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Autore: Inazumiana01    08/08/2016    5 recensioni
[Interattiva][Iscrizioni Chiuse] [Ispirato a Death Note] [Morte certa!]
Dato che ultimamente ci sono molte storie ad OC ho deciso anch'io di rompervi le scatole ^^ XD
Dal prologo:
-E quando avresti scoperto questo potere?- chiese la ragazza con le lacrime agli occhi.
-La settimana scorsa- disse con un'alzata di spalle. -Sai...ho osservato i ragazzi di questa scuola..- disse indicando la struttura dietro di sè - Tu eri solo un'esperimento...ed anche riuscito direi!- disse con entusiasmo.
-Allora perchè vuoi uccidermi?-
-Perchè non mi servi più...ho ottenuto ciò che volevo.Ed a quanto pare siamo anche in ritardo!- disse guardando l'orologio che aveva al polso sinistro. -Su forza, uccidila- disse con fare sbrigativo per poi allontanarsi.
-No! Aspet- la ragazza non ebbe il tempo di finire la frase che si accasciò al suolo portandosi una mano alla gola e cercando di prendere più aria possibile nei polmoni, ma dopo pochi secondi si ritrovò a terra senza vita.
Genere: Horror, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolcetta, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Venerdì 14 novembre.



L’inverno era arrivato in anticipo, con il suo vento gelido e l’aria pungente.
In quegli ultimi giorni, il freddo era ancor più intenso del solito: la notte portava con sé grandi gelate, al mattino tutti svolgevano la loro routine con delle sciarpe al collo.
Quella mattina, il Dolce Amoris aveva degli ospiti. Dopo la morte di Vanille se ne susseguirono delle altre, molti erano causate da attacchi cardiaci mentre altre riguardavano il suicidio.
Era passata una settimana dalla morte della prima vittima e la maggior parte erano impauriti, temendo che la stessa fine dei loro compagni potesse capitare a loro.
Tutti quegli omicidi, non passarono di certo innosservati da parte delle forze dell'ordine che, dopo aver constatato che un gran numero delle vittime studiava in quella scuola, avevano deciso di ispezionare l'edificio. Immaginavano che  la causa di tutte quelle morti, stesse nel cibo o dal comportamento di certi professori che portavano gli alunni a suicidarsi. Nessuno avrebbe mai sospettato che la causa fosse un semplicissimo quaderno rilegato in pelle.
Cornelia avanzava nel corridoio come se nulla di tutto ciò che stava succedendo le appartenesse. Leandro, al suo fianco, una volta saputa la verità su come fosse morta sua madre e in particolar modo a causa di chi, abbracciò Cornelia ringraziandola. Lei gli fece toccare il Death Note, così che potesse essere in grado di vedere lo Shinigami di nome Calikarcha. Leandro lo studiò per bene e gli fece varie domande sul quaderno e, seppur non scriveva lui direttamente, aiutava Cornelia a decidere in che modo sarebbero morte le persone e chi uccidere.
Calikarcha gli spiegò che era possibile prestare il quaderno senza perderne la proprietà e che quella persona a sua volta poteva prestarlo a terzi, ma nonostante ciò a Leandro andava bene così.
L'unica cosa che lo fece irritare, era lo scambio degli occhi che Cornelia aveva intenzione di proporre. Si soffermarono molto su quella questione, Cornelia continuava a ripetere che grazie agli occhi avrebbe potuto vedere il nome delle persone senza nemmeno sapere chi fossero e, Leandro le ripeteva che non le avrebbe mai fatto dimezzare la sua vita solo per degli stupidissimi occhi.
Per un po' lasciarono perdere quella discussione, ma sicuramente l'avrebbero ripresa.
-Ci siamo tutti?- domandò dolcemente l'insegnante di matematica, mentre gli studenti prendevano posto nell'aula. -Come avete potuto notare quest'oggi, e molto probabilmente anche nei giorni a seguire, la scuola ospiterà le forze dell'ordine, essendo sospetta di tutti gli omicidi che stanno avveneno.- cominciò camminando un po' per l'aula. Era un uomo abbastanza alto, molto magro e di all'incirca una sessant'anni, i capelli erano quasi del tutto bianchi e leggermente disordinati, gli occhi erano cangianti e i baffi bianchi. Molti lo soprannominavano Einstein a causa del suo aspetto e anche perchè era un vero appassionato di filosofia e fisica. -Vi chiedo di evitare battutine o cose del genere. Non è un buon momento per fare i bambini.- disse soffermando lo sguardo su alcuni ragazzi nell'ultimo banco che, stranamente, acconsentirono con la testa -Tra un paio di giorni ci riuniremo tutti in palestra per commemorare la perdita di molti studenti. Di fatti, siamo arrivati a dodici vittime in meno di una settimana e quest'oggi prendiamo atto di due perdite davvero atroci, Irina Eucliffe e Kim Smith. Ora il dolore che proviamo per queste terribile perdite mi rammenta, ci rammenta, che nonostante proveniamo da luoghi diversi e parliamo lingue diverse i nostri cuori battono all'unisono.- citò l'ultima frase osservando i vari studenti.
Leandro e Cornelia rimasero immobili, sul loro volto non traspariva alcuna emozione, fatta eccezzione per un piccolo ghigno sul volto della bionda.




