Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
Segui la storia  |       
Autore: Master Chopper    02/08/2016    3 recensioni
Xian, divenuta folle per la rabbia, sfida Tengoku per decretare chi sarà degno del titolo di Boss dei Vongola. Vengono decisi degli scontri, ma a quanto pare, tra un rifiuto di Tsunayoshi e un'affermazione da parte di Xanxus, non si riesce ancora a capire la reale motivazione dei Bravi.
Perché mirare alle sconfitta di Ten, anche se consapevoli che non otterranno mai il titolo di Boss e Guardiani?
Cosa si nasconde dietro il silenzio dei Boss e le cicatrici della Figlia dell'Ira?
- STORY OF A FAMILY: SAGA DEI SETTE PECCATI CAPITALI -
E' obbligatoria la lettura di '[SoF] Saga della Nascita' per la comprensione delle vicende e degli avvenimenti trattati.
Genere: Azione, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Reborn, Sorpresa, Tsunayoshi Sawada, Xanxus
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Stories of a Family [SoF]'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Target Number 10: Quando il passato viene a farti visita.


a cura di nekomata04! Grazie mille miliardih!


Ventisettesimo giorno. Meno sei giorni agli scontri.

Ore 08:30

 

“ Siete pronti ragazzi ?!”

Un’insieme di sbadigli si sollevò all’unisono.

“ Non ho sentito bene !”

“ Reborn, ma sono le otto del mattino …” Mugugnò Tengoku, stropicciandosi gli occhi stanchi dalla notte passata a studiare.

“ Ho detto: NON HO SENTITO BENE !” Un istante dopo, però, il ragazzo si ritrovò una pistola puntata alla tempia, con lo sguardo assetato di sangue di Reborn su di lui.

 

“ AAAH !!” Il bruno sobbalzò, risvegliandosi da quel terrificante incubo.

Rimase in silenzio per qualche secondo, ascoltando il debole rumore del veneto e il cinguettare degli uccellini.

 

“ Era solo… un sogno ?” Sussurrò tra sé e sé, prima di voltarsi e trovare il volto di Momoka, completamente rossa come un pomodoro.

“ Sì, solo un sogno.” La risposta arrivò piena di sarcasmo da Azura, seduta alla sinistra della ragazza castana, che in quel momento guardava Tengoku ridacchiando.

 

“ Ma cos-cosa ?!” Girandosi verso destra, il ragazzo trovò solo un finestrino, dal quale era possibile intravedere una costa di sabbia bianchissima al riparo di un promontorio.

“ Siamo in Giappone !” esclamò a quel punto, rendendosi conto di trovarsi in una grande macchina.

 

Seduto al posto del guidatore, trovò sfortunatamente il Tutor Hitman, intendo a canticchiare allegramente, e al sedile del passeggero…

“ Vito-kun !”

 

I capelli neri si mossero, quando il volto giovane di Yukiteru si sentì chiamato dal bruno.

L’uomo trattenne il fiato per qualche secondo, indeciso sul da farsi, ma ricordandosi dell’amicizia creatasi silenziosamente tra loro due, ritornò nella parte di Vito Ello.

“ Moooh, Tengokuccio !” salutò sorridendo, per poi fingere un conato di  vomito causato dal mal d’auto.

“ Io ora me ne vado a… nanna, se non ti dispiace.” Un attimo dopo, finse uno svenimento.

- Che razza di codardo sono …-

 

“ Comunque Ten, dove sei stato ieri sera ?” Azura, toccando la spalla del ragazzo, richiamò la sua attenzione a sé. Sembrava molto rilassata e riposata, a differenza di lui, più simile ad uno zombie sotto effetto di stupefacenti.

“ In biblioteca. Avevo voglia di leggere.” Dopo uno sbadiglio, il bruno cercò di sorridere per sembrare meno assonnato e rimbambito del solito.

 

Lo sguardo sospettoso della rossa però lo fece rimanere sulle spine, fino a quando lei non ricambiò il sorriso.

“ Noi ragazze abbiamo fatto un pigiama party. Ti sei divertita Momo ?” Domandò alla ragazza al suo fianco.

Momoka, sorpresa dalla domanda, come suo solito in presenza di maschi abbassò la testa, facendo però intravedere un piccolo sorriso dolce tra il rossore della sua faccia.

