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Autore: Giulls    26/04/2009    14 recensioni
“Oh mio Dio! Ho Robert Pattinson davanti a me! QUEL Robert Pattinson! L’Edward Cullen di Twilight! Sto sognando, non è possibile! Non posso credere che Teo, mio fratello Teo, sia suo amico…eppure me l’ha appena presentato…" pensai rimanendo estasiata davanti a lui... *La storia di Giulia, una sedicenne italiana che andrà a trascorrere le vacanze estive a Londra, incurante che proprio lì imparerà davvero cosa vuol dire la parola AMORE...* °°°°°°°°°°°°°° Salve ragazze, sono tornata con la mia ultima storia, alla quale tengo moltissimo...spero di piaccia!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono imperdonabile, lo so…mi faccio schifo da sola -.-
Sono guarita da mercoledì, ma a causa della scuola non sono riuscita a postare, quindi posto oggi…ma…sorpresa delle sorprese! Domani non riuscirò a postare!
Fortuna che questa settimana terminerà presto, io non ne posso già più :(
Finiti questi giorni però tornerò a postare come sempre!! ^^
Ora mi sto cimentando nella Divina Commedia (verifica domani =( -.-), ma mi prendo due secondi di pausa per postare e ringraziarvi!
Grazie alle 101 persone che hanno messo la storia tra i preferiti e alle 13 per aver messo la storia tra le storie seguite (ancora mi chiedo l’utilità di questa cosa xD), chi ha solo letto e ovviamente chi spreca 2 secondi per recensire…sabato vi risponderò come sempre, lo prometto! :)
Buona lettura! Spero che vi piaccia il capitolo
Un bacione la vostra Giulls ^^

33. ALESSIA

Il giorno seguente ancora mi svegliai con 37.7 e due giorno dopo ero guarita del tutto.
In quei giorni Robert mi stette sempre accanto rinunciando ai vari impegni che aveva preso nonostante io non fossi d’accordo, in quanto non volevo che tutte quelle rinunce lo portassero a ricevere cattivi commenti da parte della stampa.
Venerdì mattina venne a prendermi presto per fare un giro nel centro di Londra come avevamo accordato, ma io come sempre mi svegliai all’ultimo minuto e dopo aver indossato frettolosamente un paio di jeans a sigaretta chiari, una maglietta a mezza manica bianca e le All Star bianche scesi di corsa le scale e lo raggiunsi di sotto.
< Giulia ci sei o dobbiamo aspettare ancora per molto? > domandò Robert appoggiato alla ringhiera della scala.
< Oh, ma che palle che sei! > risposi ridendo mentre gli saltavo in braccio e lo baciavo dolcemente.
< Pronta miss? >
< Prontissima >
< Bene > disse uscendo di casa con ancora me in braccio.
Scesi da lui ridendo e chiudendo casa, dopodiché entrammo in macchina e andammo a fare colazione nel bar dove facevano i muffin che tanto amavo.
< Facciamo come al solito? > domandò mentre eravamo al bancone.
< Sì > risposi sorridendogli < tre muffin per favore…e uno lo può dividere in due per favore? > chiesi al
Ci sedemmo per fare colazione e poi c’incamminammo a piedi fino a raggiungere i negozi.
< Ti scoccia entrare qui dentro un attimo? Mi si è rotto l’iPod e volevo prenderne uno nuovo… > domandò indicandomi un negozio della Apple.
< Assolutamente no, entriamo >
Guardammo moltissimi modelli e infine Robert comprò un iPod da sedici giga nero.
< Ehm…entriamo anche qui? > domandò indicando un altro negozio di elettronica.
< Cosa devi comprare qui? > domandai curiosa.
< Un telecomando universale… >
< Ancora? Ne hai comprato un altro la settimana scorsa! > esclamai sgranando gli occhi.
