Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: YukiWhite97    08/08/2016    3 recensioni
Storia ambientata sei anni dopo la fine del film.
Elsa è ormai regina e governa sul regno di Arendelle con saggezza, nonostante la giovane età. La ragazza però si porta dietro un segreto che l'ha profondamente segnata, di cui solo Anna e Kristoff sono a conoscenza. Questo segreto le viene ricordato ogni qualvolta che guarda negli occhi il figlio Helge, principe illegittimo avuto da un uomo sconosciuto.Il suo cuore verrà messo nuovamente alla prova quando farà la conoscenza di Jack Frost, spirito dell'inverno e dotato come lei di poteri sensazionali.
Cosa si nasconde dietro l'apparente perfezione della regina dai poteri di ghiaccio?
E la sua famiglia riuscirà a rimanere unita dinnanzi a tutte le minacce che incomberanno su essa?
.
Jelsa - Kristanna - Accenni Helsa
ATTENZIONE: Alcuni capitoli potrebbero salire al rating giallo
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5- Segno perenne

Diversi anni prima...

Erano passati alcuni mesi da quando Elsa era diventata la legittima regina di Arendelle. Tutto era tornato alla normalità, il regno era prospero ed inoltre, di lì a poco, si sarebbero festeggiate le nozze della principessa Anna. 

Quello non era però un giorno tranquillo, o almeno non come gli altri. Anna ed Elsa si ritrovavano infatti a discutere animatamente nella sala del trono.
"Non posso crederci! - esclamò la più piccola - d'accordo che sei tu la regina e puoi fare ciò che credi, ma addirittura dare la grazia all'uomo che ha provato ad ucciderci!"
La sorella maggiore sospirava senza dire una parola. Era normale che Anna fosse contraria a quella sua scelta, dopotutto ella non sapeva il perché lo avesse fatto e forse sarebbe stato meglio continuare a tenerglielo nascosto, almeno per il momento.
"Lo so che sembra assurda come cosa - spiegò - ma credo che tutti meritino una seconda possibilità"
"Non Hans! - esclamò - tutti ma non lui! Ti prego Elsa, cerca di ragionare, certe persone non cambiano mai. E se prova di nuovo a fare qualche passo falso?"
"Io credo che questo non accadrà - rispose alzandosi in piedi - bisogna saper vedere oltre ciò che la gente ci mostra"
Anna la guardò, senza riuscire però ad incrociare il suo sguardo. Elsa era strana, il suo tono di voce e la sua espressione erano diversi dal solito. Ne era sicura, doveva esserci sicuramente un altro motivo, uno più importante, se la sorella aveva deciso di lasciare libero Hans. Ma cosa le aveva fatto mai cambiare idea?
"Ed io sono d'accordo! - disse - però non capisco che motivo hai di andare fino alle Isole del Sud"
Elsa continuò a darle le spalle, senza dire una parola. Già, che spiegazione avrebbe potuto darle? Non ci sarebbe stato motivo di compiere un viaggio tanto lungo se non per volerlo vedere.
"Non... capiresti..."
"Mettimi alla prova! - disse Anna andandole davanti e guardandola finalmente negli occhi - ti prego Elsa, non voglio che mi tieni nascosto nulla!"
La regina chinò lo sguardo. Anna aveva ragione, meritava di sapere cosa le passasse per la testa, dopo averla tenuta lontana per anni. Eppure, incredibilmente, Elsa aveva paura, paura di una sua rezione e di un suo giudizio.
Le sue labbra si mossero piano.
"Io... credo di provare qualcosa nei suoi confronti..."
"Se parli dell'odio non c'è niente di strano!" - la interruppe.
"No, Anna - rispose sollevando il capo - non sto parlando dell'odio"
La regina non aggiunse altro, ma il suo sguardo bastò per far intendere alla sorella cosa volesse dire. Anna spalancò gli occhi, indietreggiando leggermente. Sperò di aver capito male, ma ovviamente non era così.
"No - sussurrò - ti sei innamorata di Hans?!"
"Anna! - esclamò esasperata - non lo so! Non so se si tratta di amore, cosa posso saperne io di questo sentimento? So solo che quello che provo mi ha portata a lasciarlo andare. E se voglio capirne qualcosa di più, devo andare da lui"
La principessa tremò appena.
"Io... ecco... non me lo aspettavo - ammise - ma quand'è che successo? E soprattutto... come?"
