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Autore: eli_s    08/08/2016    3 recensioni
Cosa succede quando un amore sopravvive silenzioso nel tempo? Possono vent'anni dividere per sempre due persone?
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alaric Saltzman, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nadia Petrova | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A proposito di….

 

Il suono della campanella viene seguito, dopo pochi istanti, dal rumore di sedie che si spostano, zaini che si chiudono, armadietti che sbattono e il vociferare allegro degli studenti che, per adesso, possono chiudere i libri e andare a pranzo.

Nadia e le sue amiche sono diretta in sala mensa mentre parlano dell’ultimo pettegolezzo a scuola o di come adesso manchi davvero troppo tempo alle prossime vacanze.

 

-Ma dai ma se siamo praticamente a fine novembre-

-Si ma è il periodo più intenso-

-Perché finora come è stato?-

 

Nadia e Claire guardano Kayla sospirare scocciata e si lanciano un’occhiata comprensiva; la ragazza dovrà sostenere un test di francese proprio l’ultima settimana di scuola prima delle vacanze e la cosa la preoccupa molto.

 

-Comunque non pensiamo troppo alla scuola….ma piuttosto a come festeggiare il tuo compleanno!!!!-

 

Nadia schiude la bocca imbarazzata rimanendo un attimo sospesa per aria mentre le altre aprono le porte della sala mensa, lasciandola li imbambolata. Poi sembra riscuotersi dal suo stato da ebete e le segue a passo svelto chiamandole.

 

-Ehi…come sapere che il 5 dicembre è il mio compleanno?-

-Se non vuoi che la gente ti festeggi, evita di metterlo tra le informazioni di Facebook-

-Ma i promemoria arrivano il giorno stesso-

-Claire controlla i calendari dell’evento su Facebook fino a due settimane dopo così da prevedere tutte le possibili feste da programmare-

 

Le ragazze si mettono in fila col vassoio e Nadia continua inutilmente a sperare di arginare l’amica.

 

-Si ma ….io non voglio festeggiare-

-Ah ma che dici! Compi 16 anni è obbligatorio  festeggiarti! Se fossero stati i 14 o i 15…o anche i 17…avrei potuto capire…ma 16…significa patente! Significa passaggio dall’essere una matricola alla libertà-

-Non siamo mica al primo anno…che c’entra l’essere matricola-

-Non fare la negativa-

-Nadia non hai molte possibilità di scelta..-

 

Le ragazze pagano alla cassa e vanno alla ricerca di un tavolo.

 

-Siamo americani!!Tu sei americana! Ogni occasione è buona per fare festa, devo davvero spiegartelo?-

 

Nadia sbuffa e alza agli occhi al cielo consapevole  del suo destino.

 

-D’accordo…ma niente feste in grande stile, al massimo …una cena!-

 

Si siedono posando vassoi e borse, Kayla apre la lattina di coca cola lasciandosi sfuggire un risata.

 

-Davvero pensi che Claire si accontenterà solo di una cena?-

-Grazie Ky…appunto come ti salta in mente? Ovviamente non possiamo farla a casa tua, senza offesa è troppo piccola-

-Per questo una cena sarebbe perfetta-

-Che ne dici di casa di Alec?-

 

Nadia strabuzza gli occhi assumendo una colorazione vicino al verde.

 

-Che cosa???’Sei impazzita!!!Non ci penso nemmeno, non farò la mia festa di compleanno a casa del mio ragazzo-

-Va bene…va bene-

-Qualcuno ha detto “festa” e “ragazzo”?-

 

Alle spalle delle ragazze giungono le voci di Colin, Alec e i gemelli Parker.

 

-Tutte cose che non vi riguardano-

 

Colin da un bacio fugace a Kayla sedendosi accanto a lei mentre uno dei gemelli ci prova con Claire che come sempre lo disdegna, Alec prende una sedia e affianca Nadia sorridendole dolcemente.

 

-Parlavamo del compleanno di Nadia-

 

La mora sussulta fulminando Claire con lo sguardo e suscitando, di contro, un’occhiata allarmata di Alec che viene subito colta da Kayla.

