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Autore: Lights    24/04/2009    13 recensioni
Trama: Una conclusione diversa della mia FF Badb...(ma la storia va da sè, non è collegata, ha giusto qualche accenno) e se non fosse finita in quel modo?, se Ziva avesse agito in modo differente?, come sarebbe andata la storia... non rimane altro che leggere per scoprirlo
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs, Timothy McGee, Ziva David
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ebbene si… siamo arrivati a conto tondo… ci ho messo un po’ lo so, ma questo capitolo lo esigeva… in fondo è sempre il n. 40!

 

 

 

 

Buona lettura

 

 

 

 

Light

 

 

 

 

 

 

 

 

- Ti raggiungo tra poco.- Disse Ziva a Preston allontanandosi da lui e avvicinandosi piano all’uomo.

Gibbs era appartato in un angolo con Tony e lo scambio tra i due non era quello che si aspettava.

Entrambi gli uomini erano tesi e i loro sguardi non promettevano niente di buono.

Con passo silenzioso si accostò in modo tale da poter sentire la loro conversazione senza essere vista.

- Mi vuoi spiegare che cosa sta succedendo?- Gli chiese Gibbs assumendo il suo tono duro e di rimprovero.

Tony lo guardò fisso negli occhi cercando di non far trasparire niente di sé.

- Cinque mesi fa mi chiami e mi chiedi se so dov’è finita Ziva. Quattro mesi più tardi controllando le schede operative mi accorgo che non fai altro che assegnarle incarichi di ufficio. Quanto ci sentiamo al telefono il suo tono è piatto e senza enfasi invece di essere allegro come dovrebbe. Scommetto che se la guardassi ora negli occhi invece di trovarvi la felicità che mi aspetto ci troverei solo amarezza.- Si avvicinò a Tony fronteggiandolo reprimendo l’impulso di prenderlo per il colletto della camicia.

- Si può sapere che cosa diavolo stai facendo DiNozzo?!- Continuò digrignando i denti cercando di tenere a freno la sua rabbia mantenendo sempre il tono di voce bassa e dura.

Tony avanzò di un passo verso di lui eliminando la distanza tra loro guardandolo duramente.

- Stanne fuori… Jethro!- Lo avvertì pronunciando il nome dell’uomo in modo duro e dopo un’ultima occhiata se ne andò non accorgendosi della presenza della donna dietro l’angolo.

Ziva respirò profondamente prima di uscire allo scoperto.

Stava per muovere un passo quando Gibbs le si presentò di fronte rimanendo stupito di trovarla lì.

- Ziva.- La chiamò dolce.

Lei sorrise e lo abbracciò affettuosamente. L’uomo la strinse forte a sé.

Gli era bastato un veloce sguardo per rendere veritiere le paure che aveva manifestato a DiNozzo qualche secondo prima.

- Come mai sei qui?- Gli chiese liberandosi dalla sua stretta.

- Normale routine.- Le rispose vago non distogliendo lo sguardo dai suoi occhi osservando attentamente ogni piccola espressione sul volto della donna.

Jethro, con il passare degli anni, aveva imparato a riconoscere e a leggere i sentimenti di Ziva che le passavano in quegli occhi così neri e profondi.

I primi tempi del loro rapporto per lui era stato davvero frustante non riuscire a cogliere la maggior parte dei pensieri della donna, talmente abile a nascondere e tacere ogni cosa di sé, ma poi, aveva imparato a percepire anche il più piccolo e insignificante turbamento, riuscendo a soddisfare la sua sete di sapere per far in modo che non le capitasse niente e proteggerla da qualsiasi cosa.

- Che succede?- Chiesero contemporaneamente i due.

Si osservarono per un attimo e poi sorrisero.

- E’ quasi ora di mangiare mi offri il pranzo… papi?- Lo canzonò lei.

Gibbs per risposta l’ammonì con lo sguardo avviandosi verso l’ascensore incurvando appena le labbra in un sorriso quando la donna si accostò al suo fianco.

 

 

 

 

- Questo non è possibile!!!- Urlò Tony sbattendo la mano a pugno sulla scrivania del Direttore Lwuis.

- Si calmi Agente DiNozzo. Sono ordini che vengono dall’alto e lei non può fare altro che accertarli e obbedire.- L’ammonì severamente il Direttore.