“ E’ stato molto bello quando abbiamo provato a… a fare il gelato.” Sussurrò, stringendosi nelle spalle.

 

“ Che bello, sono riuscita a farti sorridere !” esclamò a quel punto la rossa, stringendo in un improvviso abbraccio la ragazza, che venne spinta verso Tengoku, che a sua volta divenne rosso come un peperone.

La macchina sbandò leggermente verso il dirupo, facendo impallidire per un istante tutti i passeggeri.

 

- Stavo per vomitare veramente !- sussultò Yukiteru, mentre il cuore sembrava volergli esplodere nel petto per lo spavento, nonostante cercasse ancora di fingersi svenuto.

 

“ Ehm ehm! Buongiorno, Boss …”

Il tempo parve fermarsi, in quel quadro perfetto di spensieratezza e allegria. Pareva una normale gita tra amici.

E quando ci sono gli amici, vecchi o nuovi che siano, è sempre bello rincontrarli.

 

“ A… aka… ” Tengoku, girato verso la terza fila di sedili alle loro spalle, parve paralizzarsi con un’espressione di stupore in volto.

Lentamente gli zigomi della faccia si sollevarono, formando un sorriso, mentre delle grosse lacrime andarono ad accumularsi sotto i suoi occhi verdi.

 

“ Akane !” Il ragazzo venne stretto all’improvviso nell’abbraccio della corvina, che lo tenendo stretto al petto con un sorriso commosso e gli occhi lucidi.

“ Scusami Boss, se vi ho fatto preoccupare …” mormorò dolcemente, staccandolo dall’abbraccio e facendolo ritornare seduto al suo posto.

 

“ Ma… ma le tue ferite come stanno adesso ?” domandò preoccupato il ragazzo, asciugandosi le lacrime  con la manica della camicia bianca che indossava.

“ Guarite… la ricostruzione cellulare delle Fiamme del Sole ha cancellato le ustioni, mentre la Fiamma della Pioggia e quella del Fulmine di Colonnello e Verde mi hanno riparato le ossa nel minor tempo possibile.”

Disse Akane, sfiorandosi distrattamente una nuova cicatrice sotto la X che portava da tempo sulla guancia.

Quelle ferite aveva chiesto di non cancellarle. Erano gli unici ricordi di Korvo rimasti in lei.

 

“ Oh… Akira-san !” esclamò nuovamente il ragazzo, accorgendosi di una vecchia conoscenza seduta alla sinistra di Akane, vicina al finestrino.

La mora sorrise gentilmente, salutando con la mano.

Tengoku notò che era di poco più alta di Akane.

 

“ Presidentessa, io… volevo chiederle scusa per la situazione in cui l’ho coinvolta !” inaspettatamente, il ragazzo accennò un inchino, ritornando rosso in viso dall’imbarazzo.

Ma un contatto, il calore di una mano sulla spalla, lo fece raddrizzare incuriosito.

Ad accoglierlo trovò un sorriso ancor più gentile da parte di Akira Shirogawara, avvicinatasi a lui.

 

La ragazza sollevò il suo piccolo note-book nero, dalla copertina leggermente rovinata, e mostrò al ragazzo una pagina bianca, riempita da una sola frase.

“ Ti perdonerò solo se diventerai anche tu mio amico ^^ !”

 

Involontariamente una piccola risata sfuggì dalla bocca del bruno, che mormorò con gli occhi più contenti di prima:

“ Sì !”

 

La commozione era dovuta dal fatto che, se fino a pochi giorni prima aveva creduto di star vivendo l’inferno, solo in quell’istante si stava rendendo conto di quanti amici il suo viaggio gli aveva procurato.

Un tempo la sua massima ispirazione era quella di diventare un hikikkomori, per allontanarsi dalle angherie dei suoi compagni di scuola e dai voti che prendeva.

 

Mai, nella sua vita da Ten-baka, avrebbe giurato di trovare, un giorno, tanti amici pronti a sorridergli e a donargli forza.

 

“ Ci sono anche io, Tengoku-san !” Dal lato destro di Akane, fece capolino la maschera bianca e sorridente di Kiiro, che fece prendere un grosso spavento a Tengoku.

La macchina assassina dai capelli dorati aveva un braccio intorno al collo di Drake, che a braccia conserte guardava distrattamente fuori dal finestrino, come se quell’atmosfera tanto gioiosa non lo toccasse minimamente.