 

-Compleanno???-

-Che sarà a dicembre-

-Oh-

-Tranquillo  non eri tenuto a saperlo-

-Ti è andata di lusso amico-

 

Lo prendono in giro per la sua faccia spaventata e il pranzo continua con tutti loro che tentano di convincere Nadia a dare una festa, alla fine vincerà la proposta dello stesso Alec di sentire Caroline e Stefan se possono festeggiare a casa loro. Conoscendo Caroline sarà ben lieta di mettere a disposizione la propria casa.

Unico vincolo posto dalla ragazza è stato il numero di invitati ammessi, non vuole che dei selvaggi sconosciuti che non conosce nemmeno finiscano per devastare la casa di sua zia. Ora dovrà solo trovare il coraggio di chiederglielo.

 

 

 

********

 

 

Damon ed Elena non si sono più parlati, lei ha ripreso il suo telefono tramite Caroline ed ha tutta l’intenzione di evitarlo fino a quando le sarà possibile farlo. Purtroppo, nonostante la sua amica sappia bene cosa stia succedendo tra i due e abbia promesso di non dire niente a Stefan, Elena non è riuscita a dissuaderla dall’idea di coinvolgere anche Damon per le vacanze di Natale. In compenso lei ed Aaron sono in una fase apparentemente più stabile, né bene né male, semplicemente di quiete, si vede che quei giorni lontani li hanno un po’ calmati o forse sono solo i suoi sensi di colpa – che in realtà non le mordono neanche più di tanto la coscienza- ma ha deciso di non farsi troppe domande al riguardo.

Così il suo cervello ha tempo per farsi coinvolgere nel guazzabuglio di pensieri su Damon, principale suo tormento ed estasi.

Perché per quanto si impegni non riesce a fermare certi flash, attimi, di quella notte con lui. Perfino della loro litigata che, per quanto cruda, ha sempre ancora quel timbro di passione tipica dei loro battibecchi. Anche quando erano felicemente innamorati litigavano, spesso si punzecchiavano, ma quando litigavano era sempre un momento intenso.

 

E soprattutto finivano sempre per fare l’amore da qualche parte, anche dopo litigi brutti con cui si lasciavano – per tipo 5 minuti- e poi ricominciavano. Come una forza inarrestabile che le impediva fisicamente e mentalmente di liberarsi di lui, di smettere di amarlo.

 

Sospira mentre se ne sta in fila in cancelleria del Tribunale in attesa delle copie autentiche della sentenza dell’udienza di lunedì per cui si era dovuta preparare alla fine solo in due giorni, visto il tempo che Damon le aveva fatto perdere.

Comunque andasse era sempre colpa sua.

Sente la rabbia tornare a ribollirle nelle vene, era tanto tempo che non si sentiva così….viva….anche se avrebbe preferito esserlo per un motivo diverso. Viene riscossa dallo squillo del telefono.

 

-Ehi-

-Ehi….em dove sei?-

-In tribunale, perché?-

-Oh ottimo, un posto in cui non puoi urlare-

 

Elena cruccia lo sguardo perplessa, non che Caroline possa vederla, ma la sua voce le sembra nervosa.

 

-Perché? Di che stai parlando…-

-Beh ecco, ti ricordi no che dobbiamo vederci per fissare un po’ di dettagli per le vacanze di Natale, tipo le macchine, chi porta la spesa, chi la biancheria per la casa…-

-Si arriva al punto-

-E doveva essere una cosa tra noi mogli…si insomma io te Beka-

-Quindi….?-

-Beh mi ha chiamata Bonnie poco fa e mi ha detto che riesce a tornare per questo fine settimana-

-Davvero???Ma è fantastico Care! Avevo capito che Enzo non poteva liberarsi fino a Dicembre-

 

Bonnie Caroline ed Elena sono amiche dal liceo, Rebeka l’hanno conosciuta al college; per quando Bonnie adesso sia sempre via visto che è una fotografa e viaggia molto per lavoro è comunque sempre in contatto e, come Caroline, ha vissuto tutta la storia tra Damon ed Elena. 

Di fatti Caroline non vede l’ora che arrivi così da poterle parlare di tutto il loro ennesimo casino.

