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Autore: Master Chopper    30/07/2016    1 recensioni
La Classe F è stata creata appositamente dal preside della Magnolia High School, per racchiudere i peggiori alunni, i più indisciplinati e i più violenti. Ma comunque questi ragazzi non avranno vita facile, per via di un'entità sovrumana e proveniente dal futuro... che ha scelto di diventare il loro insegnante fino alla fine del loro Primo Anno.
[Crossover tra Fairy Tail e Assassination Classroom- I personaggi saranno di Fairy Tail, mentre la trama si ispira parzialmente a quella di Assassination Classroom]
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doranbolt, Fried Justine, Gajil Redfox, Gray Fullbuster, Natsu
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Attenzione: La fanfiction che segue presenta  personaggi canonici OOC. Inoltre, ogni riferimento politico o a persone realmente esistenti è puramente casuale.
Spero che la lettura sia di vostro gradimento. Sono Master, e ci vediamo nell'Angolo Autore. Ciao!


Lezione 3: Uccidi l'istinto.


 

“ Oh !”

La porta si spalancò, investendo il corridoio con la luce del sole all’imbrunire. Il legno si colorò di luce arancione, che colpiva l’intera facciata dell’edificio, senza trovare ostacoli tra le colline.

Ormai era appurato che Zeref vivesse nella scuola, quindi non era strano vederlo restare anche dopo lo scattare della sesta ora.

“ Vedo che hai accettato il mio consiglio.”

Natsu Dragneel entrò in silenzio, rimanendo costantemente sotto lo sguardo curioso, ma allo stesso tempo allegro del professore.

Il ragazzo trascinò la cartella fino al banco di fronte alla cattedra e si sedette.

Solo allora sorrise. Ma non con il suo solito ghigno provocatorio, ma con un sincero e forse poco imbarazzato mezzo sorriso.

“ Sì, anche se non ci capisco molto, ci provo lo stesso.”

 

“ Mi piacerebbe particolarmente sapere quale parte del mio discorso ti ha più colpito.”

Mormorò Zeref, mentre rapidamente scandagliava lo studente per vedere se nascondesse qualche arma.

Non si poteva mai essere sicuri.

 

“ Quando c’è stata la lezione di Doranbolt-sensei, ci ha raccontato un aneddoto interessante.” Il rosato finì di sistemare il suo materiale sul tavolo e fissò il professore negli occhi. Pareva straordinariamente serio.

“ Ha menzionato una sua vecchia missione di agente dei Servizi Segreti, riguardante il rapimento dell’unico figlio di un vecchio politico americano. Un bamboccio figlio di papà che non aveva mai conosciuto il rischio, sin dall’inizio della storia avrei scommesso sulla morte di questo sfigato… ma invece…”

 

“ Ricordo questa vicenda. Se non sbaglio è stato coinvolto il presidente del Giappone, ma la stampa non ha menzionato niente fino alla conclusione della missione.” Il Sensei approfittò dell’attimo di silenzio del ragazzo per riportare alla mente queste vecchie notizie.

 Non era molto simpatico al presidente del Giappone, forse per via di un vecchio scherzo in una foto che gli aveva mandato, dove sul manifesto delle elezioni gli aveva disegnato baffi e occhiali tondi.

Il problema era che aveva usato quell’immagine come foto profilo su di un social network, ed era stato bannato in pochi giorni per contenuti inadatti. Si era disperato per giorni.

 

“ Doranbolt-sensei ha detto di averlo trovato a oltre sette chilometri dalla base dove era stato rapito. A quanto pare era fuggito da solo e aveva lottato per sopravvivere. Il Governo Americano si è semplicemente occupato di non far sapere niente a nessuno per evitare di allarmare il popolo, ma intanto questo ragazzo ha comunque ucciso diversa gente per voler tornare vivo e vegeto a casa sua.”

Dragneel per la prima volta stava parlando con il cuore, ed i suoi occhi trasparivano perfettamente cosa volesse dire direttamente dall’animo.

“ E allora ho capito che si diventa forti solo quando si cambia. Se io fossi quel ragazzo e la scuola il governo, chi pensi che farebbe scacco matto all’altro, alla fine dell’anno ?”

