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Autore: The_Storm    08/08/2016    3 recensioni
È risaputo da tutta la London High School l'odio viscerale che Daniel Morrison e Lily Reynolds provano l'uno per l'altra. Il primo non riesce a fare a meno di stuzzicarla con qualche battuta, la seconda non può impedirsi di rispondergli per le rime. Ma se un giorno Daniel decidesse di andare oltre le battute e proporle una scommessa?
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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-Lily! Sei pronta?-
Mi rigiro nel letto, lasciando che le coperte mi avvolgano come se fossi un involtino. 
-Andiamo, Lily. Faremo tardi. Di nuovo-
Aggiunge entrando in camera e guardandomi dall'alto. 
-Non voglio-
La mia voce sembra incredibilmente simile a quella di una bambina capricciosa, ma al momento non mi interessa affatto. 
-Non vuoi andare a scuola?-
Chiede avvicinandosi e sedendosi sul bordo del letto. Scuoto la testa, tirandomi le coperte fin sotto il naso. 
Alcune volte, capita che non abbia voglia nemmeno di alzarmi dal letto la mattina. Solitamente, in quei giorni me ne resto rannicchiata tra le coperte, alzandomi solo per andare in bagno o prendere qualcosa da mangiare. 
-E cosa ti va di fare?-
Chiede chinandosi leggermente verso di me. 
-Niente-
La mia voce è roca e piena di stanchezza. Lo sento sospirare e si passa una mano tra i capelli. 
-Va bene, allora facciamo così: tu va a farti una doccia e a metterti qualcosa di diverso dal pigiama. Intanto, io preparo la colazione e poi ci mettiamo sul divano a fare una maratona di Harry Potter. Ci stai?-
Forse dovrei offendermi dato che mi ha parlato con il solito tono che si usa per far ragionare i bambini, ma ho sentito le parole "cibo" ed "Harry Potter", quindi non oso lamentarmi. Allungo le braccia e lui, alzando gli occhi al cielo, mi tira su con una facilità assurda. 
Dopo due settimane di guerra continua, abbiamo deciso di comune accordo stabilire una specie di tregua, in cui ci limitiamo a qualche battuta ogni tanto. Beh, eliminare anche quelle oltre agli scherzi sarebbe stato davvero troppo e nessuno dei due sarebbe riuscito a rispettare i termini dell'accordo per più di cinque minuti. 
Mentre sono sotto la doccia, inizio a pensare, dato che non c'è posto migliore per farlo. Mi ritrovo a riflettere su queste ultime due settimane. Phoebe è strana, ultimamente. Mi domanda in continuazione come va la convivenza forzata con Daniel senza darmi il tempo di chiedere qualcosa su di lei, a volte non risponde alle mie chiamate e spesso la trovo immersa completamente nei suoi pensieri, ma quando le chiedo se c'è qualcosa che non va scrolla le spalle e dice che stava solo pensando ai compiti. Sono piccole cose, lo capisco, ma io conosco Phoebe troppo bene per far finta di nulla. Sospetto che ci sia qualcosa che non mi voglia dire e non so se preoccuparmi o meno. Sospiro, decidendo che le avrei parlato chiaramente al più presto. Magari è solo una sciocchezza, ma almeno sarò tranquilla. 
Mi asciugo e mi vesto in fretta, con una semplice felpa di almeno quattro taglie più grande e una tuta grigia. 
Quando scendo in cucina, sorrido nel trovarmi davanti la tavola imbandita di cose buone. In realtà, ci sono solo latte, biscotti, caffè e cereali, ma a me bastano i biscotti per essere felice. 
-Si può sapere perché ci hai messo tanto?-
Inarca un sopracciglio, guardandomi. Alzo gli occhi al cielo e sbuffo. 
-Guarda che quarantacinque minuti non sono poi tanti per una doccia. Anzi, sono stata anche veloce-
Mi guarda scettico e scuote la testa. 
-Si, veloce per un bradipo, forse-
Ribatte guadagnandosi una mia occhiata di fuoco. 
