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Autore: LanceTheWolf    08/08/2016    1 recensioni
Korra è tornata a combattere sul fronte del Regno della Terra, con lei alcuni dei compagni di sempre. Una figura sconosciuta è stata in grado di mettere sotto il suo controllo alcuni dei vecchi nemici del passato e questo comporta la necessità di schierare in battaglia vecchi e nuovi amici. A Città della Repubblica continuano le selezioni per i nuovi Furetti di Fuoco.
Genere: Azione, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Iroh, Korra, Lin Beifong, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Avatar: Storia dell’erede perduto'
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Cap. XI: Come era andata?
La Giornata di Pabu e Naga - Quinta Parte

 
Era quasi l’ora di cena quando Iroh si voltò verso quell’affaretto rosso e peloso che si era impossessato del suo letto e da lì lo fissava attento, mentre si trovava seduto alla sua scrivania. Gli sorrise e Pabu come per invitarlo a giocare si rotolò sulla schiena, mostrando il pancino chiaro, e socchiudendo gli occhietti in una maniera che Iroh ritenne davvero tenera su quel musetto capovolto.
Si alzò, al dunque, decidendo d’andare ad accontentarlo.
Quel cosino sembrò gradire il trattamento e, quando il padrone di quella camera si sedette sul letto, cominciò a lottare con la sua mano quasi fosse un gatto.
Iroh non perse il sorriso, anzi… quel animaletto invadente era il giusto diversivo per staccare un poco dai pensieri che gli si accalcavano nella mente. Lo trovava decisamente simpatico, tanto che non aveva protestato quando, dal tardo pomeriggio, di ritorno con Bumi, Korra e Naga da una passeggiata al piccolo borgo portuale, gli si era, dapprima, allungato contro la gamba, più conscio di lui della frutta secca che vi dimorava dalla mattina, per poi finire con il seguirlo fino in camera.
Iroh adorava le mandorle di quella zona e ne aveva riposte una manciata sgusciata in un fazzoletto con l’idea di stuzzicarne qualcuna durante la giornata, ma alla fine a causa degli impegni aveva finito con il dimenticarselo. Ma, a quanto pareva, nulla sfuggiva a quel musetto a punta.
Allargò ulteriormente il suo sorriso, decidendo di porre fine al gioco dell’animaletto regalandogli un altro boccone del contenuto della sua tasca. Un modo decisamente gentile e meno brusco dell’abbandonarlo lì come un giocattolo, dopo che l’umano di turno si era stancato delle sue attenzioni.
Lo osservò mangiare quella mandorla ancora seduto sul letto, decidendo di grattargli la testolina; un ringraziamento in più per la compagnia che gli stava offrendo, prima di alzarsi e tornare al suo daffare.
Il piccolo amico lo seguì con lo sguardo finendo il suo spuntino e, quando Iroh si sedette, decise di raggiungerlo alla scrivania. Si accomodò sul bordo di quel piano di legno laccato, osservandolo con interesse. Ancora Iroh sorrise grattandolo sotto il mento, per poi tornare a controllare gli incartamenti davanti a lui.
Fece spazio alla mappa del Regno della Terra: v’erano segnati tutti i luoghi dove avevano avvistato i focolai ribelli, i luoghi delle battaglie e gli spostamenti documentati e presunti del nemico.
Fece un sospiro esasperato; la cartina di quel regno appariva ai suoi occhi come se un bambino vi avesse gettato sopra una copiosa manciata di coriandoli colorati… troppi coriandoli.
Si portò stancamente una mano allo sguardo, per poi poggiarci la fronte, assumendo una posa più scomposta di quanto fosse normalmente abituato a mostrare.
Quel piccoletto accanto a lui, tirandosi sulle zampette posteriori, posò quelle che sembravano delle manine microscopiche sulla sua guancia.
Iroh ritrovò il sorriso, voltandosi.
-Va tutto bene piccolino. Piuttosto non ti manca Bolin? - Disse con fare gentile e al sentire un nome conosciuto il cosino, ancora seduto sulle due zampine, reclinò la testa sventagliando un paio di volte un orecchio. Iroh si voltò del tutto verso di lui decidendo che era meritevole di un’altra mandorla. Questo la prese, accomodandosi meglio, per poi portarsela alla bocca.
-Speriamo che non ti facciano male o chi lo sente al tuo padrone dopo? - Si appoggiò contro lo schienale della sua sedia, pesantemente, cominciando a sbottonarsi, con una mano, la casacca della divisa, mentre con lo sguardo si perdeva verso il soffitto metallico.