- Se pensa che stia buono e accetti questa disposizione se lo può anche scordare!- Digrignò i denti prima di uscire dall’ufficio del capo.

 

 

- Dov’è Ziva?- Chiese Tony irritato non vedendo la donna con Callet e Preston.

- Capo è uscita con il Direttore Gibbs.- Rispose l’Agente intimidita dallo sguardo severo dell’uomo.

- Ottimo!- Sbuffò sprezzante – E voi? Non avete niente da fare?- Li intimò con lo sguardo di dileguarsi.

Erik e Iva non se lo fecero ripetere due volte e si tolsero dai piedi rifugiandosi in laboratorio da Albert, l’unico posto sicuro quando il capo era fuori di sé.

 

 

 

- Allora che ne dici Gibbs del ristorantino che ti ho portato?- Gli chiese Ziva uscendo dall’ascensore sorridente.

- Non male, anche se avrei preferito la tua cucina.- Le sorrise – Allora ci penserai?- Le chiese ad un tratto.

- A cosa deve pensare?- Si intromise Tony arrivando alle loro spalle.

- Tony!- Lo chiamò sorpresa.

- Allora?- Le fece segno di rispondere ignorando lo sguardo truce che l’uomo gli stava rivolgendo.

- Jethro ma che piacere vederti!- La tensione fra i tre fu interrotta dall’arrivo di Lwuis.

- Carl è un piacere anche per me.- Gibbs strinse la mano che gli porgeva accennando un sorriso.

- Vieni con me nel mio ufficio che abbiamo un sacco di cose da raccontarci e poi ho un ottimo brandy da farti assaggiare.-

- Se è così non posso proprio rifiutare.- Gli sorrise e lo seguì.

Tony e Ziva si guardarono per un lungo istante, come se volessero sapere quello che stava passando per la testa dell’altro.

- Ci rinuncio!- Esclamò dopo qualche istante DiNozzo sbuffando, alzano in alto il braccio in segno di resa e si diresse in palestra.

- Bravo è la cosa che sai fare meglio in questo periodo!- Sfrecciò dura Ziva stringendo forte i pugni reprimendo la rabbia.

“Siamo arrivati al punto di non sopportarci più?” si chiese triste.

 

 

 

Ziva era alla sua scrivania sfogliando svogliatamente un fascicolo quando arrivò Erik, facendo il giro del tavolo si sedette accanto a lei voltandola con la sedia in modo che lo potesse guardare in faccia.

- Ebbene?-

La donna lo guardò sorpresa.

- Ebbene?- Gli chiese lei a sua volta ignorando il motivo di quella domanda.

- Te ne vai, non è così?- La guardò dritto negli occhi per cercare la verità.

- Prego?- Gli domandò stupita dopo qualche istante.

- Avanti Ziva non dirmi che non hai ancora capito che con me non puoi fingere, che dietro a questa bella faccia…- e si indicò con il dito sorridendole seducentemente – c’è un attento osservatore, specialmente se si tratta di una bella donna come te.- Si porse verso di lei togliendole un ciuffo dalla fronte. – Se il Direttore Gibbs è venuto in persona, il capo ha quella faccia e Lwuis è così teso in mezzo a questo triangolo ci devi essere solo tu, perché dubito vivamente  che il papi venga a trovare la propria figlia per un giorno, che DiNozzo sia più teso del solito senza una ragione e Lwuis gli abbia intimato qualcosa che ancora devo capire che non gli faccia piacere, pertanto, che cos’è l’unica cosa che collega loro tre?- La fissò un attimo prima di proseguire – Sei solo tu.- Respirò a fondo massaggiandosi la tempia.

- Quando darai l’annuncio? O te ne vai in silenzio come sei arrivata?-

Ziva per tutta risposta si alzò, prese la giaccia e fece il giro della scrivania.

- Dovresti guardare meno telefilm Erik.- Gli disse sorridendo prima di andarsene lasciandolo con tutti i suoi dubbi.

 

 

 

Ziva andò in palestra come ormai faceva da un paio di mesi per impegnare il tempo per non impazzire in mezzo alle scartoffie. Aveva proprio voglia di tirare qualche pugno e calcio per sfogare tutta quella tensione.

