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Autore: The_Storm    05/08/2016    4 recensioni
È risaputo da tutta la London High School l'odio viscerale che Daniel Morrison e Lily Reynolds provano l'uno per l'altra. Il primo non riesce a fare a meno di stuzzicarla con qualche battuta, la seconda non può impedirsi di rispondergli per le rime. Ma se un giorno Daniel decidesse di andare oltre le battute e proporle una scommessa?
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Sento il suono della campanella, ma io sono già fuori dalla classe prima ancora che finisca. So bene che Daniel mi avrebbe trattenuta con altri litigi stupidi o tentativi inutili di farmi ridere. Non so cosa mi sia saltato in mente di accettare quella stupida scommessa. Insomma, so che non riuscirebbe mai a farmi ridere di cuore, ma oggi è una delle giornate "no" peggiori della mia vita ed è appena cominciata. Potrebbe accadere di tutto, quindi ho intenzione di evitarlo totalmente, almeno per oggi. Non c'è nemmeno Phoebe, la mia migliore amica e unica persona al mondo capace di calmarmi. Sospiro e mi dirigo verso l'aula di francese strascicando i piedi come se stessi andando al patibolo. 
Non ho mai desiderato così tanto tornarmene a casa come in questo momento, ma non posso ormai e saltare le lezioni non è nel mio stile. Non è che sia una di quelle secchione che perdono la vita dietro i libri scolastici, anzi è il contrario: proprio perché non ho voglia di aprire libro a casa preferisco imparare la lezione a scuola, in modo da dover svolgere solo alcuni esercizi a casa. Questo metodo mi serve soprattutto perché di pomeriggio lavoro in un negozio di musica abbastanza lontano da casa mia. È il lavoro migliore che potessi trovare, dato che vado pazza per la musica, soprattutto per il rock. 
Mi siedo, o meglio, mi lascio cadere sulla sedia con la delicatezza di una T-Rex incinta e col ciclo. Che poi, se è incinta non può avere il ciclo, ma, se non fosse incinta, questo sarebbe il periodo in cui avrebbe il ciclo, quindi è scazzata comunque e non osate mettere in discussione il mio ragionamento sensato. 
La professoressa entra in aula con un sorriso che renderebbe verdi di gelosia gli attori della pubblicità della mentadent. Minchia ride? È una giornata dimmerda. 
 
La campanella del pranzo è il secondo suono più bello per uno studente (il primo, ovviamente, è quello della campanella di fine lezioni). Seguo la massa tentando di non urlare un insulto dopo l'altro a questi caproni che non fanno altro che spingere o andare più lenti di mia nonna. Non ho la minima intenzione di sedermi accanto a qualcuno e fingere che le loro chiacchiere inutili mi interessino. Non oggi. Prendo un semplice panino con il prosciutto, una bottiglia d'acqua ed esco fuori, intenzionata a pranzare fuori in solitudine. Ovviamente non faccio in tempo a posare il deretano sull'erba che il più grande coglione di tutti i tempi mi si materializza accanto. Ma che cazz...ma perché non se ne sta con i suoi amici invece di rompere l'anima a me?
-Perché non sei con i tuoi babbuini?-
Si, beh, io ho il vizio di dire sempre ciò che penso, che sia una cosa buona o cattiva. Non m'importa molto ciò che la gente pensa di me. Se vado in giro con un aspetto quanto meno decente è solo perché sono io che voglio apparire così, per me stessa. 
-Ho una scommessa da vincere-
Si limita a rispondere scrollando le spalle. 
-Non vincerai, Morrison. Dovessi suicidarmi o tagliarmi le labbra, tu non vincerai-
Anche se non posso vederli, so che i miei occhi si sono illuminati come due fari. Competitiva? Ma chi? Io? Naaaah 
-Addirittura ucciderti? No, poi mi troverei costretto a seguirti nell'aldilà per continuare a tormentarti. Immagina la reazione delle persone: i novelli Romeo e Giulietta-
Okay, lo ammetto, la tentazione di scoppiare a ridere è tanta, più per il tono in cui l'ha detto che per la battuta in se. Mi mordo con forza il labbro inferiore, quasi facendo fuoriuscire un po' di sangue. 
Per il resto del pranzo, non fa altro che fare battute sui poveri malcapitati che gli passano davanti e, davvero, ho il mal di stomaco nel trattenere tutte quelle risate. Non credevo avesse questo lato simpatico. Ogni volta le battute che gli uscivano dalla bocca erano frecciatine acide contro di me e anche abbastanza stupide e scontate, a dir la verità. 
Il resto della giornata lo passo cercando in tutti i modi di evitare Daniel e, stranamente, ci riesco.  
 
