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Autore: janerizzoli    01/08/2016    4 recensioni
Jane e Maura non sanno quello che hanno fino al giorno in cui qualcuno non entra nelle loro vite e le costringe a capire quello che davvero vogliono.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Jane Rizzoli, Maura Isles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~CAPITOLO 9

Jane era seduta alla sua scrivania, assorta nei suoi pensieri, quando vide passare Franky.

“ Ehy, Franky, vieni qui un attimo”

“ Si, Jane?”

“ Fammi un piacere, scopri tutto quello che c'è su una certa Alessandra Ferrari”

“ Ok, nessun problema, ma perché è una nuova sospettata?”

“ Ancora non lo so...”

In quel momento arrivò di corsa Frost.

“ Ehy, Jane, abbiamo il mandato”

“ Benissimo andiamo, Franky mi raccomando voglio sapere tutto di questa donna, da quando è nata, fino a cosa ha mangiato stamani a colazione”


Jane, Frost e Korsak si ritrovarono tutti e tre davanti all'hotel che ospitava il marito della vittima, bussarono alla sua porta e una voce dall'altra parte chiese.

“ Chi è?”

“ Sono la detective Rizzoli, con me ci sono anche i miei colleghi, per favore ci apra”

“ Certo solo un attimo”

La porta della camera si aprì e apparve l'uomo.

“ Sig. Miller, abbiamo un mandato di perquisizione, per la stanza e per la sua auto, la preghiamo di seguirci e di darci le chiavi”


L'auto fu trasportata alla centrale, Frost e Maura dettero un'occhiata, nel bagagliaio trovarono la valigia da lavoro dell'uomo, l'aprirono, al suo interno trovarono vari oggetti, molti cataloghi della Nautic Atlantic, e un set completo di coltelli da pesca.

“ Ehy, Maura guarda qua”

 Frost indicò i coltelli.

“ Ottimo, vediamo se qualcuno di questi e l'arma del delitto...iniziamo da questo con la lama curva”

Maura prese il tampone lo bagnò con l'acqua distillata, lo passò sulla lame del coltello, poi prese l'alcol etilico, il reagente e il perossido di idrogeno, al depositarvi di quest'ultimo sul tampone, esso divenne immediatamente fucsia.

“ Su questo coltello c'è del sangue, lo porto subito in laboratorio per vedere se coincide con quello delle vittime”


Jane era in trepidante attesa, il probabile assassino era li, davanti a lei, dietro a quel vetro, un rumore di passi la risvegliò dai suoi pensieri, si voltò e vide arrivare Maura.

“ Allora? Lo posso arrestare?”

“ Si, il sangue coincide con quello delle vittime e ci sono anche le sue impronte, anzi ci sono solo le sue impronte”

“ Benissimo!”

Dicendo questo entrò di filata nella stanza degli interrogatori.

“ Si può sapere perché sono tenuto prigioniero qua dentro da più di quattro ore?”

L'uomo alla vista della detective si alzò in piedi urlando contro di lei.

“ Calma, calma”

Intervenne Frost.

“ Si sieda e mi spieghi”

Continuò Jane.

“ Cosa le dovrei spiegare, siete voi che mi dovete dare una spiegazione”

“ Lo riconosce questo?”

Jane mostrò il coltello all'uomo seduto davanti e lei.

“ Certo è uno dei coltelli che vendo per lavoro”

“ “ Sopra ci sono le sue impronte”

“ Certo che ci sono le mie impronte, come le ho già detto li vendo per lavoro, e per lavorare li devo toccare, sa detective la facevo più sveglia”

Jane era sul punto di saltargli al collo, ma non sarebbe stato professionale.

“ Certo capisco, e mi spiega, visto che sono poco sveglia come mai li vende con sopra il sangue di sua moglie e dei suoi figli?”

L'uomo a quella dichiarazione sbiancò di colpo.

“ Vedo che ha già capito tutto, il laboratorio ha rinvenuto sul coltello tracce di sangue che corrispondono a quelle di sua moglie e dei suoi figli, sa non è saggio tenersi l'arma del delitto come ricordo, anche se si crede di averla pulita bene”

“ Che dice non sono stato io, io ero lontano quando è successo”

“ Sig. Miller, il suo alibi è stato smontato, il suo trucchetto per alterare la temperatura è stato scoperto, e sappiamo che lei era in casa all'ora del delitto, forse io non sarò molto sveglia, ma in laboratorio abbiamo un vero genio, che odia dover fare autopsie su dei bambini, e io mi fido ciecamente di lei, affiderei la mia vita nelle sue mani, non solo ha trovato il sangue sul coltello ma anche su i vestiti che ha indossato per uccidere la sua famiglia, quindi mi dica, perché ha ucciso le persone che più l'amavano al mondo ”

Jane non staccava gli occhi da quelli dell'uomo, che all'improvviso crollò.

“ Volevo solo essere libero”

Dicendo questo si coprì il volto con le mani e iniziò a piangere.