Quando aveva parlato al telefono con Gibbs non avrebbe mai creduto di trovarselo lì davanti.

Non si era lamentata, avevano semplicemente parlato come facevano spesso, ma alla domanda come procedeva il lavoro lì a San Diego era riuscita solamente a rispondere con un banalissimo “bene”, senza aggiungere altro.

Non aveva potuto raccontargli di nessun caso interessante, di nessun arresto pericoloso, di nessun malvivente complicato, niente, in fondo che cosa avrebbe potuto dirgli? Che le sue giornate passavamo lentamente dietro ad una scrivania? No, non poteva e non voleva perché sapeva che lui si sarebbe intromesso in un modo o nell’altro per cambiare le cose… era così frustante.

Respirò a fondo per calmare quel marasma che c’era nella sua testa.

Sorrise di se stessa, doveva intuire che Gibbs non avrebbe impiegato molto a capire come stavano realmente le cose, specialmente quando gli aveva chiesto di DiNozzo e lei era rimasta anche lì sul vago. Lei e Jethro non avevano mai avuto bisogno di parole per intendersi e quella era stata l’ennesima conferma che il loro silenzio era più esplicito di qualsiasi discorso.

Prima di chiudere quella strana telefonata, nata solo dal bisogno di lei nel sentire la sua voce per tranquillizzarsi e riacquistare la fiducia nel futuro, lui l’aveva messa di fronte ai suoi dubbi con quella affermazione: “Penso che presto avrò bisogno di te qui a Washington” rispondendo alla sua domanda come se la cavava senza di lei a quartiere generale dell’Ncis.

Ziva, in quel momento, non aveva saputo dire niente. Con quella breve frase aveva capito che Gibbs aveva compreso che non andava poi così bene.

Respirò a fondo entrando in palestra e alzando lo sguardo si accorse che Tony era ancora lì, con indosso solo i pantaloni e a torso nudo, tutto sudato, mentre continuava a sferrare pugni contro il sacco, facendolo muovere a destra e a sinistra ad ogni colpo come se lo volesse disintegrare talmente la rabbia che imprimeva ad ogni pugno.

Lo osservò per qualche minuto, lasciando scivolare il suo sguardo sul corpo dell’uomo.

Il cuore accelerò, si passò la lingua sulle labbra arse, assaggiandole poi, non trascurando neanche un piccolo movimento del corpo che sferrava e reagiva ai colpi che dava, reprimendo la voglia di lui che il suo animo urlava con ogni parte di se stessa.

 

 

Prese l’asciugamano dal suo borsone e si avvicinò a lui con passo lento e sinuoso non distogliendo mai lo sguardo da lui.

- Se continui così va a finire che lo distruggi.- Gli disse porgendogli l’asciugamano cercando di tenere un tono neutro.

Tony non l’ascoltò, e come se non ci fosse, continuò a sferrare pugni al sacco.

Ziva con un movimento agile si mise davanti al sacco spostando la testa sulla sinistra prima che lui potesse colpirla.

- Ma sei impazzita???!!!- Le urlò contro spaventato dall’idea che la poteva colpire.

- Almeno così potrò avere la tua attenzione.- Sfrecciò gelidamente stufa del suo comportamento.

Era da quella maledetta sera che la trattava con distacco, accennando a stento un sorriso finto come se la volesse tranquillizzare, ma poi di cosa???

Si chiese esasperata arrivando alla realtà.

- Hai voglia di fare a pugni? Bene! Colpisci!!- Gli urlò contro.

DiNozzo la guardò sorpreso e sorrise alla proposta assurda che gli aveva rivolto.

- Non essere sciocca.- Si voltò per andare a prendere l’asciugamano che aveva lasciato sulla panca.

- Un tempo non mi avresti detto di no. Che cos’è hai paura che scopra che non riesci più a tenermi testa? …- lo sfidò sapendo bene che punti toccare – Beh se ci penso…- si tamburellò il mento con il dito indice – Tu non hai mai vinto con me.- Tirò l’ultima freccia al suo arco colpendo dritto al centro del bersaglio. – In fondo…- si fermò in attesa della sua reazione prima di sferrare l’ultimo colpo.

- In fondo?- Reagì Tony girandosi e guardandola dritta negli occhi.