Mentre Caroline ed Elena si conoscono dall’asilo, Bonnie l’hanno conosciuta tra i banchi del liceo al loro terzo anno, per l’esattezza la prima fu Elena, nei bagni della scuola, quando la brunetta l’aveva trovata a piangere come una fontana a causa appunto di Damon, con cui aveva fatto una terribile litigata, finita come sempre con lui che decideva di mollarla perché incapace di renderla felice, quando lei invece voleva solo stare con lui.

 

-Già…e invece…sorpresa!-

-Sono felicissima adesso la chiamo-

-Sì ecco-

-Se è per questo che me lo ha chiesto prima ho comunque urlato…un pochino insomma-

-N…no non è per questo….si insomma ero con Beka quando ha chiamato e lei ha avuto la brillantissima idea di organizzare una cena di bentornato così Bonnie può presentarci Enzo-

-Mi sembra un’idea grandiosa-

-Sì e con l’occasione magari parlare anche delle vacanze di Natale….-

 

Elena porge le marche da bollo alla cancelliera che le passa le copie da lei richieste e la ringrazia per poi uscire dalla fila e sistemare il materiale nella sua borsa.

 

-Non capisco cosa ti stia preoccupando….possiamo conciliare le due cose…e poi Enzo ha origini italiane potrai sbizzarrirti in cucina tra lasagne e….-

 

Caroline, super agitata, la interrompe nervosa.

 

-Elena per la miseria ci sarà anche Damon!-

 

La mora, intenta a chiudersi il piumino beige per ripararsi dal freddo di fine novembre, si ferma un istante colpita in pieno da quella rivelazione.

 

-Elena….ci sei? Mi dispiace ma è stato inevitabile insomma…è venuta fuori la questione cena per Bonnie e poi ne ho parlato con Stefan e lui ha suggerito di fare una cosa cumulativa e ha proposto di invitare suo fratello e io-

-Va bene Care…lo capisco…prima o poi doveva succedere….di rivederlo-

-Volevo evitarti l’effetto sorpresa-

-Già…credo che quello ci sarebbe stato comunque-

-Senti non credi che sia il caso che vi parliate….insomma prima di vedervi alla cena-

-Per dirci cosa esattamente-

-Non lo so….ma per esperienza con situazioni imbarazzanti tra voi due ti faccio presente che il vostro gelo si percepirà sicuramente-

-Ti prometto che mi comporterò in modo maturo…ma non posso garantire per lui-

-Elena smettila-

-Non ci parleremo quindi è proprio impossibile che accada niente-

 

Caroline capisce dal suo tono e da come non la stia ascoltando che le cose non potranno che andar male e lei ha bisogno di parlare con qualcuno prima di esplodere del tutto per aria. Alla faccia delle sue promesse ad Elena, deve parlare con suo marito.

A proposito del quale adesso è proprio fuori con suo cognato.

 

 

****

 

 

Damon e Stefan sono usciti per andare in banca e chiudere alcune questioni della Società Augustine, di cui Giuseppe Salvatore era socio di maggioranza e in cui loro due sono poi entrati in qualità di eredi. E con l’occasione sono stati un po’ insieme come non succedeva da tempo, parlando dei loro figli e dei tempi andati.

 

-Alla fine papà ha fatto qualcosa di buono lasciandoci le quote della Augustine, con questo deposito ho raggiunto la cifra necessaria per mandare Nadia in qualunque college vorrà….e visto quanto è intelligente spero che punti al meglio-

-Chissà da chi ha preso…tra te e Kathrine non saprei chi scegliere-

-Ah ah…spiritoso…in realtà non lo so nemmeno io, è troppo buona per essere nostra figlia-

 

Stefan sogghigna mentre prendono un caffè con le stecche di menta e cioccolato da asporto.

 

-Bevi ancora questa roba-

-E tu scusa…che stai facendo-

-Beh ti vorrei ricordare che la mamma ce lo preparava sempre da piccoli-

-Si appunto-

-Ma conoscendoti pensavo avresti smesso…lo odiavi!-

 

Damon cruccia lo sguardo verso suo fratello.

 

-Anche tu lo odiavi-

-Beh questo conferma che siamo fratelli-

-Su questo ho sempre avuto dubbi-

-Pure io, quel ciuffo ridicolo ho sempre sperato ti scemasse con l’età…invece brizzolato è ancora più figo-

 

Ridono mentre si avviano per la strada immersi nel freddo autunnale.

