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Autore: Federica_97    04/08/2016    3 recensioni
Strawberry è una ragazza dura, figlia del capo dell'FBI, con un grande dono.
Ryan è un ragazzo con precedenti, il tipico deliquente senza futuro, con precedenti penali e tanto altro.
Come possono due persone così diverse assomigliarsi tanto?
Eppure qualcosa li accomuna: il senso di colpa.
Strawberry porta dento di sè un segreto, un senso di colpa che da due anni l'ha fatta chiudere in sè stessa
Ryan invece è solo al mondo, senza nessuno a prendersi cura di lui.
Potranno gli occhi ghiacciati del ragazzo scongelare il cuore di Strawberry?
E può Strawberry dare a lui ciò di cui ha bisogno?
Un'amore nato nonostante tutto e tutti, loro per primi.
Ma l'incontro non sarà dei migliori, e i loro mondi così diversi potranno mai realmente incontrarsi?
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2

 

 

La matematica era già di suo una materia abbastanza difficile per tipi come Strawberry, se poi si ci metteva anche il fatto di aver dormito solo 2 ore-e anche meno- allora proprio era una battaglia già persa fin dall'inizio ciò che c'era scritto nero su bianco per lei era arabo in quel momento. Non si ricordava nemmeno come fare una divisione, tanto meno le espressioni e tutto ciò che una studentessa del quinto anno di liceo doveva saper fare.

Sbuffò mordicchiando il tappo della sua bic consumata e provò a risolve almeno un esercizio.

“Ehi, tutto okay?” il suo compagno di classe, il tipico secchione con gli occhiali grossi quanto schermi di televisioni attirò la sua attenzione parlando a bassa voce, temendo che il professore lo scoprisse.

“A meraviglia, a parte il fatto che in questo momento preferirei stare sotto le coperte e non so fare assolutamente nulla di tutto ciò”

Il ragazzo con gli occhiali la guardò e pensò a quanto fosse bella nonostante la ruga che le si formava al centro della fronte tutte le volte che la corrugava arrabbiata.

“Ti aiuto dai” le fece segnò di scambiarsi il compito col suo.

Strawberry lo guardò stranita, lui non aiutava MAI nessuno, trovava sempre una scusa per allontanarsi, poco importava se poi le prendeva dai bulli. L'importante era tenersi tutto il suo sapere per sé, poi gli occhi neri e i lividi sul viso era superflui.

“Dici davvero?”

“Sì, però muoviti. Non voglio finire nei guai per te”

La ragazza stava per prendere il suo compito quando all'improvviso una delle sue visioni la colse senza preavviso, senza che lei si aspettasse nulla.

Immagini confuse, ecco cosa erano. Tutto ciò che riusciva a distinguere era una ragazza che veniva trascinata da due uomini. Una ragazzina sui 14 anni, con al collo un ciondolo a forma di stella azzurra, che perse nel tentativo di liberarsi dimenandosi. E poi... niente, tutto si interruppe.

Scattò in piedi facendo rovesciare la sedia, provocando un rumore sordo che fece sobbalzare la classe.

“Momomiya, che cosa stai facendo?” l'insegnante alzò immediatamente la voce rimproverando la ragazza, in tutta risposta lei raccolse le sue cose mettendosi la cartella in spalla. All'improvviso tutto il sonno era sparito.

“Mi dispiace, devo andare” schizzò fuori dall'aula ignorando le urla del professore, se non fosse stata così impegnata a correre verso il dipartimento di suo padre avrebbe sicuramente pensato che per irritare quell'uomo bastava davvero pochissimo.

“Papà!”.

Trovò il padre seduto alla scrivania con in mano una bustina di plastica, mentre osservava il contenuto.

“Porca miseria!”imprecò Straw quando vide la stessa identica collana della visione. “Ho provato ad avvertirti prima ma avevo il cellulare a casa, ho visto tutto tipo 15 minuti fa. Maledetta scuola, maledetto cellulare, maledetto tutto” batté i pugni sulla superficie di legno mentre suo padre la voltava verso di sé.

“Tesoro stai calma, non è colpa tua” la rassicurò, “tu fai già anche troppo”

“Però non è abbastanza evidentemente”

“No, invece lo è. E' stata portata via un'ora fa, Straw, la tua visione è stata comunque in ritardo”

La ragazza sbuffò di nuovo, succedeva a volte e il perché non riusciva a capirlo. Perché ricevere ciò che può salvare qualcuno senza poterlo realmente salvare? Non aveva alcun senso, e non ne avrebbe mai avuto per lei.

“Capo, forse abbiamo una pista. I rapitori hanno appena chiamato la famiglia per il riscatto” Antonio accese il registratore mentre guardava Strawberry indeciso se chiederle quando fosse arrivata, ma decise di no.