"Nemmeno io sono in grado di trovare una risposta a queste domande - sospirò - ascolta, so che per motivi ovvi preferiresti che lo tenessi lontano. E dopotutto, io non ho di certo detto che lo sposerò o cose del genere. Però ho bisogno di capire"
"Oh, Elsa - disse l'altra afferrandola per mano - è giusto che tu voglia capire e non te ne faccio una colpa. Perché l'amore non ha senso ed è giusto che sia così. Se vuoi andare fin lì per renderti conto dei tuoi sentimenti, io non ti fermerò, anzi. Però ti prego... fa attenzione"
Sorridendo, Elsa ricambiò la stretta delle mani.
"Non preoccuparti - la rassicurò - so come difendermi"
Anna sorrise.
"Però... sarai presente al mio matrimonio, vero?"
"Assolutamente sì! - esclamò - non me lo perderei per nulla al mondo. Per questo partirò oggi stesso, così tornerò prima. Non temere, mia cara Anna, tutto andrà per il meglio"
La sorella minore sorrise nuovamente, solo che questa volta sorrise per nascondere la propria preoccupazione. Si fidava di Elsa e voleva che seguisse il suo cuore, ma non poteva fare a meno di pensare che forse non stesse facendo la scelta giusta. Temeva per l'incolumità della sorella, nonostante sapesse che non vi fosse motivo. Ciò che le creava spavento era che, essendo il primo amore di Elsa, quest'ultima  potesse essere troppo vulnerabile, sentimentalmente parlando. 
E lo sapeva, un cuore spezzato può essere più doloroso di qualsiasi ferita.
Tuttavia non parlò con lei di queste sue preoccupazioni. Quel pomeriggio la regina di Arendelle salpò sulla sua nave, lasciando il regno nelle mani di Anna, la quale era abbastanza agitata, nonostante si trattasse solo di pochi giorni.
Mentre l'imbarcazione si allontanava, con le mani congiunte, la principessa sperò di rivedere la sua amata sorella al più presto.
E difatti l'avrebbe rivista, solo che non sarebbe più stata come prima.

Per i due giorni seguenti, Elsa non vide altro che mare e cielo. Ciò fu però un bene, poichè le diede l'opportunità di pensare a ciò che avrebbe dovuto dire una volta giunta al cospetto di Hans. Non si era mai sentita tanto nervosa e ciò in parte la faceva sentire stupida. Insomma, dannarsi tanto per un uomo?
Per un uomo che tra l'altro aveva provato ad uccidere sia lei che Anna. Doveva aver visto dietro quell'animo qualcosa di molto particolare per portarla a tanto.
Ma si trattava realmente di amore? Semplice desiderio? Senso di colpa?
Elsa non lo sapeva ancora. Dopo anni rinchiusa nella propria camera ad autocommiserarsi, non è che fosse molto esperta nei rapporti interpersonali.
Il tempo che ebbe però non le sembrò abbastanza. Quando infatti poté vedere in lontananza le Isole del Sud, ebbe un tuffo al cuore. Era lì che lui si trovava e ben presto le sue paure e i suoi dubbi si sarebbero materializzati. Quel luogo era molto diverso da Arendelle e le terre erano bagnate dai raggi del sole. Elsa era certa che lì dovesse essere estate tutto l'anno.  Non ebbe però modo di gingillarsi troppo: il suo obiettivo era raggiungere il palazzo della famiglia reale. Una volta giunta lì, chiese di poter parlare con il principe Hans. La sua richiesta fu ben accolta  e mentre l'aspettava, si contorceva  le mani ricoperte dai guanti e faceva piccoli passi per la sala dove si trovava, lanciando ogni tanto occhiate al lampadario sul soffitto e al paesaggio oltre la finestra. Non sarebbe stato poi così male vivere lì. Magari, se un giorno si fosse sposata con Hans, avrebbe potuto vivere sia lì che ad Arendelle.
Poi scosse il capo. Si stava già lasciando andare alla fantasia e non era un bene.
Ad un tratto, ecco quella voce che la fece rabbrividire.
"Elsa"
In un primo momento ella rimase immobile, sentendo il proprio respiro mozzarsi. Dopodiché si voltò piano. Davanti a lei, Hans, il suo quasi assassino che aveva cercato di rubarle il trono. Non sapeva se lo stargli vicino le provocasse strane sensazioni per questo motivo  o per ben altro. Sta di fatto che cercò di rimanere composta, anche se evidentemente le sua guance bollenti e gli occhi lucidi la tradivano.
