8 Agosto 2016.
Sono invitato a cena assieme ad amici storici, ai quali si aggiunge una coppia che non conosco.
La location scelta per la cena è una trattoria sperduta nell’entroterra marchigiano, uno di quei posti nei quali non ti imbatti mai per caso, uno di quelli che non raggiungi se non lo conosci.
È una tipica serata d’estate: cielo stellato sopra di noi, il frinire delle cicale come sottofondo e una lieve brezza ci accompagnano al tavolo.
Arrivano anche gli altri commensali. I nostri amici, che ci hanno invitato, e due loro amici Michela e suo marito Dario, affetto da SLA. Assieme a loro due c’è un’altra coppia: sono indiani e aiutano Dario nella vita di tutti i giorni.
Non ricordo il nome dei due accompagnatori indiani, ma sono colpito dalla loro signorilità.Lui saluta tutti rispettoso e accenna un sorriso, lei è molto più intimidita e a disagio e fissa spesso per terra, distogliendo lo sguardo quando si accorge di essere guardata.
Lui indossa una maglietta bianca, pantaloni scuri e in testa ha un turbante nero. I miei amici mi spiegano che i Sikh (il popolo d’appartenenza della coppia) hanno la tradizione di tenere sempre sul capo un turbante e di curarlo come una reliquia.
Sua moglie ha un bellissimo vestito nero a pois bianchi e i lunghissimi capelli neri raccolti in un’altrettanto lunga coda. Nella sua semplicità e timidezza, è incantevole.
Si siedono vicino a Dario e data la sua immobilità, lo imboccano e si prendono cura amorevolmente di lui durante il pasto.
La cena procede tra chiacchere, vino e prelibatezze e il clima è sereno e disteso. Dario è visibilmente felice di vedere la tavola imbandita ed essere circondato dai suoi amici. Aiutato dalla coppia Sikh, mangia e beve fino alla sazietà. Facciamo tutti altrettanto.
Nonostante la situazione inusuale e che pensavo essere imbarazzante per me, data la condizione di quella famiglia, la serata è passata in compagnia e in un clima molto sereno e tranquillo.
Sulla via del ritorno a casa, mentre altri commentavano la cena e le situazioni, ho riflettuto in silenzio. Ho pensato alla condizione di Dario, che nonostante la malattia bastarda, riusciva a sorridere. Ho pensato alla forza che ha la moglie Michela nel convivere con questa situazione da anni. Ho pensato alla determinazione e alla pazienza che deve avere la bellissima coppia Sikh e alla riconoscenza che Dario ha nei loro confronti.
Ho pensato alla mia vita, alle circostanze per le quali mi sono lamentato o mi lamento. Davvero ci sono volte in cui non mi sento felice?