 

 

 

 

Il Sensei era a conoscenza di molte cose, in un certo senso era trattato dal preside come un qualsiasi professore… o meglio, un qualsiasi professore della classe F.

Per questo sapeva del ritorno di uno studente da una sospensione durata un mese.

Sapeva che sarebbe stato uno studente in più, ma soprattutto un possibile assassino in più. Quello che gli bastava sapere, era che nessuno sarebbe stato un peso.

 

Ma chissà cosa avrebbe pensato nel vedere questo ragazzo, camminare con uno sguardo fosco lasciandosi alle spalle quattro studenti di un’altra scuola superiore, completamente fuori combattimento e pieni di lividi ed ematomi su tutto il corpo?

 

 

 

La proprietà degli Heartphilia era un cottage in una frazione di Magnolia, distante circa sette chilometri dal centro della città.

Era molto vasta, separata dalle intricate vie rocciose della periferia da una fitta muraglia di alberi di ciliegio.

Lucy Heartphilia, pensando alla sua vita, si sentiva come una principessa delle fiabe nel suo castello baciato dal sole. Questo perché sin da piccola, aveva potuto indirettamente giovare della modesta ricchezza di quella villa sulle colline, venendo amata e adorata dai suoi genitori.

Non possedevano servitù, il massimo che suo padre poteva concedersi era una geisha durante i suoi lunghi periodi di travaglio a lavoro, perché l’umiltà era la prima cosa che sua madre aveva messo in chiaro in quella famiglia. Layla era una donna che non amava apparire per quello che possedeva, perciò quando poteva negli ultimi anni cercava di portare avanti la sua opera di volontariato in quanto membro di un’associazione senza profitto, in paesi dove non era riconosciuta.

Lavorava negli ospedali come infermiera e pediatra, ed attualmente era impegnata in un viaggio lungo l’Europa del Nord.

 

Così Lucy, mentre Jude Heartphilia trascorreva anche otto ore al giorno alla sede del Governo Giapponese, poteva ritagliarsi molto tempo per pensare, invitare le sue amiche nell’enorme casa e permettersi di sognare. La semplicità che cercava sempre di nascondere la ricchezza, il controllo e l’educazione.

In diversi anni, sin dalla seconda media, molte persone si erano avvicinate a lei per trarre profitto dalla sua situazione economica. Un terribile episodio fu quando venne coinvolta in una bravata tipica dei suoi compagni nella scuola media che frequentava, dove l’avevano praticamente obbligata ad usufruire della carta di credito del padre per una spesa fuori costo per l’ultimo concerto della band più in voga al momento.

Jude si era molto infuriato quando era venuto a saperlo, soprattutto perché stava rischiando di mancare un pagamento per la banca nazionale a cui teneva molto, in quanto collaboratori eccezionali nel suo lavoro in politica.

 

Un’esperienza demoralizzante più che terribile, perché per la prima volta si era davvero spaventata per i suoi genitori, comprendendo che la vera colpevole fosse lei stessa e non direttamente i suoi vecchi amici.
Sarebbe stato così facile tagliare quei rapporti prima di compiere il danno, ma per sentirsi davvero integrata e riconosciuta come una ragazza normale, una parte della sua coscienza le aveva suggerito di farlo.

 

Con quel ricordo nel pensiero, sorrise tranquilla, conscia che la sua vita ora fosse ben diversa da quei giorni grigi. Accese il cellulare e chiamò Levy, intenzionata a chiacchierare un po’.

Era ancora pomeriggio, aveva appena terminato di studiare e la giornata si prospettava lunga.

In realtà aveva studiato poco e niente, ma gli impegni che l’avrebbero tenuta impegnata erano ben più importanti al momento.

 

Dopo aver chiuso con l’amica, seppur con una sottile nota malinconica e stonata dall’allegria che aveva in corpo, telefonò a Freed.

Justine Freed, di Prima C, era uno dei due unici studenti dell’edificio principale con cui si manteneva ancora in contatto. I suoi vecchi compagni nell’anno precedente erano scomparsi e si erano allontanati da lei come se fosse stata un’appestata, una volta scoperto della sua bocciatura.

Non avevano intenzione di frequentarla, pensavano che ora che potevano solo vedersi fuori da scuola, avrebbe potuto ostacolare il loro percorso di studio.

