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Autore: Sanae77    03/08/2016    8 recensioni
Tutto segue le regole: Sanae e Tsubasa felicemente sposati.
Una vita tranquilla.
Una nuova avventura lavorativa.
Vecchi conti rimasti in sospeso.
Un tarlo che s'insinua nella testa...
Che cosa può accadere se un 'SE' resta in sospeso?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Capitolo 08
 
… Quattro mesi dopo ritiro della nazionale
 
Sono passati quattro mesi da quando ho scoperto di essere incinta; finalmente è arrivato il momento tanto atteso quello in cui io e il mio nuovo compagno dobbiamo dire a tutti gli altri di questa novità.
E quale migliore occasione di un ritiro in nazionale?
A Yukari ho già accennato qualcosa, ma al telefono era davvero difficile confidarle tutto.
Ci saranno proprio tutte Yoshiko, Yayoi, Azumi e la mia migliore amica Yukari.
La pancia si nota a mal fatica e devo dire che almeno in questo mi ritengo fortunata visto che è inverno.
Vorrei sganciare una bomba alla volta in realtà, senza considerare che ci sarà da affrontare anche la stampa.
So già che saremo sulla bocca di tutti.
Già qualche testata Spagnola ha notato la mia assenza sugli spalti.
Tsubasa si è sempre difeso con un no comment e non ha tirato in ballo niente di tutto quello che sta succedendo.
E gli sono eternamente grata per questo, in fondo ha sempre odiato mettere in piazza la sua vita privata, spero solo che continui così.
 
Appena faccio il mio ingresso nella sala, vedo Yukari sbracciarsi da lontano, Genzo mi osserva avanzare dal banco delle bibite.
Abbiamo deciso di fare le cose con cautela. Una cosa alla volta, anche se temo che il Capitano non starà così zitto, non con la sua dolce metà in campo, questo è certo.
Sono quasi sicura che Taro sappia già tutto, figurati se non si sono sentiti al telefono e quindi di conseguenza anche Azumi è già al corrente della situazione.
Fortunatamente è sempre stata una ragazza molto discreta e riservata, proprio come Taro.
Con la coda dell’occhio infatti intravedo la coppia d'oro sul terrazzo che sta parlando, proprio come pensavo.
 
Arrivo al gruppo delle ragazze e la mia migliora amica mi arpiona subito un braccio trascinandomi in disparte.
Non mi concede neppure il tempo di salutare le altre.
“Sanae, allora mi spieghi che diavolo sta succedendo? Dov’è il capitano?”
“Yukari, Tsubasa è sul terrazzo con Taro non lo hai visto?”
“Non sei venuta con lui? Perché non siete insieme?”
“No, sono quattro mesi che non viviamo più insieme.”
Mi afferra per le spalle spingendomi ancora più in disparte.
“Che cosa?”
“Yukari che ti prende? Lasciami. Hai capito bene, io e Tsubasa ci stiamo lasciando.”
Credo di non aver mai visto il volto della mia amica tanto sconvolto, sta boccheggiando come un pesce, proprio non riesce a formulare né un pensiero, né una frase.
“Che diavolo state combinando Sanae?”
“È finita Yukari… ho chiesto il divorzio.”
“Non- non posso crederci, state insieme da una vita che cosa è accaduto Sanae!”
“Non lo amo più, sembra impossibile, ma non provo più gli stessi sentimenti che provavo prima.”
 
Non è convinta, mi conosce troppo bene e capisce subito che c’è dell’altro.
Scuote la testa più volte incredula di fronte a una notizia tanto grande, poi cambia espressione assottigliando lo sguardo.
“Hai un altro vero?”
Abbasso la testa, è davvero impossibile mentirle, ma se ammetto questa cosa il passo da fare per dire CHI è il mio nuovo compagno è davvero breve.
Non so cosa fare ma evidentemente il tempo che sto impiegando è notevole e Yukari come sempre intuisce tutto prima che io parli.
Altrimenti che migliore amica sarebbe.
“Il tuo silenzio è più che eloquente Sanae, sputa il rospo: chi è?”
“Yukari, per ora preferisco tenere la cosa ancora riservata è un momento molto delicato, non vorrei che la stampa ci andasse a nozze.”
“Oh cielo, allora è grave, allora è qualcuno che conosco” afferma più che convinta.
“Ti prego non ora.”
“Va bene, va bene, ma prima che questo dannato ritiro finisca voglio sapere tutto. Dai torniamo dalle altre.”
 
