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Autore: fromthebottom    24/04/2009    7 recensioni
Rose lo osservava spesso, discretamente. Sapeva che nelle ore di Storia della Magia, durante le belle giornate di aprile, finiva sempre per addormentarsi sul banco posizionato accanto alla finestra aperta.
La Grifondoro non si perdeva mai quel momento.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inizio col dire che non sono soddisfatta di questa flashfic. Per niente.
L'ho scritta e riscritta più volte, ideandola in modi diversi, ma sembra proprio che la mia ispirazione - come si può notare dal fatto che non aggiorno da mesi - sia andata a farsi una vacanza alle isole Scilly con un biglietto di sola andata.
Eppure ci tenevo a pubblicare questa fic. Non so nemmeno io il perchè, ma ho sempre amato "Il Piccolo Principe" sin da quando era mia madre a leggermelo da piccola.
Stranamente, non è dedicata a nessuno in particolare, anche se penso di essere stata influenzata da Victor (o come si chiamava xD), un francesino che ha partecipato ad un concorso indetto dalla mia scuola.

Scritto questo, buona lettura a voi che siete tanto temerari e alla fine - se siete ancora vivi - ricordatevi di lasciarmi un commentino (L)

P.S: Non so quanto possa interessare, ma se tutto va bene entro pochi giorni dovrei postare una Daphne/Blaise sulle note di Shiver dei Maroon 5.






Le Petit Prince





Mais les yeux sont aveugles. Il faut chercher avec le coeur.*

Rose Weasley non credeva alle favole.
O meglio, aveva smesso di credere alle favole da anni ormai.
Era cresciuta - studiosa, intelligente, concreta; una copia perfetta di sua madre - e aveva abbandonato i sogni e le convinzioni che aveva da bambina.
Puerile, infantile.
Non voleva essere ricordata solamente per la risposta sempre pronta ed il capo di boccoli vermigli - costantemente arruffati - sempre chino su voluminosi tomi.
Le favole, si era detta, sono solamente sciocchezze. Ne era convinta, fermamente.
Eppure, contro ogni logica, durante le fredde serate invernali all'interno della Sala Comune provava un senso di nostalgia per quel mondo incantato che lei stessa aveva deciso di abbandonare. Aveva detto addio persino al suo libro preferito - Il Piccolo Principe - quando si era resa conto che il mondo non aveva nessun "bellissimo ragazzo biondo" da offrirle.
Di Principi ne esistevano parecchi, almeno esteticamente, e sicuramente suo cugino Albus era tra questi. Capelli corvini costantemente arruffati, pelle pallida e occhi di un verde strabiliante. Insomma, aveva un fascino tutto suo che piaceva parecchio alle ragazze.
Nessuno - però - poteva eguagliare il Piccolo Principe.
Solamente una volta, il giorno della partenza per Hogwarts al suo primo anno, Rose aveva pensato di averlo visto davvero. Mentre suo padre le sussurrava - per modo di dire - raccomandazioni sui Malfoy, l'unico pensiero di Rose nei confronti di Scorpius si era riferito al Piccolo Principe.
Scorpius Malfoy sarebbe stato perfetto; biondo, dagli occhi chiari e dai lineamenti più delicati del padre.
Peccato che, osservandolo nei corridoio o durante le lezioni, avesse scoperto quanto fosse distante dallo stereotipo con cui lo aveva sempre immaginato.
In sette anni, inoltre, non le aveva nemmeno mai rivolto la parola non ostante lei frequentasse le sue stesse lezioni.
Rose lo osservava spesso, discretamente. Sapeva che nelle ore di Storia della Magia, durante le belle giornate di aprile, finiva sempre per addormentarsi sul banco posizionato accanto alla finestra aperta.
La Grifondoro non si perdeva mai quel momento.
Ad ogni lezione con Ruf aspettava il momento di vedere Malfoy cedere al sonno e alla stanchezza, in modo da poter osservare indisturbata il suo profilo elegante e i suoi lineamenti che avevano abbandonato le loro forme infantili assumendo le sembianze di quelli di un giovane uomo. Percorreva la linea delle sue spalle seguendo poi quella delle braccia lasciate scoperte dalle maniche della camicia arrotolate sino sopra il gomito, giungendo infine alle mani eleganti che serravano ancora, con dolcezza innata, la piuma d'oca con cui Malfoy aveva cercato - inutilmente - di prendere appunti per rimanere concentrato sulla lezione. Giunta a quel punto i suoi occhi finivano irrimediabilmente per concentrarsi sulla linea della mandibola mascolina, sino al collo e ai centimetri di pelle candida lasciata scoperta dai primi bottoni slacciati della camicia.
Ogni volta Rose arrossiva violentemente, eppure non riusciva ad impedirsi di bearsi del suo viso e dell'espressione eterea e innocente che vi riposava sopra quando Scorpius Malfoy sprofondava tra le braccia di Morfeo. Rimaneva a fissarlo rapita sino a quando non lo vedeva aprire gli occhi, al suono della campanella, e puntarli per un brevissimo istante nei suoi. Lo sguardo di Malfoy la trapassava, colpendola al cuore, ma prima che il Serpeverde potesse chiederle qualche spiegazione Rose radunava le proprie cose in tutta fretta.
Lasciava l'aula quasi di corsa, diretta alla prossima lezione, con il cuore che le batteva a mille e le guance imporporate.
Nella mente, la sola immagine di Malfoy beatamente addormentato sul banco con la brezza che gli scuoteva delicatamente i capelli biondi illuminati dal sole e, nel cuore, la certezza che aveva sempre avuto davanti il suo Piccolo Principe.









*Ma gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare con il cuore.
Ovviamente si tratta di una citazione tratta proprio da "Il Piccolo Principe" di Antoine de Saint-Exupéry.
  
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