***




-Come stai?- chiese Bash sedendosi accanto a Iris.
La rossa, dopo aver visto la sua amica morire proprio davanti ai suoi occhi, dopo aver chiesto aiuto era scappata nel sottoscala e un Bash preoccupato dietro di lei.
Erano soli, la ragazza aveva le ginocchia all'altezza del petto e il volto nascosto tra le braccia. Bash non sapeva cosa dire in quella situazione, non era particolarmente bravo con le parole.
-Tu come ti sentiresti se la tua amica fosse morta?- chiese con voce tremante senza alzare lo sguardo.
Bash aprì schiuse leggemrmente la bocca. Molto probabilmente si sarebbe chiuso in se stesso  e sarebbe stato freddo con tutti.
-Scusami...che domanda stupida.- mormorò appogiando la schieda vicino al muro e con lo sguardo fisso nel vuoto.
Rimasero in quel modo per quella che sembrò un'eternità, ma poi un singhiozzo ruppe il silenzio che si era creato.
Il ragazzo si avvicinò di più ad Iris, prendendole il volto tra le mani. Calde lacrime scendevano dai suoi occhi color acquamarina -L-l'ho vista...l'ho vista morire davanti ai miei occhi...- disse tra un singhiozzo e l'altro -N-non ho...potuto fare niente..- disse debole. Bash l'avvicinò a sè, abbracciandola forte.
-Non è colpa tua, Iris.- disse accarezzandole i capelli -E' morta per causa naturale...tu non potevi sapere che sarebbe successo, non potevi immaginare che sarebbe morta..- cercò di calmarla cullandola tra le sue braccia.
La ragazza continuava a piangere, rimasero in quella posizione ancora per molto, fino a quando la ragazza non si fu calmata.




