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Autore: Angel TR    08/08/2016    2 recensioni
She saw my silver spurs and said let's pass some time
And I will give to you summer wine

Lana del Rey - Summer Wine.
{Avvertimenti e note all'interno | Raccolta disomogenea | LilixAsuka}
{Storie partecipanti alla "Le situazioni di lei&lei" indetta da starhunter Challenge indetta su EFP}
{Partecipa alla challenge "Just stop for a minute and smile" indetta da Sou_Shine su EFP}
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Kazama, Emily Rochefort
Note: Lime, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Bondage, Gender Bender
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Belle Époque'
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10."Sei stato un bimbo cattivo."
43. "Avresti qualche spicciolo da prestarmi?"
44. "Mi sa che ci siamo persi..."
Nickname: Angel Texas Ranger
Titolo: Ducati Monster
Genere: Slice of life

google maps and tripadvisor docet!


Se c'era una cosa che Asuka Kazama adorava di quel teppista di Hwoarang, quella era la sua motocicletta.

Una Ducati Monster fiammante che ruggiva come un leone a caccia (Asuka sospettava che l'avesse vinta a poker a qualche sbadato collezionista di due ruote).
Come non adorare quel rombare di motori, quelle ruote lisce, quella silhouette aggressiva?

« Monsieur Hwoarang, mon cher, prestami la tua moto. Voglio fare una sorpresa ad Asuka. »

Ecco, forse mettendo una stupida oca bionda franc... ops, monegasca, in sella alla suddetta moto.

Quel primo pomeriggio, all'uscita della scuola, ad Asuka Kazama quasi venne un infarto allo scorgere Lili Rochefort graziosamente appollaiata sulla lucente Ducati, le gambe snelle, fasciate da aggressivi pantaloni di pelle, che dondolavano.

Qualche studente fischiò nello scorgere la profonda scollatura della camicia nera di Lili. Invece di rispondere con un occhiolino, la bionda continuò a fissare maliziosamente Asuka, come se si aspettasse qualcosa.

Asuka ringhiò e prese a scendere i gradini più velocemente.

« L'ammazzo » borbottava tra sé e sé, quasi marciando sulle scale.

Lili dovette interpretare molto male quel borbottio perché le rivose un sorriso che voleva essere seducente. « Ciao, Asuka » la salutò.

Asuka si lanciò su di lei. « Oca! Questo sarebbe il motivo per cui oggi non sei venuta a scuola? Sei andata a bighellonare con il rosso cretino? » domandò, urlando.

Alcuni ragazzi ridacchiarono, rallentando il passo per ascoltare meglio: adoravano i pettegolezzi, soprattutto se la favolosa europea era coinvolta.
Asuka li fulminò con lo sguardo prima di rivolgere tutta la sua attenzione nuovamente a Lili.

« Che pettegoli » si lamentò sottovoce.

Lili inarcò un sopracciglio divertita. « Che ci vuoi fare, sono una celebrità! » spiegò, buttando i fluenti capelli biondi all'indietro con un colpo della mano; si stava dando delle arie.

« Ovvio, sei stupida e straniera, una combinazione fatale » rispose Asuka, piazzandosi le mani sui fianchi. Era furiosa.

Lili socchiuse gli occhi. « Sei gelosa. E sei anche gelosa del fatto che io ho la moto di Hwoarang. » accarezzò con la punta delle dita il sediolino di pelle. « Oppure sei gelosa dell'idea di me insieme a Hwoarang? »
Il suo tono era estremamente malizioso. Asuka roteò gli occhi.

« Stupida bionda. Tremo al pensiero di ciò che il povero Hwoarang abbia dovuto sopportare oggi. Ora scendi ,che tu non sai guidare questo gioiello. »

Asuka fece per spostare Lili ma lei scosse la testa e posò l'indice sulle labbra della ragazza. Nei suoi occhi azzurri contornati dal khol danzava una luce allegra.
Una bambina che ha una marachella in mente.

« È qui che ti sbagli, ma chérie. Hwoarang mi ha insegnato. Come sono arrivata qui, secondo te? » fece, un sorriso ad incresparle le labbra brillanti.

Spostò una gamba flessuosa, mettendosi a cavalcioni. Gli stivali con il tacco erano già alla ricerca del cavalletto.
Asuka era assolutamente terrorizzata, non sapeva se all'idea che Lili si ferisse a causa della moto o se la moto si ferisse a causa di Lili.
La bionda si allungò verso il manubrio, come una gatta che si stiracchia. Asuka avrebbe voluto avere i tappi alle orecchie per non subirsi quella marea di fischi.

Massa di ammiratori idioti.

« Monta, ma fille. » la incitò Lili, azionando la Ducati.

Il motore prese a fare le fusa per poi ruggire quando Lili accelerava, prendendosi gioco dello sguardo assassino di Asuka.

« Non è divertente, bionda. Scendi subito » ordinò Asuka.

Lili ruppe in una risata leggera e melodiosa. « No. »

La Ducati aspettava solo lei. Sembrava fissarla, con quell'unico faro tondo, avvisarla, sedurla. Gioca con me ma attenta.

Con un sospiro di sconfitta, Asuka montò dietro Lili che, ridendo soddisfatta, lanciò la moto tra la massa di studenti elettrizzati.

Il vento le frustava il viso e le scompigliava le ciocche, così Asuka tentò di sistemarsi i capelli in una coda.

« Fammi capire come hai ottenuto questa moto » chiese.