- Non riesci neanche a dirmi che tra noi è finita.- Gli disse gelidamente.

Il colore degli occhi di Ziva assunsero un’intensità più nera e profonda.

Un colpo basso, di una realtà nascosta.

Tony le si rivoltò contro, eliminando la distanza che c’era tra loro in pochi passi.

- Non sai quello che dici!- Le disse duro.

- Attenzione gente il grande DiNozzo si ricorda come si fa a reagire?- Lo schermì avvicinandosi a lui sfidandolo con lo sguardo.

- Vuol dire che in quello che ho detto c’è un fondo di verità. Un tempo non ti saresti mai arreso.- Lo guardò gelidamente affondando in quel mare verde in tempesta.

- Smettila!!- La intimò stringendo i pugni. -  Sei tu che mi hai sempre tagliato fuori dalla tua vita! L’unica codarda tra me e te sei sempre stata solamente tu. Non sei stata neanche capace di dirmi che torni a Washington, hai dovuto far intervenire paparino. Sai invece che cosa ti dico io: ne ho abbastanza Ziva di questo tuo comportamento…cresci!!-

A quelle parole, la rabbia prende il sopravvento e l’istinto agisce prima della ragione.

Ziva sferrò un pugno dritto alla guancia destra di Tony, ma l’uomo, prevedendo la sua reazione, lo schivò tirandosi indietro stringendole il pugno nella sua mano.

- Non essere prevedibile Agente Gibbs!- La sbeffeggiò.

La donna sorrise sadicamente e voltandosi di scatto, ruotò su se stessa e gli sferrò una gomitata all’addome, spingendolo a terra sul tappetino, bloccandolo con il suo corpo.

- Prevedibile eh?- Sorrise soddisfatta a Tony avvicinando il viso al suo.

- Molto!-

DiNozzo con un colpo di reni capovolse la situazione, trascinando la donna a spalle a terra e salendo su di lei.

- E ora come la metti Ziva?- Ghignò fiero di averla presa in contropiede con la sua mossa, bloccandole entrambi i polsi e avvicinando lui questa volta il viso al suo immergendosi in quella pozza di oro nero respirando a fondo la sua essenza.

- Non sai quanto ti desidero…- iniziò con voce roca -…ogni volta che mi stai vicina non posso impedire al mio sguardo di scivolare sul tuo corpo e immaginare che cosa c’è sotto ai vestiti che indossi, il tuo dolce profumo di vaniglia e rosa è così delicato e inebriante che mette a dura prova i miei sensi e quando mi tocchi inavvertitamente o sento il tuo sguardo su di me mi è così difficile tenere la concentrazione, non sai quanto è difficile resisterti tutto il giorno, non poterti toccare, tenerti a debita distanza per non cedere alla tentazione di farti mia, sei così terribilmente sexy nei tuoi movimenti che neanche ti rendi conto che effetto hai su di me… io…- Le disse ad un tratto.

- tu…- Gli chiese trattenendo ancora il fiato sentendo il respiro di lui che le accarezzava le labbra.

La donna inconsciamente si sporse in avanti eliminando quell’esile distanza tra di loro sfiorando le labbra di lui.

Tony allentò la presa spostando le mani sul volto di lei, mentre Ziva lo circondò con le braccia trascinandolo verso di sé.

Un bacio delicato che più passavano i secondi più diventava intenso e coinvolgente.

Tony fece scivolare la mano dalla guancia al collo, seguendo poi il profilo del corpo della donna, infilandosi sotto la maglietta per accarezzare la pelle delicata dell’addome.

Ziva sentendo il calore della mano di Tony su di lei gemette fra le sue labbra, inarcando il bacino contro quello di lui e intrecciando le loro gambe.

La mano di DiNozzo si fece più audace andandole a sfiorare il seno facendo emettere un altro gemito alla donna che soffocò riprendendo a baciarle le labbra con avidità.

Si guardarono negli occhi e si sorrisero.

- Sei mia.- Le soffio Tony sulle labbra prima di baciarle per poi lasciare una scia di baci dal collo a suo corpo facendola vibrare ogni volta che sentiva le labbra di lui a contatto con la sua pelle.