 

- Cielo, Pioggia, Tempesta, Fulmine, Sole, Nuvola, Nebbia: sono radunati tutte e sette le colonne portanti di questa generazione.- Nonostante continuasse a fingersi svenuto, Yukiteru spalancò un occhio per una frazione di secondo, per poi puntarlo, prima di chiuderlo, sul viso spensierato di Ten.

 

Ma all’improvviso la macchina sbandò di nuovo, strappando un urlo a tutti i  presenti, eccetto a Kiiro e Akira.

“ Oh, ciaoss ragazzi !” Il guidatore Reborn, noncurante del pericolo che rappresentava alla guida, si tolse degli auricolari dalle orecchie e si voltò per sorridere a tutti i suoi passeggeri.

“ Ma guarda la strada !!” esclamò terrorizzata Azura, artigliando un sedile mentre Reborn all’ultimo secondo rimetteva le mani sul volante.

 

“ Aahh, ragazzi miei …”  riprese il Tutor, sorridendo particolarmente allegro, mentre intanto alle sue spalle ragazzi e ragazze si erano ridotti a delle poltiglie per la paura.

“ Questa gita sarà indimenticabile! Godetevela, perché tra sei giorni vi voglio carichi più che mai.” Il suo sorriso si distese per un attimo.

 

“ E ora… mettiamo un po’ di musica da gita !” esclamò d’un tratto, afferrando un CD dalla sua tasca ed andandolo ad inserire nello stereo.

“ Odio la musica country …” sospirò Drake, ad un tono di voce talmente basso che non tutti lo sentirono.

 

Ma la musica che fuoriuscì dalle casse, non era quella che nessuno di loro si sarebbe mai aspettato.

Un attacco di batteria e di chitarra elettrica simultaneo tolse il fiato a tutti i passeggeri, che venne seguito da un growl ad un volume altissimo.

 

In poco tempo la macchina sembrava star esplodendo, con Yukiteru che stava realmente vomitando in un sacchetto di plastica, e i presenti che si tappavano le orecchie infastiditi.

Soltanto uno di loro continuò a rimanere calmo, appoggiato al finestrino con aria assorta nei propri pensieri.

 

“ T-ten ?!!” strillò Azura per farsi sentire nonostante la musica Brutal Death Metal.

“ Make them suffer, dei Cannibal Corpse… è un classico un po’ vecchio, in effetti.” Rispose tranquillamente il ragazzo.

 

Kiiro scoppiò in una risata divertita, mentre gli altri continuarono a guardare il bruno, come se ancora non credessero a quanto stesse accadendo.

“ Con questa canzone fai soffrire i tuoi vicini !” ruggì il ragazzo tedesco seduto sulla terza fila di sedili, aumentando soltanto le risate di Kiiro.

 

“ Pensavo potesse piacere a tutti …” sogghignò Reborn, ponendo fine a quel tormento per i restanti sei ragazzi.

 

Il tempo passò molto più lentamente di quanto i ragazzi si aspettassero. Nonostante il sonno, per via dell’adrenalina Tengoku non si addormentò, e tutti insieme poterono parlare ed ammirare i paesaggi in totale tranquillità.

A tutti gli effetti era diventata una gita, lontana dalle paure e dalle preoccupazioni.

 

 

Infine, si fece mezzogiorno, ed il mare sparì oltre l’orizzonte.

“ Scendete.”

 

Una sola parola, mormorata con tono secco, ma non apparentemente serio, da Reborn.

I ragazzi nel sentirla tentennarono, accorgendosi anche che il guidatore aveva fermato la vettura sul ciglio della strada.

 

Sebbene ci fosse molta incertezza, tutti i passeggeri, eccetto Yukiteru e il Tutor, abbandonarono la macchina.

“ Che cosa succede ?” chiese Akane, appoggiandosi al finestrino dall’esterno.

 

Il sicario si limitò a sorridere, cercando poi di nascondere il suo ghigno con il suo cappello. Sembrava come se si stesse trattenendo dal ridere in faccia a tutti loro.

“ Da ora mi dovrete fare un favore… soprattutto tu, Kiiro.”

 

La macchina assassina raddrizzò la schiena, voltando la sua maschera verso Reborn, in attesa di ordini.

