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Autore: RedBeautyLove    09/08/2016    2 recensioni
Il frutto di un monumentale delirio.
Ruby è una ragazza normale, piuttosto normale, abbastanza normale, sufficientemente normale, quasi normale. Insomma, a parte il fatto che da quando un lupo mutante uscito da chissà dove l'ha morsa è in grado di trasformarsi in un lupo, è una tipa normale. E' anche follemente innamorata della libraia - già impegnata - del paese, Belle. Quando Belle, a causa di un criminale misterioso, perde la memoria, sarà in grado Ruby, facendo appello alle sue tanto denigrate capacità speciali, di aiutarla? O si ritroverà a dover rinunciare al suo sogno d'amore? Riuscirà a scoprire cosa l'abbia resa la persona che è e chi sia la causa e la fonte di tutti i suoi mali?
Genere: Azione, Parodia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Belle, Ruby/Cappuccetto Rosso, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Le vacanze mi hanno impedito di aggiornare in precedenza, ma sono risorta!
Grazie a chi segue o a chi ha letto la storia fin ora.
Mi scuso in anticipo per eventuali errori.



“Nonna! Nonna cos’è questo secondo te?”

L’anziana signora guardò la nipote entrare in camera sua come una specie di tornado, brandendo un foglio in mano come fosse stato il Sacro Graal; gettando un’occhiata malinconica alla televisione, dove la perfida Donna Francisca architettava l’ennesima crudele macchinazione, si alzò dalla poltrona e lo prese in mano. Proprio nei momenti più carichi di pathos del programma arrivava qualcuno a importunarla.

Dopo una veloce lettura alzò lo sguardo. “Dove l’hai trovato Ruby?”

Belle, che era rimasta all’ingresso perché non voleva disturbare ulteriormente la nonna di Ruby, intervenne, per risparmiare all’amica l’imbarazzo di dire che aveva rotto un vetro e era scivolata nella stanza privata di un uomo che non conosceva passando dalla finestra.

“A casa mia, tra i documenti del mio… fidanzato”

“Capisco” la signora sembrava pensierosa. “Ruby, posso parlarti un secondo?” La ragazza annuì incerta e seguì l’anziana fino all’ingresso dell’anticamera, mordendosi il labbro inferiore.

Appena arrivarono a destinazione, nel buio, le arrivò uno schiaffo di media intensità su un braccio. Più un avvertimento che un reale atto di guerra. “Ti sembrava una buona idea eh, portare Belle a casa sua per ficcanasare tra le cose del suo compagno?

“Oh dai, non mi sono mica messa a guardare tra le sue mutande. O nella stanza dei giochi” la nonna la guardò con aria di rimprovero. “Eeeeh, in effetti sì, mi sembra giusto” non c’era traccia di rammarico nella voce della giovane.

Granny avrebbe voluto prendere la testa della ragazza e sbatterla ripetutamente contro il muro, ma essendo un’adorabile nonnina molto affezionata alla sua stupida nipote-lupo, si trattenne.

“Senti, questo” disse, sventolando il documento sotto il naso di Ruby “Questo è importante”

“Sì? Appunto! Senti il mio piano geniale, è giunto il momento nonna!”

“Quale momento?”

“Quello in cui cambi nome in Alfred e mi aiuti a diventare Wolf Girl, che domande! Possiamo fare un tunnel sotterraneo fino alla miniera e creare la mia base segreta lì dentro e mettere i miei armamentari segreti lì sotto e poi potrò guidare la Wolf Mobile e-”

“Ruby, hai presente che Batman era un milionario? Tu lavori come cameriera nel B&B di tua nonna”

La ragazza sembrò meditare alcuni secondi “Beh, possiamo almeno farmi una tutina sexy? Invece di Batman mi ispirerò a Spiderman!” esclamò, alzando un pugno in aria in segno di vittoria.

Granny si mise le mani in faccia in preda alla disperazione, poi diede le spalle alla nipote, ancora intenta a sognare a occhi aperti, e tornò da Belle, che nel frattempo si era messa in poltrona a guardare la tv. Gli intrighi di Puente Viejo avevano conquistato anche lei. “Ehm, cara?”

“Oh.. oh, mi scusi, non volevo rubarle il posto!”