“Eh certo, perché ora alla gente uno chiede dieci milioni in contanti. Ovviamente” stoppò la registrazione mentre si metteva al computer. “Se hanno chiesto di incontrarsi davanti al parco allora non saranno distanti. Cioè non possono permettersi di fare troppa strada con una ragazza in ostaggio. Avete già messo gli agenti in ogni angolo della città?”

“Certo” rispose Antonio. “Ma hanno detto ''niente polizia o la uccidiamo'' sono sotto copertura”

“Tipico, brutti stronzi. Quella ragazzina sarà terrorizzata” aprì la mappa della città sulla scrivania mentre con delle puntine rosse tracciava ogni possibile posto dove avrebbero potuto tenerla.

“Tu non hai avuto una delle tue...?” Antonio esitò un po' a chiederlo ma infine lo fece.

“No. Ma ti sembra che siano a comando le mie visioni? Mica le chiamo io e dico visione vieni a me e PUF arrivano. No, non funziona così. Ste cose arrivano quando meno me lo aspetto e ho anche abbandonato la scuola nel bel mezzo di un compito. Quest'anno mi bocciano” lo fulminò con lo sguardo prima di tornare a fare i suoi ragionamenti.

“Andrò a parlare io col preside, non preoccuparti”

Non diede nemmeno retta a suo padre, il tempo che perdevano era prezioso. Non conoscevano i criminali che avevano rapito quella ragazza e per quanto ne sapeva avrebbero potuto farle di tutto, anche.... non voleva nemmeno pensarci.

“Papà senti ci sono posti abbandonati o chiusi in questa zona?” toccò la mappa e la visione la colse di nuovo senza nessuno preavviso, eppure doveva aspettarselo.

Tutto ciò che vide fu quella ragazza che piangeva, legata per i polsi e imbavagliata e poi....barili. Enormi barili dove tipicamente si ci mette il vino.

“Ehi” Rick la fece sedere sicurissimo che le sarebbe girata la testa, come il molte delle volte.

“Sto bene, mi devo ancora abituare a tutto ciò” mormorò sotto voce.

“Che hai visto?”

“Niente di importante... Barili, erano cinque barili marroni e vecchi, quelli dove va messo il vino” spiegò.

Ad Antonio passò una strana luce negli occhi prima di scattare verso il computer e cercare qualcosa.

“Tu sei semplicemente una piccola genietta!” Esclamò Antonio, e magari fosse stato vero, pensò Strawberry, “trovato. È un cinema, fu chiuso all'incirca 4 anni fa. Completamente abbandonato, si chiama cinq barils

“Fai vedere” lo spinse via guardando il punto ed era esattamente dove aveva toccato poco prima. Forse iniziava a capire come funzionava questa cosa delle visioni. “Non abbiamo assolutamente tempo da perdere, andiamo!”

“Ferma, non possiamo intervenire subito. Doppiamo fare in modo che nessuno si faccia male, tanto meno la gente che non c'entra nulla. E sono le 10 del mattino e quella strada è trafficata a quest'ora”

Ed effettivamente aveva ragione Rick, dovevano assolutamente evitare che qualcuno restasse coinvolto se, e sperava di no, si sarebbe scatenata una sparatoria.

“Già. A che ora è l'incontro con la famiglia della ragazza?”

“All'una di stanotte”

“Bene, vado a farmi una dormita, ci vediamo stasera. Non ritardare Antonio o ti ammazzo”

Uscì e Rick sorrise, il capo sembrava essere lei. E questo lo rendeva orgoglioso, aveva la stoffa della leader.

 

 

 

 

* * *

 

 

L'orologio segnava le 00.15, mezzanotte ed un quarto e loro erano pronti ad entrare in azione. Avevano già un piano ben definito, e il primo punto era non farsi scoprire o fare qualcosa di stupido che mandasse a monte tutta l'operazione. C'erano in ballo la vita di quella povera ragazza che aveva solo 14 anni, e la priorità assoluta era farla vivere ancora per moltissimi anni.

Non che erano andati lì per uccidere qualcuno, ma se si sarebbero complicate le cose avevano ordine preciso, da Rick, di aprire il fuoco.

“Straw, niente colpi di testa. Fai come ti ho detto o ti faccio portare a casa” l'avvertì il padre, la ragazza in risposta sbuffò. A lei toccava la parte più semplice, andare a prendere la ragazza e tenerla con sé. O almeno lei credeva fosse semplice.

“Antonio con me, voi due dall'altro lato. Fate circondare l'edificio e fate silenzio” Ordinò ancora ai suoi agenti prima di raggirare il vecchio cinema e trovare una porta secondaria per entrare.

Strawberry li seguì, in silenzio, svelta come un gatto.

“Papà ma se io fac...”

“No, segui gli ordini e basta” fece segno ad Antonio di seguirlo mentre entrava.

“Gne” si lamentò lei entrando per ultima, arrivati a metà percorso si udivano già delle voci, erano lì e non sospettavano assolutamente niente.