“ Da adesso porterai tu i ragazzi a destinazione, mentre io e Yukiteru nascondiamo la macchina. Distruggerla attirerebbe troppo l’attenzione …”

Questa volta il Tutor parve asserirsi, mentre al suo fianco il moro lo ascoltava silenziosamente.

 

“ Roger.” Rispose Kiiro, inclinando il capo lateralmente.

“ Reborn …” Finalmente fu Tengoku a farsi avanti, sporgendosi con la testa dentro la macchina per avvicinarsi al suo Tutor Hitman.

“ Si può sapere che cos’è la ‘destinazione’ ?” Domandò incerto, già consapevole di doversi preparare soltanto a dei guai.

Il sol pensiero di dover sospendere quella tranquillità lo demoralizzava a morte.

 

Come risposta, ricevette una risata soffocata da parte dell’uomo, che un istante dopo fece retromarcia per ritornare sulla strada percorsa.

“ Davvero non hai capito dove ci troviamo, Ten-baka ?”

 

Quella frase si perse nel vento.

 

 

 

I sette ragazzi continuavano a camminare da ormai cinque minuti, lontani dalla strada, percorrendo una zona di sterpaglia ed erba secca.

Molti di loro si erano risvegliati già in macchina, quindi incominciare una lunga marcia non li entusiasmava molto.

Primi tra tutti, Tengoku, Drake e Momoka, rimasero indietro trascinandosi per la stanchezza.

 

 

Intanto, lentamente delle ombre immobili iniziavano ad apparire, prima nascoste dalle nuvole.

I ragazzi a lungo osservarono quelle sagome, rendendosi conto, non appena subentrarono di nuovo i raggi del sole, della realtà.

 

“ Quella città è… Namimori !” disse Tengoku con un sussurro appena udibile, mentre immediatamente si sentiva schiacciato dall’immagine della città dove mancava da un mese, ma di cui si era già scordato.

E insieme a quell’immagine, apparvero i ricordi…

 

“ Potrebbero essere cambiate un paio di cose da quando avete lasciato questa città.” La voce calma di Kiiro interruppe lo stupore degli altri sei ragazzi. Tutti loro avevano vissuto parte della loro vita lì, ma era difficile immaginare di doverci tornare dopo tutto quello che stavano passando.

 

La mano della macchina umanoide indicò un punto lontano sulla strada, mentre con la restante faceva segno agli altri di acquattarsi per terra.

 

Una volti nascosti tra la sterpaglia, i ragazzi si accorsero di un qualcosa che poco prima non avevano notato…

Il casello d’ingresso della città era stato  ampliato notevolmente, ed era presente una sicurezza inimmaginabile, con furgoni, uomini armati e unità cinofile che pattugliavano nei dintorni.

 

“ Cosa è successo ….?” Domandò incredula Azura, con la voce rotta dallo stupore.

Le sembrava di essere arrivata in un’altra città, mentre osservava una fila di macchine al casello passare sotto una scrupolosa sorveglianza e accorgimenti di sicurezza.

 

Un momento dopo il Guardiano del Sole le fece abbassare la testa nuovamente tra le sterpaglie, e prima che lei potesse chiedere spiegazioni, il forte rumore delle pale di un elicottero in azione sorvolò le loro teste.

Quando il veicolo della sicurezza li superò, dirigendosi verso la città, la rossa rimase ancora più a bocca aperta, realizzando il pericolo che aveva evitato per poco.

 

“ Gli esseri umani, più ricoprono un ruolo importante nella società in cui vivono, più agiscono in maniera protettiva verso tutto quello che controllano. Basta pensare ad una famiglia, dove i genitori silenziosamente guidano i figli durante le fasi di crescita …”

Le parole di Kiiro erano enigmatiche, e come al solito dimostrava una certa curiosità nel parlare di umani e dei loro comportamenti, come se desiderasse comprenderli, oppure li comprendesse già fin troppo bene.

 

“ Quello che è successo il 28 Marzo alla scuola superiore di Namimori …” si ricordò amaramente Akane, sentendo al suo fianco Akira abbassare la testa, mentre probabilmente le tornava in mente lo stesso dolore.

“ No …” disse Ten rabbrividendo, con uno sguardo vuoto e perso nel nulla.