L’anziana sorrise dolcemente a Belle. “Tranquilla, non c’è problema. Tieni.” Porse il foglio alla ragazza. L’ombra della preoccupazione albergava sul suo volto. “Stai bene attenta, stai attenta.” Detto ciò, con aria misteriosa, sprofondò in poltrona e tornò a concentrarsi sulla soap opera.

Quando le due ragazze uscirono dalla stanza, Granny sospirò. Ora sarebbe stato più difficile concentrarsi sulla trama.

 


 

“Dunque, Gold ha ricevuto una richiesta per ottenere questo Siero XIV, che parrebbe essere una componente fondamentale di un qualche farmaco sperimentale… Dici che il tuo adorato è riuscito a procurarglielo?”

Belle scosse la testa. “Non è che lui parli con me di queste cose… E poi ho ancora le idee molto confuse su tutto”

Ruby cominciò a prendere sul serio i pensieri di poco prima. Se ce l’aveva fatta Peter Parker, perché lei no? Le capacità speciali ce le aveva anche lei, era orfana, era in cerca di un’avventura da ricordare. Tutto sommato era una buona base per fare il supereroe. Guardò di sottecchi Belle, che continuava a leggere il foglio con aria assorta.

“Dici che è per questo coso che mi stanno prendendo di mira?” teneva le braccia incrociate e stava in piedi in mezzo alla stanza. “Non so cosa fare Ruby”

“Mi pare evidente che sia per quel coso, l’hai letto anche tu il foglio, no? Non c’è niente da fare Belle.”

“Mmm… nascondermii?”

Nascondersi era ormai il motto della vita di Ruby. Si nascondeva nella sua camera, nella tavola calda di Granny, si nascondeva addirittura sfruttando i suoi panni di lupo. No, Belle non si sarebbe dovuta nascondersi, lei era forte e bella e aveva il diritto di vivere la propria vita alla luce del sole, senza la paura di un nemico invisibile pronto ad attentare alla sua vita.

Fu riflettendo su queste cose, che ebbe la rivelazione del secolo. Un sorriso diabolico cominciò a formarsi sulle sue labbra. “No, non dovresti nasconderti. Per ora dovresti dormire però.” Propose. Nella stanza calò il silenzio.

La libraia la guardò sospettosa, percependo il cambiamento nel suo modo di fare. Gli occhi della ragazza-lupo scintillavano in modo strano, sembravano quasi gialli. Dentro di lei qualcosa cambiò, all’improvviso.

“Forse hai ragione…” mormorò, mentre una parte del suo cervello, nel placido buio della camera, sembrava accorgersi che Ruby, col il suo sorriso perfetto, il fascino dei suoi modi stravaganti e lo sguardo di chi nasconde segreti incredibili, era bellissima. 
Era un pensiero strano da fare in quel momento in effetti, ma in tutto il trambusto della giornata appena trascorsa aveva dimenticato di ascoltare. Di guardare. Aveva avuto davanti tutto il giorno una persona e solo in quel momento la stava vedendo davvero. In quel momento, in piedi in mezzo a quella stanza piena di libri sui lupi. 
Si spogliava, indossava il pigiama, la invitava a usare il bagno e a sistemarsi come se fosse stata a casa sua e, per qualche ragione, le dava i brividi. Improvvisamente tutta la sua vita precedente, già resa annebbiata dall’amnesia di quella mattina, sembrava un immenso deserto di solitudine.

Ruby, dal canto suo, appena Belle si fu cambiata e fu scivolata nel suo letto, avrebbe voluto rimanere lì con lei tutta la notte. Abbracciarla, respirare il suo profumo e guardarla dormire, giurandole con un sussurro silenzioso che nulla mai le sarebbe accaduto di male. Purtroppo non era nella posizione per poterlo fare, per cui decise di mettere in pratica il rischioso piano che aveva attentamente studiato in più o meno venti minuti.

Non appena la sua nuova amica si fu addormentata, la ragazza scivolò giù dal letto e uscì dalla propria stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Col suo udito fino riusciva a sentire la televisione della nonna, il respiro leggero di Belle, gli insetti spostarsi invisibili tra le pareti dell’edificio, ticchettando sul legno.