-Mi stai dando del bradipo?-
Il ghigno beffardo che si disegna sul suo viso la dice lunga. 
-Lo hai detto tu, non io-
E scappa. Dove crede di andare?
-Torna qui, microcefalo!-
Mi alzo di scatto e lo inseguo, stando attenta a non inciampare in qualcosa e rompermi qualche osso. 
Scatta sulle scale e inizia a salirle tre gradini alla volta. Ma come diamine fa? Io a stento riesco a salirne uno per volta velocemente. Entra nella sua camera e lo seguo, ma il bastardo si apposta dietro la porta e riesce a sfuggirmi ancora. Oh, non mi arrenderò così facilmente. Lo seguo e torniamo in salotto. Sono alla fine della scalinata mentre lui ormai è accanto al divano del salotto, proprio accanto alle scale. Spicco un salto e gli arrivo sulle spalle. Probabilmente avrei dovuto pensare anche solo di sfuggita che avrei potuto uccidere entrambi con questa mossa, ma in questo momento non m'importa. Cadiamo entrambi sul divano, io sopra di lui, e l'inseguimento finisce qui. 
-Preso-
Sussurro, il cuore che va a mille e il respiro irregolare. Mi cinge la vita con le braccia e ghigna. 
-E adesso cosa hai intenzione di fare?-
Inarca un sopracciglio, senza smettere di guardarmi negli occhi. Sono di un verde smeraldo stupendo, così intensi che catturano il tuo sguardo e quasi ti ipnotizzano. 
-Io...-
Mormoro tirandogli un pugno sulla spalla così leggero che mi vergogno di me stessa. Inutile dire che per poco non mi ride in faccia e ribalta la situazione con uno scatto così rapido che quasi non ho il tempo di accorgermene. Ora mi trovo sotto di lui che, ghignando, inizia a farmi il solletico senza pietà. Mi dimeno come una dannata, tentando in tutti i modi di sfuggirgli, ma è altamente inutile. 
-Chiedimi scusa-
Impone dopo un po' continuando a sorridere. 
-Mai-
Riesco a dire tra le risate, prendendogli i polsi affinché li sposti. Ma cos'ha al posto delle ossa? Ferro? 
-Fallo!-
Intensifica il solletico e io ormai sono fuori controllo, sembro posseduta. 
-S..S..scusa-
Balbetto sperando che almeno ora si tolga di dosso. A causa di tutte queste risate e dell'affanno di prima,  sembra che mi manchi il respiro. 
-Come? Non ho sentito bene-
Avvicina il viso al mio, ghignando più di prima. Non è vero! Putroccolo dei miei stivali, certo che mi hai sentita.
-Scusa!-
Riesco ad urlare con tutto il poco fiato che mi resta. Immediatamente smette di farmi il solletico e io posso riprendere fiato. 
-No, ma dico, sei pazzo?! Credevo di essere in punto di morte!-
Lo fulmino con lo sguardo, ma lui sembra trovarlo divertente più che minaccioso. 
-Non ti avrei mai lasciata morire-
Sussurra a pochi centimetri dal mio viso. 
-Poi non potrei più divertirmi-
Ghigna e io non posso fare a meno di restare imbambolata per un paio di secondi, spostando lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra. Oh, ma andiamo, che mi prende? È Morrison, fottuti folletti. Scuoto la testa e lo spingo giù dal divano, mandandolo a terra. 
-Va a prendere i biscotti. Io metto il primo film-
Si alza sbuffando e si dirige in cucina borbottando qualcosa come "ma non dovevo essere io a dare ordini?"
Sorrido, mio malgrado, cercando Harry Potter e la pietra filosofale tra i film che ci sono nella sua lista. Quando lo trovo, metto in pausa e mi siedo sul divano, incrociando le gambe in stile indiana. 
-Gocciole, giusto?-
Chiede lanciandomi il pacco di biscotti che afferro al volo. Sorrido ampiamente e alzo lo sguardo su di lui. So che i miei occhi si sono illuminati perché succede sempre quando si parla di Harry Potter, Gocciole o biscotti in generale e musica rock. 