-Temo, piccolo amico, che l’armata del nord non sia sufficiente a configgere questo nemico. - Disse apparentemente rivolto all’animaletto, ma senza guardarlo. –Non per l’esercito di per sé. So per esperienza personale e attraverso le documentazioni della Guerra dei Cento Anni, quanto quell’esercito sia temibile, ma… - Ancora un sospiro per volgere la testa verso il Furetto di Fuoco che trovò a osservarlo attento, abituato probabilmente a seguire gli strani versi che gli umani facevano di tanto in tanto.
Ancora a Iroh tornò il sorriso. Aveva sempre amato la compagnia degli animali. Possedeva una coppia di anguille segugio, ma che ovviamente rimanevano al palazzo. E dire che le aveva acquistate proprio per gli spostamenti nel Regno della Terra, ma alla fine si era affezionato e preferiva per loro la vita agiata della selva reale.
Grattò ancora Pabu, sapendo ormai perso il filo del discorso: era stanco e questo non giocava certo a favore della sua concentrazione, né tanto meno, doveva ammettere, quel piccoletto dagli occhi vispi. Per una volta però, non trovò necessario dargli peso.
“Tanto le cose importanti tornano sempre da sole alla mente.” Pensò, e infanti… “No, non è l’esercito che mi preoccupa, ma la pochezza d’informazioni. Non sappiamo cosa aspettarci realmente.”
-Analizziamo insieme tutti gli elementi, vuoi piccoletto? - Disse all’animale, ritrovando una postura più eretta e riaccostandosi al piano davanti a lui.
Con una mano portò disordine in quelle carte, quasi come se, così sparpagliate, potessero dargli indizi maggiori rendendo più semplice visualizzare quel che cercava.
-Bloccanti. - Esordì mettendo sotto il musetto dell’animaletto la foto di un gruppo tecnologicamente armato di quei soldati in grado di utilizzare i ‘Chi’ degli avversari a loro vantaggio.
-Dominatori del Metallo. Probabilmente ex-soldati dell’esercito di Kuvira. - E allo stesso modo gli pose davanti agli occhietti attenti un’altra immagine sbiadita, quasi fosse stata consultata lungamente.
-Artisti marziali con tatuata la simbologia del loto rosso, esperti d’alchimia e custodi di antichi segreti. - E un’altra fotografia dai contorni rovinati si posò accanto alle precedenti.
-Nordisti dell’acqua, probabilmente scontenti della perdita dei territori nel sud… accidenti! - Sbraitò involontariamente, sbattendo quell’immagine davanti al furetto che sobbalzò e quasi cadde dalla scrivania se Iroh non fosse stato abbastanza rapido dall’evitarlo.
–Scusami Pabu. A volte anche io perdo le staffe, ma accidenti… - Disse ancora. –Tra questi ci sono occultisti in grado di evocare le creature maligne del regno spirituale. Ti giuro piccoletto… - Disse accarezzandolo. –Sembra che tutti i mostri del passato si siano coalizzati per affollare i miei incubi. E la cosa peggiore è il non capire cosa abbiano in comune. Perché gli Equalisti dovrebbero trovare accordi con i dominatori? E perché i custodi corrotti delle antiche arti dovrebbero accumunarsi ai rozzi spiritualisti del nord? Non ha senso… nulla di tutto ciò ha senso e la cosa che mi preoccupa più di ogni altra è quanto possa essere pericolosa la persona che è riuscita a metterli insieme, o le persone, chiaramente. - Con una mano scorse sulla pelliccia rossa. –Chi può aver trovato il modo di far cooperare gruppi tanto dissimili? Soldati talmente nazionalisti come i dominatori del metallo e i dominatori dell’acqua del nord? Chi? Chi è stato in grado di trovare questo legame misterioso? E se fosse proprio questa persona, o gruppo di persone, il collante che li tiene insieme? Ahhh… se fosse così Pabu, nella realtà dei fatti, potrebbe essere un bene per noi, perché rendendo impotente quel collante le loro forze si sgretolerebbero, ma al contempo… quanta forza, abilità e carisma ci vogliono per tenere insieme un gruppo talmente disomogeneo e pericoloso? Chi è il mostro talmente potente da riuscire a riunire sotto di se i nemici del passato e volti nuovi di cui ancora non conosciamo il vero potenziale? –
Il piccolo ascoltatore gli posò una zampetta sulla mano, per poi rotolarsi su quelle foto per lui prive d’importanza, richiedendo una bella grattata al pancino. Richiesta che Iroh non tardò ad accontentare, mentre il furetto rimescolava le carte in tavola, immischiandosi in cose troppo lontane da lui.
