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Autore: Zenior    28/07/2016    2 recensioni
Per alcuni la vita universitaria è meravigliosa, piena di esperienze grandiose da ricordare in eterno, per altri è imbarazzante e da dimenticare. Derek Hale non sapeva ancora come classificare la sua.
Di sicuro gli anni che aveva seguito in precedenza erano stati gloriosi, ma la sete di fama l'aveva portato a lasciare in favore di una band che era diventata la sua più grande ragione di vita.
Si sa, però, bisognerebbe stare attenti a quando si esprime un desiderio, perché non si sa mai come si potrebbe avverare e il più grande sogno di Derek si era trasformato in pochi anni in un incubo.
Dopo l'ennesima bruciante delusione aveva deciso di lasciare il suo posto di bassista degli Sterne ed era tornato a condurre una vita tranquilla nella sua cittadina natale, Beacon Hills.
Mai più avrebbe immaginato di incontrare qualcuno che potesse diventare la sua nuova famiglia e che lo convincesse a concludere il suo ultimo anno alla CSU tra confraternite, matricole pazze, strani amori e rivalità insensate...
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Derek Hale, Isaac Lahey, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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L'altra volta non ho scritto i credits, povera deficiente, per cui lo faccio ora: la storia è opera di pura fantasia della sua autrice a cui appartengono fatti, luoghi e (alcuni personaggi). Ciò che non è mio è del 'malvagio' Jeff Davis o comunque di chi paga per le sue opere.
Per cui no, Stiles e Derek non sono miei *sigh*
Detto questo arriviamo al secondo capitolo della storia (che nella mia mente si chiama Prologo b, ma vabbé), il caro Stiles apparirà nel prossimo che sì, ho stranamente già scritto v.v
Un bacione a tutti, soprattutto ai miei vecchi amici ;)



Buona lettura.






L'ennesimo nuovo inizio

 
Ricominciare da capo per Derek era diventata quasi un'abitudine.
Rompere la propria routine, cambiarla per qualcos'altro, annettere altre persone alla cerchia degli affetti... e poi ogni volta perdere tutto, ancora.
Era ben assurdo, Derek, più lo ferivano più cercava di fidarsi degli altri, anche se sempre con molto sospetto. Più che altro si avvicinava come un lupo affamato e bisognoso d'affetto e cure all'uomo pur essendo stato già dagli uomini ferito e affamato. 

Dopo Isaac ed Erica aveva praticamente accolto il ragazzo di quest'ultima, Vernon Boyd.
Boyd era taciturno, pratico e sapeva esattamente cosa voleva dalla vita anche se non aveva i mezzi per ottenerlo. Per quanto riguardava il lato economico della cosa Derek era perfettamente in grado di aiutarlo e così era stato per tutti e tre i ragazzi ai quali aveva pagato la retta per la Californian State University (Inventata NdZ), la stessa che lui non aveva mai terminato e dalla quale sperava che almeno quei ragazzi potessero ottenere qualcosa di buono. 
Ora non sapeva esattamente cosa lo avesse convinto -no, non a pagare, aveva soldi a sufficienza per altre diciotto vite grazie al suo passato negli Sterne e i continui profitti dovuti ai diritti d'autore- fatto sta che ora stava nuovamente per cambiare vita per qualcosa come la settima volta in dieci anni.
La sua capacità di continuare ad andare avanti nonostante il mondo intero continuasse ripetutamente a crollargli addosso era invidiabile, ma non ci voleva un genio a comprendere quanto fosse disperatamente vicino al collasso definitivo.

Ecco, dopo mesi di convivenza, amicizia e sopportazione reciproca, Derek si era fatto praticamente convincere dai ragazzi ad andare con loro. 
Tornare al College. Finire finalmente gli studi. Il primo vero risultato della sua vita dopo il liceo e la patente.
Sapeva perfettamente che Peter e Cora ci avevano messo lo zampino, se lo sentiva fin nel midollo, e le congratulazioni di Jason per la sua ritrovata voglia di studiare erano suonate fin troppo sospette dato che erano arrivate qualcosa come dieci minuti prima che Isaac iniziasse a parlargli della cosa.
Adorava Isaac, era il suo cucciolo di cane, Erica il suo irritante gattaccio e Boyd una sorta di ibrido tra un lupo e un felino che viveva il più delle cose con insofferenza.  Erano assurdi, totalmente fuori di testa, ma erano insieme a Cora - lei era stata ammessa ad un'università altrettanto valida, Yale- i suoi fratellini e difficilmente non sarebbe capitolato di fronte ai loro -ok, magari solo di Isaac- occhi da cucciolo. Tanto più che gli avevano assicurato che nessuno lo avrebbe mai riconosciuto.
Il che faceva male, dannatamente male, ma era ciò che Derek aveva sempre desiderato.