Mentre percorro il breve tratto che separa dalle altre ragazze Azumi mi fissa dritta negli occhi poi con un leggero cenno della testa m’invita verso il buffet.
“Aspetta, vado a prendere qualcosa al buffet” dico a Yukari prima di arrivare dal gruppetto.
Mi avvicino al tavolo e attendo Azumi.
Non passa molto prima che avverta la sua presenza vicino.
“Sanae, come stai?”
Una mano a stringermi la spalla per infondere un po’ di coraggio.
“Cosa ti ha detto Taro?”
“Secondo te?”
“Tutto.”
“Infatti, tutto, come procede la gravidanza?” chiede dolcemente indicando con la testa il grembo. So che stanno provando ad avere un bambino, ma che questo purtroppo non arriva.
“Bene, grazie. Le altre ancora non lo sanno.”
“Lo so, non spetta certo a me dirlo. Sarò onesta Sanae faccio fatica a pensare a te e Genzo.”
Sbuffo un sorriso ironico mentre rispondo: “Faccio fatica pure io, non temere.”
“Avete deciso per ora di tenere nascosta la vostra relazione?”
“Una cosa alla volta Azumi, prima il divorzio con il Capitano, dopo il resto.”
“Non potrai nascondere a lungo la gravidanza.”
“Lo so. Senti Tsubasa come lo hai sentito? Come sta?”
“È venuto da noi per tre giorni Sanae, è molto arrabbiato e frustrato, temo che non sarà facile.”
“Mi ha minacciata sai, ha detto che se il bambino è suo non mi lascerà mai l’autorizzazione ad andare via dalla Spagna.”
Annuisce, immagino che le stesse parole siano state espresse anche a loro.
“Sanae, cerca di capirlo è successo tutto così all’improvviso… per voi doveva essere un momento di felicità.”
“Lo so, non riesco neppure più a parlare con lui dopo che ha saputo del bambino.”
“Dagli tempo.”
“Hai ragione.”
“Vieni andiamo da loro, magari vi farà bene stare un po’ insieme.”
Sospiro perché non so quanto possa essere una buona idea.
Mi volto un secondo e proprio come avevo immaginato i suoi occhi sono su di me.
Sento delle vibrazioni quando mi guarda.
Genzo è preoccupato mentre con passo incerto mi sto dirigendo insieme ad Azumi sulla terrazza.
 
***
 
Avere un ottimo amico è tutto.
E con Taro posso mettere davvero la mano sul fuoco.
Certo l’avrei messa anche per Genzo fino a cinque mesi fa.
“Stanno arrivando.”
La voce del mio amico mi fa sobbalzare, sono diversi mesi che non incontro Sanae.
Sinceramente l’idea di rivederla qua mi ha angosciato fino a togliermi il sonno, ma prima o poi doveva accadere.
Hanno avuto l’accortezza di venire separati, almeno questo.
Non riesco più a tenere a bada la stampa però, dovrò almeno dichiarare che ci stiamo separando, ma non so davvero come affrontare il discorso del bambino, anche perché a breve si vedrà e non potremo esimerci.
“Ciao.”
“Ciao, Sanae, come stai?”
“Bene grazie tu?”
“Me la cavo.”
“Vi lasciamo un attimo da soli” la voce pacata del mio compagno mi lascia a questo incontro con mia moglie. Tra poco ex.
“Volevo ringraziarti per non aver fatto dichiarazioni alla stampa.”
“Non credo che possa durare per molto, credo invece che già stasera dovremmo dire qualcosa.”
Annuisce.
“Possiamo affrontare soltanto una cosa alla volta? Possiamo dire soltanto del divorzio?”
“Mi pare la cosa più sensata, anche se non credo si potrà mascherare per molto la gravidanza.”
“Hai ragione, ma possiamo affrontarla dopo questa questione.”
“Come preferisci, sei tu che verrai presa di mira, non certo io.”
E mi esce veramente acida quest’ultima risposta.
“Credo che ci coinvolgerà tutti invece, l’intera nazionale per l’esattezza. Spero che questo non comporti problemi alla vostra resa in campo.”
“Fortuna che gioco in attacco e ho pochi contatti con la porta.”
Insomma non sono obbligato a giocare con Wakabayashi.
“Già.”
Cala un profondo silenzio imbarazzante tra di noi. Non mi ero mai sentito così con lei, mai.
Dopo un lasso di tempo durante il quale, nessuno dei due riesce a proferire parola; decido di congedarmi e raggiungere gli altri.
 
