Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: AnnabethJackson    03/08/2016    2 recensioni
La prima volta che James riuscì a strappare un sì a Lily era venerdì 13 e mancò poco che il ragazzo ci rimettesse un occhio.
Chiariamoci, non era la prima volta che ci provava.
Dopotutto, Lily era davvero una bella ragazza e lui non riusciva proprio a resistere quando si trattava di chiedere un appuntamento a una dolce donzella: era o non era James Potter? Le ragazze facevano la fila fuori dal castello per uscire con lui, non aveva dubbi in merito.
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


LA PRIMA VOLTA IN CUI JAMES
RIUSCÌ A STRAPPARE UN SÌ 
A LILY
(e quasi ci rimise un occhio)
 


La prima volta che James riuscì a strappare un sì a Lily era venerdì 13 e mancò poco che il ragazzo ci rimettesse un occhio.
Chiariamoci, non era la prima volta che ci provava.
Dopotutto, Lily era davvero una bella ragazza e lui non riusciva proprio a resistere quando si trattava di chiedere un appuntamento a una dolce donzella: era o non era James Potter? Le ragazze facevano la fila fuori dal castello per uscire con lui, non aveva dubbi in merito.
Certo, il fatto che Lily Evans gli avesse dato il ben servito tutte le volte – e credetemi, non erano poche – non significava assolutamente niente.
Per come la vedeva lui, Lily Evans faceva un po' la difficile, tutto qui. Nulla che una buona dose di carisma e una manciata di charme non potessero risolvere.
Anzi, se doveva dirla tutta, in fondo era anche felice che Lily non fosse una facile preda: nel quel caso, James avrebbe perso l'interesse già molto tempo prima.
Ma non erano solo i continui rifiuti di Lily a renderlo più testardo: in lei c'era un qualcosa di strano – avrebbe quasi osato dire speciale. Gli intensi occhi verdi, forse? O quegli incredibili capelli rossi che, alla luce del sole, sembravano fiamme danzanti sulla sua schiena?
Comunque, dicevamo che il fatidico “sì” (Ah. Ah. No, non intendevo quel sì) arrivò un venerdì 13 del suo sesto anno.
Già, proprio quel venerdì 13.
Quello che secondo l'intero mondo magico porta sfiga, quello che presagisce morte certa, quello che, molto probabilmente, lo avrebbe portato a passare sotto una scala, a far cadere il sale sul tavolo e a vedere un gatto nero attraversargli la strada – il che era molto probabile visto il numero esiguo di gatti neri domestici presenti nel castello.
Quella mattina James stava scendendo a fare colazione in Sala Grande da solo. Aveva appena svoltato un angolo, ben attento a non passare sotto la scala che il custode – quel tipo lo voleva morto o cosa? – quando si trovò a dover schivare qualcosa di appuntito all'altezza dei suoi occhi.
Grazie al cielo James era un Cercatore davvero brillante per la sua età, ma se non lo fosse stato, probabilmente avrebbe dovuto dire tristemente addio al suo occhio destro.
L'oggetto appuntito altri non era che la bacchetta di Lily Evans, opportunamente puntata in avanti come ogni strega che si rispetti dovrebbe fare.
« No dico, mi vuoi mutilare in modo irreversibile, per caso? » domandò il ragazzo sarcasticamente, rivolgendole un sorrisetto divertito. « Giusto per saperlo, perché sarei davvero felice di essere invalidato se questo vuol dire essere toccato da te » aggiunse poi, ammiccando in direzione di Lily.
Dal canto suo, la ragazza alzò gli occhi al cielo, ormai abituata a certe frasi di prima mattina.
« Sei disgustoso, James. Come al solito. »
E fin qui nulla di strano: erano sempre le stesse frasi, sempre le solite battute, sempre le medesime risposte secche. Ciò che non era ordinario, quel venerdì 13, fu il piccolo sorrisetto che incurvò le labbra di Lily per un breve – molto breve in realtà – ma significativo istante.
Che stava succedendo? Era la maledizione del venerdì 13?