< Beh…diciamo che accidentalmente l’ho lanciato per terra credendo fosse la sveglia e l’ho rotto… >
< Accidentalmente, eh? > dissi sarcastica < va bene, entriamo! Io devo comprare delle nuove cuffie per l’iPod > aggiunsi innocentemente.
< Di nuovo? Non ne avevi comprato un paio due settimane fa? > domandò ridendo.
< Lo sai benissimo che io ne distruggo un paio come schiocco le dita! > risposi sbuffando.
Entrammo velocemente nel secondo negozio e comprammo quello che ci serviva, ma non appena uscimmo venimmo circondate da un sacco di ragazzine urlanti che reclamavano l’attenzione di Robert.
< Vado a sedermi in quella panchina… > gli dissi facendomi largo tra la folla e Robert mi raggiunse dopo qualche minuto.
< Scusa… > disse guardandomi con occhi da cucciolo.

< Non scusarti, tu non hai fatto niente > risposi guardandolo.
< E perché hai questo sguardo arrabbiato? > domandò sedendosi accanto a me.
< Perché nell’uscire una ragazza mi ha pestato i piedi e un’altra mi ha distrutto la spalla >
< E? >
< E cosa? > domandai.
< Ti conosco, so che c’è dell’altro… >
Sospirai rumorosamente.
< Mi scoccia che ogni volta mi chiedano se sono tua sorella o la tua fidanzata > risposi poggiando la testa sulla sua spalla e chiudendo gli occhi.
< E tu che rispondi? > domandò curioso.
< Dipende…quando sono ispirata rispondo che sono la fata turchina > dissi accennando un sorriso.
Robert scoppiò a ridere.
< Forza continuiamo il nostro giro > disse alzandosi dalla panchina e offrendomi la mano.

< Ok > risposi sorridendo e tentando di fregargli gli occhiali, ma senza risultato.
< Piccola ladruncola > disse divertito baciandomi la guancia < ehm…Giulia? > mi chiamò poco dopo.
< Dimmi >
< Se ti porto in un negozio di intimo ti scandalizzi? > domandò guardandomi e sorridendo.
< Per me o per te? >
< Per te >
< Perché vuoi portarmi in un negozio di intimo? > chiesi guardandolo.
< Beh, un nuovo intimo serve sempre, specialmente per voi donne… > rispose passandosi una mano tra i capelli.
< Stai insinuando che la mia biancheria sia orribile per caso? > chiesi fingendomi scandalizzata.
< No sciocca! Voglio farti un regalo e pensavo che un intimo potesse andar bene…>
< Non ti credo, ma…andiamo! >
< Ed io che credevo che non ti piacesse ricevere regali da me… >
< Io non ho mai detto questo! Ho semplicemente detto che non devi spendere soldi per me, non che non mi piaccia ricevere regali da te > risposi facendogli la linguaccia.
Camminammo per qualche metro e poi Robert si fermò davanti a Tezenis.
< Tezenis? > domandai guardandolo.
< Zitta ed entra! > rispose facendomi entrare con la forza.
Una volta dentro iniziammo a guardare insieme vari completi intimi.
< Cosa cerchi di preciso? > mi chiese Robert.
< Un qualcosa di semplice e a tinta unita > risposi continuando a guardare i vari completi che mi aveva mostrato la commessa.
< Quello è carino > disse Robert indicando un completo color panna.
< Ti piace davvero? > chiesi guardandolo.
< Sì, ma anche quello rosso è bello. Cioè, per me quei colori ti starebbero bene > rispose sorridendo.
< Che budget hai? >
< Nessun budget, compra quello che ti pare >
< Ok, grazie Rob e…oh mio dio, è carinissimo questo! > esclamai.
< Quale? >
< Questo qui verde > risposi indicandogli il completo.
< Signorina, se vuole ho anche questo modello che è molto carino, anche se non è a tinta unita > disse la commessa mostrandomi un completo bianco con il pizzo rosso come le bretelle e delle ciliegie disegnate.
< È bellissimo! > esclamai sorridendo.