"Principe Hans" - lo chiamò a sua volta. Lui,con le mani dietro la schiena, si avvicinò.
"Non mi aspettavo di vedervi qui nelle mie terre" - disse calmo.
"Io non mi aspettavo che ci saremmo rincontrati in un contesto così tranquillo. State bene?"
"Adesso che sono tornato a casa mia, sì. Ma c'è una domanda che non posso non porvi: perché? perché mi avete dato la libertà? Io ho provato ad uccidere voi e vostra sorella, ho provato ad usurpare il vostro trono... e voi mi avete graziato. Cosa vi fa pensare che non possa rifarlo?"
Il respiro di Elsa, adesso che Hans si era lentamente avvicinato, era divenuto irregolare, così come il proprio battito. Cercò comunque di mantenere la sua compostezza.
"Penso che bisogna sempre dare una seconda possibilità, anche in casi gravi come questo. E poi ne sono sicura, non avete intenzione di farlo, o lo avreste già fatto"
"Questo è vero - disse l'altro sorridendo - così com'è vero che deve esserci un altro motivo. Sono certo che non mi avete lasciato andare solo per pietà o senso di giustizia. Deve esserci qualcos'altro dietro"
"Non è necessario che voi lo sappiate"
"Allora vi chiedo un'altra cosa: perché siete qui? Non crederò che siete venuta soltanto per chiedermi come sto"
"Infatti non... non è così" - sussurrò pianissimamente, chinando lo sguardo. Hans a quel punto si avvicinò ancora. Le emozioni della regina erano fin troppo trasparenti, tanto da tradirla. Senza chiedere alcun permesso, le afferrò delicatamente il viso fino a costringerla a guardarlo.
"Una regina non dovrebbe mai abbassare lo sguardo davanti a nessuno" - dichiarò
Lei tremò.
"Ma con voi... non ci riesco.."
"Allora il motivo è lo stesso. Il motivo per cui mi avete perdonato, per cui siete quei e per cui non riuscite a guardarmi. Nei miei confronti non provate pietà. Provate..."
"Non ditelo - sospirò - io non ho idea di cosa sia quel sentimento. Non sono neanche sicura che sia giusto provarlo nei vostri confronti. Io dovrei odiarvi"
"Dovreste, dovremmo entrambi in verità. Ma forse... le cose non devono essere così. Dopotutto, siamo esseri umani"
"Ma voi.. voi avete provato ad uccidermi... non avrebbe senso amarvi"
"Ma l'amore non ha un senso - sussurrò - chi vi dice che non potrei provare lo stesso?"
Elsa si lasciò andare ad un sorriso amaro.
"Così come avete amato mia sorella?"
"Quello non era amore, era finzione e lo sapete bene"
Lo guardò negli occhi.
"Io sono pericolosa, l'avete detto anche voi. Per i miei poteri, ricordate?"
"Ed io vi dico che ho avuto il  tempo di pensare, in questi mesi. Non ho mai conosciuto una donna come voi, ma ovviamente credevo impossibile che poteste ricambiare. Non vi costringerò a stare qui se non volete. Se ve ne andate, io non vi disturberò mai più"
Elsa si sentiva divisa in due: da un lato l'orgoglio e la paura per quel sentimento folle, da un lato i brividi che quel contatto ravvicinato le provocava.
Voleva scappare e rimanere al contempo.
A un tratto smise di essere rigida, lasciandosi andare ad un respiro per rilassarsi.
"Non posso stare con un uomo che ha cercato di uccidermi"
Hans sorrise.
"E'più che equa come risposta. Allora, visto che volete andarvene, permettetemi almeno di darvi il mio addio come si deve"
Elsa aveva già capito a cosa volesse alludere, ma nonostante ciò non trovò il coraggio di spostarsi. Lui si avvicinò, poggiò le labbra sulle sue. La regina dapprima sussultò, poi sentì il cuore battere così forte da avere quasi paura che potesse esplodere. Quello era il suo primo bacio e a donarglielo era colui che aveva sempre considerato un nemico, una persona pericolosa.
Ma ora vedeva soltanto il bene in lui e nulla più.
Ricambiò il bacio, avvolgendogli le spalle con le braccia, lasciandosi trasportare da quella follia.
Elsa fino a quel momento non aveva voluto crederci, ma ora voleva credere al fatto che quello poteva essere amore.

