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Autore: Harlequeen    31/07/2016    0 recensioni
In un mondo ormai abitato quasi solamente da creature un tempo morte, una ragazza e il suo fedele animale cercano di sopravvivere.
L'incontro con un cacciatore e poi con un gruppo di persone farà capire loro che c'è ancora speranza, c'è ancora qualcuno che prova dei veri sentimenti e che non tutte le persone sono morte fisicamente o psicologicamente.
Violet, Lucky, Daryl, Rick, Glenn, Maggie, Michionne, Carol, Carl, Sasha, Abraham e altri sono ancora vivi. E lottano per far sì che non accada il contrario. Ad Alexandria.
Genere: Avventura, Horror, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon, Nuovo personaggio, Rick Grimes
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Buonasera!
In questo afoso 31 Luglio vi porto il tanto atteso capitolo trentasette! Purtroppo non sono riuscita a pubblicare a fine Giugno, ma con questo capitolo ed il prossimo (che uscirà a fine Agosto) rimedierò sicuro! Abbiate pazienza.
Come al solito spero sarà di vostro gradimento e se ne avrete tempo e voglia fatemi sapere che ne pensate.
Colgo l'occasione per salutarvi e augurarvi anche buone esate!

Buona lettura,
Harlequeen


Il piano da loro ideato era abbastanza semplice. Glenn e Violet avrebbero distratto gli Erranti da Maggie, allontanandoli il più possibile. Nel frattempo Enid si sarebbe arrampicata sulla passerella e con una corda di teli e lenzuola trovate velocemente nella comunità l’avrebbe aiutata a calarsi di sotto dall’altra parte della recinzione. Poi gli altri due le avrebbero raggiunte il più velocemente possibile. Sembrava una cosa facile. Peccato solo per il numero esorbitante di mostri che stava accerchiando la loro compagna. La spadaccina e il compagno, però, non erano lì per farsi spaventare, ma anzi più determinati che mai.
Nel frattempo il sole era pure scomparso oltre l’orizzonte e si era fatto buio. Forse così la ragazzina sarebbe stata avvantaggiata nel nascondersi e arrampicarsi nell’oscurità, celata agli occhi degli Erranti.
Era arrivato il momento di darsi da fare, non potevano più stare nascosti perché la passerella su cui Maggie si reggeva a fatica aveva cominciato ad oscillare pericolosamente. Violet e Glenn si guardarono negli occhi per un solo istante e cominciarono la loro corsa verso i mostri nello stesso momento. Enid era appena dietro di loro insieme a Lucky, che le guardava le spalle. All’improvviso il ragazzo si fermò davanti ai mostri e cominciò ad urlare per attirare la loro attenzione dando prima un ordine alla ragazzina:
-Va a prenderla!
Lei non se lo fece ripetere due volte e correndo di fianco alla recinzione non venne notata e poté quasi arrampicarsi in tranquillità.
La spadaccina nel frattempo aveva iniziato a mozzare teste in gran quantità, urlando spesso per richiamare tutti i nemici intorno a lei. Crani cadevano ruzzolando a terra e nel frattempo altri si avvicinavano pericolosamente sempre più. Il compagno la raggiunse in pochissimi secondi visto che prima si era fermato ad osservare Maggie. Anche lui sparava e urlava, sparava e urlava senza sosta.
Sembravano quasi due pazzi esagitati. Non si poteva dire che si stessero divertendo perché in realtà stavano rischiando la vita, ma non era nemmeno cosi spiacevole come si poteva credere. Stavano liberando la loro casa dagli Erranti. Era anche un dovere, nonostante gli mettesse in circolo una dose esorbitante di adrenalina.
-Di qua, di qua! Forza seguitemi bastardi!
-Siamo qui! Fatevi sotto!
Non smettevano un momento di gridare.
Nel frattempo Maggie era stata raggiunta dalla ragazzina, ma non si accorse di lei finché non le fu accanto, troppo intenta a richiamare l’attenzione del proprio fidanzato:
-Glen! NO GLENN! Violet!
-Ehi Maggie, sono qui!
Le urlò allora l’altra, per farsi sentire sopra il frastuono provocato dagli altri compagni.
-Enid, Maggie forza andatevene!
Gridò la spadaccina, quasi accerchiata dai mostri, ma che ancora riusciva a difendersi.
-Via! Andate via! Veloci!!
Sbraitava anche il ragazzo, pure lui circondato e con le spalle al muro contro la recinzione. Ormai aveva quasi finito i proiettili.
Sua moglie provò a sparare dall’alto per aiutarlo, ma anche la sua piccola colt aveva finito tutti i colpi a disposizione. Ormai c’era poco da fare.
-No, Gleeeenn! Ehi venite di qua, di qua!
Adesso Maggie aveva iniziato a richiamare gli Erranti verso di lei per riuscire a dare una possibilità, anche se piccola, al marito. Gettò una rapida occhiata anche a Violet, ma pure per lei ora le cose si stavano mettendo male ed inoltre era troppo lontana dall’altro compagno per riuscire ad andare in suo soccorso.
Enid aveva già preparato la fune per scendere, ma non venne usata.
All’improvviso, infatti, degli spari partiti da un paio di mitragliatori fecero fuori tutti i restanti Erranti che stavano ancora accerchiando i due compagni.
Quando il fuoco cessò Violet e Glenn alzarono lo sguardo e si ritrovarono Sasha e Abraham sorridenti che li osservavano dall’alto.
-Ehi, Glenn puoi aprire il cancello? Lo apprezzerei, amico!
Urlò l’ex sergente subito dopo aver finito di sparare.
Nel frattempo l’asiatico si era buttato a terra coprendosi la testa con le mani per evitare di venir colpito da qualche proiettile e lo stesso aveva fatto la spadaccina. Non avevano di certo intenzione di morire così, per colpa della mira sbagliata di uno dei loro compagni!
Quando anche Violet poi si rialzò da terra, Abraham le urlò subito addosso:
-Perché cazzo assomigli ad un pirata Violet?!
Lei per tutta risposta gli fece un gestaccio con la mano e gli gridò contro:
-Ferite di guerra, amico!
Lui si mise a ridere, dopodiché i due cecchini sparirono dalla loro vista per entrare subito dopo dal cancello, aperto da Glenn, assieme ad una grosso camion-cisterna guidato da Daryl.
Non appena furono dentro, con i pedi ben saldi al tetto della cisterna, tirarono giù dalla pensilina Maggie ed Enid, mentre Glenn e Violet si affrettarono a salire al posto del passeggero.
Il cacciatore non aveva ancora proferito parola, ma osservò la spadaccina con grande preoccupazione in volto. Non appena lei gli fu accanto lui le mise immediatamente una mano sulla testa e lei gli diede un bacio veloce sulla guancia.
-Sto bene.
Gli disse subito, per evitare di farlo preoccupare ulteriormente.
Lui non disse nulla, sapeva che non era esattamente il momento adatto per le spiegazioni, così si limitò a stringerle forte la mano e a fare un cenno con la testa.
Quando poi tutti furono saliti sul camion, compreso Lucky che aveva avuto anche lui il suo bel daffare contro quei mostri, partirono alla carica dentro la cittadina alla ricerca di Rick e del resto dei compagni.
 