Trovare una casa abbastanza grande nel Campus era stato un vero e proprio delirio, ma Peter aveva ovviato anche a questo, o almeno Derek ne era convinto dato che la confraternita femminile che fino a quel momento aveva avuto sede lì aveva improvvisamente deciso di trasferirsi in blocco senza dare effettive spiegazioni. Il problema era che la casa ora era davvero troppo grande.
Ventitrè stanze totali.
Nemmeno Jason nel pieno dei suoi deliri di onnipotenza aveva mai osato immaginare tanto.
Il primo mese nel Campus passò così in fretta che quasi Derek non se ne accorse.
L’anno scolastico non era ancora cominciato e lui e i ragazzi avevano un gran da fare con il trasloco –sul serio, da quando avevano tutti quei mobili?- per non parlare delle continue montagne di scartoffie da firmare e dei problemi inerenti alla Confraternita.
Già, confraternita, perché pareva che fosse un delitto possedere una casa tanto imponente nel Campus se gli studenti non ne potevano usufruire e allora Derek era stato costretto suo malgrado –Lei non vuole che tutti qui sappiano la sua identità, non è vero?- ad accettare un compromesso.
O affittava un minimo di dodici stanze a studenti scelti dal preside o quella diventava la sede di una Confraternita (che doveva beninteso accogliere un minimo di sei nuovi membri entro l’anno, non importava il sesso) di cui Derek, essendo un Senior e il proprietario della casa, sarebbe stato per quell’ultimo anno di università il leader indiscusso. 
Ringhiando e strepitando Derek aveva optato per la seconda: meno gente tra i piedi e poteva sceglierla lui.
Lo sguardo che aveva mentre informava i ragazzi della terrificante novità era bastato da solo a far sì che esultassero dove lui non potesse vederli.
Dovevano trovare un nome, un simbolo, iniziare a preparare volantini per incuriosire gli altri studenti, pensare il tema delle feste e… ok, magari parlare di certe cose davanti al neo leader non era stata proprio una grande idea, anzi a dirla tutta era stata una vera e propria pessima trovata dato che ora gli toccava fare a meno di lui per quanto riguardava le pulizia della casa e mettere a posto il giardino.
“E meno male che prima qui ci abitava una confraternita femminile!” esclamò all’improvviso Isaac uscendo da un antro oscuro e tossendo polvere tenendo con le punta delle dita guantate quello che aveva tutta l’aria di essere un topo morto.

Derek passava le giornate girovagando per il Campus e annegando ogni volta di più nei ricordi felici che ogni minimo particolare gli riportava alla memoria.
Rivedeva l’albero dove con Jason aveva iniziato a scrivere i primi pezzi tra una risata e un compito, la sede degli AlphaPlus (nella mia idea malata sono l’equivalente del branco di Duke, the Alpha pack NdZ) dove si tenevano le feste più belle, i campi da gioco, la palestra, il pub appena fuori dal Campus… ma soprattutto quella: la biblioteca.
Lì era dove cercava quiete dalla frenesia, un respiro che lo trattenesse dal crollare dall’ansia da esami, risate silenziose sotto lo sguardo severe di cupe megere sempre pronte a zittirti al minimo sussurro, la macchinetta del caffè, migliore amica di tutti gli studenti della CSU… Si lasciava sfuggire un sospiro ogni volta che la vedeva, le porte sprangate e il cartello troneggiante sulla porta ‘Chiuso per restauri’. Umidità: la peggior nemica dei libri insieme alla muffa e il suo luogo prediletto ne era stato totalmente invaso.
Ogni volta faceva correre sguardo sui mattoni del palazzo e sorrideva melanconicamente, perdendosi a contemplare l’annuncio sulla bacheca sommerso da chili e chili di post-it, richieste di coinquilini e altro, in cui si cercava un aiuto bibliotecario.
Aveva strappato tutti i foglietti con il numero di telefono e chiamato. Il posto era suo ed era riuscito, tramite l’intercessione del preside e una cospicua donazione alla CSU, a convertire il compenso in denaro in crediti formativi.
Solo con quell’impiego sarebbe riuscito a laurearsi, ma Derek era tornato soprattutto per le lezioni e perché credeva di poter ritrovare un pezzo della propria anima che sperava non essere morto, ma semplicemente ben nascosto lì.
Suonava ogni giorno ormai e Isaac e gli altri ne erano sempre più affascinati, sembrava un altro con in mano uno strumento, il che lo faceva sorridere dato che la prima cosa che avesse provato a suonare era stato un triangolo per far colpo su Paige.
Il suo era, però,  un sorriso intriso di malinconia e rimpianti e ciò ai ragazzi non piaceva per niente.
I mesi estivi passarono in fretta tra una cosa e l’altra e solo la settimana prima dell’inizio delle lezioni Isaac provò a coinvolgere Derek con i preparativi per la confraternita.
“Triskelion” si limitò a dire “L’emblema deve essere un triskelion e le reclute dovranno attribuirgli un significato e amare la musica” le sue uniche richieste e ai ragazzi era toccato l’arduo compito di trovare un nome e tutto il resto.
Triskelion come quello che Derek aveva tatuato sulla schiena e che rappresentava. “Passato, Presente e Futuro” “Il leader, chi lo segue e chi se ne allontana” (questo equivale a Alpha, Beta e Omega NsZ) “Derek, Isaac e Boyd, gli unici tre uomini che mi hanno amata finora”.
Il più grande annuì davanti a quelle rivelazioni non richieste, reprimendo una lacrima che minacciava di sfuggire al suo controllo. 






 
   
 
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