 

“ Durante un periodo di sospensione dagli studi, a causa di una rissa generale tra i membri del Comitato Disciplinare e quelli del Consiglio Studentesco, è stata celebre l’evasione in massa di cento carcerati da una prigione russa. Un mese dopo, a Marzo e poco prima della fine dell’anno scolastico, gli stessi prigionieri hanno raggiunto il Giappone tramite una nave della marina giapponese.”

Il racconto di Kiiro era più dettagliato di quanto non sembrasse, e lentamente i ricordi iniziarono a collegarsi alle immagini che si palesavano davanti agli occhi dei ragazzi.

 

“ In seguito alla morte del preside della scuola e di circa un decimo del personale scolastico, i terroristi sono stati arrestati, secondo testimoni oculari, da dei ragazzi armati, scambiati per mercenari o soldati di un qualche paese straniero.”

Fortunatamente la Famiglia di Simon aveva attratto molto l’attenzione in quel giorno, non lasciando che nessuno potesse vedere Ten e i suoi amici combattere contro Bulldozer, o tantomeno Kevin contro Snake.

 

Ma il resto della storia tutti loro la conoscevano: un ragazzo di nome Luchas Ariyame era riconducibile alla lista dei sospettati che avrebbero potuto far evadere i criminali, ed attualmente era scomparso.

 

Ma anche determinati altri studenti erano spariti dalla circolazione molto velocemente, tra cui, più importante di tutti, il bersaglio sensibile di quell’attacco: Tengoku Marco Sawada.

 

“ Quando ormai il Governo Giapponese si è accorto che tutti i nomi associabili a Tengoku-sama erano spariti dalla città, come se non fossero mai esistiti, ha preso misure drastiche.”

Gli occhi dei sei complici del brutale assalto alla scuola superiore parevano essersi tinti di oscurità, come se accusassero nel loro corpo il dolore e la sofferenza degli innocenti.

 

“ Siete attualmente tutti voi, tranne Momoka-sama, ricercati dalle forze dell’ordine. Vi vogliono vivi per testimoniare la verità davanti alla stampa… anche per farvi diventare il capro espiatorio davanti alla società, così da non risentire più di fronte al mondo di quell’attentato. Ma ora …”

 

La macchina killer puntò con i suoi occhi dipinti sulla maschera il manipolo di uomini al casello.

“ Tengoku-sama, Azura-sama, Akane-sama… vorrei che osservaste per bene quegli uomini.”

 

Di fronte alla richiesta strana del loro compagno, i tre nominati acconsentirono senza opporsi. In fin dei conti, sembrava essere davvero un ottima guida in quella situazione a loro estranea.

 

I tre osservarono quel punto a lungo, ma solo dopo molto tempo Ten comprese dov’era l’anomalia, e soprattutto perché Kiiro aveva chiamato loro.

“ Alcuni di loro…” Incominciò il ragazzo, tremando mentre con i suoi occhi allenati passava da un particolare all’altro di quegli energumeni grandi come armadi.

“ Dieci… o forse quindici.” Aggiunse Azura, finalmente arrivata anche lei alla risoluzione del mistero.

 

“ Non sono normali poliziotti. Sono uomini addestrati ad uccidere.” Il bruno deglutì per la tensione, mentre notò che al suo fianco Akane si portava le braccia conserte al petto.

 

“ Non pensavo che anche voi due poteste notare il divario di potenza tra un uomo comune e tra un professionista.” La corvina parve meravigliata, ma rimase nel limite della sua compostezza.

Lei non sapeva, per via del suo lungo periodo di guarigione, che durante la seconda settimana, i due ragazzi avevano affrontato in un duello per la sopravvivenza Jacob il Machete, un pericoloso assassino poco meno potente di Korvo.

 

Loro tre quindi, erano i più abituati al saper riconoscere la pericolosità di un individuo, ma anche Akira per il suo allenamento in Scandinavia, e Drake per il suo in Germania, avevano avuto modo di scontrarsi contro avversari letali.

 

“ Esattamente.” Confermò Kiiro, voltandosi nella loro direzione.

“ Proprio per questo dovete fare molta attenzione a non scendere in uno scontro con loro. Sebbene tutti insieme riuscireste ad abbatterne anche tre in dieci minuti, la loro superiorità numerica mi darebbe non pochi problemi nel caso dovessi correre a salvarvi.”

 

 

Città di Namimori, sul tetto di un centro commerciale.