“ Io e mia moglie stavamo insieme dal liceo, sempre insieme, sempre, costantemente, mi ero ritrovato ad avere una famiglia senza aver fatto altro nella vita, ero condannato a quella rutine, volevo solo essere libero, non aver più obblighi con nessuno”

“ Se per lei una bella moglie e due splendidi bambini erano una condanna, chissà cosa penserà dell'ergastolo, passerà il resto della sua vita a ripensare a cosa ha perso, mentre asseconderà le attenzioni di qualche altro detenuto”

“ Io...io...non volevo...ma ero stanco”

“ ERA STANCO? LEI ERA STANCO?  LI HA UCCISI A SANGUE FREDDO PERCHE' ERA STANCO? NON CI SI STANCA DI CHI SI AMA, LE SI STA ACCANTO, SEMPRE, E SI RINGRAZIA IL CIELO OGNI GIORNO DI POTERLA AVERE NELLA PROPRIA VITA”

Maura, che era rimasta dall'altra parte del vetro, ebbe come un sussulto, ebbe come la sensazione che quelle parole fossero dirette a lei più che all'uomo.
Jane uscì di corsa dalla sala interrogatori.

“ Frost pensaci tu a leggerli i suoi diritti, io se lo rivedo lo strangolo”

Stava tornando a passo svelto verso la sua scrivania.

( Ma non lo sanno che esiste il divorzio?)

Pensò, in quel momento Franky la raggiunse.

“ Jane, ho i risultati su Alessandra Ferrari”

“ Allora sputa il rospo, trovato niente di interessante?”

“ Calma, calma”

Franky aprì il fascicolo e iniziò a leggere.

“ Non c'è niente che non vada, non ha neanche mai preso una multa per divieto di sosta...”

( ci credo va in bicicletta)

Pensò Jane.

“ Vediamo...27 anni, italiana, figlia unica di Antonio e Maria Ferrari, viene da una famiglia molto facoltosa, il padre è morto qualche anno fa, la madre vive ancora in Italia, ha vissuto a Firenze dalla nascita, poi si è trasferita a Roma per studiare all'Università La Sapienza, una fra le più prestigiose, si è laureata con 110 e lode con un anno di anticipo, per qualche tempo ha gestito l'azienda di famiglia, da poco più di un anno vive qui a Boston, dove lavora come pasticcera al Cake Shop...cosa ha mangiato a colazione, però non sono riuscito a scoprirlo...in compenso devo dire che è davvero molto carina, ci uscirei volentieri...”

Jane era rimasta in silenzio per tutto il tempo ma a quella frase non ci vide più.

“ Ma cosa dici Franky!”

Disse sfilandogli di mano il fascicolo per poterlo controllare lei stessa.

“ Ehy, Ehy calma, perché te la prendi tanto?”

Jane non fece in tempo a rispondere, qualcuno la chiamava e lei conosceva bene quella voce.

“ Ciao Vaniglia, ciao Franky”

“ Ciao Rondo, come va?”

Chiese Franky.

“ Tutto bene, sono passato a ringraziare tua madre, per le cose che ci ha portato”

Mentre parlava il suo sguardo cadde sul fascicolo che Jane teneva in mano e che stava leggendo.

“ Ehy, ma quella è Angel! Perché prendete informazioni su di lei? Le è forse successo qualcosa? E' nei guai?”

“ Come l'hai chiamata? Angel? Ma non si chiama Alessandra o Alex?”

Chiese Jane, incuriosita.

“ Si certo, ma per noi, è Angel, l' ANGELO!”

“ Per voi?”

Domandò Franky.

“ Si, Angel fa volontariato alla mensa dei poveri e al rifugio dei senza tetto, e …se non mi sbaglio va anche a giocare con i bambini dell'ospedale, per fargli passare qualche ora in allegria, la chiamano così dopo che una madre le disse SEI UN ANGELO VENUTO DAL CIELO PER RIDARMI MIO FIGLIO,  si era tuffata nel Mystic River per salvare un bambino, lo ha riportato a riva e rianimato”

“ Cavolo, ora si che ci voglio uscire”

“ In effetti è eccezionale, è bella, simpatica, estroversa e...gay”

“ Come gay?”

“ Si, le piacciono le donne, quindi caro Franky non credo che tu saresti il suo tipo”

Jane, era immobile, con lo sguardo fisso davanti a se, poi  senza neanche salutare corse via, si fermò alla sua scrivania a pensare, la sua paura più grande si era avverata, come poteva competere con quella ragazza, era bella, intelligente, ricca e altruista, tutte cose che lei non era, e di sicuro aveva messo gli occhi su Maura, e Maura,  non faceva altro che parlare di lei, aveva persino passato la notte da lei, facevano parte dello stesso mondo, era perfetta per lei.
 Lei invece era solo una semplice detective di Boston, figlia di un idraulico fedifrago e di una casalinga, senza laurea e senza un soldo, il suo cuore batteva all'impazzata, non si era mai resa conto del vero sentimento che la legava a Maura, non era una semplice amicizia la sua, era qualcosa di più, era qualcosa di profondo, di intenso, e che si era resa conto stava per perdere ancora prima di trovare.
Si alzò e corse via.

( La devo trovare, le devo parlare, Peter Miller ha buttato via l'amore che solo una famiglia ti può dare, io non commetterò lo stesso errore senza lottare, Alex non avrà Maura....LEI E' MIA!)

 

 

 

 

   
 
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