< Bene, oltre al completo panna, rosso e verde prendiamo anche questo qui > disse Robert sorridendo alla commessa.
< Ma certo > rispose lei sorridendoci < volete altro o siete a posto così? > ci chiese.
< Siamo a posto, grazie > rispose Robert tirando fuori il portafogli dalla tasca posteriore dei pantaloni.
< Rob, sei matto? Sono quattro completi, spenderai tantissimo! >
< Zitta e lasciami pagare > rispose Robert facendomi l’occhiolino.
< Grazie mille e arrivederci! > ci salutò la commessa.
< Arrivederci > rispondemmo Robert ed io e uscimmo dal negozio.
< Ecco  a te > disse Robert porgendomi la sportina.
< Pazzo > risposi guardandolo e baciandogli la guancia < grazie > aggiunsi sorridendo.
< È stato un piacere > rispose prendendomi per mano.
< Adoro il completo con le ciliegie… > mi confessò pochi minuti dopo.
< Davvero? >
< Sì >
< E come mai? >
< Mi ricorda te… >
< Perché sono una ciliegia? > domandai divertita.
< No sciocca! Perché…non saprei come spiegartelo… >
< È una trama che solitamente hanno i bambini? > domandai sparando la prima cosa che mi passava per la mente.
< Sì, pressappoco… >
< Quindi secondo te sarei una bambina? > domandai con un mezzo sorriso.
< Beh…non è che sia una bambina, ma per quanto riguarda l’età tra noi due…forse sì… >
< E credi che una bambina possa fare questo? > domandai bloccandomi di colpo per far sì che si voltasse e lo baciai appassionatamente, fregandomene di essere in una delle vie più frequentate della città e che molta gente ci stesse guardando e forse anche fotografando: ogni singola cosa quando stavo con Robert perdeva importanza per me.
< Ritiro quello che ho detto > sussurrò tra le mie labbra e ridendo rincominciammo a camminare < hey, entriamo qui dentro… > disse indicandomi un Disney Store.
< Non sei un po’ cresciuto per comprarti dei giocattoli? > domandai prendendolo in giro.
< Ahahah molto spiritosa! La figlia di un amico dopodomani compie nove anni e lui mi ha chiesto di passare a mangiare una fetta di torta, quindi devo comprare un regalo per la bambina >
< Come si chiama? >
< Gabriella. Vieni con me? > domandò guardandomi supplichevole.
< Volentieri >
Entrammo nel negozio con l’intento di cercare il regalo per Gabriella, ma era più il tempo che passavamo a fare i cretini e a spintonarci che quello per cercare il regalo e infatti Robert con la sua ultima spinta mi fece andare addosso ad una ragazzina che cadde per terra.
< Oddio! Scusami, mi dispiace da morire! Ti sei fatta male? > domandai preoccupata avvicinandomi e offrendole una mano per alzarsi: era una ragazza non alta all’incirca un metro e sessantatre, con i capelli lunghi color mogano e aveva gli occhi marrone scuro; mi ricordava tantissimo una persona, ma non riuscivo a ricordare chi fosse in quel momento.
Robert le raccolse il suo cestino con i giochi e glielo porse imbarazzato.
< Scusami, è stata colpa mia > disse Robert sorridendole mentre si toglieva gli occhiali da sole.
Lei dapprima ci guardò stralunata sgranò gli occhi.
< Oh mio dio… > sussurrò mettendosi una mano davanti alla bocca.
Robert credendo che quell’esclamazione fosse rivolta a lui, esattamente come lo credevo anche io, si mise davanti a me per farle un autografo, ma la ragazza lo scansò e mi abbracciò forte.
< Ehm… > dissi guardando Robert preoccupata.
La ragazza si staccò da me e mi guardò accigliata.
< Ma certo, prima mi butti per terra e poi quando ti abbraccio non mi ricambi neanche? Brava mamy, complimenti! > disse lei guardandomi seria e tirandomi un pugno leggero sul braccio.