Ziva smise quasi di respirare quando sentì la mano di lui sfiorarle la sua intimità. Si morse le labbra assaggiandole poi prima di essere catturate un’altra volta da quelle vogliose di Tony.

 

 

- Beh che fai ferma sulla porta?- Le chiese brusco Tony facendo ritornare Ziva bruscamente alla realtà.

DiNozzo prese l’asciugamano e se lo mise sulle spalle asciugandosi il viso mentre si avvicinava alla donna.

La guardò per un attimo accorgendosi del suo rossore e di come si morsicava il labbro inferiore.

Ziva cercò di ricomporsi in fretta.

La voglia di lui era talmente forte che le stava giocando dei brutti scherzi, eppure quella visione era così vera. Poteva sentire ancora i suoi baci, le sue mani che la toccavano….Alt!

“Ho bisogno di una doccia fredda” pensò divertita facendo scivolare il suo sguardo sull’uomo ancora a torso nudo.

Ma non poteva continuare a correre dietro alle sue fantasie per sempre.

- Stai bene?- Le chiese non staccandole gli occhi da dosso riportandole un ciuffo che era scappato dalla coda dietro l’orecchio.

- Io…- tentennò – devo dirti una cosa…- respirò a fondo – Tony… io… torno a Washington con Gibbs.- Terminò tutto d’un fiato.

DiNozzo non disse niente rimase in silenzio a guardarla assumendo quello sguardo inquisitore che aveva imparato fin troppo bene da Gibbs.

- Ha bisogno di me…- Cercò di giustificarsi.

- E non pensi a noi?- Le chiese ad un tratto.

- Quale noi Tony?- Gli domandò lei a sua volta. – Io non credo più che ci possa essere un noi.- Disse triste.

- E’ per quello che è successo l’altra sera?- Le chiese a bruciapelo.

- Anche… ma non solo… quando mi hai rifiutato ho capito che non ci potrà mai essere un futuro per noi è inutile che continuo a crederci. Tra noi due è finita già quella notte di cinque anni fa. Sono stati commessi troppi errori e prima che ci distruggiamo a vicenda è meglio che ognuno di noi continui la sua strada, tu qui a San Diego e io a Washington con Gibbs.-

Ziva si voltò per uscire dalla palestra.

- Aspetta!- L’afferrò per il braccio.

La donna rimase immobile nella sua posizione non voltandosi, dandogli le spalle.

- E’ stato Gibbs vero?- Le chiese duro.

- Non c’entra lui, è stata una mia decisione, lui l’ha resa reale. Era da un po’ che ci pensavo, ma ogni volta che cercavo di parlartene tu hai sempre aggirato l’argomento. In questa mia decisione non c’entra niente, Gibbs si è arreso anche lui all’evidenza dei fatti: per noi non c’è futuro.-

A quelle ultime parole Tony mollò la presa dal braccio di Ziva e la lasciò andare.

 

 

 

- Ce l’hai fatta a liberarti!- L’ammonì Ziva quando finalmente incontrò Jethro.

Gibbs l’osservò per qualche secondo. Il corpo della donna era rigido, le braccia erano incrociate al petto nascondendo all’interno le mani serrate a pugno.

I suoi occhi erano scuri, neri e profondi, colmi di tristezza ma determinati ad andare avanti.

Gibbs si passò una mano sul volto consapevole di cosa aveva appena scelto la donna.

- Hai deciso allora?- Le chiese.

- E’ meglio così.- Rispose Ziva seria avvicinandosi alla grande vetrata, chiudendo gli occhi reprimendo l’impulso di piangere e lasciarsi andare.

Jethro l’affiancò, fece scivolare la mano nella sua e gliela strinse forte.

Ziva aprì gli occhi e si immerse in quello sguardo di ghiaccio che la guardava amorevolmente.

- Io…- si tuffò nel suo abbraccio non riuscendo a dire altro.

Quella era la terza volta che Ziva gli permetteva di vedere il suo animo.

La prima volta era stato quando gli aveva fatto tornare la memoria, in ospedale portando in superficie il triste ricordo di Ari, poi cinque anni prima quando Riaz aveva cancellato la vita che stava nascendo in lei e ora che aveva deciso di guardare avanti invece di continuare a vivere nel passato.

- Andiamo.- Le disse baciandole il capo e incamminandosi verso l’uscita.