Sanae la vedo di sfuggita raggiungere le ragazze, le vedo parlottare, già tutte sanno, già tutti sanno, lo leggo nei loro occhi nei loro sguardi.
Genzo cerca di mantenere un atteggiamento composto, cercando d’ignorare i commenti delle persone che hanno visto sempre me e Sanae come coppia indissolubile.
Arrivo al gruppo che si è riunito vicino al tavolo delle bibite.
Mi unisco a loro, ovviamente avevo immaginato bene, siamo l’argomento della serata, era inevitabile, solo dal fatto che siamo arrivati separati.
“Abbiamo saputo delle vostre difficoltà Tsubasa mi dispiace tantissimo.”
Ryo, è lui a parlare, credo sia la prima volta che lo vedo così serio.
Genzo mi guarda e vorrei urlare al mondo intero che in mezzo a tutto questo disastro c’è lui.
E l’occasione d’oro si presenta quando Hikaru butta lì una frase che davvero racchiude tutto.
“Quando accadono certe cose è perché c’è un altro di mezzo, non ho dubbi.”
“Lo credo anch’io.”
Rispondo guardando il mio rivale negli occhi.
“Non posso crederci, dai non Sanae” chiarisce Mamoru mentre sorseggia una bibita.
“E pensate che è la storia più vecchia del mondo; è una persona che non avrei mai immaginato, una persona che ho sempre considerato come un fratello.”
Bene adesso ho l’attenzione di tutti. Genzo inclina le labbra di lato in una smorfia di disappunto. Tanto prima o poi doveva venir fuori no? Quindi che tutti sappiano che razza di amico hanno in nazionale.
“Vero Genzo?”
Il mio sguardo fisso nel suo.
“Non credo sia il momento più adatto per mettersi a discutere di questa cosa.”
Faccio un passo avanti, tutti sono storditi dal nostro comportamento.
“Invece io credo sia proprio il momento ottimale per dire a tutta la squadra che il mio migliore amico se la spassa con mia moglie; che lei è incinta e non sappiamo di chi sia… insomma è giusto che lo sappiano da noi invece che dalla stampa vero Genzo?”
Quel sorriso sghembo che tanto ho adorato in campo contro i nostri avversari adesso mi fa montare un’enorme rabbia.
“Che diav-diavolo state dicendo?”
La voce ci Ryo rimbomba tra questo cerchio di calciatori sbigottiti dalla notizia.
“Vieni andiamo.”
Ed è Taro che mi trascina via di lì, prima che le mie mani strinte in un pugno atterrino su quel sorriso che adesso sto odiando.
Lascio a lui tutti i convenevoli della spiegazione, che si arrangi, io ho già la stampa da gestire. E in base a quello che ci siamo detti prima con Sanae decido di affrontarla subito, così cerco un giornalista e gli regalo uno scoop da prima pagina, almeno qualcuno sarà contento.
 
***
 
Ho solo confermato, che altro c’era da aggiungere, fanculo a tutti.
Alla fine meglio così: via il dente, via il dolore.
E nel preciso istante in cui mi congedo vado da lei.
Lei che è tutta la sera che osservo da lontano, lei che vorrei proteggere da tutto questo.
Sarà come un’onda anomala che travolgerà le nostre vite, ma quando tutti si saranno dimenticati di noi, l’onda tornerà al suo posto e il mare tornerà nella sua sede naturale.
Dopo, tutto, tornerà a tacere e noi continueremo la nostra vita. Dobbiamo soltanto superare questo momento e attendere la nascita del bambino.
La raggiungo, appena sono dietro di lei tutte le altre ammutoliscono.
La vedo voltarsi piano quasi intimorita.
Sposta gli occhi a destra poi a sinistra mentre mormora: “Che fai qua avevamo deciso…”
“Tsubasa ha dato spettacolo lo sanno tutti; oramai inutile continuare la farsa – mi chino e le sfioro l’orecchio – preferisco tornare il albergo, non voglio problemi stasera… vieni via con me?”
“Immaginavo. Sì, vengo via con te.”
Torna a guardare le ragazze che ancora incredule mi stanno fissando. Avrei voglia di gridare la mondo intero che non hanno di fronte un marziano.
Diamo il tempo a tutti di digerire la notizia.
Penso questo mentre tento di auto convincermi che tutto andrà bene.
“Ragazze ci vediamo al prossimo raduno.”
Liquida tutte con questa frase poi si volta e superandomi si dirige verso l’uscita.
L’affianco mentre insieme lasciamo la sala.
Insieme, vicini, come non lo siamo mai stati.
 
