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Autore: DaisyBuch    06/08/2016    0 recensioni
Olga Haraldsen è la contessa del Lago Twerjen, che vive sola nell'unica casa che si affaccia su di esso. In Norvegia esistono lunghi periodi che si alternano tra giorni di sola notte e giorni di sola luce, e nei periodi così detti delle "notti polari" succede qualcosa di strano ad Olga ed al lago. La giovane donna è vedova e nasconde dentro di sè un angosciante segreto.
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Olga e Nina uscirono dalla centrale della polizia dopo aver attestato che Olga non avesse nessun genere di disturbi mentali tramite la sua cartella online. Nina era stranamente silenziosa, forse si era pentita di aver fatto quella scelta, era pur sempre una sconosciuta. Olga intanto pensava freneticamente sul da farsi. Non aveva mai accudito una bambina, ma doveva farcela per una notte dato che non aveva altra scelta.
Pensò a cosa potesse piacerle da mangiare, o dove potesse farla dormire mentre lei..
Bip bip
Olga sbloccò il SUV con il telecomando a distanza.
Nina si avvicinò, era poco più alta della ruota della macchina.
Olga fece il giro ed aprì lo sportello, poi vide che dall’altra parte non c’era stata nessuna mossa di rimando, perciò fece il giro lasciando lo sportello aperto ed andò a controllare.
Nina arrancava verso la maniglia della portiera.
Olga sospirò e le aprì lo sportello, la prese in braccio e la fece sedere mettendole a cintura.
Rifece il giro e si mise seduta sul suo posto, chiuse lo sportello e guardò al buio il volto illuminato di Nina. La vide piccolissima rispetto al sedile.
Sospirò di nuovo, riaprì lo sportello e la rifece scendere posizionandola nei posti dietro della macchina, sempre mettendole la cintura. Non poteva rischiare nulla, era già pericoloso così.
Si rimise seduta e si allanciò la cintura, guardò dietro attraverso lo specchietto retrovisore e vide che lei la stava fissando silenziosamente.
Mise in moto.
-Nina, che musica ti piace?- le chiese per farla tranquillizzare un po’ mentre si dirigevano a casa.
Lei rispose poco dopo, pensandoci.
-La canzone dei tre cavallini.- rispose illuminandosi.
Olga la fissò.
-La..la canzone dei tre cavallini. Ma certo. Ehm..- non sapeva cosa rispondere.
-Il mio papà me la mette sempre.- disse, e Olga avvertì un tono nostalgico. Aveva troppa paura che potesse rimettersi a piangere, perciò decise di bloccarla sul nascere.
-Che ne dici se me la canti tu? Ti va?- le sorrise incoraggiante.
Nina aggrottò la fronte.
-Scommetto che sei bravissima, andiamo!- continuò.
La bambina allora cominciò sottovoce, ma minuto dopo minuto la alzò sempre di più.
-I tre cavalliiini, saltavano nella prateria e correvano veloci vivendo in armoniiia..-
Non si fermò per mezz’ora buona.
Ad Olga sanguinavano le orecchie. Si pentì immediatamente della scelta fatta.
Poi dopo aver ripetuto da capo la canzone almeno cinque volte si stancò evidentemente di cantare, forse si annoiava.
-Ora tocca a te!- quasi gridò entusiasta. Almeno cantare la aveva messa di buon umore, pensò la donna.
-A me?- chiese stranita Olga. Effettivamente poteva benissimo cantarla tutta, dato che ormai la sapeva a memoria.
-Si cantami una canzone.- stavolta era lei che incoraggiava Olga.
Olga ci pensò un po’ su. Quant’è che non cantava?
Sbattè gli occhi perplessa e rivide il suo repertorio.
-E va bene.- si arrese. Si schiarì la gola.

< Venite, dolci e leggiadre fanciulle
Fiori in pieno rigoglio
Badate, badate, prendetevi cura del vostro giardino
Non permettete a nessuno di rubare il vostro timo
Non permettete a nessuno di rubare il vostro timo
Che quando il vostro timo sarà colto
Al ladro più nulla importerà di voi
E dove il vostro timo sarà stato gettato
Germoglierà il rimpianto
Germoglierà il rimpianto
 
Il figlio del giardiniere era lì vicino a me
Mi diede tre fiori
Uno rosa, uno blu e uno violetto
E un roseto di boccioli rossi, rossi
E un roseto di boccioli rossi, rossi
 
Ma io rifiutai il cespuglio di rose rosse
E gli diedi un ramo di salice
Così che tutti potessero vedere
L'insulto arrecatomi dall'amore
L'insulto arrecatomi dall'amore>


La cantò a ripetizione, sia perché riacquistò il piacere di sentire la sua voce cantare, sia perché era una ninnananna meravigliosa che le cantava sempre sua madre. Quando smise di cantare del tutto sentì affiorare un sincero sorriso sulle sue labbra.. qualcosa di spontaneo che non le era mai uscito così facilmente.
Scosse la testa per tornare di nuovo alla realtà.
Guardò attraverso il finestrino e vide che Nina si era addormentata.


 
   
 
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