 

 

 

Il rumore delle onde che si infrangono sulla spiaggia aveva avuto sempre un potere calmante sui suoi nervi. Era stata una giornata intensa. Aveva lottato contro i fantasmi del suo cuore e aveva perso. Nella testa gli rimbombavano ancore le ultime parole di Ziva “per noi non c’è futuro”.

Tony respirò a fondo, alla fine l’aveva persa.

Ma allora perché una parte di lui non smetteva di sperare?

Perché sapeva che c’era ancora una piccola possibilità che tutto andasse come sempre aveva sperato che andasse.

Lasciò vagare lo sguardo all’orizzonte, mentre il sole si immergeva nel mare fondendo il cielo con l’acqua arrossando il tramonto di quel colore caldo che aveva impregnato la giornata.

Percepì la sua presenza dietro di lui.

Sorrise, il suo istinto non l’aveva tradito.

- Mi sembrava giusto passare a salutarti prima di andare via.- Gli disse incerta Ziva osservando le spalle di Tony.

Era sicura di trovarlo lì. Quando l’aveva visto seduto sulla spiaggia aveva detto a Gibbs di fermare la macchina.

Era scesa dall’auto ed era rimasta immobile indecisa su cosa fare, combattuta dal desiderio di parlargli un’ultima volta o scappare via.

Gibbs le si era avvicinato, appoggiandole entrambe le mani sulle spalle.

- Va da lui.- Le aveva detto dolcemente, guardandola dritta negli occhi.

Ed ora eccola lì in attesa di una mossa dell’uomo.

DiNozzo si voltò lentamente, la guardò per un istante, poi si alzò, si sbatté i pantaloni per togliere la sabbia e riprese a guardarla senza dire niente.

- Prenditi cura di te Tony.- Continuò cercando di ignorare quello sguardo intenso che le stava rivolgendo.

Si avvicinò a lui e lo abbracciò respirando a fondo il suo profumo.

- E’ meglio che vada, Gibbs mi sta aspettando.- Disse imbarazzata staccandosi da lui.

- Buona fortuna.- Gli rivolse un ultimo sguardo per imprimersi nella mente quegli occhi che non avrebbe mai dimenticato e poi si voltò, dandogli le spalle, decisa a chiudere con il passato.

DiNozzo rimase fermo, nella sua posizione, con la sensazione ancora di averla tra le sue braccia.

Un flash con tutti i momenti che avevano passato insieme, le risate, i momenti tristi, le loro litigate e quelli teneri dove ognuno dei due aveva abbassato le sue difese per mostrare il cuore all’altro.

Il desiderio cresce e prende il sopravvento sulla paura schiacciandola definitivamente.

- Sposami!- Urlò Tony afferrando Ziva per un braccio e facendola voltare verso di sé.

Affondò lo sguardo in quel mare nero in tempesta confuso dalla sua reazione.

- Sposami.- Le chiese più dolcemente facendo scivolare la mano dal braccio alla sua mano stringendogliela forte.

- Perché?- Gli domandò Ziva con un filo di voce mentre cercava di tenere a bada i battiti del suo cuore prima che potesse uscire dal petto.

- Perché ti amo.- Le sorrise prima di avvicinare il viso al suo e sfiorare con il pollice il contorno delle sue labbra per poi appoggiarvi delicatamente le labbra, assaggiando il labbro inferiore e leccando il labbro superiore fino a farla arrendere e unirsi a lui per assaporare fino in fondo il loro amore.

 

 

 

 

- Nonno, nonno ma la mamma che cosa ha risposto?- Chiese la bambina seduta sulle gambe dell’uomo osservandolo con quel suo sguardo intelligente mentre il verde delle sue iridi brillava di furbizia.

Jethro le sistemò il ricciolo nero corvino che era sfuggito da uno dei codini che Ziva le aveva fatto quella mattina e le sorrise sorpreso di come gli facesse sempre la stessa domanda ogni volta che arriva a quel punto della storia che raccontava di quei strani dieci anni di fidanzamento dei suoi genitori.

- Secondo te piccola mia?- La strinse a sé beandosi di quelle manine paffute che gli stringevano con tenerezza il viso.