I giorni che seguirono furono alcuni dei più gioiosi per Elsa. Tutto ciò che stava vivendo sembrava surreale, impossibile, quasi faceva fatica a crederci. 
Stava davvero creando un legame sentimentale con Hans, dopo tutto quello che era successo. Adesso che lo stava conoscendo meglio, si era resa conto che il principe possedeva molti lati nascosti che fu ben felice di scoprire. Passarono le ore a passeggiare per i giardini del castello o sulle spiagge dove si affacciava il mare che abbracciava le isole. La regina adesso avvertiva la leggerezza che fin ora le era mancata, la leggerezza del primo amore che stava vivendo felicemente. Rimaneva però sempre una persona attenta e poco precipitosa, voleva quindi fare le cose con calma. Sarebbe tornata ad  Arendelle per il matrimonio della sorella e solo dopo avrebbe a lei annunciato della sua relazione appena nata con Hans. Non sapeva come avrebbe reagito, ma alla fine era sicura che sarebbe stata contenta.  Oramai poteva in parte capirla. Quelle emozioni nuove le facevano provare cose strane, come le farfalle allo stomaco, sorrisi immotivati e batticuori. Si sentiva un pò una ragazzina in realtà.
Non aveva mai pensato che l'amore potesse fare per lei. Oltretutto, l'aveva trovato con il più improbabile degli uomini.
Il tempo trascorso insieme era sembrato così poco e adesso la regina Elsa doveva tornare nel suo regno. Sarebbe partita l'indomani. Adesso era sera ed ella aspettava impazientemente l'arrivo di Hans, visto il poco tempo che avevano da passare insieme prima della partenza. Più però i minuti passavano e lui non arrivava. Alla fine, a furia di aspettarlo, Elsa si addormentò sul letto. Si risvegliò qualche tempo più tardi, che era notte fonda. A destarla dal suo sonno era stato il fracasso causato da qualcuno che era entrato in camera.
 Quel qualcuno era Hans.
"Hans? - domandò Elsa - Hans sei tu?" 
Il principe, senza dire nulla, chiuse la porta. Dopodiché  si avvicinò a lei e senza alcun preavviso la baciò , in modo un po' diverso dal solito, in modo più violento, privo di sentimento.
"Hans! - esclamò ancora Elsa, scostandosi - mi spieghi che ti prende?"
"Qual'è il problema? - mugugnò - non posso neanche baciarti adesso?"
La regina a quel punto lo guardò, aveva gli occhi rossi e come se non bastasse i suoi vestiti erano impregnati di puzza di alcol.
"Che cos'hai fatto? Ti sei dato al bere, sei ubriaco!"
"E dai, non ti scaldare tanto, mi sarà concesso ogni tanto"
"Ma Hans, tu sei un principe, non puo ridurti così!"
"Come sei noiosa - sbottò afferrandola per un braccio - perché non vieni qui, così ci divertiamo un po'?"
Istintivamente lei si staccò dalla sua presa, impaurita. Hans non era in sé e questo significava che avrebbe potuto farle qualsiasi cosa.
"No, Hans - disse severa - sei ubriaco, adesso ti stendi e ti riposi, mentre io chiamo qualcuno"
Dicendo ciò si diresse verso la porta, la quale però non raggiunse mai. Hans infatti l'aveva bloccata, afferrandola per la vita. Molto lentamente, lei voltò il capo.
"Mi lasci andare?"- domandò.
"Perché dovrei?  - ghignò - coraggio Elsa, perché non vuoi divertiti un pò con me, dopotutto è normale". Infine mosse una mano, indirizzandosi al di sotto del suo vestito.
Elsa però provo a scalciare.
"Hans, fermati immediatamente!"
"Sssh, fa silenzio! - esclamò tappandole la bocca con una mano - vedrai che dopo ti piacerà, te lo farò piacere per forza"
La presa sulla sua bocca era tanto forte da impedirle di respirare. Elsa sapeva che per difendersi avrebbe potuto usare i suoi poteri. Nello stesso istante in cui ci provò però, Hans infilò la mano sotto il vestito, cosa che la portò ad avere una paura tremenda. Iniziò ad agitarsi e a scalciare, impossibilitata dal pensare lucidamente e dall'usare i suoi poteri. Anzi, non era neanche sicura che ci sarebbe riuscita. Lei non voleva ferirlo, ma lui stava ferendo lei... la stava violentando, la stava prendendo contro la sua volontà.