C’era qualcosa che amava, dello stare sveglia la notte. La sensazione di libertà, il silenzio avvolgente e la pace. Nelle ore notturne riusciva quasi a sentirsi un tutt’uno con la bestia nascosta dentro di lei. Amava correre per le strade e nel bosco e amava fiutare piste e ululare alla luna. Per quanto si sarebbe vergognata ad ammetterlo, certe volte quasi le piaceva essere quello che era.

Questo era uno di quei momenti.

Le strade di Storybrook erano deserte, percorse solo da una brezza leggera che scuoteva le cime degli alberi, sulle quali cominciavano a apparire i germogli dei fiori. L’atmosfera, per Ruby, era elettrica. Percepiva la primavera nell’aria e il cuore pulsante della natura. La terra e il vento erano odori, suoni leggeri, vita instancabile che si propagava, si evolveva, componeva il mondo in tutte le sue forme.

Si trasformò non appena i suoi piedi entrarono in contatto col solido asfalto, asciutto e freddo nella notte primaverile. Le tipiche sensazioni dolorose accompagnarono la mutazione mano a mano le sue membra cambiavano, assumendo le sembianze del suo alter ego canino. Quand la mutazione fu completata, il piano di Ruby entrò in azione. Guidata dall’istinto, cominciò a correre verso il bosco, mossa dalla determinazione di salvare la sua amica e, per una volta, dimostrare a sé stessa di poter essere speciale, di poter essere un’eroina, come i personaggi dei film e dei fumetti che, suo malgrado, l’avevano sempre affascinata, con le loro capacità straordinarie e il loro coraggio.

Non era mai stata spaventata dagli alti alberi del bosco, dalle radure, dalle ombre. La luna illuminava il paesaggio maestoso di cui la ragazza, nelle sue sembianze lupesche, faceva parte. Spezzò il silenzio della notte ululando, lanciando il suo grido nel buio. Sentì piccoli animali spostarsi attorno a lei, spaventati. Non si era mai sentita forte come in quel momento. Era la prima volta che, invece di correre tra quei boschi per la necessità di sfogare il lupo che era in lei, lo faceva solo per il proprio libero, incondizionato desiderio di farlo.

In un modo o nell’altro, era servita Belle per convincerla a liberarsi dalle costrizioni che l’avevano condannata a vergognarsi perennemente di se stessa e di ciò che era. Si chiese, per alcuni istanti, se Belle si sarebbe fidata di lei anche sapendo di questo suo lato segreto. Forse prima o poi avrebbe rischiato quella loro nascente amicizia per confessarglielo.

Le sue forti zampe, nel frattempo, l’avevano condotta in un luogo molto strano. Si fermò alcuni istanti per fiutare l’aria, perplessa. Un odore famigliare si fece strada nelle sue narici. Odore di… lupo? Mugolando stranita, cominciò a allontanarsi, mentre la sensazione di essere guardata si faceva strada in lei. Le sue orecchie si abbassarono, mentre si guardava attorno con fare aggressivo. Cosa stava accadendo? Qualcosa in lei le suggeriva di stare in guardia.

“A cuccia… Non c’è motivo di ringhiare”

La voce fendette il silenzio come una lama. La riconobbe al primo istante. Un brivido percorse le membra del lupo, mentre gli spiacevoli ricordi si facevano strada nella sua mente. Ogni muscolo del suo corpo era pronto a scattare, qualora fosse stato necessario.

“Sei l’unica creazione che è sopravvissuta, sai? Sei molto importante per noi” continuò l’uomo. Ruby non riusciva a vederlo, ma ne sentiva i passi. Erano circospetti, poco distanti da lei. “Non ti vorremmo mai fare del male”

Ruby ringhiò. Lo sentiva avvicinarsi alle sue spalle.

Quando lo sentì scattare verso di lei, si spostò in fretta dalla sua posizione e si girò per affrontarlo in un faccia a faccia.

Il grosso lupo ringhiava minaccioso.

“Sei magnifica, Ruby. Ruby, giusto?” Ridacchiò. “Ti avevo scelto sai? Ti avevo osservata a lungo prima di decidere che fossi quella giusta. Ho avuto ragione alla fine. Sei davvero magnifica.” Nella mano destra, che teneva nascosta dietro la schiena, aveva una siringa.