Nel frattempo anche qualcun altro era impazzito.
Compagni morti, compagni ancora vivi, per il momento. Carl era stato colpito ad un occhio da un colpo di pistola ed inoltre gli Erranti erano troppi anche per loro, ma bisognava comunque fare qualcosa. Non potevano rimanere con le mani in mano ad attendere la loro fine. Non così.
Era questo quello a cui Rick stava pensando quando prese la decisione di uscire dalla porta della casa in cui erano riusciti a nascondersi e barricarsi e cominciare ad uccidere un bel po’ di quei mostri che avevano invaso la cittadina. Non gli avrebbe mai permesso di conquistarla, già troppa gente era morta a causa loro.
Fu così che con la pistola nella fondina e armato di ascia cominciò a squartare tutti i mostri che gli si avvicinavano. Era pericoloso, ma sapeva che non sarebbe stato da solo per molto. Probabilmente anche tutti gli altri sopravvissuti stavano avendo lo stesso pensiero: dovevano salvare la loro casa.
Fu così che poco dopo, infatti, fu raggiunto da altri compagni: Michionne, Aaron, Tara, Rosita, Eugene, Carol, ma anche da altri abitanti di Alexandria. Tutti, uno alla volta, uscivano dai propri nascondigli e andavano a raggiungere lo sceriffo con in mano qualsiasi arma a loro disposizione. Dovevano fare piazza pulita. Il coraggio non mancava di certo a nessuno.
Anche Padre Gabriel, affidando la piccola Judith ad una delle donne più anziane nascosta con lui ed altri in chiesa, prese il suo machete e uscì per strada.
 