Non appena mi sentii chiamare “mamy” e sentii per bene la sua voce sgranai gli occhi.
< Alessia? >
< Oh, finalmente l’hai capito! > esclamò ridendo.
< Oddio piccola! > urlai abbracciandola forte.
Alessia era una ragazza che avevo conosciuto l’estate prima su un sito di scrittura: lei era di Padova e quindi parlavamo sempre tramite msn oppure ci telefonavamo. Era più piccola di me di un anno e mi chiamava “mamy”, mentre io la chiamavo “piccola”.
< Ma…cosa ci fai qui? > domandai meravigliata staccandomi da lei.
< Sono venuta a prendere un regalo per i figli della famiglia dove sto… > rispose sorridendomi.
< No, intendo qui a Londra… >
< Sono venuta a fare una vacanza studio… >
< E sei ospitata da una famiglia? >
< Esattamente >
< Ma…da quanto sei qui? > domandai sempre più stralunata.
< Da lunedì e riparto per Padova l’ultima settimana di agosto. Tu invece che ci fai qui? >
< Beh io sono qui dall’inizio dell’estate… >
< Sì, questo lo so. Intendo cosa fai qui in questo negozio di giocattoli >
< Sono venuta per prendere un regalo per la figlia dell’amico del mio moroso > dissi indicando Robert, che era ancora accanto a noi ma che non capiva niente di quello che stavamo dicendo.
< Stai scherzando? Tu stai con Robert Pattinson? > urlò sbarrando nuovamente gli occhi.
< Shhh! >
< Ops, scusa…stai veramente con Robert? Oddio, non ci credo! Ma come l’hai conosciuto? > domandò a bassa voce guardandolo con occhi sgranati.
< È il migliore amico di mio fratello >
< Oh…wow…ehm…ciao Robert, sono Alessia > disse sorridendogli imbarazzata.
< Ciao Alessia, piacere > rispose lui sorridendole ed io scoppiai a ridere.
< Perché ridi? > chiese Alessia.
< Perché sei rossa come un peperone > dissi prendendola in giro < ti va di pranzare con noi? > le chiesi.
< Beh…sì, perché no? Mi farebbe molto piacere. Ma non vi disturbo? >
< No, tranquilla! > risposi sorridendole < giusto Rob? >
< Come? >
< Ti dispiace se Alessia ci raggiunge per pranzo? >
< Assolutamente no, vieni tranquilla Alessia >
< Oh beh, grazie. Allora adesso torno a casa, mi cambio e poi ci vediamo al… >
< Four Seasons, un ristorante vicino al Tamigi. Ci troviamo a mezzogiorno e mezza ok? >
< Benissimo! Ciao mamy, a dopo! > disse baciandomi una guancia < a dopo Robert, è stato un piacere > disse porgendo la mano al mio ragazzo.
< Il piacere è stato mio, a dopo >
Non appena rimanemmo soli mi voltai per guardarlo.
< Sono una rompiballe, lo so >
< Perché? >
< Dovevamo pranzare insieme, ma alla fine ho chiesto ad Alessia di aggregarsi a noi >
< Sono contento invece >
< Sul serio? >
< Sì. E poi con Martina mi sono trovato bene, magari accadrà la stessa cosa con lei >
< Grazie > dissi in Italiano.
< È? >
< Ti ho appena ringraziato in italiano >
< Oh, beh…figurati >
< Si dice: prego >
< Praigo >
< Mmm…quasi! > risposi scoppiando a ridere.
< Ho sbagliato? >
< Sì, ma non preoccuparti: stasera t’insegnerò L’ABC dell’italiano >
< Promesso? >
< Promesso! > risposi dandogli il mignolo.
Robert ed io continuammo il nostro giro in cerca del regalo per Gabriella e alla fine le comprammo il karaoke di High School Musical.
Una volta fuori dal Disney Store tornammo in dietro per andare a prepararci per il pranzo, ma una volta in macchina il telefono di Robert squillò.