 
Ormai è passata quasi una settimana da quando io e Daniel abbiamo fatto quella stupida scommessa. Le sue battute all'inizio mi causavano non pochi problemi dato che avevo una voglia di ridere assurda, ma, man mano che il tempo passava, riuscivo a resistere sempre di più. 
Ho raccontato a Phoebe della scommessa e lei ne è sembrata estremamente divertita e curiosa di sapere come sarebbe andata a finire. Phoebe è una ragazza davvero eccezionale. È solare, dolce, simpatica...ha sempre una parola buona per chiunque e perdona fin troppo facilmente. Ci conosciamo fin dal primo anno di liceo e da allora non ci siamo mai separate. Ovviamente, i litigi non sono mancati, ma i motivi per cui litigavamo erano abbastanza stupidi e dopo poco eravamo più legate di prima. Per me  un rapporto con una persona può definirsi "stretto" quando ci hai litigato almeno un paio di volte. Non si conoscono mai bene i difetti di qualcuno se non ci hai mai discusso, quindi, se decidi di perdonarla anche dopo un litigio vuol dire che tieni a lei e viceversa. 
 
-E allora, come sta andando la scommessa?-
Phoebe mi pone questa domanda ogni giorno, puntuale come un orologio svizzero. 
-La vincerò io-
E ogni giorno io le rispondo così, sempre più convinta. Ormai Daniel non sembra nemmeno più impegnarsi molto e sono certa che presto ammetterà la sconfitta. Un intero anno senza Daniel Morrison intorno...aggiungeteci qualche biscotto e un unicorno blu e sarò in paradiso. 
Phoebe ridacchia e scuote la testa, esasperata dalla mia testardaggine. 
-Senti, ti va di passare da Moe, dopo scuola? Non ci sarà nessuno a casa e non ho voglia di restare sola-
Annuisco scrollando le spalle. Moe è il bar dove ci fermiamo ogni volta che abbiamo voglia di stare insieme senza camminare e mangiare qualcosa. È anche il luogo in cui ci siamo conosciute. 
-Nessun problema-
Accetto passandomi una mano tra i capelli. 
D'improvviso, sento qualcuno abbracciarmi da dietro e stringermi a se. Sono sicura sia un ragazzo perché la mia schiena si appoggia su un petto che sembra essere di marmo e le braccia non sono da meno. 
-Buongiorno, Reynolds-
Spalanco gli occhi nel riconoscere la voce del più irritante coglione esistente sulla Terra e non. Mi stacco velocemente dalla sua presa, manco mi fossi bruciata. 
-Lo sarà solo se sparirai, Morrison-
Dico inacidita voltandomi verso di lui con le braccia incrociate sul petto. 
Per tutta risposta, lui ridacchia e si avvicina a me. Dato che io sono alta quanto un tappo e lui quanto l'Empire State Building deve abbassarsi un po' per arrivarmi all'orecchio. 
-Oggi perderai la scommessa, Reynolds-
Sussurra e, per qualche assurdo motivo, sento dei brividi percorrermi il corpo come se fossero scariche elettriche. Sicuramente mi è successo perché il tono che ha usato, unito al suo sguardo beffardo, mi hanno dato la sensazione che si tratti di una certezza assoluta. 
-Questo è tutto da vedere-
Ribatto riprendendo il controllo di me stessa e me ne vado, trascinando Phoebe per un braccio. 
-È stato così...wow! Il modo in cui si è avvicinato, ti ha guardata e ti ha parlato erano assolutamente meravigliosi!-
Esulta battendo le mani mentre gli occhi le brillano. Sì, Phoebe è convinta che un giorno o l'altro io e quel demente finiremo con lo stare insieme. Sul serio, le voglio un bene dell'anima, ma a volte credo che le manchi qualche rotella. 
-Phoebe non succederà mai, lo sai-
Alzo gli occhi al cielo e riprendo a trascinarla. Il problema è che legge troppi romanzi rosa e i film romantici sono i suoi preferiti in assoluto. Fin da quando ne ho memoria, lei mi ha sempre ripetuto che saremmo stati una coppia meravigliosa e che si vede lontano un miglio che gli piaccio. Ricordo che la prima volta in cui mi espose questa tesi le scoppiai a ridere in faccia e continuai per ben dieci minuti senza riuscire a fermarmi. 
-Io e quella sottospecie di vichingo non staremo mai insieme. Ed è l'ultima volta che te lo ripeto-
La minaccio puntandole un dito contro. Phoebe alza gli occhi al cielo e sbuffa. 
-Va bene, va bene-
Alza le mani in segno di resa, ma poi sorride. 
-Ci vediamo a storia?-
Annuisco e ci separiamo, andando in due direzioni diverse. 
 