****



-Alexy...- sussurrò Mizu avvicinandosi all'amico. Il suo sguardo era rivolto verso il basso, sembrava che un'aura nera si fosse impossessata di lui. Ma come biasimarlo.
Mizu si avvicinò di più a lui e gli prese la mano cercando di attirare la sua attenzione. Con quel gesto cercava di dargli conforto, dato che le parole non sarebbero servite.
Il ragazzo sembrò notarlo, così la guardò negli occhi facendole un leggero sorriso.
-Kim era una ragazza davvero forte...- sussurrò. Alexy aveva intenzione di far conoscere la ragazza a Mizu, ma a quanto pareva non ce n'era stata l'occasione. Mizu continuò a farlo parlare senza interromperlo. -Sembrava quasi un maschiaccio. Non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno e avrebbe scatenato la terza guerra mondiale solo per proteggerti o per vendicarsi di chi ti aveva fatto un torto. Sarebbe stata un'ottima guardia del corpo..- disse Alexy ridendo amaramente - Peccato che non fosse così brava nello studio...era molto orgogliosa e testarda. Non ammetteva di avere torto o che le servisse aiuto. Stava per rischiare la bocciatura l'anno scorso, e ci vollero tutti i suoi amici per obbligarla a chiedere aiuto al delegato per delle ripetizzioni..- disse guardando il suolo -Ti sarebbe stata simpatica...difficilmente si faceve dei nemici.- finì per poi guardare nuovamente Mizu che gli fece un sorriso incoraggiante.
-Oggi esco prima..- disse tutto ad un tratto il blu -Preferisco andare a casa...ci vediamo domani?- domandò cercando di sorridere sincero e la ragazza annuì convinta. -Vado a richiedere il permesso.. a domani.- finì per poi dirigersi verso la sala delegati.
Mizu osservò la figura di Alexy scomparire. Era dispiaciuta per ciò che stava succedendo, cercava di darsi una spiegazione logica a tutti quegli eventi, ma non trovava niente. Come potevano morire tutti d'infarto?




***



Le ore passarono più lentamente del solito. Nessuno prestava particolare attenzione alla lezione, solo pochi secchioni erano in grado di prendere appunti, la maggior parte di loro aveva la testa da tutt'altra parte.
Rosalya era uscita prima insieme al suo amico Alexy e Lysandro. In un primo momento non era d'accordo, ma poi ha capito che non ce l'avrebbe fatta a reggere il resto della giornata scolastica, dopo la morte di una sua grande amica, le diede man forte.
Così, dopo esser riuscito a superare sette ore di scuola si diresse verso una pasticceria prima di andare dalla sua fidanzata.
Non l'avrebbe di certo lasciata sola, sapeva com'era fatta la sua ragazza, le avrebbe dato conforto.
Fuori era quasi buio, sicuramente si sarebbe messo a piovere. Erano le cinque e dopo aver preso una torta fatta prevalentemente di cioccolato, si diresse verso la casa dell'albina.
Era un quartiere piuttosto rispettabile, quello dove abitava Rosa. Si trovava sotto casa sua, indeciso se bussare al citofono o no. E si ci fossero stati i suoi genitori? E se Rosa l'avrebbe cacciato?
Rimase ancora un po' sotto al portone indeciso sul da farsi.
Osservò tutte le persone che passavano di lì, c'erano i genitori che cercavano di coprire come meglio potevano i figli e poi c'era qualche adolescente che correva ridendo sotto la pioggia coprendosi con lo zaino.
La sua attenzione venne catturata da qualcosa che cadde dal cielo. Strinse gli occhi per cercare di vedere meglio, seguì la traiettoria fino a quando non si posò sul verde prato.
Incuriosito, decise di andare a vedere di cosa si trattasse. Pogiò la torta vicino al portone, dove non si sarebbe bagniata, si alzò il cappuccio bianco e fece una corsa verso il punto in cui era caduto l'ogetto. Non appena vide di cosa si trattasse si guardò in torno. Com'era possibile che un quaderno cadesse improvvisamente dal cielo?
Era un quaderno di media grandezza, rilegato in pelle e con sopra una scritta "Death Note".