–Già, hai ragione. - Disse ancora gentilmente il futuro Signore del Fuoco all’animaletto, quasi questo gli avesse dato una qualche idea. -C’è bisogno di qualcuno da infiltrare all’interno, ma chi? Di quelli mandati fino ad ora pochi sono sopravvissuti riuscendo a far ritorno e solo due bloccanti del gruppo Roku sono ancora ben infiltrati, ma a noi servirebbe qualcuno che possa arrivare alla vetta, loro sono fermi. Non riescono ad accedere ai livelli superiori, a chi manovra i fili. -
“Il Treno di metallo, poi... l’unica informazione davvero buona da mesi.” Un sospiro a quel pensiero non condiviso neanche con quel giocherellone davanti a lui che mandava in terra parte del suo lavoro, infilzando senza ferire la mano del generale con i suoi canini aguzzi, sollevandogli di nuovo il morale.
-Sei un combattente, proprio come il tuo padrone, vedo! - Divertito da quel piccolo antagonista improvvisato che giocava a fare il cattivo.
Improvvisamente, quasi fosse un lampo, gli sfrecciò nella mentene la più assurda delle idee. Si gelò sul posto, mentre l’idea di usare vecchi nemici come alleati cominciava a battergli insistentemente contro le tempie.
“Fattibile?” Si domandò, lasciando che il furetto avesse la meglio in quello scontro senza reali vincitori.
-Forse… Forse si potrebbe tentare, ma chi abbiamo catturato che possa risultare talmente affidabile per il nemico da fargli risalire la vetta? Dovrebbe essere qualcuno per cui, se gli negassero diritti, la vecchia fazione di appartenenza ne verrebbe destabilizzata o insorgerebbe, ma… seppure qualcuno ci fosse con queste caratteristiche, perché dovrebbe aiutarci? -
Il piccolino scese sulle sue gambe a elemosinare ancora una coccola prima di grattargli sulla tasca dove era custodito quel che più gli premeva d’ottenere in quel momento.
-Giusto Pabu! - Esordì, accontentando l’ingordo esserino. –Tutti hanno delle necessità, dei desideri, basta scoprire in cosa consistono. -
Quel piccoletto si era davvero meritato quel seme che ora stava rosicchiando e anche la grattatina sulla testolina, gradita al punto da concedere al giovane Generale una profonda strizzata degli occhietti tondi.
-Ma chi possiamo raggiungere di tanto valido in passato da non trovare intralci nella sua vecchia fazione di appartenenza? Prima pensiamo a questo Pabu, poi penseremo come convincerlo a fare quel che vogliamo, che ne dici? - Ancora una grattata, mentre il piccoletto sulle sue gambe continuava a fissarlo soddisfatto.
- Il luogotenente di Amon. – Cominciò a elencare il Generale delle Nazioni Unite. -O… Quello stesso Zaheer che ha fondato il Loto Rosso. Forse Kuvira. Già… anche parlare con Kuvira potrebbe servire, ma… no. Tutti videro la donna consegnarsi all’Avatar. Dichiarando la sua colpevolezza è diventata inutile per questo nostro strampalato piano, piccolo amico. Uhmmm… - Strinse le labbra pensieroso. –Forse dovrei smettere di pensarci troppo e approfittare di questi momenti di pace per riposarmi, giusto? -
Il furetto rispose acciambellandosi a dovere sulle sue gambe, ormai con la pancia piena.
Ancora Iroh sorrise. –Già, dovrei davvero riposarmi e portare questa mia idea all’attenzione dell’Avatar e dei suoi luogotenenti. Questa sarebbe la cosa giusta da fare, ma… sono fatto così, piccoletto. Non mi piace portare ai miei superiori solo l’abbozzo di un piano, preferisco di gran lunga presentargli risultati belli e fatti, ma… è anche vero che tra coloro che sono stati designati come responsabili in questa missione, a dire dell’Avatar Korra, nessuno è superiore agli altri e che il risultato migliore è quello che si ottiene collaborando. -
Decise di alzarsi, avendo ormai chiaro nella mente come fosse meglio agire e la certezza di essere troppo stanco per continuare a ragionarci sopra sperando di ottenere qualcosa di valido. Ma lo sguardo gli cadde sulle scartoffie che il piccolo mostriciattolo rosso aveva fatto cadere in terra e venne immediatamente catturato dalla lettera con impresso il sigillo reale.