***
 
“Ma-ma che diavolo sta succedendo?”
Chiedo rivolta alle mie amiche. Mi guardano e quasi tutte fanno spalluccia, eccetto Azumi che si volta e cerca lo sguardo di Taro.
In entrambi i loro occhi leggo preoccupazione.
Sopraggiunge Ryo di corsa fugando ogni nostro dubbio.
“Yukari, non hai idea di che cosa ci ha appena detto Tsubasa.”
“Cosa?”
“Lui e Sanae divorzieranno.”
“Questo lo sappiamo.”
“Ma non sai il perché” afferma tutto trionfante.
Nego vistosamente
“Sanae e Genzo stanno insieme!”
Porto le mani istintivamente alla bocca coprendo lo stupore che ne è uscito.
Le mie pupille registrano lo stesso sbigottimento sulle facce di tutte le altre.
“Non posso crederci.”
“Aspetta non è tutto… Sanae è incinta e non sanno di chi sia il bambino.”
“Ommioddio!”
“Adesso basta! Piantatela – Taro interrompe tutti facendoci sobbalzare – Finitela di fare salotto e pettegolezzi, sono e rimarranno sempre i nostri amici, quindi dobbiamo proteggerli da tutto quello che ne conseguirà dopo che la stampa lo scoprirà. Proprio non riuscite a capire in che pasticcio ci cacceremo tutti se non restiamo uniti? Volete perdere l’affiatamento di tutta la nazionale, o ancora peggio perdere i nostri amici? Già la situazione è intricatissima, non mettiamoci anche noi e cerchiamo di proteggerli.”
“Hai ragione Taro, scusaci” mormora il mio ragazzo.
“Taro ha ragione, dobbiamo cercare di difendere la nostra squadra da tutto questo, e i nostri amici.” Affianco la metà della Golden Combi per sostenere la sua teoria. Gli altri dopo un secondo di smarrimento annuiscono e tornano composti come sempre.
 
Riesco ad allontanarmi quel tanto che basta per fare una telefonata.
“Pronto?”
“Sanae…”
Un sospiro proviene dall’altro capo del telefono.
“Yukari, sono molto stanca, è stata una serata molto impegnativa, per favore possiamo rimandare l’interrogatorio a domani!” esclama in tono rassegnato perché tanto sa già che non cederò.
“Ho chiamato solo per dirti che se hai bisogno io sono qua, per qualsiasi cosa. Tutto questo non influirà sulla nostra amicizia… Siamo tutti con voi.”


“Grazie, sei un'amica.”
“Gli amici ci sono nel momento del bisogno e delle cazzate.”
La sento scoppiare a ridere.
“Grazie.”
“Per cosa?”
“Per avermi strappato un sorriso in questa pessima serata.”
“Ah… guarda che poteva andare peggio.”
“Impossibile! Peggio di così?”
“Oh sì, immagina Ryo che balla in mutande sul tavolo mezzo brillo.”
Ancora ride.
“Ok, hai visto, è un’immagine ripugnante, quindi sì, poteva andare decisamente peggio. Ora ti lascio sarai stanca.”
“Yukari… Grazie.”
“Dovere, ci sentiamo domani, ti voglio bene.”
“Anch’io, notte.”
“Notte.”
 
Interrompo la comunicazione e fisso il cellulare.
Cavolo Sanae, come diavolo hai fatto a cacciarti in un casino simile… penso.
Un sorriso si forma sul mio viso.
Temo che Anego sia tornata e che sia stato proprio Genzo a risvegliarla.
 
 
… Giorno dopo il ritiro, Amburgo
 
 
E neppure nella previsione più funesta avrei creduto che un giornale potesse essere tanto spietato.
Lo sto ancora rigirando tra le mani.
Ma Tsubasa! Che cazzo ha dichiarato?
 
