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Autore: Io_amo_Freezer    28/07/2016    1 recensioni
Dopo una battaglia, Michelangelo, viene ferito ed entra in coma. Al suo risveglio sembra tutto apposto, ma sarà davvero così?
Il rapporto dei quattro fratelli verrà scombussolato da sensi di colpa, e dalla rabbia che li consumerà lentamente, riusciranno a resistere, o si perderanno? E se entra in gioco un loro caro nemico le cose si complicheranno, o riusciranno ad essere uniti anche questa volta? In gioco c'è il loro legame di fratelli. Vinceranno, o moriranno?
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Night
Seguì lo strano uomo fino ad una stanza vuota, buia e fredda. Si sedette a terra, al centro della camera; osservando l'unica lampadina appesa al soffitto che si accendeva e spegneva ad intermittenza, dondolando, piano da una parte all'altra, per poi volgere di nuovo lo sguardo verso quella figura corazzata.
-Ti ricordi qualcosa, Night?- domandò l'uomo, girandogli attorno piano per poterlo studiare. Lui fece cenno di no col capo, ingoiando un groppo di saliva, mentre il cuore martellava, forte nel petto. Aveva paura, quella situazione non gli piaceva, proprio come quel uomo che aveva affermato di essere suo maestro, però, se lo era davvero significava che sapeva chi fosse, ed in tal caso sarebbe rimasto.
-Allora immagino che vorrai sapere chi sei.- accennò in un sussurro cupo, portandosi una mano al mento, dove la maschera gli nascondeva il ghigno sadico che aveva impresso sul volto
Drizzò le orecchie, irrigidendosi di colpo, felice. Si sentiva sollevato, avrebbe saputo, avrebbe finalmente dato risposta a tutti i suoi dubbi, a tutte le sue domande. Anche se la sua mente lo riportò, per un attimo a quelle tartarughe e a come si erano comportate bene con lui. Scuoté il capo, cercando di dimenticarli e muovendo la coda a destra e a sinistra, sferzando, piano l'aria, osservando il suo maestro con trepidazione. Il suo cuore batteva forte, troppo euforico di poter scoprire la verità; l'attendeva con trepidezza, anche se con un pizzico di terrore. Infondo, poteva scoprire cose di sé che non gli sarebbero piaciute, ma la curiosità era troppa, e la ebbe vinta. Si avvicinò al suo maestro, accendo ad un sì, in risposta a quella frase retorica.
-Io sono il tuo maestro; Shredder è il mio nome. E  tu ti chiami Night, sei stato un mio discepolo, ti ho accudito, ti ho allenato nel ninjutsu per poterti difendere da Splinter e da i suoi figli, ma, loro..- strinse i pugni, ringhiando nel nominare il nome del suo accerimo nemico, colui che gli aveva strappato via la sua amata Tang Shen -Loro ti hanno catturato, ed ora.. ti hanno reso questo.- disse piano, indicando il suo nuovo aspetto -Ti odiano, volevano solamente ucciderti, ma hanno preferito toglierti l'unica cosa che ti rendeva te; la tua memoria. Ma non si sono fermati, hanno voluto continuare, approfittando dei Kraang e rendendoti un essere ancora più mostruoso di ciò che eri, per farti odiare, anche te stesso.- affermò cupo, attendendo una sua reazione  
Indietreggiò sconvolto, scuotendo il capo negativamente. No, non era vero. Non era possibile. Lui, loro.. annaspò, mentre sentiva gli occhi pizzicare e la gola secca. Non poteva crederci, era davvero quella la verità? Se lo era l'avrebbe accettata, ma non la sentiva tale. Erano solo parole, frasi che risuonavano sadiche nelle sue orecchie. Serrò la mascella dopo un affanno, e con ancora un velo di dubbio negli occhi, osservò l'uomo dinanzi; c'era qualcosa che continuava a dirgli di dover stare con le tartarughe, di avere un legame con loro, quel qualcosa che gli diceva che le parole, appena pronunciate da Shredder erano tutte menzogne. Ma non aveva senso, perché doveva mentirgli se era il suo maestro? Però, non poteva dimenticarsi della sensazione martellante nella testa, che gli urlava di doversi allontanare