La ragazza si spostò all’indietro, allontanandosi dall’uomo. Voleva scappare via, tornare dalla nonna e da Belle, che in quel momento dormiva inconsapevole nel suo letto. Ora sì che aveva paura.

“Ti sei innamorata della persona sbagliata Ruby, non trovi?”

Ruby ringhiò. Non poteva parlare, ma quel verso minaccioso era più che eloquente.

L’uomo continuava a camminare circospetto nel buio. Il lupo sapeva perfettamente dove egli si trovasse, i suoi sensi erano all’erta. Non si sarebbe lasciata sorprendere.

“Andare alla biblioteca tutti quei giorni, esporsi… per cosa? Una ragazza impegnata…” lui scosse la testa. Ora riusciva a vederlo sorridere tra gli alberi, a qualche metro da lei. “Dovresti stare più attenta, questo non è un gioco.”

L’ululato di Ruby precedette lo scatto nervoso del lupo. Corse vero l’uomo, gli si lanciò contro, lo buttò a terra. Lui perse di mano la siringa, colto di sorpresa. Il lupo, voltandosi alle spalle per alcuni secondi, sparì nell’oscurità, il bosco ingoiò la sua figura indistinta, che sparì ringhiando nella vegetazione.

Sia lei sia l’uomo misterioso erano consapevoli del fatto che le loro strade si sarebbero incrociate di nuovo.

L’uomo si alzò in piedi, scrollandosi di dosso le foglie e la terra. Sbuffò, raccogliendo lo strumento medico che gli era caduto, poi, muovendo un paio di passi in silenzio, aprì una botola nascosta tra le sterpaglie e iniziò a scendere lungo una scala a pioli, fino a un lungo corridoio grigio, scarsamente illuminato.

Lo percorse lentamente, mentre i suoi passi risuonavano nel tetro sotterraneo. Quando arrivò in fondo, aprì una porta massiccia e vi entrò dentro. 
Guaiti e un rumore di macchinari misteriosi provenivano da quella stanza e vennero rapidamente soffocati quando la porta si richiuse alle sue spalle.

 


 

Ruby era rimasta tra gli alberi, silenziosa e ben nascosta. Strisciando tra i cespugli e i tronchi degli alberi, sfruttando le tenebre, tenne d’occhio l’uomo misterioso. Lo vide rialzarsi, abbassarsi. Con stupore vide la botola aprirsi e lui sparire sotto terra.

Si ripromise di tornare a controllare con le luci del giorno.

In camera, seduta sul suo letto con un’espressione offesa sul volto, la attendeva Belle, che si era svegliata all'improvviso, a causa di uno strano sogno.

Ruby si chiuse la porta alle spalle. “Cosa hai fatto fuori a quest’ora?”

La ragazza-lupo, ancora scossa da quello che era successo, la guardò a occhi spalancati. “Assolutamente nulla, non ero fuori quest'ora.”

“Oh, davvero?”

“Davvero”

Belle incrociò le braccia. “Non prendermi per il culo, Ruby. Eri strana prima, quando mi hai detto di andare a dormire.”

Ruby prese fiato, incerta sulla risposta da dare. Doveva omettere il fatto di essere un lupo, quello per forza. Era troppo presto per confessare una cosa così grande. “Io…” iniziò.

Gli occhi azzurri di Belle la scrutavano, aspettavano la risposta, cercavano nel suo sguardo sorpreso una verità che Ruby era ancora insicura se riferire.

“Mmm… Ero nel bosco”

Un grido soffocato uscì dalla bocca di Belle. “Nel bosco?! Perché cavolo sei andata nel bosco di notte?”

Stando in piedi appoggiata alla porta, Ruby sorrise. “Beh… diciamo che ho i miei superpoteri.”

“Oh, beh… A posto allora!”

“Davvero Belle, è una cosa che faccio da molto tempo. Non è un problema per me il bosco.”

L’altra ragazza sorrise sarcastica, osservando Ruby spostarsi nella stanza come una tigre in gabbia.

La ragazza più alta, alla fine, si sedette sul letto, accanto a lei. “Domani ti porto con me. Devi vedere una cosa. Devo capire cos’è.”

“Cosa intendi?”

“Domani capirai. Sta succedendo qualcosa qui, qualcosa di grosso, temo.”