 

-Senti invece Nadia come sta? Come è andata a Los Angeles?-

-Mmm…bene ….credo-

-Bene….credi?-

 

Damon curva lo sguardo colpevole verso Stefan che di contro lo studia perplesso.

 

-Non fare quella faccia…con quegli occhietti carichi di giudizio…mi ha detto solo che lei e sua madre hanno parlato ed è stato bello, non indago il contenuto dei loro discorsi, posso solo sperare nel buon senso di Kathrine che non parli male a sua figlia di suo padre-

-Mi è parso di cogliere della tensione tra voi due-

-Sennò non divorziavo, no?-

-Non con Kathrine, con Nadia-

-Oh….beh è strana ultimamente, non mi parla molto di sé…credo stia attraversando quella fase del tipo “sono un’adolescente, lasciami stare”-

­-Beh….spero che quanto tocchi a Julie, Care saprà cosa fare-

 

Damon fa spallucce, ma suo fratello lo conosce abbastanza bene per sapere che c’è qualcos’altro che lo preoccupa.

 

-Magari anche il fatto che adesso ha un ragazzo-

-E’ abbastanza difficile accettarlo, non girare il coltello nella piaga-

-Alec è un bravo ragazzo-

-Questo non c’entra-

-E’ solo la tipica gelosia paterna che prima o poi sperimenterò o è aggravata dal fatto che è il figlio di Elena?-

 

La mascella che si serra di colpo è la risposta che basta a Stefan per capire di aver premuto un tasto dolente.

 

-A proposito di Elena, che tipo è quell’Aaron?-

 

L’uomo dagli occhi verdi fa una smorfia non capendo l’improvviso cambio di discorso di Damon e soprattutto quella sua faccia fintamente disinteressata. E ormai ha piena conferma che sua moglie ha ragione nel continuare ad insistere che le cose tra loro due sono strane; in effetti se vogliono passare le vacanze di Natale tutti insieme non è davvero il caso che ci sia della tensione.

 

-Oh no, non faremo questo discorso-

-Cos….ma di che parli-

-Parlo di te che indaghi-

-Indago….tsk ho solo fatto una domanda..-

-Non è solo una domanda-

-E lo hai detto pure tu, mia figlia esce con suo figlio-

-Non fare il padre protettivo adesso-

-Non sto facendo nulla…ti chiedo solo un parere-

-Ma quale parere…-

-Siete super amici…tipo “il fratello che non ho avuto” –

-Non fare il geloso con me-

-Stef dovresti preoccuparti anche tu, si tratta di tua nipote-

 

Damon allarga le braccia con fare plateale mentre insegue suo fratello che, visibilmente scocciato, ha accelerato il passo ora che sono entrati dentro Central Park.

 

-OK senti….ti darò una sola possibilità-

-Di che parli-

 

Stefan si volta e lo guarda dritto negli occhi.

 

-Dimmi che sta succedendo tra te ed Elena….e ti forse ti dirò qualcosa su Aaron-

-Che fai, mi ricatti-

-Direi che è più…uno scambio-

-Non c’è nulla da dire…su me ed Elena…la storia la sai, se non sbaglio ti ho lasciato l’ingrato compito di scaricarla per me-

 

Stefan serra la mano attorno al bicchiere di carta, perché suo fratello, dopo tanti anni, riesce ad essere il solito coglione che ferisce per non essere ferito. Il suo solio meccanismo di difesa che lui non ha mai capito per quanto abbia provato ad accettarlo.

E anche adesso che sono entrambi adulti, padri, con responsabilità, dolori e fatiche alle spalle sono comunque sempre loro due; il maggiore scapestrato, istintivo e il minore riflessivo e pacato. Due facce della stessa medaglia.

 

-Dam, prima che io decida di smettere di fare l’adulto della situazione ti chiedo di non fare cazzate….lasciala stare-

 

Prova a mantenere un controllo difficile da preservare quando la controparte è Damon, e anche i toni di voce iniziano a salire di qualche decibel attirando alcuni sguardi di passanti per il parco.