Nel frattempo il gruppo di Violet, Daryl e Glenn si fermò dalla parte opposta della strada rispetto a dove si trovavano Rick e gli altri e riversò tutta la benzina contenuta nella cisterna nel laghetto al centro delle due strade. Dovevano sbrigarsi perché il tempo a loro disposizione stringeva. Non appena la cisterna fu vuota Daryl salì sul tetto del camion e sparò con un lanciarazzi dritto nel lago. L’acqua prese fuoco all’istante e questo attirò molti Erranti verso l’acqua, per poi finire bruciati in un istante. Il piano aveva funzionato, ma era solo una piccola distrazione per quei mostri; non sarebbe di certo bastato ad eliminarli tutti.
Subito dopo andarono a ricongiungersi con Rick, anche loro armati e pronti a fare uno sterminio. C’erano ancora parecchi mostri da eliminare, ma insieme ci sarebbero riusciti. Erano tutti furiosi per quello che era successo e questo gli permise di sfogare la loro rabbia verso gli invasori.
Ad un certo punto Violet che tirava fendenti a destra e a manca con accanto Daryl, che si difendeva con il suo coltello da caccia non potendo usare la balestra in spazi così ristretti senza la possibilità di colpire anche qualche amico, si ritrovo a pochi metri da Rick. Allo sceriffo bastò uno sguardo per adirarsi e accanirsi ancora di più a svantaggio degli Erranti. Aveva immediatamente notato la benda che circondava l’orecchio della compagna e subito aveva collegato a lei il proprio figlio; Carl e Violet, due delle persone più importanti della sua vita erano state ferite in questo super attacco. Non poteva perdonare niente e nessuno. Si fece ancora più violento, attaccando ferocemente chiunque gli capitasse sotto tiro.
Anche il cacciatore era maledettamente incazzato per quello che era successo a Violet e questo era un buon modo per sfogarsi. Ancora una volta non era riuscito a rimanere insieme a lei a proteggerla e questo aveva avuto uno spiacevole risultato. Era furioso come una bestia e proprio come una bestia utilizzava ferocemente il suo coltello osservando comunque sempre la propria ragazza con la coda dell’occhio.
Erano tutti lì. Tutti tranne i feriti e i morti. Stavano tutti difendendo i propri amici e la propria casa.
 
Poi arrivò l’alba.
Ed illuminò una distesa di corpi morti e in putrefazione.
Rick e il suo gruppo ce l’avevano fatta. Avevano fatto fuori uno ad uno tutti gli Erranti che la mattina stessa avevano fatto irruzione. Di loro non rimaneva più nessuno. Un silenzio assoluto regnava sulla cittadina. Bastava non guardare le strade piene di corpi e sangue, per il resto sembrava quasi d'essere tornati al periodo di pace e tranquillià.
Un folto gruppo di sopravvissuti si trovava all’esterno della casa adibita ad infermeria/ospedale. Chi aveva riportato solo ferite superficiali ed era già stato curato si era spostato all’esterno per lasciare il posto ad altri, mentre i più gravi occupavano qualche letto. Essendo una casa, oltre al classico letto da infermeria gli altri erano stati spostati nelle varie camere e messi più comodi.
Al momento all’interno si trovavano Violet, che occupava uno dei letti nonostante continuasse a esternare la non gravità della sua ferita, Daryl che si stava facendo ricucire dei tagli sulla schiena, Carl altro membro del gruppo che occupava una delle stanze per stare in tranquillità con Rick vicino che non gli lasciava la mano, Maggie e Glenn abbracciati e Michionne che si occupava di Judith al piano terra.
-Ehi, hai finito?
Chiese impaziente il cacciatore. Non vedeva l’ora di tornare da Violet. Fremeva per andare ad abbracciarla. Sapeva che lei era già stata controllata dalla dottoressa, che si era anche complimentata con lei e Glenn per l’ottimo lavoro che avevano fatto per mantenere pulita la ferita. Era un taglio netto quindi non c’era stato bisogno di farsi ricucire o sistemare, con una bella disinfettata e una benda nuova era stata mandata a riposare in una delle camere di sopra.
-Ecco, ho finito ora puoi andare.
Si sentì finalmente dire il ragazzo dopo minuti interminabili, che con un balzo fu subito giù dal lettino della dottoressa e facendo gli scalini due a due raggiunse la camera giusta, sapeva qual era perché all’esterno si trovava Lucky, sdraiato davanti alla porta a fare la guardia. Lui gli accarezzò un attimo la testa e poi lo scavalcò aprendo contemporaneamente la porta per entrare. Il cane lupo lo osservò con i suoi grossi occhi neri e poi rimise il muso a terra accanto alle zampe.
Non appena fu dentro Daryl trattenne il respiro.
Violet era stesa sul letto, con solo la luce della lampada sul comodino ad illuminarle il volto. La benda le circondava l’orecchio e parte della testa, i suoi occhi erano chiusi, le mani strette a pugno lungo il corpo. La katana sporca di sangue era appoggiata su una piccola scrivania che faceva sempre parte dell’arredamento della stanza.
Gli fece male vederla così. Ogni volta che si separavano e rimanevano da soli succedeva sempre qualcosa di brutto a tutti e due.
Erano adulti, erano in gamba, ma gli imprevisti erano sempre nascosti dietro la porta. Ed ora lei aveva perso un pezzo di orecchio. Non avevano ancora avuto modo di parlarne, ma sapeva che non era proprio una cosa da niente come finora lei aveva fatto credere.
Dopodiché si avvicinò di qualche passo. Sapeva che era sveglia.
Si stese sul letto accanto a lei, la abbracciò e si portò cautamente la testa di Violet vicino al petto circondandola con un braccio, poi la strinse forte.
Dopo qualche istante si accorse di avere la maglietta bagnata.
Violet stava piangendo.
 