Lili ridacchiò. « Tutto ha un prezzo » rispose enigmaticamente. Le fece l'occhiolino dallo specchietto.

Asuka scosse la testa. « Potrei sapere perché ti sei truccata come una baldracca in pieno giorno? » chiese.

« Cosa ne vuoi capire tu di maquillage, rozza camionista? Sono incredibilmente sexy truccata così, una femme fatale! »

Effettivamente, con quei capelli fluenti che le sferzavano la schiena, i vestiti attillati, le lunghissime ciglia piene di mascara, in sella alla splendida Ducati, Lili sembrava davvero una femme fatale.

'Fatale' solo perché potrebbe farci ammazzare su questa bestia.

Edifici, persone, strade sparivano davanti agli occhi di Asuka ad una velocità impressionante; nelle orecchie solo il rombo della moto.
Asuka adorava la sensazione di libertà che le dava girare in moto; peccato che davanti a sé aveva la schiena flessuosa di Lili, il che la irritava non poco.

« Dove vai? » chiese Asuka, urlando per farsi sentire.

Per tutta risposta, Lili allungò una mano. « Osaka ai tuoi piedi! » urlò entusiasta, come offrendole la città dove Asuka aveva vissuto per quasi diciotto anni.

« Ma va... A me pare proprio che ci siamo perse! »

Invece, contro ogni aspettativa, dopo 400 metri, Lili svoltò a destra. Sembrava sicura, come se avesse percorso quella strada milioni di volte. Ad Asuka venne un dubbio terribile.

« Lili, questa è l'unica via che conosci, non è vero? » domandò, la voce più alta di un'ottava.

« Tra 250 metri svolto a sinistra, poi di nuovo a destra tra 90 metri. Seguo la strada, mantengo la sinistra e proseguo per un chilometro. Praticamente sono sulla 423. Uso la corsia per prendere lo svincolo, svolto a destra tra un paio di metri e poi di nuovo a destra tra 350 metri. Seguo la strada e siamo arrivate! » recitò Lili a memoria, tutto d'un fiato. Sembrava fiera di se stessa.

« Sento puzza di rosso coreano » sussurrò Asuka. « E dove saremmo arrivate, di grazia? »

Lili eseguì con facilità tutte le manovre che aveva elencato. Asuka inarcò un sopracciglio: quanto tempo aveva speso a guidare? E quanto aveva rischiato? E, soprattutto, quanto aveva sganciato per convincere Hwoarang?

« Andiamo al La Baie, il migliore ristorante francese qui a Osaka! » rispose Lili, felice.

« E Hwoarang sarà lì ad aspettarci per confiscarti la moto alla prima occasione? » Asuka ne era sicura.

Un'ombra calò sul viso allegro di Lili. « Probabile... » concesse. « È un mercenario » lo accusò, mettendo il broncio.

Ad Asuka si spezzò il cuore. In fondo aveva organizzato quella giornata appositamente per lei. Si sentì in dovere di tirarle su il morale.

« Dopo gli spezziamo le gambe così non potrà guidare » annuì con forza e si sollevò nel vedere spuntare un sorriso sulle labbra della bionda.

« E gli rubiamo la moto » aggiunse Lili, allegra. « Eccoci qui! » annunciò, trillando.

Rallentò e si guardò intorno alla ricerca di un posto dove parcheggiare. Gli occhi di Asuka corsero alla facciata elegante — molto stile Lili, molto poco stile Asuka — ma, a metà della corsa, si scontrarono con una chioma arancio carota.
Ridusse gli occhi a due fessure .

Hwoarang.

Il ragazzo si accorse di lei e le fece l'occhiolino.
Mangiò i metri che lo separavano da lei e Lili, le mani nelle tasche, spavaldo e sicuro di sé. Le ragazze per strada si giravano a guardarlo quando passava. Fischiò, canzonatorio, quando Lili scese dalla moto con un elegante movimento della gamba.

« Touché, Lili. Sembra che la mia splendida sia illesa » commentò, chinandosi per dare un'occhiata da vicino.

Asuka gli diede un calcio sul sedere, approfittando del momento. Era convinta del fatto che al mondo c'erano due cose che Hwoarang adorava: il suo maestro e la Ducati Monster.

Il ragazzo si rialzò e Asuka lo tirò in disparte, stringendogli forte un avambraccio e ignorando bellamente le sue colorite proteste.

« Dimmi quanto hai ricevuto per questa sbuffonata » gli intimò.

Hwoarang fece spallucce. « Un giusto compenso. Spiccioli per una tasca piena come Rochefort. A proposito, non è che avresti qualche spicciolo da prestarmi? Vorrei offrirmi un bel caffè. »

Asuka ringhiò per la sua insolenza. « Addirittura! Ti meriti una bella lezione perché sei stato un bimbo cattivo »

« Non vorrai fare una scenata davanti a tutta questa gente!? » gracchiò Hwoarang quando Asuka lo afferrò per il colletto.

« Assolutamente no, caro Hwoarang. Credo che ripagherai Lili per la sua generosità » rispose la ragazza con un ghigno.


Lili sollevò lo sguardo e schioccò due dita per chiamare il cameriere.

« Garçon? Il conto, s'il vous plaît. » Le piaceva far vedere che era di madrelingua francese.
"Siamo in un ristorante francese, no? C'est comme chez moi. " aveva detto.

Il cameriere, in un elegantissimo frac, ritornò da loro con le mani in mano. « Signore, il conto è già stato pagato » riferì loro. « Con particolari omaggi da parte di un ammiratore. »

  
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