Psico: ViridorShipping
Chimica

Si dice che i legami che si formano tra due individui siano questione di chimica.
Lino non se l’era mai sentita di mettere in discussione quest’affermazione, anche se non poteva sapere se fosse del tutto esatto; la chimica faceva forse “scattare la scintilla”, come si diceva spesso, ma perché un legame diventasse davvero solido e profondo c’era sicuramente bisogno di altro.
Era stata forse chimica, quella che l’aveva unito per la prima volta al piccolo Ralts, quel giorno di tanto tempo prima. Ma quel legame si era accresciuto e fortificato grazie a qualcos’altro, a una forza che non sapeva da dove partisse. Dalla mente? Forse.
 C’era stato bisogno di passare molto tempo assieme e di conoscersi, di lottare e non solo. Quello che li legava era un potere mistico, invisibile, che non si poteva ricollegare a nulla di scientifico; il ragazzo sapeva che Gardevoir era in grado di conoscere qualsiasi cosa lui provasse, e la stessa cosa valeva per lui –sebbene non avesse nessun potere psichico. Ecco, forse non era neanche una cosa che partiva dalla mente.
«A che pensi?»
Si girò a osservare il ragazzo accanto a lui, che lo stava osservando con un’espressione incuriosita dipinta sul volto; lo vide sistemarsi il berretto sopra i lunghi capelli verdi, in uno di quei gesti automatici che colui che li compie non si accorge di fare, ma che gli altri notano con molta facilità. Rispose timidamente, come era solito fare: «Ai legami.»
«Legami? Che tipo di legami?»
«Tutti.»
Gardevoir, poco distante da loro, pareva essere distratta da altro, ma Lino avrebbe potuto giurare che li stesse ascoltando e che, sicuramente, capisse tutto. Capiva sempre tutto, e il suo Allenatore non sapeva se fosse per i suoi poteri di Pokémon Psico o per il rapporto che la legava a lui. Erano creature misteriose, pensava spesso il ragazzo; mentre quello strano tizio che aveva da poco conosciuto pareva comprendere tutto il loro mondo con una naturalezza disarmante e incomprensibile.
N –così aveva detto di chiamarsi, strano nome, nevvero?– si abbassò e prese ad accarezzare quello che aveva tutta l’aria di un micino viola e che grazie alla sua nuova conoscenza Lino aveva imparato a riconoscere come “Purrloin”. Questo si mise a fare le fuse e a strusciarsi contro le gambe del giovane, lasciandosi coccolare come se sapesse già dal principio che egli non gli avrebbe fatto nessun male.
Eppure non lo conosceva. Per quel poco tempo che aveva passato assieme a lui, il ragazzino di Hoenn aveva appreso che il suo nuovo amico (ormai poteva considerarlo tale, no?) era in grado di comunicare con qualsiasi Pokémon, in qualsiasi occasione, senza prima legarsi a lui e starci assieme per molto tempo. Era chimica, quella?
«Come fai?»
«A fare cosa?»
Lino indicò, impacciato, la creaturina che in quel momento si stava accoccolando tra le gambe dell’altro. «A comunicare così con i Pokémon. A fare in modo che si fidino di te anche se non ti conoscono.»
N sorrise. «Io non faccio nulla, succede e basta.» Allo sguardo perplesso del ragazzino, rispose girandosi verso il Pokémon Abbraccio che ricambiò lo sguardo. «Tu cosa fai per parlare con il tuo Gardevoir? Come fai a farti capire?»
«Non faccio niente, succede e bas–» Lino si bloccò. Poi scosse la testa e replicò, il tono di voce appena più alto del suo solito: «Ma io e Gardevoir ci conosciamo da tanto tempo, è diverso!»
«Diverso… sì, lo è.» Il ragazzo dagli occhi verdi riprese ad accarezzare il piccolo Purrloin, che piano piano si stava addormentando. «E il vostro legame è più forte. Quello che posso fare io con questo Purrloin cos’è? Accarezzarlo, dargli da mangiare, tranquillizzarlo se si spaventa. Tu e il tuo Gardevoir, cosa potete fare? Il vostro legame si è rafforzato dopo tanto tempo passato assieme, ognuno conosce tutto dell’altro e potete comunicare senza neanche parlarvi; se uno è felice lo è anche l’altro, e così se uno è triste, arrabbiato, abbattuto. Quella che vi unisce è una forza potente e indistruttibile, non si sa cos’è ma non è importante; c’è, ed è tutto quello che serve sapere.»
Mentre N parlava, il suo Pokémon gli si era avvicinato e l’aveva stretto in un abbraccio affettuoso.
«I legami sono strani, ci sono ma non li vedi, non sai mai come sono fatti. Spesso succede anche tra Pokémon e Pokémon.»
«E tra una persona e un’altra?»
Quello guardò lontano, lo sguardo indecifrabile perso nel vuoto. «Immagino di sì.»
In quel momento, Lino si chiese se quel giovane misterioso avesse mai provato a stringere amicizia con un’altra persona. Sentì le braccia di Gardevoir stringerlo più forte e nel guardarla negli occhi seppe che anch’essa pensava ciò che aveva pensato lui.
Lui aveva imparato com’era avere degli amici; si sentiva pronto a insegnarlo a qualcun altro.
Alla fine sarebbe stato interessante e istruttivo per entrambi, giusto?








Angolino dell' "ehi, ho una nuova fissa!"
La mia nuova fissa sarebbe questa ship, già. PERCHÉ SONO CARINI, OK? OK. 
Tra l'altro su Internet ci stanno pure le teorie che 'sti due sono la stessa persona-- anche se 'sta cosa ha meno senso dell'idea secondo cui Germania è Sacro Romano Impero, ma ormai me ne faccio una ragione -_- 
E Lino è un cosino puccio e spupazzabile e awawaww(?) - contegno, Generale, contegno. Ciao ciao! <3