***



-Che ci fai qui?- domandò Hayden una volta aver aperto la porta di casa sua. Aveva il naso arrossato, gli occhi assonnati ed era avvolta da una pesante coperta.
-Sono venuto a vedere come stavi.- rispose Alex come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Hayden ci mise qualche secondo ad elaborare la frase.
-E come hai fatto a sapere dove abito?- domandò scettica e con la voce impastata.
-Ho chiesto al tuo amico Bash che fine avessi fatto e quando mi ha detto che avevi la febbre gli ho domandato dove abitassi...così da venirti a trovare.- disse con le mani nelle tasche -Posso entrare? - domandò a sua volta. Stava cominciando a congelarsi la fuori.
-Oh..si, si certo, entra pure..- rispose riprendendosi da quello stato di trance e facendolo accomodare -Non far caso al disordine...- disse facendolo accomodare sul divano davanti al camino.
-Allora...come ti senti?- cominciò Axel una volta preso posto sul divano nero affianco a Hayden.
-Bene. Ancora un po' raffreddata, ma almeno la febbre è passata.- disse sorridendo.
-Un po'? Sembri uno zombie!- disse Axel guardandola meglio, mentre Hayden incrociava le braccia e lo guardava fintamente offesa. -Ha ha ha...molto divertente, davvero..- disse mettendo il broncio. e Axel rise ancora di più nel vedere la sua espressione tenerissima.
-Senti...- cominciò tutto ad un tratto Hayden -Come hai fatto a avere il mio numero di telefono?- domandò incuriosita.
-Prima che arivassei, avevo già addocchiato il cellulare così per vedere di chi fosse l'ho preso e ho controllato il nome del proprietario.- cominciò con un sorrisetto -Così quando ho visto il tuo nome, ho chiamato con il tuo telefono il mio, così da avere segnato il tuo numero.- disse con un'alzata di spalle e Hayden rimase un'attimo interdetta.
-Hai mai sentito parlare dell'esistenza della PRIVACY?- domandò retorica calcando per bene l'ultima parola e Axel scoppiò nuovamente a ridere.
-Se non l'avessi fatto, a quest'ora tu non mi rivolgeresti la parola.- disse avvicinandosi -Dato che la gelosia verso quelle tre ragazze era trop..- non riuscì a finire la frase che gli arrivò un cuscinetto in faccia.
-Io non sono affatto gelosa!- esclamò mentre le guance le si coloravano di rosso. -Semplicemente non riuscivo a capacitarmi di come quelle ragazze si fossero infatuate di un tipo come te!- disse voltandosi dall'altro lato.
-Che cosa vorresti dire? Che non sono abbastanza attraente?- domandò divertito.
-Esatto.- rispose ferma ma ancora col volto arrossato.
-Non credo sia corretto...sai, le ragazze cadono ai miei piedi senza che io faccia niente..-
-E poi se ne scappano quando scoprono che razza di persona sei!- ribattè guardandolo negli occhi con sguardo di sfida. Axel si avvicinò sempre di più, erano a pochi centimetri di distanza. -Allora perchè sei tutta rossa e mi rivolgi la parola?- domandò divertito e leggermente malizioso.
-I-io...- cominciò cercando di riprendere a respirare normalmente. -Non lo so nemmeno io perchè ti continuo a parlare!- disse dandogli un'altro cuscino in faccia facendolo allontanare, così da potersi alzare dal divano.
-Ma da dove li prendi tutti questi cuscini?- domandò con i capelli biondi spettinati, che gli donavano un'aria più attraente. Hayden arrossì ancora di più a qual pensiero. -Però non mi hai detto perchè sei tutta rossa..- continuò testardo.
-E'...il raffreddore...la febbre..- rispose e si ritrovò a sperare che l'avesse scampata. Ma scampata da cosa?
-Vuoi qualcosa da bere?- domandò cercando di cambiare discorso il prima possibile.
-No, si è fatto tardi e devo ancora studiare.- disse alzandosi dal divano -Ci si vede lunedì.- disse scompigliandole i capelli.
-A lunedì..- mormorò imbarazzata da qul gesto così affettuoso.