Nella testa di Belle, annebbiata dal sonno, confusa da ciò che era successo quel giorno, preoccupata per le cose che le aveva appena detto l’altra, ricordi si facevano strada, distorti, disturbanti, in dissolvenza. Gold avrebbe avuto qualcosa da spiegarle, appena fosse tornato.

Lei doveva solo affrettarsi a far riparare il vetro della finestra.

 


 

Tra gli alberi filtravano raggi di luce che illuminavano stralci di vegetazione irregolare e grosse radici sporgenti. Una calma rotta solo dal cinguettio degli uccelli e il ronzare degli insetti regnava.

I passi di Ruby erano leggeri, rapidi, quelli di Belle insicuri. La ragazza più bassa seguiva l’altra con fare incerto. Non aveva mai camminato in un bosco, in cerca di chissà quale strano e misterioso luogo che racchiudeva chissà quali oscuri misteri. Sentiva di essere in procinto di lanciarsi in una nuova, straordinaria avventura. Il punto era, quanto era sicuro lanciarsi in quell’avventura?

“Dove stiamo andando?”

“Te l’ho detto, nel folto del bosco” replicò Ruby, con estrema tranquillità. Il pensiero di esplorare la vegetazione ostile non le creava preoccupazioni, ovviamente. Si avventurava con la sicurezza di chi si trovi nel proprio territorio, sicura di sé e delle proprie capacità, invincibile.

“Sì, ma perché?”

La ragazza-lupo si voltò e guardo Belle. Le sorrise, prendendole una mano. “Ehi, fidati di me, andrà tutto bene”

Il sorriso tirato dell’altra fu l’unica risposta che ottenne.

 


 

Arrivate nella radura della sera precedente, che Ruby riconobbe a colpo d’occhio, rimasero nascoste tra i cespugli per alcuni interminabili minuti, in cerca di un segnale che la situazione fosse fuori posto, che qualcuno si trovasse nei paraggi, che la botola fosse ancora aperta.

“Ruuuuuby… che noia!”

Mentre la ragazza si concentrava sui rumori dell’ambiente circostante, Belle si lamentava. “Mi hai messo tutta questa fretta e ora non facciamo nulla?”

“Belle, sto cercando di capire se un delinquente sconosciuto emergerà dal terreno, per evitare di gettarci tra le fauci del leone. Calmati.”

“Io sono calmissima. Calmissima” Belle era agitata, aveva caldo, era stanca. “Ma voglio capire cosa sta succedendo. Stiamo sprecando tempo.”

“Non voglio violare una proprietà privata con il proprietario all’interno.”

La ragazza dai capelli castani fece una smorfia. “Credo sia una struttura abusiva. Quindi non puoi considerarla una vera e propria violazione di proprietà privata”

Ruby alzò gli occhi al cielo. “Beh, questo è ancora peggio! Ti pare il caso di entrare non invitate nel laboratorio segreto di uno psicopatico?!”

“Beh, può aprire nuove e interessanti prospettive”

La replica di Ruby venne preceduta da un sorriso. “Anche essere morsi da lupi radiattivi infettati dal germe della licantropia, ma questo non significa che diventare lupi mannari non convenzionali sia una cosa positiva.”

Perplessa da tale risposta, Belle lasciò cadere il discorso e, invece, cominciò a farsi strada tra i cespugli, intenzionata a aprire la botola.

“Belle, no!” cercò di urlare Ruby in un sussurro. La libraia la ignorò.

“Non c’è nessuno Ruby, non c’è nessuno qui!”

Dopo aver esclamato con convinzione queste parole, individuando la piccola porticina tra le foglie, si affrettò a tirare la maniglia in ferro su di essa.

Lo scatto animalesco di Ruby giunse troppo tardi e Belle spalancò la botola, pronta a scendere nelle profondità della terra.

Nel corridoio l’umidità stagnante e l’odore di chiuso erano quasi insopportabili per l’olfatto di Ruby. Si erano chiuse la botola alle spalle e la luce opaca che filtrava tra le chiome degli alberi non vi arrivava. Usando la torcia del cellulare, le due si fecero strada lungo il corridoio. Ruby era ancora in grado di percepire la traccia dell’uomo del giorno precedente.

