro la porta e la guardava intenta a passare l'ago sopra e sotto stando attenta a non farsi male; ammise che ancora gli faceva ridere vederla con la lingua di fuori contando, man mano, tutti i punti che dava e, una volta che aveva terminato, aveva gettato la pelliccia sul tavolo e scappata a letto ridendo divertita.
Nella sua abitazione si potevano solamente sentire i suoi passi che correvano frenetici sul legno, le sue risatine erano come musica per lui che rivedeva in lei la moglie. Al mattino successivo, quando si svegliò e andò ad indossare la pelliccia; ritrovò il ritaglio di stoffa sopra il cuore cosi che, a detta della piccola Hel, non potesse mai dimenticarsi che lei gli avrebbe voluto sempre tanto tanto bene e che sarebbe rimasta la sua piccola demonietta. 
Tufo rimase ancora più sorpreso nell'ascoltare la voce dell'uomo ammorbidirsi, farsi più dolce a rispetto della minaccia precedente. 
Il vichingo riempì di domande l'uomo e, dovette ammettere, che, tutto sommato, parlare con lui non era cosi terribile come sembrava. Il Capo rispose ad ogni minima domanda posta dal biondo, si prese anche la briga di sistemargli i capelli perché, secondo lui, non poteva presentarsi in una maniera cosi trasandata e sciatta, sull'altare e al cospetto degli dèi. 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Dragon trainer / Vai alla pagina dell'autore: DeadlyNadder 92