***




-Quando ci organizziamo per il progetto?- domandò Maximillian a Cornelia, Leandro e Jace. Nessuno di loro sembrava particolarmente entusiasta i collaborare con altri, in particolar modo la biondina.
-Ci divideremo in due gruppi. Io e Leandro e voi due.- disse riservando un'occhiataccia a entrambi i ragazzi.
-Senti..- cominciò Jace -Neanche a me va a genio di collaborare con voi due, ma il professore ha detto che dobbiamo farlo in gruppo, okay?- disse sperando che la ragazza avesse capito.
-Se il professore non lo verrà a sapere, meglio. Non mi va di collaborare con voi due e con nessun altro che non sia Leandro. Perciò ci divideremo gli argomenti da fare e poi il giorno dell'interrogazine prenderemo un buon voto e  non ci rivolgeremo più la parola.- disse con fare sbrigativo Cornelia.
-Nonostante questa idea sia davvero molto allettante, mi ritrovo costretto a oppormi. Non prenderò un brutto voto a causa di una che non vuole collaborare un solo pomeriggio.- disse Jace guardando Cornelia con aria di sfida.
-Ma se non sbaglio, tu già c'è l'hai un pessimo voto in quella materia...e in tutte le altre.- continuò Cornelia.
-Starei cercando di recuperare.- disse senza staccarle gli occhi di dosso. Maximillian decise, saggiamente di intervenire prima che la situazione potesse degenerare. Stessa cosa fece Leandro con Cornelia, attirandola a sè.
-Che ne dite di fare lunedì pomeriggio?- domandò Leandro. Anche a lui non andava particolarmente a genio l'idea di studiare con altre persone, ma comunque si sarebbe trattato i un paio d'ore, lui sarebbe riuscito a sopravvivere. Cornelia lo guardò basita. Davvero voleva studiare con quelli lì?
-Per noi non c'è problema, vero?- disse rivolgendosi a Jace che acconsentì con la testa.
-Bene. A lunedì, allora.- disse Leandro per poi uscire dalla scuola insieme alla fidanzata. Una volta abbastanza lontani da occhi e orecchie indiscrete, Cornelia parlò.
-Ma come ti è saaltato in mente?- domandò irritata.
-Si tratta di due o al massimo tre ore, riuscirai a sopravvivere.- disse Leandro tenendo le mani sulle spalle della fidanzata.
-Io sicuramente riuscirò a sopravivvere, ma non credo sia la stessa cosa per quei due...in particolar modo il moro.- disse sapendo già quali sarebbero state le prossime vittime.
-Non li puoi uccidere.- disse serio e la bionda alzò un sopracciglio per invitarlo a continuare -Se li uccidi, avremo comunque dei nuovi compagni di studio e, se uccidi anche quelli, non farai altro che alimentare i sospetti su di te.- disse serio e Cornelia dovette dargli ragione, seppur contro voglia.
-Dopo la presentazione li posso uccidere?- domandò Cornelia e Leandro sorrise nel vedere la voglia che la sua ragazza aveva di uccidere qualcuno.
-Io direi di uccidere qualcuno in ambito politico. Non credo che mancherebbe a nessuno qualche senatore o sindaco in meno.- disse sorridente, per poi rivolgersi a Calikarcha che per tutto quel tempo era stata dietro di loro. -E' possibile uccidere qualche politico?- domandò.
-Tutti gli uomini, senza eccezione, muoiono.- rispose lo shinigami.
-E dove vanno a finire? All''inferno?- domandò Cornelia curiosa, immaginandosi Vanille all'inferno.
-Per chi è stato ucciso dal quaderno o se il possessore del quaderno muore, non esiste nè l'inferno nè il paradiso. Dopo la morte, il posto dove vanno è il Mu, cioè il nulla.- disse infine.
-Quindi, quando io morirò finirò nel nulla?- domandò Cornelia  e lo shinigami annuì.