da quei tre. Sospirò, ripensando alle tartarughe ed il suo sguardo si fece serio e tetro, mentre le parole del suo maestro rimbombavano, feroci nella sua mente. Affondò gli artigli nel pavimento, lasciandone i segni, e ringhiando con sguardo cupo. Ora sapeva; loro, erano stati loro a renderlo così. Il rosso lo sapeva che si sarebbe messo in mezzo per proteggerlo, loro avevano finto tutto; gli abbracci, le parole dolci, era tutta una farsa. Erano suoi nemici. Osservò il pavimento, mostrando i denti affilati, per poi volgere, di scatto lo sguardo alla porta che si era aperta piano, lasciando entrare, oltre ad un fascio di luce più intenso rispetto alla lampadina che c'era nella stanza, una ragazza; colei che aveva lottato contro il rosso. La osservò truce mentre si avvicinava al suo maestro, che lo guardava fiero. Fiero di quello che era riuscito a fare, di come lo aveva reso con solo poche parole. Ma era facile rimuovere il dubbio, bastavano solo le giuste parole per metterlo a tacere, sconvolgendo tutto.  
-Puoi contare su di me Night, proprio come hai sempre fatto. Io ti chiedo in cambio, solo una cosa; da maestro ad allievo, vuoi aiutarmi a sconfiggerli?- domandò, e ghignò fiero dopo il suo cenno deciso -Ottimo; ti affido a Karai. Ti allenerai con lei e la seguirai nelle sue perlustrazioni notturne.- spiegò avviandosi fuori
-Si, maestro.- sussurrò lei, chinando il capo in segno di rispetto, mentre Shredder se ne andò, lasciandoli soli -Vedi di non intralciarmi; esegui i miei ordini senza storie. Ed ora vieni, andiamo ad allenarci.. Night.- rise maligna, avanzando seguita dalla tartaruga

Avvertiva tutta la negatività ed in quello stato era difficile riuscire a meditare. Sospirò, chinando il capo, mentre sentiva il cuore in gola. Raphael non era ancora tornato, ed era preoccupato. Era forte, ma era passato un giorno senza aver sue notizie, temeva che stesse male, o che lo avessero catturato. Strinse i pugni, alzando il capo e, incontrando due occhi bordeaux che lo osservavano severo. Si alzò piano, avvicinandoglisi, ingoiando un groppo di saliva. Aveva ancora le parole del suo maestro nelle orecchie, ma come poteva avere fiducia in sé con tutti quei problemi? Decise, comunque di provarci.
-Davvero? No, ma dico; davvero? Vuoi restare qui a meditare, mentre ci sono due dei nostri fratelli là fuori!- tuonò il genio, osservandolo truce, mentre stringeva saldamente il suo Bo nella mano sinistra
-Non possiamo uscire, Donnie. E' ancora giorno, dobbiamo aspettare.- affermò l'azzurro, deciso, osservandolo, in attesa della sua prossima mossa.
Schivò il Bo, per poi spintonare il fratello fuori dalla stanza che andò a sbattere contro il muro. Strinse i pugni, ingoiando un groppo amaro, e sfoderando le sue armi. Combattere contro suo fratello, non era esattamente quello che aveva programmato, e non voleva nemmeno farlo. Si osservarono, mentre Donnie si rimise in posa d'attacco, più deciso che mai.
-Aspettare.. Non mi sembra che Raphael abbia aspettato, o sbaglio?- ringhiò, frustrato di non essere lì con lui per dargli una mano. Strinse convulsamente la presa sulla sua arma, continuando ad osservare il leader -Inizio a capire perché Raph non ama prendere ordini da te.. E credo, di dover iniziare a fare lo stesso.- sussurrò, lasciando basito Leonardo, che boccheggiò, incredulo, andando, poi a sbattere contro la parete, venendo colpito dal Bo del genio
-Fermatevi!- tuonò Splinter, mettendosi in mezzo, osservando Donatello con disappunto, il quale abbassò l'arma, sentendo i sensi di colpa appesantirsi sulle sue spalle. Volse lo sguardo al pavimento, ringhiando e stringendo i pugni, dopo aver rifoderato l'arma
-D'accordo. Ma io me ne vado.- affermò, osservando Leo, ancora a terra, che lo fissava ad occhi sbarrati, troppo increduli e troppo colpevoli. Corse via, verso l'uscita, ignorando il padre che tentò di richiamarlo. 