- Gli ha detto di si!- Rise furbescamente – e come si fa a dire di no a papà?!- Gli chiese facendo comparire sul suo dolce visino lo stesso ghigno divertito alla DiNozzo.

Gibbs la osservò per un attimo sorprendendosi per l’ennesima volta di come, giorno dopo giorno, la bimba assomigliasse sempre di più ad entrambi i genitori.

La mise a terra e la incoraggiò ad andare a giocare.

Jethro restò seduto in poltrona osservando la bambina mentre giocava fuori in giardino.

Sorrise soddisfatto… alla fine tutto era andato secondo i piani.

Caso chiuso.

Archiviato!

 

 

 

Il passato ritorna solo se lo vuoi far tornare per trasformarlo semplicemente nel futuro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono così emozionata che non so neanche io che cosa dire.

A quasi ad un anno dall’inizio, questa storia è giunta alla fine, in fondo lo sapevo, ma come lo sapevate anche voi, non si poteva andare avanti all’infinito ma il caso doveva essere risolto… ce ne abbiamo messo un po’ (eh eh 40 capitoli ammazza) e chi si voleva staccare più da questa FF ma ogni cosa doveva avere il suo corso.

Posso solo dire che questa fanfictionIl passato ritorna” mi ha dato grande soddisfazione facendomi appassionare ad ogni capitolo a questi personaggi e a tutta l’intera storia che si è costruita nel tempo.

Il merito è anche vostro, che mi avete seguito durante tutto questo anno e soprattutto chi mi segue da “Badb dandomi la forza di reagire ai momenti no, supportandomi capitolo dopo capitolo e per questo è doveroso che ringrazi alcune di voi specialmente.

 

Ragazze non sapete che base siete state capitolo dopo capitolo,

ognuno di voi è speciale per me

 

Domaris: Tu lo sai che la mia vena creativa di Gibbs è merito tuo? Ogni volta che scrivo di lui penso sempre “chissà se robin lo vede così” e quando lo faccio entrare in scena aspetto con ansia il tuo parere. Grazie perché so che da te posso sempre ricevere un parere sincero e quando c’è da mollare scappellotti lo fai volentieri e mi fai rientrare nei binari ^_^

 

Piccoli giganti: Il tuo supporto è sempre stato prezioso fin dall’inizio della mia avventura nella FF di Ncis. Sei uno delle mie colonne portanti, hai saputo darmi una mano quando mi perdevo e facendomi diventare chiara la visione del prox chap.

 

Emily Doyle: ecco un’altra colonna portante della mia storia, tu sei la mia essenza Tiva o meglio la mia parte che muove Ziva, ti ho fatto penare tutto il tempo ^_^  e lo so quei due testoni sono difficili da gestire.

 

Slurmina: e arriviamo a te carissima che più di una volta con i tuoi commenti mi hai fatto arrossire. Sei sempre stata più che generosa facendo crescere ad ogni capitolo il mio “ego” già grande di suo. Grazie perché sei sempre stata un vero supporto incoraggiandomi a continuare per questa strada.

 

Asheptus: se il mio ego cresce ad ogni capitolo è anche colpa tua ^_^ Grazie perché tu mi hai seguito fin dall’inizio e non mi hai mai abbandonato, imperterrita capitolo dopo capitolo ci sei sempre stata

 

Identity: sei arrivata a metà strada ma devo dire che hai recuperato alla grande! Ti sei appassionata alla storia, passando prima da Badb approdando a questa… ogni tuo commento è stato come se capissi la verità del capitolo, come se fossi in sintonia rendendo chiaro anche quello che a me non era, dando al capitolo quel significato particolare che volevo poter imprimere.

 

 

 

E infine grazie a tutti voi che avete lasciato un segno del vostro passaggio è stato molto importante per me motivandomi a continuare ed è stato bello condividere questa avventura con tutti voi… grazie!!

madllin, roxy_yxz, hermy101, mada02, kae, piccina, live in love, thia, tinta87, melmon, gangelina, melf, sweet stella, tiva95, 23jo, titina

 

 

Siamo finalmente arrivati ai saluti finali.

Al momento non ho nuovi progetti in cantiere ma come si dice “mai dire mai” ^_^

 

 

 

 

Semper fidelis

 

 

 

 

Light

 

   
 
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