 

-Perché dovete tutti pensare che sia io che vada a darle noia, che la mia vita sia una causa, una missione contro la felice e brillante vita di Elena Gilbert?-

-Perché è come quando stavate insieme, hai la stessa faccia, lo stesso sguardo…non le togli gli occhi di dosso un istante e lei diventa nervosa-

-Chi te le scrive la battute, tua moglie?-

-Damon è sposata, è felice, ha un marito che la ama, che è presente, che non l’abbandona alla prima difficoltà-

-Sai bene perché me ne sono andato! Sai bene quanto mi sia costato….sei stato il primo da cui sono venuto quando è successo e mi hai detto più e più volte che era la scelta giusta, più saggia-

-Non sto dicendo questo, ma adesso che sei qui non puoi pensare di tornare e incasinarle la vita-

-Dio sei proprio come tua moglie….tutti pronti a dare la colpa a me….Elena non è la vittima, vorrei ricordarti che ha un cervello e prende da sola le sue decisioni….e poi sei così sicuro che Aaron sia il maritino perfetto?-

 

Stefan cruccia lo sguardo perplesso di fronte all’occhiata rabbiosa e provocatoria di suo fratello.

 

-Non è comunque affar tuo quello che succede tra loro!-

-Lo diventa se lei sceglie di affrontare i suoi problemi coniugali nel mio letto!!-

 

Merda.

Tutta colpa della sua stramaledetta istintività.

Damon fa una leggera smorfia imbronciando il labbro consapevole di non poter ritrattare quello che ha detto e indietreggia appena di fronte allo sguardo dapprima confuso di Stefan, che poi si rabbuia come un tempestoso cielo d’estate.

 

Non vuole pensare a nulla, non vuole domandare, sapere o solo immaginare; e di nuovo in un istante sono due fratelli ancora inesperti della vita che si trovano ad affrontare qualcosa più grande di loro, come quella sera di maggio in cui Damon si è presentato a casa in lacrime – forse una delle poche volte che lo ha visto piangere – farfugliando cose sul fatto che avesse tradito Elena con Kathrine e la ragazza fosse rimasta incinta.

Solo che adesso non sono più ragazzini, ma uomini; lui non è più solo il minore che vuole fare il grande, è un uomo, un padre, un medico, ha visto vite spegnersi davanti a lui ed altre guarire. Prende decisioni per la sua famiglia e in quel momento, per una frazione di secondo, tutta la rabbia di anni prima riemerge prepotente e si mescola con l’amarezza di questa nuova rivelazione.

 

Ed è un attimo quello in cui un pungo arriva dritto contro la mascella di Damon.

 

 

****

 

 

Gennaio 1997

 

Bonnie entra nel bagno delle ragazze scuotendo leggermente con la mano i riccioli scuri per tentare di dar loro il volume perso dopo il giro in moto quella mattina con Kai Parker. Si avvicina allo specchio per sistemarsi meglio mentre risuona nell’aria il rumore dei mille braccialetti a cerchio che porta al polso e controlla scrupolosa che non le si sia sbavato il rossetto.

Proprio quando sta per aprire il rubinetto e sciacquarsi le mani, sente un singhiozzo alle sue spalle; si volta circospetta verso le porte dei gabinetti come in cerca di un indizio e poi si volta dopo qualche istante, di nuovo verso lo specchio.

E di nuovo un singhiozzo.

Sospira, non è nella sua indole ignorare qualcosa che il suo istinto le sta suggerendo di considerare, così si fa coraggio e scruta sotto le porte finché non individua un paio di converse a fiori che sbucano da sotto e bussa alla porta.

 

-Occupato-

 

Una voce rotta prova a scacciarla così Bonnie riflette un attimo e incrocia le braccia poggiandosi contro la porta.

 

-Ok…in ogni caso sono sicura che lui non meriti le tue lacrime…-

 

Passa qualche istante, poi la ragazzina risponde.

 

-E tu come lo sai…-

-Tu che diresti a una ragazza che sta piangendo come una fontana….e porta delle converse coi fiori?-

 

Sente una leggera risatina sfuggita tra i tanti singhiozzi provenire da dentro poi la porta scatta e Bonnie la apre, trovando seduta sul coperchio del WC una ragazzina dai capelli lunghi e gli occhi gonfi col mascara tutto colato; un panda estremamente tenero.