< Amore scusami tanto ma oggi devo darti buca per il pranzo… > disse dispiaciuto dopo aver terminato la chiamata.
< È tutto ok? >
< Rupert si è lasciato con Beatrice e Tom mi ha appena chiesto di andare con gli altri da lui >
< Oddio come si è lasciato con Beatrice? > domandai meravigliata: Rupert e Beatrice stavano insieme da un mese e sembravano innamorati pazzi l’uno dell’altra.
< L’ha lasciato lei…davvero non ti scoccia se non vengo con te e la tua amica a pranzo? >
< Non è un problema, davvero. Vai da Rupert e cerca di tirargli su il morale >
< Grazie piccola, sei un angelo > disse baciandomi la guancia.
A mezzogiorno e mezza Robert mi accompagnò davanti al ristorante e poi andò a casa di Rupert.
Entrai dentro il ristorante e mi sedetti per aspettare Alessia, che arrivò dieci minuti dopo.
< Mamy, scusami ma c’era un traffico pazzesco, l’autobus aveva fatto tardi e per di più ho dovuto litigare con la famiglia che mi ospitava… >
< Non preoccuparti piccola, ora siediti e raccontami tutto > risposi sorridendole.
< Ops! Giusto > rispose ridendo e sedendosi.
Iniziò a parlare, ma poi si bloccò non appena il cameriere venne a prendere le nostre ordinazioni: io ordinai un piatto di spiedini misti mentre Alessia prese un risotto ai frutti di mare.
< Non ti trovi bene con la famiglia dove stai adesso quindi? >
< No, per niente! Sai, prima dovevo andare in un’altra famiglia, ma poi questi non hanno più potuto ospitarmi perché hanno avuto un lutto in famiglia e l’unica famiglia disponibile, se volevo ancora fare questo viaggio d’istruzione, erano gli Smith… > rispose sospirando.
< Ma perché ti trovi male con loro? >
< Perché mi criticano per ogni minima cosa! Mi criticano per come mi vesto e per come mi comporto. Ogni singolo giorno la signora Smith mi dice che se continuo a vestirmi così tutti mi scambieranno per una poco di buono > disse indicando come era vestita: indossava un paio di pinocchietto bianchi e attillati e una canotta azzurra con un piccolo scollo a V < per non parlare dei figli poi! Sono due: Jacopo, il maggiore, ha la mia età ma è come se avesse cinque anni, mentre l’altro, Mike, ne ha nove ma con un cervello di quattro anni >
< E non puoi cambiare? >
< No. Come ti ho detto prima non ci sono più famiglie disponibili >
< Ah, giusto… >
< E poi non sai la parte migliore! Quando esco se alle sette di sera non sono a casa mi spediscono a letto senza cena. E poi dopo cena devo stare con loro… > rispose sbuffando rumorosamente < credevo che questa potesse essere la vacanza estiva più bella, dal momento che per la prima volta i miei genitori avevano accettato di farmi fare una vacanza studio, ma fin’ora si è rivelata un inferno totale >
< Dai, vedrai che troverai una soluzione… >
< E come? >
< Questo non lo so, ma prometto che ti darò una mano. Oggi pomeriggio che programmi hai? >
< Sono al college per un corso pomeridiano e domani mattina pure. Magari ci vediamo domani pomeriggio >
< Sì, certo! > risposi sorridendole.
< Hey, come mai non è venuto Robert? > domandò improvvisamente.
< È andato a consolare un amico… >
< Delusione d’amore? >
< Già > risposi < perché ridi? > domandai guardandola.
< Scusa mamy ma stavo pensando a quando ci siamo incontrate prima: lui si era avvicinato credendo che avessi sgranato gli occhi per lui, invece era per te. Hai visto la faccia che ha fatto? >
< Sì, ho visto > risposi unendomi alla sua risata.
< Spero di non avergli fatto scendere la sua autostima sotto le scarpe! > esclamò.
< Figurati, ci vuole ben altro per quello… > risposi sorridendo.