Uscì fuori, fermandosi un attimo ad osservare il sole, ormai tramontato, prima di riprendere le ricerche dei suoi fratelli. Ma il suo pensiero era riverso più su Mikey; non lo avrebbe lasciato solo, se era in quello stato era solo colpa sua che non aveva saputo curarlo. 

Ormai notte, Raph, si sedette su un cornicione, osservando le stelle per riprende fiato. Prese un profondo respiro, rammaricato e mordendosi l'interno della guancia. Perché non lo aveva ancora trovato? Eppure aveva setacciato l'intera New York!
Ringhiò, stringendo i pugni, ma poi si irrigidì nel sentire dei passi. Si voltò di scatto, alzandosi e mettendosi in posa, pronto per combattere. 
-Attacca!- sentì una voce feminile, ed una sagoma nera che si avvicinava velocemente, e che gli saltò addosso, facendolo cadere col guscio a terra. Sussultò, cercando di liberarsi, ma poi rimase fermo, ad osservare quegli occhi azzurri di cui sapeva la provenienza
-Mikey..- sussurrò il rosso, guardandolo con un certo sconcerto; la tartaruga sopra, inclinò il capo, confusa, non capendo quella parola. 
Gli sembrava di aver già sentito quel nome, però, dopo un altro ordine della sua padrona, lo colpì con i suoi artigli. Ma Raph, si difese appena in tempo con i suoi Sai, per poi spingere via suo fratello, che  lo osservò ringhiando, girandogli attorno, in cerca di un punto debole su cui attaccare.
-Mikey sono io Raphael, non mi riconosci? Sono tuo..- venne interrotto bruscamente dalla spada di Karai che lo trafisse nel petto. Boccheggiò, osservando suo fratello che era rimasto inorridito e spaventato da quella scena, mentre dalla ferita uscì del sangue.
Osservò la tartaruga crollare al suolo, sotto il suo sguardo inebetito. Non ne capiva il motivo, ma si sentiva morire per quello che era appena accaduto. Senza accorgersene, iniziò a correre per raggiungerlo, testandolo piano con la propria testa, nel vano tentativo di destarlo dal suo stato inconscio. Delle lacrime iniziarono a solcare il suo volto, mentre mugugnò disperato. Non voleva che morisse, e non ne capiva il motivo; lo aveva attaccato proprio con l'intenzione di togliergli la vita, ed ora non voleva lasciarlo solo. Avvolse il corpo di Raphael con un'ala, distendendosi al suo fianco, in cerca di un po' di conforto, continuando a piangere. Forse si sentiva così perché non voleva uccidere nessuno, lui non era un assassino, o forse sì? Però non era questo il motivo che lo aveva spinto a comportarsi in quel modo; lo sentiva. Era una sensazione forte ed ormai non faceva che sentire questo; sensazioni su sensazioni, dubbi su dubbi. Osservò il rosso, e sospirò; desiderava tanto aiutarlo. 
-Muoviti!- ringhiò Karai, tirandolo per la coda, facendolo alzare di scatto. -Andiamo, ne mancano altri due.- sussurrò, sorridendo, già pregustando la vittoria. Anche se la sua meta era un'altra; uccidere Splinter, per vendicare sua madre. Si avvicinò a Night per salirgli in groppa, ma quest'ultimo iniziò a divincolarsi, per niente d'accordo; volendo restare con il rosso.
-Ascolta bene; Shredder non ama i traditori. Quindi, o resti, o muori.- affermò, osservandolo dritto negli occhi, intimidatoria. Night la osservò titubante, ma poi si lasciò cavalcare; e dopo un'ultima occhiata a Raph, volò via.
  
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