Bonnie sorride.

 

-Vedi noi ragazze dobbiamo farci forza a vicenda per combattere contro il genere maschile-

 

Elena si ravvia i capelli e sorride appena, mentre Bonnie le porge un fazzoletto.

 

-Andiamo vieni a pulirti un po’-

 

Elena si alza e osserva meglio quella bella ragazza dalla carnagione olivastra che la studia curiosa. L’ha vista al corso di francese, ma non ci ha mai parlato.

 

-Sono Elena…-

-Bonnie…e si so chi sei –

-Davvero?-

 

Elena la osserva riflessa nello specchio mentre si pulisce un po’ dal mascara.

 

-Tu e Caroline Forbes non è che passiate proprio inosservate sai….-

 

Le sorride di rimando e poi la vede tirarsi a sedere sul bordo del lavandino mentre le gambe scoperte oscillano da sotto la gonna di tulle.

 

-Allora…che ti ha fatto per farti ridurre in questo stato….-

-Niente lui… lui non è sempre così…-

-Ah lo spero, sennò chi te lo fa fare di starci insieme-

 

Elena cruccia lo sguardo indispettita.

 

-Ehi! Tu non sai come stanno le cose-

-Beh spiegamelo-

 

Gli occhioni scuri trovano ad attenderla quelli verdi molto più truccati dei suoi.

 

-Va bene, andiamo a prendere un milkshake dopo le lezioni-

-Alle tre alle gradinate?-

-Perfetto-

 

Da quel bizzarro incontro, Bonnie ed Elena sono diventate inseparabili, tutto in un certo senso merito di Damon e delle lacrime che le aveva fatto versare a causa della loro litigata e di quel suo modo di ferirla solo perché Elena stava entrando troppo in profondità, tirando fuori ombre e paura del ragazzo.

 

Così non appena chiuso con Caroline, Elena ha scritto subito a Bonnie – preziosa fonte di consigli- dicendole che deve raccontarle troppe cose appena torna, si devono vedere da sole.

 

“Com’è che torni prima e non lo so?”

“Da quando Care risponde prima di te….perciò da diverso tempo”

“Lo so sono stati giorni strani, che bello che torni ho bisogno di te”

“Che è successo?”

“Poi ti racconto…”

“Oh-oh”

“Non hai già capito”

“Non tutto…ma visto chi vaga dalle tue parti ultimamente….temevo questo messaggio”

Eddai Bon….”

“Voglio ricordarti come siamo diventate amiche…”

“Dimmi quando arrivi esattamente”

“Venerdì pomeriggio…con Enzo, non vedo l’ora di presentartelo”

“Bene, riusciamo prima della cena organizzata dalle bionde?”

“Certo! Un testa - testa di more è d’obbligo”

“Grande, allora scrivimi te l’orario io cerco di tenermi libera da figli e via dicendo”

 

Si salutano ed Elena si sente più distesa, Bonnie ha sempre saputo come rimetterla in sesto quando si trattava di litigate o comunque problemi con Damon, mentre Caroline era più modalità salgo su un panzer e lo distruggo. Tranne ovviamente quando è andato dall’altra parte del paese, nemmeno il tocco magico di Bonnie riuscì a farla riprendere tanto in fretta.

La stessa Bonnie che era diventata molto amica di Damon, tanto da continuare comunque, ogni tanto, a sentirlo negli anni.

 

Si domanda cosa le dirà rispetto a quello che è accaduto tra lei e Damon, ma adesso non vuole pensare a lui e a passo svelto si dirige in studio per lavorare e non riflettere su altro.

 

 

***

 

 

Stefan e Damon sono seduti sul lettino della sala 3 presso l’ospedale dove lavora Stefan. Inutile dire che i suoi colleghi lo hanno tempestato di domande fino a quando non ha detto semplicemente “lite tra fratelli” e la sua collega chirurgo plastico si è affrettata a medicare la mascella di Damon – flirtandoci anche, sotto lo sguardo infastidito di suo fratello-  e le nocche del dottore.