 

“ Gli ospiti sono arrivati come previsto, Herr Schlmit. ”

 

Dall’alto di un tetto distante qualche miglia dall’entrata in città, una persona con un binocolo era riuscita a scovare i sette ragazzi che almeno trenta uomini alla sicurezza in quel momento non riuscivano a vedere.

 

Era una ragazza, ma per la statura nella media da studentessa giapponese e per la voce acuta, sarebbe passata più per una ragazzina.

Aveva la carnagione chiara, con un velo di mascara viola chiaro sugli occhi e un rossetto color prugna.

Era minuta di corporatura, i suoi capelli erano neri e boccolosi, con dei ciuffi tinti di arancione che le sfioravano il fondoschiena.

Vestiva un top nero elegante che le lasciava scoperto il collo e parte del seno, mentre le spalle erano coperte da una giacca di pelle sbottonata e lasciata svolazzare al vento.

Indossava anche delle scarpette nere lucide con i tacchi, e il suo aspetto sarebbe anche stato grazioso, se non fosse stato per gli occhi rossi come il sangue e il fucile di precisione che portava sulla schiena, assicurato con una fascia di cuoio al petto.

 

Con la mano libera si portò una mano all’auricolare microscopico indossato sul suo orecchio, come a voler ristabilire il contatto di una conversazione.

 

 

“ Ghehehehe !” un altro individuo, seduto con le gambe penzoloni nel vuoto, scoppiò a ridere fragorosamente. Mentre rideva si sbracciava come un forsennato, senza però la paura di cadere nel vuoto.

“ Ce li stanno servendo proprio su di un piatto d’argenzo !” Annuì infine l’uomo, gracchiando allegro come un bambino.

 

Era chiaramente adulto, ma non sopra la cinquantina sicuramente. Sarebbe stato completamente calvo, se non fosse stato per un ciuffo arruffato di capelli viola scuro, che svolazzavano nel vento esattamente al centro della sua testa.

Vestiva una polo color porpora di qualche taglia più larga rispetto a quella che portava, e dei pantaloni neri incredibilmente stretti e avvolti da cinghie di cuoio.

 

Tra le mani sospese nel vuoto, stringeva due pinze tronchesi di ferro macchiato, aprendole e chiudendole di tanto in tanto.

I suoi occhi dal colore giallo vivido erano in netto contrasto con la sua pelle pallida, e le pupille guizzavano da una parte all’altra come se fosse affetto da strabismo.

 

 

“ Non servirà risparmiare anche i suoi accompagnatori, giusto, Arbeitgeber* (datore di lavoro, in tedesco) ?”

Alle spalle dei primi due, seduto a testa bassa su di una panchina, c’era un ragazzo sui vent’anni.

 

Effettivamente il più giovane dei tre, aveva la carnagione abbronzata e solcata da diverse cicatrici bianche sul collo, lasciato scoperto dalla larga maglietta grigia a maniche corte che indossava.

Portava dei pantaloni mimetici, con un giubbotto allacciato con le maniche a mo di cintura.

 

Era scalzo, e non portava nessun elemento distintivo nel suo vestiario, se non per una maschera di tessuto nero che gli oscurava la bocca e il mento.

I suoi capelli erano color biondo platino, lunghi ma tenuti dritti in un’acconciatura molto appariscente che sfidava la forza di gravità.

 

Quando sollevò lo sguardo, i suoi piccoli occhi neri come la pece scintillarono di violenza e spietatezza.

 

 

“ Quando mi dirai il motivo di riportare quei poveri ragazzi in un paese dove sono ricercati ?!”

Yukiteru camminava con le mani in tasca lungo la strada. Ormai lasciata la macchina, stava ritornando, insieme a Reborn, verso Namimori.

 

“ Ho pensato che un po’ di aria di casa avrebbe soltanto giovato al loro umore !” sghignazzò il Tutor Hitman, per nulla credibile alle orecchie del moro, che infatti un istante dopo lo afferrò per il bavero, spazientito.

“ Pensavo fossimo alleati …!” grugnì l’uomo, sfinito e snevato dalle continue prese in giro da parte dell’assassino.

 

“ Su, su !” si limitò a dire Reborn, senza nemmeno pensare di smettere di trattare l’altro in quella maniera.

“ Piuttosto, vuoi sentire un particolare interessante ?”

 

A quella domanda, palesemente retorica, il moro lasciò la presa.