Ridemmo per altri cinque minuti, poi mi chiese di raccontarle meglio di me e Robert e così le raccontai la nostra storia per filo e per segno: Era davvero interessata e quando le dissi che avevo addirittura fatto amicizia con Taylor Lautner iniziò a ridere.
< Prima o poi finirai per adorare Jacob Black, ci scommetto! >
< Prima dovrà nevicare all’inferno! > risposi facendole la linguaccia e poi continuai a raccontarle di me e Robert.
< Wow…è tutto così romantico > disse Alessia con occhi sognanti.
< Sì, ma non è stato tutto rose e fiori… >
< Già, ma come vedi il vostro amore è sopravvissuto > obiettò sorridendomi.
Restammo a chiacchierare fino alle due e mezza e poi Alessia scappò per andare a lezione, così chiamai Robert e lo aspettai davanti al ristorante.
< Vieni un po’ da me? > domandò non appena salii in macchina.
< Volentieri > risposi sorridendo.
< Ok, grazie >
< Come sta Rupert? >
< Male… > rispose Robert dispiaciuto ed io senza più parlare poggiai la testa sulla sua spalla.
Arrivammo a casa sua in breve tempo e non appena Robert parcheggiò la macchina e vi scendemmo per entrare in casa, un ragazzo sulla trentina ci si avvicinò con un taccuino in mano.
< Robert! >
< Sì? > domandò lui voltandosi verso lo sconosciuto.
< Sono quasi quaranta minuti che aspetto, credevo ti fossi dimenticato veramente di me! > esclamò il ragazzo ridendo.
< Beh… >
< Sono Roger Brown, il giornalista di Vanity Fair. Avevamo un appuntamento qualche giorno fa, ma poi abbiamo posticipato ad oggi >
< O mio dio, scusa me ne ero completamente dimenticato! Ma certo, entra… > disse Robert mortificato facendo entrare il giornalista in casa.
< Grazie > rispose sorridendo < tu sei chi credo che tu sia? > domandò il giornalista rivolto a me.
< Ehm… > dissi guardando Robert preoccupata.
< Sì, è la mia ragazza > rispose Robert prendendomi per mano.
< Molto piacere signorina > disse il giornalista sorridendomi calorosamente e stringendomi la mano.
< Mi chiami Giulia > risposi sorridendogli.
< Assisti anche tu all’intervista? >
< No, non voglio disturbare >
< Guarda che non ci sono problemi, davvero > rispose il giornalista sorridendomi.
< Grazie, ma… >
< Prometto di non farti domande e di non farne a Robert sulla vostra relazione > disse interrompendomi.
< Ok, grazie > risposi sorridendo.
Entrammo tutti in casa e andammo a sederci in sala: Robert e Roger si sedettero su due poltrone, mentre io mi sedetti sul divanetto accanto e l’intervista cominciò.
< Come ti ha cambiato il fatto di essere passato da normale teenager a vero rubacuori? > domandò Roger pronto a scrivere ogni sua risposta.
< Mmm…spero che la cosa non mi abbia cambiato affatto. Io mi sento lo stesso di prima. Ma immagino che questa cosa dovrebbero dirla i miei amici. Comunque, io non mi sento per nulla diverso > rispose Robert alzando le spalle.

< Ok, questo è bello. E come fai a mantenerti una persona semplice e concreta nonostante il tuo successo? >
< Immagino che il motivo sia che sono un tipo davvero ipercritico. Voglio dire…sono uno che ha molte ambizioni e questa è una cosa che non avevo realizzato quando ero più giovane, ma adesso sì. Perciò ogni cosa che mi succede non è mai paragonabile alla mia ambizione e questo mi tiene coi piedi per terra >

< I tuoi genitori come lo vedono questo tuo essere famoso? >
< Non è cambiato niente tra di noi, anche perché ho imparato molto da Lizzy. Pensa che mia mamma continua a dirmi che sono un’idiota! > esclamò Robert ridendo a sia Roger che io lo seguimmo a ruota.