Ciò che accadde in seguito, rimase un segreto tra quelle quattro mura. 
Nessuno è buono o cattivo, ognuno ha un lato di luce e uno di oscurità.
Questo Elsa lo aveva imparato a sua spese. Hans le aveva inferto una delle sofferenze più grandi. Ed  inoltre, ella si era sbagliata: non era vero che lui non l'avrebbe uccisa. L'aveva già uccisa, questa volta per sempre.

Ad Arendelle era intanto arrivato il tanto atteso giorno delle nozze. Anna si era alzata di buon' ora per prepararsi. Mentre però si acconciava i capelli davanti allo specchio, non riusciva a non pensare ad Elsa. Lei avrebbe dovuto essere già lì, non poteva credere che volesse davvero perdersi il suo matrimonio. Tutto ciò che desiderava era averla accanto nel giorno più importante della sua vita.
Improvvisamente, qualcuno bussò alla porta. Sussultò, pensando che si trattasse di Elsa, gridando:
"Avanti!"
Ad aver bussato era però stato Kristoff.
"Hey" - salutò.
"Oh - fece delusa - sei tu"
"Sì, sono io, ma non sembri tanto felice"
"Lo so, scusa, è per mia sorella. Lei non è ancora qui. E se le fosse successo qualcosa?"
"Sono sicuro che c'è un motivo se ritarda tanto. Però devi stare tranquilla, è il nostro matrimonio"
"Beh, questo non mi aiuta affatto! - esclamò nervosa - forza, adesso esci, porta sfortuna vedere la sposa poco prima delle nozze"
"Va bene, ti aspetto all'altare - disse Kristoff ammiccando - non darmi buca"
Anna ridacchiò, sedendosi e riprendendo nuovamente ad acconciarsi i capelli. 
Poco dopo avvertì nuovamente bussare.
"Kristoff - borbottò alzandosi in piedi e afferrando la maniglia - avanti, non fare scherzi" 
Quando però aprì, quasi le venne un colpo. Dinnanzi a lei non vi era il futuro marito, bensì la sua amata sorella.
"Elsa! - esclamò abbracciandola - che bello, sono così contenta che tu sia qui!"
"Ciao Anna" - sussurrò l'altra, affondando il viso sulla sua spalla e non riuscendo a trattenere il suo tono di voce diverso dal solito.
"Hey, va tutto bene? Hai una faccia..."
Elsa sforzò un sorriso.
"Oh, certo che va tutto bene! - esclamò - ti racconterò dopo del mio viaggio. Piuttosto, prendi il vestito, così ti aiuto a metterlo..."

Circa un' ora e mezza dopo, anche Elsa aveva infilato un abito azzurro e luminoso, aveva acconciato i capelli e si era truccata, sperando di coprire gli occhi gonfi. Aveva poi raggiunto la sala dove si sarebbe svolto il matrimonio. Kristoff era un fascio di nervi, bastava guardarlo per capirlo.
Elsa  era felice di essere lì, peccato che non potesse godersi appieno quel giorno. Nella sua mente ancora i ricordi di quella notte erano vividi. Ogni sensazione, ogni respiro, ogni parola era terribilmente vivida. Quando le veniva in mente, provava un brivido lungo la schiena e a fatica tratteneva le lacrime.
Non si era mai sentita tanto umiliata e cosa peggiore non aveva avuto la forza di difendersi. Voleva che quel segreto le morisse dentro. Non voleva far preoccupare Anna, le aveva già causato troppi problemi.
I suoi pensieri vennero interrotti da una visione molto più piacevole. Tutti i presenti si sollevarono: Anna comparve con un mazzo di fiori tra le mani. Indossava un abito molto semplice, bianco, con un velo del medesimo colore e con dei ricami. I capelli erano acconciati in uno chignon, con alcuni ciuffi liberi lasciati sul davanti. La principessa era raggiante. Strappò un sorriso alla sorella a Kristoff, il quale ricambiò il gesto nervosamente. Anna lo raggiunse, non riuscendo a non mostrare la propria espressione felice. Ben presto la cerimonia ebbe inizio. Era possibile avvertire una grande emozione nell'aria e quando si arrivò allo scambio dei voti, pareva quasi che Kristoff si fosse dimenticato come si parlasse.
Sia lui che Anna erano molto teneri ed era palese l'amore che vi fosse tra loro. Elsa era felice che sua sorella avesse  trovate l'amore. Era giusto che almeno lei lo avesse trovato.