Il fantasista del Barca, forse, tradito dal suo migliore amico.
 
Il ritiro della Nazionale giovanile Giapponese ha rivelato degli inquietanti retroscena. Dopo un’intervista rilasciata spontaneamente dal Capitano, veniamo a conoscenza che lui e sua moglie stanno divorziando.
Un amore nato dall’infanzia, coltivato sui campi da calcio, sopravissuto a lunghe assenze, pare sia tramontato con l’incarico della moglie per l’industria farmaceutica dove effettua lo stage in Germania.
Voci di corridoio narrano che lei abbia un altro.
La foto la ritrae insieme al portiere, con il quale si allontana dalla festa del ritiro. Tutto ci fa presagire che forse il tradimento sia doppio, sia della moglie, ma anche del migliore amico… continua.
 
Dopo aver letto l’articolo però capisco che il giornalista ha semplicemente fatto uno più uno.
Lo stage in Germania e noi due che andiamo via insieme.
Siamo stati troppo ingenui, ma tanto era davvero inutile tirarla per le lunghe.
 
Sanae scende le scale ed entra in cucina.
Ha la faccia assonnata e i capelli scompigliati.
“Buongiorno.”
“Giorno… novità?” chiede indicando il giornale con la testa.
“Mh-mh.”
“Fa vedere” mi esorta arrivando alle spalle.
Si appoggia alla schiena e non solo sento il suo seno, ma anche la pancia che sta diventando sempre più ingombrante.
“Oddio!” esclama stupita dall’articolo.
La sua preoccupazione la deve avvertire anche il bambino perché sento distintamente sulla schiena un calcetto.
E questo movimento mi lascia senza parole.
Le sue mani mi stringono le spalle.
“Hai sentito?” domanda con voce tremante.
Annuisco, perché ho sentito così nettamente il movimento che il mio cuore s’è fermato un secondo.
Giro su me stesso aiutato dallo sgabello sul quale sono seduto, così me la ritrovo in mezzo alle gambe e mosso dall’emozione la stringo a me con tutto l’amore di cui sono capace.
Mi abbraccia stretto mentre le sento mormorare.
“Come vorrei che fosse tuo.”
Una mano scende ad accarezzarle il ventre.
“Lo amo già come se lo fosse. E anche se non dovesse essere mio, non importa sarà come se lo sia.”
Si discosta un secondo i nostri occhi s’incatenano.
“Ti amo Genzo.”
“Io di più.”
Rispondo stringendola a me.
 
 
… Spagna
 
 
Scuoto la testa mentre leggo su internet il giornale che è stato pubblicato dal reporter al quale ho rilasciato l’intervista.
Che idiota, ha inserito anche cose che ovviamente non avevo detto ma stupidi non sono e francamente l’altra sera era facile fare uno più uno.
Rimugino ancora: come è possibile che la mia si sia trasformata così radicalmente in pochi mesi?
Osservo il nuovo appartamento dove sono tornato.
Davvero non potevo stare dove abbiamo vissuto felicemente insieme per tanti anni.
Ogni angolo mi ricordava lei, ogni mobile che abbiamo scelto insieme era impregnato del suo odore.
Mi manca Sanae, mi manca come l’aria.
Mi accascio sulla sedia dalla quale stavo leggendo.
Prendo la testa tra le mani e cerco di ricostruire la nostra vita, fino a trovare il punto esatto dove ci siamo persi.
Perché ancora mi tornano in mente le parole di Genzo.
Eravamo in due, e anche tu non sei immune da errori.
Vero, ma io ancora non ho capito dove posso aver sbagliato così tanto da perderla.
Ripercorro quei giorni trascorsi con loro, e rivedo tutto.
La complicità, il capirsi con uno sguardo, una parola condivisa che fa esplodere entrambi in una risata.
La conoscenza dei gusti personali dell’altra persona, la cura che avevano l’uno dell’altra.
Ho saputo che Genzo è rimasto a casa quando ha avuto la febbre… io non l’ho mai fatto.
Io non conosco i gusti di mia moglie, per esempio non sapevo che adora la spremuta, o che fosse appassionata di libri.
Che leggesse.
Alla fine penso e ripenso, ma io so davvero poco di lei.
A parte che da ragazzina si occupava di tutta la nostra squadra e che era innamorata del Capitano.
Capitano che da sempre ha pensato prima al calcio e, forse, dopo a lei.
Il portiere in fondo non ha tutti i torti, io non ho mai fatto un sacrificio per lei, ho sempre pensato solo a me stesso, credendo che anche lei condividesse le mie passioni.
Invece solo adesso mi rendo conto che ne coltivava altre a me sconosciute.
E mi manda in bestia sapere che lui in pochi mesi possa conoscerla meglio di quanto io ho avuto l’occasione di fare in questi anni.
Forse non dovevo concentrarmi così tanto sulla carriera.
Carriera che ha fatto mettere da parte la cosa più importante che avevo tra le mani.
Che ha fatto fallire il mio matrimonio.
Vero che lei sapeva che cosa l’aspettava, ma l’amore va coltivato e io non l’ho fatto.
E ora arriva questo bambino, che…
Francamente non so neppure io che cosa desiderare.
Perché se fosse mio forse ho una possibilità di ricucire e recuperare con lei.
Scuoto la testa perché so: è troppo tardi!
Ho aperto gli occhi troppo tardi.
Ma se quel bambino è mio, voglio avere l’occasione di crescerlo e di amarlo, e certamente non è possibile in un’altra nazione.
Quindi di una cosa sono certo, mi spiace per lei, ma dovrà tornare in Spagna, con o senza il portiere, francamente di questo me ne infischio, sono affari loro, non miei.
Cullato da questo pensiero esco per recarmi all’allenamento.
 