La campanella di fine lezioni viene accolta con entusiasmo da tutti gli studenti della scuola, che si fiondano fuori come se fossero inseguiti da Lucifero in persona senza nemmeno dare ascolto alle ultime parole della professoressa. Per quanto mi riguarda, non ho poi così tanta fretta ad uscire e mi limito a mettere con calma le cose sparse sul banco nello zaino per poi avviarmi fuori. Per tutto il giorno non ho fatto altro che pensare all'avvertimento da parte di Daniel, ma in realtà lui non si è fatto vedere affatto oggi, se si esclude la scenata di questa mattina. 
Vedo Phoebe ferma davanti al cancello della scuola. La chiamo ad alta voce e lei mi sorride, agitando la mano in segno di saluto. Poi succede tutto così velocemente che non ho nemmeno il tempo di realizzarlo. 
Qualcuno si è fiondato su di me e mi tiene stretta abbastanza da rendere inutili i miei tentativi di liberarmi. Tempo due secondi e il maniaco inizia a farmi il solletico. Ora, dovete sapere che io soffro il solletico come mai nessuno lo ha fatto. 
Inizio a ridere e a dimenarmi come una dannata e so che, se non fosse stato per le braccia che mi tenevano saldamente, sarei crollata in ginocchio dato che sento la forza nelle gambe abbandonarmi. 
-B..basta! Ti...prego...-
Riesco a dire tra le risate continuando a tirare calci e pugni al vuoto. 
-La smetterò quando dirai che ho vinto la scommessa-
Daniel Morrison. Dannazione, sto ridendo. 
-No...non vale...così-
Sento il respiro mancare ancor di più a causa del fiato che spreco per parlare, ma a Daniel sembra non importare dato che continua, imperterrito. 
-Sicura?-
Chiede con quel dannato ghigno beffardo stampato sulle labbra. Annuisco, testardamente, e lui sembra intensificare il solletico. No, ora non ne posso proprio più. 
-Va...va bene-
Mi arrendo dimenandomi ancora. 
-Come? Non ho sentito-
Bastardo! Mi ha sentita, eccome. 
-Va bene!- 
Quasi urlo con il poco fiato che mi resta. Immediatamente le sue mani si fermano, ma deve aver capito che cadrei per terra se mi lasciasse dato che continua a tenermi. In un certo senso gli sono grata perché, sul serio, le mie gambe non reggerebbero il mio peso neanche a pagarle. Prendo dei profondi respiri per calmarmi, guardando il pavimento. 
Quando alzo lo sguardo, la prima cosa che noto sono i suoi capelli coperti dal solito cappellino di lana e, in seguito, le sue labbra incurvate all'insù in un ghigno beffardo e vittorioso. Mi stacco bruscamente da lui e lo fisso, furiosa. 
-Non vale così!-
Protesto pestando un piede per terra, ma lui scrolla le spalle. 
-Io ho scommesso che ti avrei fatta ridere e ci sono riuscito. Tu stessa hai ammesso che ho vinto, no?-
Figlio di....
Stringo i pugni e sento la voglia di schiaffeggiarlo farsi sempre più insistente. 
-Vengo a prenderti sta sera alle otto per portarti a casa mia insieme ai tuoi bagagli. Mi raccomando, sii puntuale-
Ghigna ancora prima di sparire.
Il mio viso perde quel poco di colore che ha mentre ricordo che avrei dovuto anche trasferirmi da lui. Entrambi viviamo da soli, quindi il problema genitori non sussiste, ma...Dannazione, non voglio fargli da schiava! 
Phoebe mi si avvicina e mi guarda preoccupata e confusa. 
-Lily? Va tutto bene? Che è successo prima?-
La sua raffica di domande mi fa sospirare e la guardo sconfitta. 
-Succede che ho perso la scommessa. Succede che da adesso sarò agli ordini di Daniel Morrison fino alla fine dell'anno. Succede che non andremo da Moe perché dovrai aiutarmi a preparare le valigie. Succede che sono fottuta, Phoebe-
  
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