Quando il prete annunciò: "Vi dichiarò marito e moglie", i due si donarono un bacio leggero e molto casto. Elsa applaudì, distogliendo lo sguardo. 
Perché ormai ne era certa. Lei non avrebbe mai potuto vivere quella felicità. Non più.
Dopo la cerimonia, al castello era stata organizzata una grande festa in onore dei due novelli sposi.  Tutti i presenti festeggiavano e brindavano, tutti tranne Elsa, la quale non riusciva a prendere parte alla serata. Dopotutto, come avrebbe potuto?
Per non creare disturbo, decise di andare nella terrazza del castello.
Guardò il cielo stellato.
Ancora molte parti del colpo le dolevano, come a ricordarle ciò che aveva dovuto passare. E come se non bastasse si sentiva sporca, si sentiva un oggetto, usato e gettato via. Ma sopratutto... aveva il cuore spezzato. Per questo era andata via dalle Isole del Sud. Per una volta che aveva trovato il coraggio di lasciarsi andare all'amore, ecco cosa le era successo.
Una lacrima le rigò la guancia.
"Elsa" - la chiamò una voce.
La regina sussultò, voltandosi.
"Anna - disse asciugandosi una lacrima - Perdonami, non ti ho neanche detto quanto stai bene con quell'abito"
"Oh, va tutto bene, mi spiace più che altro che non abbiamo avuto tempo di parlare. Com'è andato il viaggio? E con Hans? Hai finalmente fatto chiarezza sui tuoi sentimenti?"
Elsa chinò lo sguardo. Il solo pensarci le faceva venire voglia di piangere come una bambina.
"Sì.." - sussurrò.
"Bene! - esclamò entusiasta - dunque... ?"
Come poteva fingere che fosse tutto apposto? Come poteva tenerle nascosto ciò che le era capitato? Non voleva vivere un'altra volta con un segreto tanto grande sulle spalle.
Iniziò a piangere, con più foga, facendo per accasciarsi al suolo.
"Elsa!  - esclamò la principessa, afferrandola - cos'hai, ti senti male?"
"Il mio cuore... il mio cuore è stato spezzato"- sussurrò.
"Perché? Elsa cos'è successo?"
"Lui mi ha - sussurrò ancora più piano, portandosi una mano sul cuore - mi ha violentata"
L'espressione di Anna cambiò del tutto. Spalancò gli occhi, avvertendo il respiro mancarle. In quel momento il flusso dei suoi pensieri venne interrotto.
"Cosa?" - ebbe la forza di domandare.
Elsa però non riuscì a rispondere. Tutto ciò che poté fare fu stringerla in un abbraccio e dare libero sfogo a tutte le sue lacrime, mentre la sorella, sconvolta, tentava di ricambiare l'abbraccio.
Le difficoltà per Elsa non erano che all'inizio.










Note dell'autrice:
Ebbene, questo è, in sostanza, ciò che è accaduto tra Elsa ed Hans. Ho immaginato che, dopo la fine del film, la regina abbia voluto concedere la libertà al principe, scelta che non poteva non sconvolgere Anna.
Ho voluto insistere sul fatto che, in quanto si è trattato del primo amore, Elsa fosse piuttosto insicura ma che alla fine si lasciasse andare, malgrado il suo essere un tantino diffidente.
Anche se si era già capito, la "teoria" sull'essere stata violentata è esatta. Ovviamente non sono scesa nei dettagli, perché altrimenti questa storia sarebbe andata dal rating verde direttamente al rosso e onestamente voglio mantenermi su qualcosa di "leggero". Malgrado ciò, spero che si evinca la sofferenza di Elsa, anche se  sicuramente emergerà meglio più avanti.
Dal prossimo capitolo torneremo nel presente, con Jack, Helge, Aurora e compagnia bella. Penso però che continuerò ad inserire flashback (anche se non dedicherò ad essi interi capitoli), in cui parlerò sia dell'infanzia delle due sorelle, sia sul periodo successivo alla violenza che Elsa ha subito. Magari parlerò della gravidanza sua  e di Anna, delle emozioni provate e delle difficoltà affrontate, insomma, cose così.
Come vedete, alla fine Hans non è propriamente il cattivo, visto che quel che fatto l'ha fatto quando non era in sé. Ma sfido chiunque a non avere paura.
Direi che oggi ho scritto abbastanza, quindi mi congedo e vi saluto ^-^

   
 
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