< Quindi presumo che non ti interessi essere il nuovo “ragazzo copertina”… > aggiunse Roger.
< No, non m’importa. Il mio personaggio è così buono che merita di essere ammirato. Dal momento in cui ho firmato il contratto sapevo in cosa mi stavo cacciando. Edward è un vampiro, non è un supereroe come Superman. È un vampiro innamorato che vorrebbe essere normale… >
< A proposito di Edward Cullen…c'è qualcosa in Twilight che ti ricorda la tua vita reale e i tempi della scuola superiore per il modo in cui questi due ragazzi sono attratti l'uno dall'altra e per l'energia del loro rapporto? >
< Sì, anche se io ero molto sfortunato con le ragazze. Quelle che mi piacevano mi odiavano e quelle a cui piacevo non erano il mio tipo… > rispose Robert ridendo.
< Credi che l'amore possa essere ossessivo? >
< Sì, ma solo da un punto di vista femminile. Non credo che gli uomini siano così. E comunque non sono molti gli uomini che hanno letto la saga di Stephenie Meyer >
< Hai ragione, volevo appunto chiedertelo: credi che questa storia sia stata create apposta per le ragazze? >
< Sì, è strano e divertente. Dopo aver letto i libri continuavo a chiedermi perché le donne si comportino a questo modo, soprattutto le più giovani. Diventano pazze quando si tratta di ragazzi. A me piacciono le donne normali che non fanno finta di essere qualcosa che non sono >
< Io a che categoria appartengo? > domandai interrompendo l’intervista.
< Tu? Beh…tu sei possessiva al massimo! > rispose ridendo.
Sgranai gli occhi e presi il cuscino che avevo accanto lanciandoglielo e lo colpii in pieno viso.
< Credo che tu debba stare attendo a quello che dici > disse Roger sghignazzando.
< Sì, lo credo anche io > rispose Robert prendendo il cuscino e rilanciandomelo.
< Ok, riprendiamo. Credi di avere qualcosa in comune con Edward? >
< Sinceramente non molto, ma se ci penso…ecco…sì, credo di essere riflessivo come lui e di considerare importante la sfera sentimentale. Se m’innamoro lo faccio con tutto me stesso, le mezze misure non mi piacciono e soprattutto non cerco di fingere. Anche Edward è così > rispose Robert e istintivamente mi venne da sorridere, commossa da quelle parole appena dette.
< Qual è il tuo peggior difetto? >
< Dico la prima cosa che mi capita in mente per nervosismo. Durante le interviste me la faccio letteralmente sotto. Non voglio che ci siano silenzi, perché inizierei a piangere… > ammise Robert passandosi una mano tra i capelli e facendo sghignazzare Roger.
< Sei un tipo mondano? >
< No, assolutamente! Mi piace starmene a casa a guardare la televisione e a mangiare schifezze. Ultimamente però vado spesso in un bar dove lavora il mio migliore amico e mi capita di cantare al karaoke, anche se preferisco sentire lei cantare > rispose indicandomi.
< Sei brava a cantare? > chiese Roger guardandomi.
< Me la cavo > risposi sorridendo.
< Non crederle, ha una voce fantastica >
< Certo che ce l’hai in pugno eh? È proprio cotto > disse Roger ridendo < è vero che tieni un diario? >
< Ho scritto un diario dai quindici ai venti anni. Era una specie di rifugio, un angolo tutto mio in cui annotavo quello che provavo e ciò che vivevo a quell’età >
< L’ultima cosa importante che hai scritto? >
< Nel diario? >
< No, in generale >
< La lista della spesa? > disse Robert ridendo < no, scherzo. È stata una dedica per una persona >
< Per “persona” intendi… >
< Finirà sul giornale questa confessione? > chiese Robert.
< No >
< Sì, era per Giulia > rispose Robert guardandomi e Roger fece lo stesso.