Ma… Loki e Freed erano diversi. Uno era il suo amico dai tempi dell’asilo, mentre l’altro era il ragazzo più affascinante e cortese di tutta la scuola, che si era interessato a lei da almeno un mese.

 

Ricordava l’incontro come uno splendido sogno: lui l’aveva fermata alla stazione, salutandola con un sorriso gentile e non troppo entusiasta, forse per non farla sentire a disagio.

Dopo uno scambio di battute, lui le aveva dato il suo numero di telefono, e da allora almeno una volta a settimana passavano mezz’ora prima dell’inizio delle lezioni insieme alla caffetteria di fronte alla scuola.

Era gentile, simpatico e con qualche sincero ed imbarazzato complimento l’aveva conquistata. Pareva anche lui un tipo semplice, capace di controllare le sue virtù senza vantarsene… sarebbe stato senza dubbio l’uomo che sua madre avrebbe voluto che lei sposasse.

Erano fatti per… fatti per… stare insieme.

 

La telefonata con Freed fece dentro il suo cuore crescere quella nota sgraziata.

Quel ragazzo… stava dubitando della perfezione di Loki. L’unico che l’avesse fatta innamorare e l’unico che non l’avesse trattata con il riguardo per gli studenti della sezione F!

Perché, perché aveva dubbi? Perché i suoi discorsi erano pieni di ‘Non mi fido… attenta a non dargli troppa confidenza… secondo me… io credo che…’

 

“ Cosa credi tu, eh ?” Lo stava dicendo.

Senza accorgersene stava dando fiato ai suoi pensieri più infelici.

Ma non importava. Non aveva importanza se Freed ci fosse rimasto male, doveva capire che non poteva mettersi tra il loro sogno.

“ Cosa pensi di sapere di lui, soltanto quello che si dice a scuola, vero? Penso che tutti siano bravi a parlare male di un ragazzo tanto educato e a modo, soltanto perché a differenza di altri dell’edificio principale non blatera come se si credesse Dio in terra!”

 

Il ragazzo era rimasto in silenzio.

Nella sua linea si sentivano solo le macchine passare al di sotto della finestra di casa sua, mentre lui non stava più dicendo una parola.

“ E fidati, dato che ho passato più tempo di te alla Magnolia, se ti dico che non è una novità se quando una della F si vede con uno dell’edificio ufficiale, c’è tutto questo veleno.”

Ora Lucy non si sentiva davvero più responsabile delle sue parole. Non voleva dirle, ma non poteva NON dirle.

Dopo un interminabile minuto, sentì il ragazzo dall’altra parte della cornetta sospirare profondamente.

“ No, erano solo mie supposizioni. Scusami e… divertiti stasera.”

 

TU.

La chiamata si concluse, e la ragazza dai capelli biondi come luminose spighe di grano lanciò il telefono contro la parete con tutta la sua forza.

Rimase immobile, con la testa abbassata e il respiro affaticato da uno sforzo proveniente da dentro di lei.

Il cuore.

 

Lei voleva essere una ragazza come tante altre. Perché Fried non capiva?

Trattenne le lacrime e lanciò uno sguardo spento verso lo schermo del computer sulla sua scrivania.

Era ancora aperta sulla pagina dei provini per il gruppo idol Shining Skeletons. Sia in un thumbnails che in un paio di gift animate era presente il suo adorato Loki, smagliante nel suo perfetto sorriso.

 

Sarebbe stato suo!

 

 

 
 

Angolo Autore:


Welcome back! Mi fa del male fisico dovermi separare da EFP per un weekend (anche se, devo dire che quando posso permettermi una vacanza fuori città non disdiegno mai), così ho voluto aggiornare questa fic ^^!
Spero vi stia piacendo, anche se non recensite in molti!
Comunque ci terrei a precisare in maniera DEFINITIVA: in questa ff i personaggi di Fairy Tail NON stanno interpretando quelli di Assassination Classroom.
Lo dico perché ormai mi hanno chiesto ' Ma Natsu sarebbe Karma? Ma Natsu sarebbe Nagisa ?'

La risposta è: 

                   


Alla prossima!

   
 
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