 
Passò qualche tempo. Ormai le strade di Alexandria erano state del tutto ripulite, avevano sistemato e rinforzato tutta la recinzione del perimetro e ognuno aveva ricominciato ad abitare nella propria casa. Molte erano rimaste vuote, ma cercavano tutti di andare avanti con le proprie vite. Come sempre.
La battaglia era stata vinta da loro, gli Erranti erano stati sterminati e ora dovevano ricominciare a mettere insieme i vari pezzi.
Quella giornata era partita come tante altre.
Violet e Daryl si erano da poco svegliati, avevano dormito abbracciati come tutte le ultime notti di lì a quella parte e lui le stava accarezzando l’orecchio tagliato. L’aveva sempre presa in giro scherzosamente riguardo alle sue orecchie che gli sembravano piccoline e ora avrebbe avuto qualcosa in più per sfotterla. Fino a quel momento, però, non l’aveva mai fatto. Lei ci conviveva, come aveva detto scherzosamente ad Abraham quella fatidica sera: era una ferita di guerra. Ed era così che la consideravano tutti, poiché era vero. Grazie allo scoppio che aveva causato alcuni membri del gruppo si erano salvati. Perdere un pezzettino di orecchio era poca cosa a confronto. C’era anche chi aveva perso di più, come Carl a cui ora mancava un occhio intero.
-Sai, ti sembrerà strano, ma…
Cominciò a dire il cacciatore.
Lei si girò un po’ di più verso di lui, in attesa di ascoltarlo. Gli teneva una mano sul petto, i capelli scompigliati sul cuscino. Non disse nulla, ma attese che lui ricominciasse a parlare da solo.
-Non voglio offenderti e non ti sto tirando per il culo, ma… mi piace il tuo orecchio tagliato così. Cioè, voglio dire, pensare che te lo sei fatto a causa di un’esplosione, che ha salvato della gente, boh è sexy.
-Il mio orecchio tagliato è sexy?
Gli rispose lei, con uno sguardo stranito e allontanandosi un poco da lui per prenderlo in giro.
-No, tu sei sexy!
Disse lui, circondandola con le braccia e quasi nascondendola sotto il suo corpo.
-Ah, ti sei salvato per un pelo Dixon!
-Cazzo è, adesso ci chiamiamo per cognome?
Rispose lui, cominciando a farle il solletico e riempiendola di baci, ridendo poi a sua volta.
Quella giornata era iniziata nel migliore dei modi.
 