Un nuovo sospiro gli scivolò tra le labbra mentre, facendo attenzione il furetto di fuoco, si piegava a raccogliere quanto riverso sul pavimento. Posò il tutto tra il caos creato sulla scrivania e ancora lo sguardo Tornò a quella lettera: suo nonno si era stancato di aspettare. se non avesse scelto una sposa nell’arco dell’anno corrente gliel’avrebbe trovata lui, e… l’anno stava per finire. Doveva dare continuità alla stirpe reale, così gli spiegava sua madre in quella missiva. Non era più un ragazzino e doveva rispettare i suoi doveri come futuro Signore del Fuoco, se non l’avesse fatto sarebbe valso come mancare di rispetto a tutto il suo popolo e, non per ultima, alla sua famiglia.
-Ahhh! - Sospirò pesantemente all’aria, mentre si lasciava cadere sul letto con il furetto tra le braccia.
Le donne non gli erano mancate in quegli anni, tutt’altro, ma scioccamente era convinto che dovesse sposare qualcuna che amasse e l’unica che gli era interessata tanto da fargli pensare che potesse essere il momento di mettere la testa a posto l’aveva allontanato.
Ancora sospirò, rammentando quanto si era legato alla giovane Avatar ottenendo da lei poco più che una manciata di scuse per averlo, a suo dire, usato per allontanare per poco la solitudine. Poteva capirlo, ma lui… Beh, lui c’era caduto con tutte le scarpe.
Come poteva essere diversamente?
Era bella, forte, altruista, gentile e… era l’Avatar. C’era davvero altro da dire oltre questo, per spiegare come aveva fatto a perderci la testa?
–Spiriti, permettetemi di non pensare a niente! - Disse ancora osservando esasperato quel soffitto, mentre l’esserino che aveva tirato giù con se decideva di sfuggirgli per muoversi verso la porta.
L’osservò grattare l’uscio. Ancora sorrise, alzandosi.
-Pabu, mi ero appena sdraiato! - Protestò, perfettamente conscio che certo a quel pelosetto la cosa non interessava affatto.
Aprì la porta, in tempo per trovarsi faccia a faccia con Bolin.
Rimasero un secondo in silenzio osservandosi, entrambi stupiti dell’essersi trovati a fronteggiarsi senza preavviso su quell’uscio.
-Ecco perché voleva tanto uscire. - Disse per primo Iroh sorridendo al ragazzo, con tono gentile.
Il dominatore della terra gli sorrise di rimando. –Ti ha dato fastidio? Korra mi ha detto che non ti ha mollato per un secondo questo pomeriggio. -
Iroh scosse il capo. –Tranquillo, mi piace la sua compagnia, ma immagino tu sia venuto qui per riprendertelo. -
Bolin annuì in risposta, accarezzando Pabu che, nel mentre, gli si era arrampicato sulle spalle.
Ancora il silenzio cadde tra i due.
“È imbarazzante.” Pensò Iroh, decidendo di chiudere il prima possibile quella situazione surreale, con l’uomo che sapeva conoscere il suo trascorso con Korra.
–Quindi Bolin, se non c’è altro, io… - Disse indicando alle sue spalle, per lasciar intendere che avesse altro da fare.
-Ah! Sì, certo, scusami. Ti lascio a… beh, a qualunque cosa tu stessi facendo. - Rispose imbarazzandosi il ragazzo dagli occhi verdi. –Ci vediamo, allora. -
Iroh annuì. –Certamente, a dopo Bolin. – Concluse, mentre l’altro dopo essersi affrettato a fare un cenno della mano in saluto, si allontanava.
Iroh si chiuse la porta alle spalle sospirando. Gli piaceva Bolin, sapeva quanto fosse valido come elemento, ma non credeva fosse un caso che Korra fosse ritornata portandoselo dietro.
L’Avatar gli aveva detto, tirandolo in disparte al suo ritorno: ‘Tranquillo, lui lo sa!’.
Ricordava di essersi sentito gelare dentro e per un dominatore del fuoco era un tutto dire!
Perché mai Bolin avrebbe dovuto saperlo se non fosse stato proprio lui la persona che occupava il posto nel cuore della ragazza che gli sarebbe piaciuto poter essere il suo?
Tornò verso il letto scuotendo la testa, ma ritrovando il sorriso. Non era tipo da rovinare la vita degli altri per un capriccio, era ormai passata per lui l’età della rivalsa su tutto e tutti, tipica dei giovani sangue di fuoco. Certo però Korra poteva evitarsi di metterli in quella brutta situazione, imbarazzati fin nelle ossa ogni singola volta che si incrociavano.
 
   
 
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