Lo stupore di James durò relativamente poco: certo, vedere Lily sorridere a una sua battuta – nemmeno troppo brillante in realtà – era qualcosa di nuovo e d'inaspettato, ma sapeva bene che Lily era un osso davvero duro e che un piccolo sorriso non significava per forza che lei sarebbe caduta ai suoi piedi con uno schiocco di dita, nemmeno di venerdì 13.
Quindi, com'era tradizione fare tutte le volte che incrociava il percorso di Lily Evans, James non si lasciò scalfire e partì in quarta con la sua domanda, certo di stare andando incontro all'ennesimo rifiuto.
« Allora, mia adorata e bellissima Lily, petalo di rosa, raggio di- »
« James, chiudi subito quell'apertura che ti ritrovi in faccia e che fai spacciare per bocca, altrimenti il mio sì ritornerà a essere un no, come tutte le altre volte » lo interruppe la ragazza, puntandogli la bacchetta che spruzzava scintille rosse sotto il naso.
James non poté fare altro che spalancare la mascella come un idiota.
« Cos- »
Lily sollevò un dito.
« Voglio mettere in chiaro un paio di punti prima che tu possa aggiungere altro » continuò imperterrita, alzando il mento e guardandolo dritto negli occhi. Strizzò un po' le palpebre, giusto per completare la sua espressione da “stai-zitto-e-non-osare-contraddirmi” che era un po' il suo marchio di fabbrica.
« Primo. Non farti strane idee in testa: domani pomeriggio usciremo, tu mi offrirai una burrobirra e io accetterò. Passeremo un bel pomeriggio insieme e poi torneremo al castello. Al nostro ritorno non ci sarà alcun bacio della buonanotte o qualsiasi altra cosa vada al di là del tenersi per mano. Dopodiché starà solo a me decidere se questa cosa potrà funzionare e andare avanti, chiaro? »
Il povero James deglutì suo malgrado.
Per molti motivi, si sentiva inevitabilmente confuso, uno dei quali la parlantina ipnotica di Lily.
« Secondo: prova un'altra volta a chiamarmi “petalo di rosa” o “raggio di sole” e questa bacchetta raggiungerà posti in cui non batte mai il sole, chiaro? E credimi, non sto scherzando » disse guardandolo seria.
James non ebbe neanche il tempo di annuire in segno affermativo che Lily lo aveva già superato con la sua camminata danzante, diretta dalla parte opposta alla sua. Fece qualche passo, ma poi si fermò.
« Ah, e... James? Terzo punto. Allacciati bene la cravatta, domani. Non voglio sentire strane voci in giro secondo le quali il ragazzo con cui Lily Evans esce è uno straccione. Detto ciò, ti auguro una buona giornata. » E scomparve.
Che diavolo era appena successo? Quanto tempo era passato da che James si era trovato a schivare la bacchetta di Lily Evans? Perché non riusciva a sbattere le palpebre e a deglutire?
Ma sopratutto: Cosa. Diavolo. Era. Appena. Successo?
James non seppe mai quanto rimase lì, immobile e con la mente che continuava a rivivere gli ultimi istanti, ancora e ancora. Ma quando alla fine comprese che sì, Lily Evans aveva accettato di uscire con lui di sua spontanea volontà, e che sì, non aveva dovuto ricorrere a nessuna pozione – non che avesse mai preso in considerazione la cosa, ovviamente – sul suo volto si creò un sorriso lento, ma grande.
« Devo essere particolarmente stupendo questa mattina... Le donne proprio non riescono a resistermi » borbottò tra sé e sé mentre, diretto alla Sala Grande per la colazione, sistemava il nodo della cravatta, sovrappensiero.
La prima volta che James riuscì a strappare un sì a Lily era venerdì 13 e fu anche l'inizio di una grande storia d'amore.


 


Salve, salvino, salvetto, severus.
Questa brevissima storiella è stata ripescata dalla mia cantina, in cui è rimasta a fermentare per oltre un anno.
E' stata scritta per il gruppo We are out of prompt.
Il prompt gentilmente suggeritomi era, per l'appunto, "la prima volta che James riuscì a strappare un sì a Lily" e questo è ciò che uscì a suo tempo.
L'ho sistemata un po'.
Adios, Potter-amici.

 

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: AnnabethJackson