-Come fai a saperlo?-
Questa la voglio sentire. Non sapevo nemmeno che ci fossero, in realtà. 
Si limita a scrollare le spalle e a lasciarsi cadere sul divano. 
-Beh, non è stato difficile intuirlo dato che, ogni volta che andiamo al supermercato per fare la spesa, le guardi come se fossero un'apparizione della Madonna. Le ho prese ieri, quando sono andato da solo a fare la spesa perché tu non avevi voglia di alzare il culo dal divano-
Scuote la testa e poi mi guarda incuriosito. 
-Mi spieghi perché non le prendi mai se le adori così tanto?-
Scrollo le spalle e abbasso la testa, giocherellando distrattamente con il pacco di biscotti. 
-Perché non so controllarmi con le Gocciole. Sarei capace di mangiarne quantità industriali e il mio peso ne risentirebbe troppo.-
Ammetto con un sospiro. So di non essere obesa, ma ultimamente non riesco a fare a meno di notarmi con qualche chilo di troppo quando mi guardo allo specchio. 
-Stai scherzando? Ma se pesi meno di una sedia di plastica!-
Alzo lo sguardo su di lui, pronta a replicare credendo sia una delle sue solite battute, ma Daniel mi sta guardando stupito mentre scuote la testa. 
-Sei perfetta, Reynolds. Non osare cambiare-
Okay, ora sono io quella sconvolta. È così strano sentirlo parlare seriamente, farmi addirittura dei complimenti. 
-Grazie-
Sussurro per poi schiarirmi la voce, in imbarazzo, e far partire il film. 
-Sono sicura che ti piacerà-
 
 
 
-Okay, Reynolds, lo ammetto: non era niente male-
Sorrido soddisfatta di me stessa e prendo il telecomando. 
-Che ti avevo detto?-
Sto per mettere il secondo film quando mi blocco. 
-Ehm...sicuro di non averlo già visto il secondo?-
Chiedo guardandolo mentre mi mordo l'interno della guancia. 
-Non l'ho mai visto. Perché?-
Mi guarda incuriosito, aggrottando le sopracciglia. 
-Così, dicevo per dire-
Borbotto mentre faccio partire Harry Potter e la camera dei segreti. Sussulto già alla scena della mano scheletrica che si chiude di scatto sul polso di Harry. Ma è mai possibile? Avrò visto questo film centinaia di volte e ancora mi fa paura. Dannato regista. 
Ormai siamo a metà del film e inizio a irrigidirmi dato che so bene cosa verrà adesso. 
-Tutto okay?-
Daniel deve essersi accorto che sembro una delle statue di cera del museo di madame Tousseaud. 
-Certo-
Mento torturando il pacco di biscotti, ormai finito. Abbasso lo sguardo quando vedo tutti quei dannati ragni e quei due idioti seguirli nella foresta. 
-Reynolds? Non dirmi che hai paura-
Bastardo. Non è colpa mia se sono aracnofobica. 
-Paura? Pff, ma come ti viene in mente?-
Agito le mani in aria mentre parlo e la mia voce è un po' più acuta del normale. 
Daniel inarca un sopracciglio, divertito. 
-Se vuoi rifugiarti tra le mie braccia, fa pure-
Alzo gli occhi al cielo e lo fulmino con lo sguardo. 
-Mai-
Ma a quanto pare quel mai dura solo fino a quando compare Aragog, quel mostro di ragno gigante con tutti i suoi figli bastardi. Non posso fare a meno di saltare tra le braccia di Morrison, che mi stringe a se, divertito. Nascondo la testa nel suo petto per non vedere tutti quei cosi pelosi con le zampe, come una perfetta demente. 
Ormai resta solo la scena del Basilisco, ma a quella, più o meno, posso sopravvivere da sola. 
Poggio una mano sul suo petto per tornare diritta, ma il suo braccio me lo impedisce, stringendomi per le spalle senza farmi male. Alzo lo sguardo su di lui e noto che mi sta già fissando. Mi sorride e torna a guardare il film, mentre io appoggio la testa sul suo petto. 
  
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