***



-Non mi piace.- disse Jace una volta che la coppietta si fosse allontanata.
-Certo, non spiccano di simpatia ma almeno sono bravi a scuola.- disse Maximillian al suo amico.
L'insegnante di scienze aveva avuto la brillante idea di creare dei gruppi di studio, perchè secondo lui con ciò che sta succedendo è meglio contare sui compagni di classe.
-Non mi piacciono.- disse nuovamente il moro, guardandoli andarsene con astio. Quel giorno, Jace, aveva deciso di tenere i capelli neri sciolti e Maximillian, dovette ammettere che stava davvero bene anche senza codino. E lo odiava, in particolar modo perchè su di lui stava bene qualsiasi cosa.
-L'hai già detto che non ti piacciono.- disse l'albino sospirando. -Allora, vogliamo andare o vuoi rimanere un'altro po' qui a scuola?- non finì nemmeno la frase che Jace si voltò di scatto verso di lui.
-Non perdere tempo Max! E' ora di andare a casa!- disse cominciando a camminare verso l'uscita. Maximillian sorrise. Non era cambiato affatto da quando erano piccoli.
Stava per incamminarsi insieme a Jace, fino a quando una figura a lui ben nota lo distrasse facendolo andare a sbattere contro la porta dell'aula B che si era rimasta aperta. La cosa non passò innoservata alla figura che, non appena sentì un tonfo si voltò per vedere cosa fosse successo.
Maximillian divenne leggermente rosso e cominciò a massaggiarsi il naso che sicuramente era diventato rosso.
Un rumore di scarpe si avvicinava a lui e non appena si voltò capì da chi provenissero. Laila, vestita con il suo solito abbgliamento githic lolita che la rendeva estremamente carina, gli si era avvicianato e con estrema delicatezza lo aiutò ad alzarsi, tutto ciò cercando di trattenere un sorriso divertito torturandosi il labbro inferiore.
-Ti sei fatto male?- domandò la ragazza, mentre la risata di Jace risuonava per il corridoio. Maximillian gli lanciò un'occhiataccia intimandolo di stare zitto, ma a quanto pare non aveva funzionato.
-Si...sto bene, grazie.- rispose l'albino sorridente.
-Come sei caduto?- domandò la mora con un velo di preoccupazione.
-Beh...ecco, io ti avevo vista...e non mi ero accorto che davanti a me c'era la porta...così sono andato a sbattere..- disse leggermente imbarazzato. La ragazza arrossì ma sorrise ugualmente.
-Ora hai da fare?- domandò Laila dopo qualche secondo id silenzio. Maximillian rimase spiazzato da quella domanda, per cui ci mise qualche minuto a rispondere.
-Oh...no, non ho nulla da fare. Assolutamente niente.- rispose sorridente.
-Ti va di andare a prendere qualcosa qui vicino?- domandò imbarazzata. Non era da lei prendere l'iniziativa, solitamente preferiva rimanere da sola e  non affezzionarsi troppo alle persone per paura di rimanerne delusa. Ma con quel ragazzo era diverso e dopo averla portata a fare equitazione, le era difficile allontanarsi.
-Si. Mi piacerebbe tantissimo.- disse ancora sorridente. Uscirono dalla scuola insieme e si avviarono in quel bar in stile lolita, che Laila gli aveva detto.
Jace dal canto suo rimase lì immobile, senza emettere alcun tipo di suono, ancora troppo sconvolto per ciò che era successo in meno di due secondi. -Quello stronzo mi ha abbandonato...- mormorò a se stesso. -Glielo rinfaccerò per il resto dei suoi giorni...- borbottò per poi andarse anche lui.









Angolo Autrice

Salve! Il capitolo era già pronto da giorni, ma solo questa mattina ho scoperto che la mia amica ha pubblicato il nono capitolo ieri...ma vbb.
Ora tralasciando ciò...come vi è sembrato il capitolo? Vi è piaciuto? Come ben vedete stanno interagendo un po' tutti gli Oc. Mancano altre due coppiette a formarsi...Maximillian/Laila e Axel/Hayden...e poi c'è Jace...
Avete dei nomi per tutte le coppie? Lealia (leandro e cornelia)? Maxila? Faccio schifo con i nomi, se avete suggerimenti non esitate...vedremo quali nomi saranno i vincitori XD
Ora le domande:
1- consigliatemi un nome per gli Shinigami XD

Ci vediamo al prossimo capitolo!
Un bacio





 
   
 
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