Arrivate davanti alla porta grigia in fondo al corridoio, si affrettarono a aprirla.

“Pronta? E’ il momento della verità” affermò Ruby, mentre, con un cigolio sinistro, i cardini si muovevano lasciando entrare le due ragazze nel tetro antro ancora sconosciuto.

All’interno della stanza c’era la luce. Una luce artificiale, di lampade al led. Non era propriamente silenziosa. Da un lato grosse gabbie erano occupate da animali dall’aria consumata e stanca. Guaivano, mugolavano, cercavano di attirare l’attenzione. I più sani grattavano il fondo delle loro prigioni, osservavano i volti estranei con interesse.

“Oddio…” mormorarono le due entrando e guardandosi intorno. “Dobbiamo fare qualcosa”

Ruby avrebbe voluto abbattere subito tutto e portare tutte quelle creature, ma sapeva di non poterselo permettere in quel momento. “Lo faremo di certo”

Nel frattempo, si aggiravano tra i grossi tavoli che ingombravano il resto del laboratorio, i macchinari in cui sostanze indefinite ribollivano. 
Su alcune provette in un frigorifero in un angolo, c’era scritto “Siero XIII”

“Mmm… guarda qui Belle, questo è interessante” mormorò Ruby.

Dalla parte opposta, l’altra aveva aperto alcune cartelline sospette, per osservarne la documentazione. “A quanto pare stanno facendo molte ricerche per un qualche tipo di sostanza in grado di mutare le cellule. Non capisco quale sia il loro fine.”

“Creare armi biologiche? Creare super animali? Un esercito di super uomini a cavallo di super animali?”

“Forse… Indovina quale ingrediente risulta necessario e mancante.”

“Mmm, il nostro Siero XIV?”

Belle emise un mormorio affermativo. “Sei sagace.”

“Scattiamo qualche foto” affermò Ruby. Il suo udito aveva percepito dei suoni che non promettevano niente di buono. Di lì a poco qualcuno sarebbe arrivato in quel luogo e lei era piuttosto certa di non volerlo incrociare. Non in quella situazione e non con Belle a cui pensare. “Dobbiamo andarcene in fretta, sta arrivando qualcuno”

“Come hai fatto a-”

“Fidati. Scattiamo delle foto e andiamo via.”

Quando le due ebbero finito di sistemare e si furono richiuse la porta alle loro spalle, da un altro passaggio, ben nascosto agli sguardi distratti delle due ragazze, uscirono due uomini. Uno indossava un camice bianco, l’altro una giacca alla moda. Parlavano con tono calmo di qualcosa di inutile.

“Whale? Va tutto bene?” domandò uno all’altro.

L’uomo col camice, lo scienziato, si interruppe. “Credo… Credo ci sia qualcosa di fuori posto, amico mio.”

“E’ impossibile. Questo posto è segreto, vero Whale?”

“La signorina Lucas potrebbe… averlo scoperto, diciamo.” ipotizzò lui. “Ma ne dubito” aggiunse, scuotendo la testa.

“Mmm… Stiamo in guardia, non si sa mai, con quel genere di persone. Per fortuna non ce ne sono altre al mondo.”

Ruby e Belle, intanto, stavano correndo lungo il corridoio, per tornare all’aria aperta e allontanarsi dal bosco. La paura di Belle, in quegli adrenalinici momenti, era volata via, per essere sostituita dalla curiosità. Durante il pranzo, lei e Ruby fecero il riepilogo di tutte le informazioni raccolte fino a quel momento, cominciando a fare ipotesi e sviluppare teorie. C’era qualcosa, nell’entusiasmo di Ruby e nel suo modo concitato di parlare, che strappava sorrisi a Belle, suscitando emozioni che le alleggerivano il cuore.

Purtroppo, di lì a poco, la chiamata del signor Gold distolse le due ragazze dalle loro riflessioni, richiamandole alla quotidianità. Il fidanzato di Belle sarebbe tornato lì il giorno successivo e lei, ovviamente, sarebbe stata a casa ad accoglierlo.

Belle, insomma, aveva urgenza di riparare la finestra.

Ruby nascose la sua delusione discretamente bene, ma quella notte, tra i boschi, non poté trattenere un ululato di frustrazione.

 
   
 
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