 
… tre mesi dopo Spagna
 
 
Ex moglie del fantasista del Barca già in dolce attesa.
 
Oramai è confermato il doppio tradimento.
Non è mai stato dato annuncio ufficiale, ma più volte l’ex signora Ozora è stata fotografata in compagnia del portiere dell’Amburgo.
Le ultime foto tolgono ogni dubbio sulla dolce attesa della signora. Ogni volta che la coppia viene avvicinata dai giornalisti il portiere, in modo molto distaccato, dichiara sempre un NO COMMENT, secco. Dopotutto sappiamo quanto questi personaggi siano riservanti nel mantenere la loro vita privata al di fuori delle testate giornalistiche… continua.
 
Altro tempo è passato da quando lei è andata via.
Altro tempo trascorso in solitudine, altro tempo che mi ha dato modo di riflettere, e forse Genzo non aveva tutti i torti perché ho dato il suo amore troppo per scontato, perché non l’ho coltivato, ma stavamo insieme da una vita, per me era una cosa consolidata che non era possibile cambiare.
Un dato certo.
Solo ora capisco che di certo e sicuro nella vita non c’è nulla e non bisogna mai dare niente per scontato.
Lei la davo per scontato, sempre al mio fianco, ovunque e comunque.
Non ho annaffiato il nostro amore, e non volendo lei ha trovato chi invece l’ha coltivato.
 
So che ha finito lo stage in Germania e che adesso ha preso una pausa per via del bambino.
Anche se mi ha già detto che l’azienda per la quale andrà a lavorare è in Spagna, dopo lo stage le hanno già proposto un lavoro, è sempre stata molto brava Sanae, forse solo io ignoravo tutto questo; tutta questa determinazione.
Poi ricordo però l’Anego che ha sempre vissuto in lei, certo, dopo le elementari era cambiata, ma ovviamente questo lato del suo carattere battagliero non è mai morto.
Forse proprio Genzo le ha offerto il modo di farlo emergere nuovamente, chissà.
Manca un mese al parto e davvero non so come comportarmi, ha detto che comunque mi avviserà quando sarà il momento.
Si è già informata ha detto che per scoprire la paternità del bambino ci vorranno al massimo tre giorni.
Devo solo decidere se andare lì, per il parto, o attendere il test.
Poi un dubbio s’insinua nella mia mente… se fosse mio figlio non posso mancare il giorno in cui verrà al mondo, quindi seduta stante decido che dovrò esserci.
 