Non che fossero tanto furbi ma...buon per gli agenti.

Strawberry entrò in una stanza completamente al buio, tanto che urtò qualcosa a terra e quasi si ruppe il piede, ma non poteva urlare, imprecare o chissà cos'altro. Se la scoprivano era morta, quei tizi potevano essere armati e lei invece no, non aveva neanche un tamburello per poterlo rompere in testa a qualcuno.

Sentì dei mugolii e quasi non le venne un colpo: “Carmen, sei tu?” la chiamò e in risposta ebbe altri mugolii e poi capì: era imbavagliata.

“Adesso mi devi aiutare a trovarti okay? E' completamente buio qui dentro e non vedo dove metto i piedi. Devi aiutarmi o allora finiamo male entrambe”. Okay, era consapevole che magari in quel momento non era la cosa migliore da dire ma..era realista lei.

Sentì ancora dei mugolii e dei colpi e si girò alla sua sinistra, sembrava essere chiusa da qualche parte e proseguì fino a trovare un enorme barile dove dentro c'era davvero la ragazza.

“E ora come la tiro fuori?” borbottò tra sé, quel coso era alto una ventina di centimetri più di lei e per tirare fuori lei doveva appigliarsi a qualcosa o sarebbe caduta dentro.

Si guardò intorno meglio che poté e trovò una sedia da trascinare vicino al barile e salirci sopra.

“Okay, ti tirò fuori, sono dell'FBI. Va tutto bene” la prima cosa che fece e togliere il bavaglia e notò che era piena di lacrime, povera piccola era davvero terrorizzata.

“Collabora altrimenti cadiamo” La tirò su e come previsto caddero entrambe sul pavimento gelido, fortunatamente niente di rotto.

Il frastuono che si sentiva da fuori era chiaro segnale che quei rapitori erano stati presi.

“Attenta!” La luce si era accesa e Strawberry venne colpita ad una spalla da qualcosa di appuntito, fortuna che si era spostata altrimenti l'avrebbe quasi sicuramente uccisa.

“Eh no, questo non si fa” l'uomo venne colpito alla testa da una bottiglia di vino mezza vuota e quasi non ci restò per quanto fu forte il colpo.

La ragazza alzò gli occhi e lo video, quel ragazzo biondo, spettinato come il loro primo incontro, maglione blu e jeans grigio topo.

“Ryan” lo chiamò, tenendosi la spalla “cosa ci fai tu qui!?” strillò pronta a rimettersi in piedi.

“Sta buona, che stai male. Devo scappare o mi fai nuovamente arrestare per qualcosa che non ho fatto. Ci vediamo presto e ti spiego, promesso” e si volatilizzò, come se lui lì in quella stanza non ci fosse mai stato.

“Straw!” suo padre si abbassò accanto a lei, “bimba mia che ti hanno fatto..?”

“Figurati sto bene” continuava a fissare il punto dove era sparito mentre la ragazza veniva presa in custodia dagli agenti.

 

 

 

* * *

 

 

“Straw, sicura di stare bene?” suo padre era in camera sua da almeno mezz'ora ripetendo sempre le solite cose.

“Papà ti prego, è un taglietto. Sto bene, non fa nemmeno più male. Lasciami in pace” nascose la testa sotto il cuscino.

Rick sospirò: “va bene, ti lascio dormire. Se hai bisogno svegliami” le lasciò una carezza sulla schiena delicatamente, prima di uscire e chiudersi la porta alle spalle.

Stava quasi per prendere sonno, così com'era, con la testa sotto il cuscino, quando sentì dei rumore provenienti dalla sua finestra che si apri poco secondi dopo.

“Dovresti chiuderla meglio questa”

Scattò in piedi dal letto, con solo gli slip e la canottiera, tipico suo abbigliamento per dormire.

“Che cavolo ci fai qui!?” urlò tra i denti indecisa se prenderlo a pugni o chiamare suo padre.

“Ti ho detto che mi avresti rivisto e allora eccomi qui” sorrise, guardandola da capo a piedi.

“Ryan sei folle!”

“E tu mezza nuda” e quel sorrisetto che le rivolse quasi le fece perdere l'equilibrio.

La sensazione che non se lo sarebbe più tolto dai piedi cresceva sempre di più.

 

 

 

 

Buona sera a tutti! Sono in ritardo e purtroppo ne sono anche consapevole. Spero mi perdoniate con questo capitolo.

Dal prossimo darò più spazio a Ryan e Strawberry e al loro rapporto che ancora non c'è ahahahah :D questo consideratelo una parte fondamentale per capire davvero tutto il resto. Sono sicura che siete curiosi di vedere cosa accadrà nel prossimo, no? :D

Li pubblicherò a pochi giorni di distanza, considerando che il 3° ce l'ho già pronto.

Smetto di scrivere (parlare) e vado ahahhahaha.

Alla prossima, un bacione! 

  
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