O forse no. Un uomo aveva appena fatto irruzione come se nulla fosse nella loro ormai tanto cara cittadina.
Al momento era entrato nella casa di Rick e Carl, dove si trovava anche Michionne. Rick già lo “conosceva”, aveva tentato di rubare loro un furgoncino carico di provviste, ma lui e Daryl erano riusciti ad imprigionarlo per poter scappare liberi senza essere inseguiti e rivelare così la loro posizione.
A quanto pareva, però, quell’uomo sapeva già molte cose.
Violet ne aveva sentito parlare dal cacciatore che le aveva ovviamente raccontato quanto accaduto quel giorno, le aveva pure già anticipato che si faceva chiamare Jesus ed in effetti una certa somiglianza c’era.
Lei lo vide per la prima volta un giorno dopo quel racconto, quando lo sceriffo se lo era ritrovato in casa: erano seduti attorno ad un tavolo Rick, Carl, Michionne, Glenn e il loro ospite; Violet e Abraham erano appoggiati con le spalle a due opposte pareti della cucina e Daryl gironzolava attorno a tutti loro con la fedele balestra sulla spalla.
-Come ti sei liberato?
Fu la prima domanda che gli porse lo sceriffo.
-Una sola guardia non può sorvegliare due uscite, ne le finestre del terzo piano, i nodi si sciolgono, le serrature si forzano…
-Giusto.
Gli rispose il cacciatore, guardandolo dritto in viso.
Poi l’uomo riprese come se nulla fosse:
-Ho visto il vostro arsenale; caspita, non vedevo niente del genere da molto tempo. Siete ben attrezzati! Ma le provviste sono scarse, non bastano per tutte le persone che sono qui. Quanti siete… 54?
-Siamo di più.
Gli rispose Violet calma e severa. Quella persona sapeva veramente troppo.
E forse aveva percepito che nella stanza aleggiava un certo astio e diffidenza, così tentò di rimediare:
-Ascoltatemi… siamo partiti con il piede sbagliato – e dicendo ciò guardò prima Daryl e poi Rick – Ma siamo dalla stessa parte, la parte dei vivi. Avevate tutte le ragioni per uccidermi… ma non l’avete fatto. Vengo da un posto molto simile a questo, cerco altri insediamenti con cui commerciare. Ho preso il vostro furgone perché alla mia comunità servivano delle cose ed entrambi mi sembravate molto pericolosi… mi sbagliavo. Siete brave persone e questo è un ottimo posto, credo che le nostre comunità possano aiutarsi a vicenda.
E quando smise di parlare Rick e Daryl lo stavano ancora fissando, non gli avevano tolto gli occhi di dosso per un solo istante. Il cacciatore si era addirittura fermato a pochi passi da lui, sempre con la balestra in mano.
-Avete cibo?
Chiese Glenn.
-Stiamo allevando del bestiame. Cerchiamo sementi e coltiviamo di tutto, dai pomodori al sorgo.
-Dicci perché dovremmo crederti.
Lo sceriffo era più rude nel fargli le domande.
E Jesus gli rispose:
-Vedilo di persona, in auto ci vuole un giorno per arrivare lì. Così potrete vedere con i vostri occhi chi siamo e cosa abbiamo da offrire.
-Aspetta… stai cercando altri insediamenti, quindi stai già commerciando con altri gruppi?
Lo interruppe Violet, facendo un passo avanti e staccandosi dalla parete alla quale era ancora appoggiata.
L’ospite fece un sorriso beffardo e si appoggiò con tranquillità allo schienale della sedia. Guardandoli tutti uno a uno rispose:
-Il vostro mondo sta per diventare molto più grande.
Era un sì.
 
Non c’era molto altro da fare, la decisione era già presa: una delegazione sarebbe partita insieme a Jesus per raggiungere la sua comunità.
Dovevano assicurarsi che quell’uomo stesse dicendo loro la verità, in tal caso sarebbe potuto diventare un nuovo inizio, sarebbe divenuto più facile riuscire a sopravvivere in quel mondo; almeno per qualche tempo.
Il camper era già pronto, loro pure. Abraham, vicino alla porta del mezzo si mise a richiamare i compagni per la partenza:
-Forza, andiamo a masticare un po’ di asfalto! Su!
Violet, che era esattamente dietro di lui, gli rispose con voce seria:
-Ehi, non c’è bisogno di urlare, guarda che anche se mi manca un pezzo di orecchio ti sento lo stesso.
E passandogli davanti per salire sul camper gli sorrise, facendogli pure l’occhiolino.
L’ex sergente, che era rimasto guardingo ad ascoltarla, si mise a ridere di gusto.
-Qui il senso dell’umorismo non manca gente!
E poi, mentre anche Rick stava salendo sul mezzo, gli diede una pacca sulla spalla e si mise a ridere anche lui. Fortunatamente la ragazza col passare dei giorni aveva preso abbastanza bene quanto accadutole e lo stesso aveva fatto Carl. Erano un gruppo forte che non si lasciava andare, affrontavano i problemi insieme e cercavano di andare avanti.
Con questi pensieri lo sceriffo si diede un'occhiata intorno. Oltre a lui sul camper ora si trovavano Violet, Michionne, Maggie, Glenn, Abraham e Jesus.
Poi Daryl, che era salito per ultimo, si richiuse lo sportello alle spalle.
Erano pronti a partire.

  
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