Poi li ha lasciati soli per un po’ e i due sono rimasti in silenzio seduti accanto fissando un punto non ben precisato della stanza; Damon sente la parte sinistra del viso che inizia a gonfiarsi, tutta intorpidita con i due punti che gli tirano. Non è profondo il taglio, tempo un mese e non si vedrà nulla, come per le nocche di Stefan ed è proprio quest’ultimo che con fatica parla per primo.

 

-Non ti chiederò scusa per il colpo-

-Oh…onesto-

-Insomma….te lo sei meritato-

-Forse-

 

Sente un sorriso ironico seguito da uno sbuffo di sdegno provenire da suo fratello minore.

 

-Forse…-

-Non ti va di ascoltare la mia versione immagino-

-Quale versione sia non importa….avresti dovuto-

-Starle lontano?-

 

Adesso gli occhi azzurri cercano feriti quelli verdi, nella speranza di trovare un briciolo di comprensione.

 

-Ci ho provato per un sacco di stramaledetti anni….me ne sono andato dal suo matrimonio, ho fatto di tutto per starle lontano, ma sono un dannato essere umano Stef e tu sei mio fratello, non suo o del marito…ma mio-

-Ho sempre preso le tue difese in questi anni-

-Forse, ma quanto con convinzione?-

-Questo non importa Damon, perché la famiglia fa questo…ti difende in pubblico e ti riprende in privato-

-Curiosa scelta il parco-

-In questo caso è stato un po’ diverso…cielo Dam…-

 

L’uomo si passa le mani tra i capelli e gli sfugge una smorfia di dolore per la mano fasciata, scende da lettino voltandosi verso Damon.

 

-…Sei andato a letto con una donna sposata-

-Non l’ho costretta, non l’ho circuita o forzata, lei lo ha voluto tanto quanto me-

-Non sto dicendo questo….e i vostri figli? Ci hai pensato?-

-No Stefan, dopo tanti anni passati a pensare solo agli altri perché io ero stato uno stronzo ho voluto pensare a me stesso ok? Sì ho un modo di merda di fare l’egoista lo sappiamo…non sono mai stato bravo a fare scelte ma questa è la realtà-

-E adesso che farete? Eh?-

-Non lo so-

 

Damon alza le braccia al cielo disarmato e scende dal lettino.

 

-Io non lo so, non ci siamo più parlati….ma so solo che ho bisogno di mio fratello-

 

Stefan sente il volto tendersi e il cuore riempirsi di tristezza in una morsa spietata, stretto dal mare grigio di Damon che lo guarda con quella stessa disperazione e bisogno di tanti anni prima; perché lui è suo fratello e questo non lo cambierà mai, come non potrà cambiare il fatto che qualunque cosa accada lui ci sarà sempre per lui. Sospira a fondo, non lo ha perdonato ma adesso non vuole più ucciderlo.

 

-Sabato sera ci sarà una cena a casa nostra a cui sei obbligatoriamente invitato, cerca di parlare con lei prima perché vorrei evitare scene drammatiche o silenzi imbarazzanti che potrebbero agitare i presenti, d’accordo?-

 

Damon annuisce, anche se entrambi sanno benissimo che non lo farà.

 

-E per le…..beh ferite… che diremo?-

 

Stefan fa spallucce.

 

-Sei tu quello bravo con le storie-

-Possiamo sempre dire che siamo stati coinvolti in una rissa al parco-

-Bene-

 

I due escono senza dirsi molto altro, ma con un piccolo laccio in più a renderli ancora più uniti.

Non sa cosa farà Damon, ma qualcosa dovrà cambiare.

 

 

 

Ciao a tutte quelle che ancora mi daranno una possibilità!!!!

 

Io non dimentico le mie storie ma sono uscita ora da un periodo folle a lavoro e adesso ho qualche tempo da dedicare alla scrittura e quindi sto riprendendo in mano le storie che ultimamente, proprio per una questione di tempo, non riuscivo più a scrivere!!!Sorry sorry!!!

 

Tornando a noi…beh in questo capitolo, dopo Caroline è il turno di Stefan scoprire cosa sta accadendo tra i due e scopriamo anche che presto ci sarà una cena tutti insieme per il ritorno di Bonnie, sarà un’occasione perfetta per un confronto delena con figli annessi!!!

 

Vi attendo e vi ringrazio tantissimo!

Un bacio

A presto

Eli

 

 

   
 
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