 
Sento suonare il cellulare adagiato sul tavolo della cucina.
Lo afferro e rispondo senza controllare chi sia.
“Pronto?”
“Tsubasa, sono Genzo.” Sentire la sua voce mi fa irrigidire tutto il corpo, è più forte di me non posso farne a meno.
“Che vuoi?” un borbottio sommesso arriva dall’altro capo, e immagino anche il perché, ogni volta che ci sentiamo non sono certo il re dell’assertività.
“Ascolta Sanae ha rotto le acque, la sto portando in ospedale, era per avvertirti.”
Cala un attimo di silenzio, tanto che lui…
“Ehi, mi hai capito?”
“Sì, prendo il primo volo!”
E aggancio; merda ci siamo, mi tremano le gambe.
Afferro i primi panni al volo, fortuna che è un martedì e non devo giocare fino a domenica, preparo una valigia velocemente e mentre sono in auto prenoto il volo per Amburgo.
 
Il taxi mi lascia proprio di fronte all’ingresso.
Prendo un profondo respiro e varco quelle porte direzione maternità.
Sono passate 5 ore da quando il portiere mi ha chiamato.
Sanae ancora non ha iniziato neppure il travaglio, dicono che può succedere, che dalla rottura del sacco alle doglie può passare molto tempo.
Mi fermo un attimo nella hall e decido di prenotare una stanza in albergo almeno per questa notte, visto che non sappiamo quanto ci vorrà.
Genzo ha detto quinto piano stanza 22.
Destino infame il numero della sua maglia.
Scuoto la testa per i pensieri assurdi che faccio.
Percorro il corridoio e finalmente arrivo a destinazione, busso e quando sento dall’altro lato che mi danno il permesso di entrare afferro la maniglia e lo faccio.
Camera privata e bellissima, non avevo dubbi conoscendo il portiere.
Lui seduto sulla poltrona lì vicino, Sanae distesa sul letto con un macchinario vicino che emette un suono calmo e costante.
“Ciao Tsubasa!” esclama lei sorridendo.
Mi avvicino al letto titubante. Genzo si alza.
“Vi lascio un attimo da soli.”
“Grazie” mormora Sanae.
Cala il cappellino sul volto ed esce.
Non mi capacito della figura femminile che ho di fronte, non avevo ancora avuto l’occasione di vederla a gravidanza così avanzata.
“Co-come stai?” le domando affiancandola al lato del letto.
“Bene, il travaglio non è ancora iniziato, stiamo aspettando.”
“Ma è in anticipo di un mese, non ci saranno dei problemi?”
“No, stai tranquillo, all’ultima ecografia avevano già stimato un peso di quasi tre chili, non dovrebbero esserci problemi.”
Annuisco. Sono come incantato da questa figura che ho di fronte. A Sanae la maternità dona, è così bella.
Ma la cosa che mi attira di più è il suono che emette il macchinario.
“Che cos’è questo rumore?”
“Mi stanno facendo il tracciato e questo è il suono del battito della bambina.”
“Bambina? Non me lo avevi mai detto.”
“Non me lo avevi mai chiesto… non mi hai mai chiesto niente, Tsubasa…” constata incassando le spalle.
E ha tremendamente ragione, non le ho chiesto mai niente di lei o della gravidanza, ma… al diavolo non so neppure se è mio.
“Sai è difficile se non sai se è tuo.”
“Capisco, anche se un semplice tutto bene… non avrebbe guastato…”
Sospiro, perché forse tutti i torti non li ha.
Afferra la mia mano e la mette sulla pancia.
“Senti” bisbiglia come a non voler interrompere la magia.
E avverto dei leggeri movimenti sotto la sottile pelle.
Le gambe mi tremano mentre prendo posto sulla sedia lì a fianco.
Non riesco a togliere la mano da lì, anche perché… era tanto che non accarezzavo Sanae e questo me ne dà la possibilità.
Volto lo sguardo per puntare i miei occhi lucidi nei suoi.
“È… è… bellissimo” sussurro.
Annuisce e mi regala un flebile sorriso, quasi nascosto, quasi intimo; dopotutto questa meraviglia potremmo averla creata noi, chissà.
A breve lo scopriremo.
I nostri occhi ancora si scrutano mentre la bambina continua a muoversi., sorrido anch’io, ma è lei a spezzare l’incanto distogliendo lo sguardo e puntandolo oltre la finestra.
Butto fuori l’aria che non mi ero reso conto di trattenere.
Poteva essere tutto bellissimo e perfetto, invece…
Mi sistemo meglio sulla sedia lasciando il suo ventre.
Il silenzio è calato nessuno dei due parla più, pochi attimi dopo dei passi; non ho neppure bisogno di voltarmi per sapere che è lui.
   
 
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