< Le hai mai scritto una lettera d’amore? >
< Beh…lettera lettera no, però ogni tanto le lascio dei bigliettini e la dedica che le ho fatto era per i nostri due mesi… > disse Robert con naturalezza.
< Non sembri un ragazzo che festeggia i vari mesiversari… >
< Prima di conoscere lei infatti non lo ero! > rispose ridendo.
< Ti ha obbligato a festeggiarli? >
< No, assolutamente >
< Tornando all’intervista e al tuo ruolo in Twilight…hai fatto un provino per avere la parte di Edward? >
< Non saprei…cioè avevo visto il film Into The Wild e avevo visto Kristen e questa è stata la cosa principale per me. Non pensavo che avrei avuto davvero la parte, non ne avevo proprio idea. Da un lato pensavo che fosse stato stupido anche solo andare al provino. Ma non so, mi piaceva il modo in cui avevano organizzato l'audizione: a casa della regista e con l’attrice presente. Sapevo che Kristen era brava, perciò ho fatto il provino e mi è piaciuta com’è andata la cosa. Mi ha fatto cambiare idea su tutta la faccenda >
< Perciò sostanzialmente è stata Kristen Stewart la ragione principale per cui hai voluto farlo? > domandò un po’ confuso.
< Sì, direi di sì. Ripensandoci bene, solo ora mi rendo conto di essere entrato nella stanza di Catherine senza sapere cosa fare. Penso che avessi semplicemente intenzione di andare lì e mettermi in posa. Il fatto è che la cosa più importante che avevo in testa riguardo al personaggio era il modo in cui appariva: era come se il copione dicesse “È bellissimo, è bellissimo”. Perciò ho pensato di andare lì dentro e cercare di sembrare più carino che potevo. Questa era la mia unica idea quando sono entrato per fare il provino, ma poi ho cambiato idea riguardo a tutta la faccenda >
< È una brava baciatrice Kristen? > domandò Roger sorridendo.
< Mmm… > disse Robert mentre guardava fisso un punto del muro e io intanto morivo per l’attesa < sì > rispose Robert ridendo.
< Tra Giulia e Kristen chi bacia meglio? >
< No, questa risposta non voglio saperla! > esclamai scattando in piedi.
< Dove vai? > domandò Robert.
< In cucina > risposi allontanandomi il più velocemente possibile.
Una volta arrivata lì mangiai una banana e poi preparai un caffè da portare a Robert e a Roger.
< Ragazzi, vi ho preparato un caffè > dissi tornando in sala cinque minuti dopo.
< Grazie, sei veramente gentile! > esclamò Roger sorridendomi.
< Non c’è di che > risposi porgendo le tazzine ai due ragazzi.
< Bene ragazzi, io vi saluto e vi ringrazio per avermi dedicato un po’ di tempo. Robert, è stato un piacere > disse Roger porgendo a Robert la mano.
< È stato un piacere anche per me > rispose Robert sorridendo.
< Giulia, è stato un vero piacere conoscere anche te. Grazie mille per il caffè. Sai, al contrario di quello che dice Fragola Nera tu sei molto gentile e si vede che sei una ragazza con la testa apposto > disse Roger.
< Grazie > risposi sorridendo calorosamente.
Lo accompagnammo alla porta e poi ce la chiudemmo alle spalle.
< È stato bello assistere, grazie >
< Figurati piccola > rispose sorridendomi e prendendomi per i passanti dei jeans facendomi avvicinare a lui.
< Che fai? >
< Voglio solo provare una cosa > rispose ad un centimetro dalle mie labbra e baciandomi dapprima dolcemente, poi approfondendo sempre di più < avevo ragione… >
< Per cosa? > domandai confusa.
< Baci meglio tu > rispose sorridendo.
Gli sorrisi apertamente e gli saltai in braccio, dopodiché Robert mi portò in sala dove mi fece stendere sul divano e si mise sopra di me continuando a baciarmi con lo stesso trasporto di prima.

   
 
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