“ Se mi vuoi far sapere che la città è riempita di mercenari, allora non è nulla di nuovo: da quella distanza me ne ero già accorto.” Mormorò, riprendendo il cammino con espressione annoiata in volto.

 

“ E se ti dicessi invece che in realtà il totale di evasi che ha assalito Namimori all’epoca era di novantasette ?”

Le parole del Tuto Hitman però, lo congelarono sul posto.

“ Ma …” Yukiteru parve tentennare, cercando di ricollegare le tessere del puzzle mentale che gli stava offrendo il sicario.

“ In totale, gli evasi di classe A erano cento.”

Un istante dopo, quell’affermazione perse ogni significato.

“ In realtà gli evasi che hanno attaccato la scuola erano di classe A… ma tre evasi di classe S non si sono presentati in quel giorno.”

 

Reborn era stato presente durante l’attentato, ed era anche riuscito ad eliminare fisicamente tutti gli avversari che gli si parassero davanti. Probabilmente aveva memorizzato tutte le facce dei criminali affrontati ed arrestati, ed era venuto a conoscenza di un dettaglio sfuggito ai Governi di tutto il mondo.

 

“ I Classe S sono sempre pochi nelle prigioni più all’avanguardia del mondo, perché persino i carcerieri non vogliono avere a che fare con loro. Sono per lo più assassini brutali, comandanti di organizzazioni terroristiche, oppure uomini colpevoli di aver rovesciato sistemi economici o reperito informazioni top-secret.”

Lentamente Reborn stava assumendo un tono serio, abbandonando la comicità di poco prima.

“ I tre Classe S evasi sono: Locusta, detto Snap, Eva Jane, detta La Cimice e infine… uno tra i più giovani Classe S del mondo, Clay Il Necroforo.”

 

“ Mi stai… PRENENDO IN GIRO ?!” esclamò Yukiteru, sussultando dai brividi di paura che lentamente si stavano impossessando di lui.

“ Come possiamo stare con le mani in mano mentre loro sono da soli contro dei mercenari e dei professionisti dell’assassino? Tu sai bene come sono i professionisti, potrebbero metterci meno di un istante per rintracciarli e raggiungerli !”

Nuovamente il ragazzo aveva afferrato Reborn, stavolta per un braccio, intendo a trascinarlo a forza verso Namimori.

 

“ Non vedo quale sia il problema.” Gli rispose con semplicità l’uomo, lasciandolo spiazzato ed inebetito.

“ E poi… non sono da soli.”

 

Nello stesso istante, Yukiteru si accorse di una persona che lo aveva appena superato, diretto verso la città.

L’uomo si voltò sconvolto, senza comprendere come avesse fatto a non accorgersi di una presenza estranea.

 

La figura che si allontanava correndo a perdifiato, venne colpito da un raggio di luce, svelando il rosso dei suoi capelli.

“ Chissà se troverò gente da uccid- ehm!... Pestare a sangue ?”

 

 

 

 

 

 

Angolo Autore:

 

Welcome back! Come va, boyz and girlz? Stanno andando bene le vacanze?

Io sì, devo dire che quest’anno l’estate è particolarmente innovativa nella mia vita. E, sperando sia così anche per voi, mi raccomando: non pensate neanche se stia trascorrendo in fretta o no.

GODETEVELA! Soprattutto per chi studia, ma anche per chi lavora e prenderà (o magari sta già prendendo) le ferie ^^!

 

Ok, passando al capitolo… so bene che è corto e molto di transizione, ma sarebbe stato troppo lungo e inadatto per me iniziarlo e concluderlo con l’eventuale rivelazione dei piani del padre di Drake.

Quindi per il prossimo capitolo, che non tarderà ad arrivare, vedremo come i nostri sette (o otto? O sempre sette? *lo fucilano*) amicissimi amici affronteranno gli ultimi evasi.

 

Spero di aver fatto chiarezza con le date delle vicende. In Giappone l’anno scolastico termina a Marzo, ma quando scrivevo i primi capitoli avevo in mente il sistema italiano. Se adesso andate a ricontrollare le date dei capitoli della prima Saga, vi sarà tutto più chiaro.

 

Bon, detto tutto. Arrivedoorci, Vongolini Tengokuini miei.

Alla prossima !

 

P.S: Per chi se lo steste chiedendo, il necroforo sarebbe il becchino.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn / Vai alla pagina dell'autore: Master Chopper