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Autore: Freuda Weasley    09/08/2016    3 recensioni
Di cosa parla questa storia? Di una ragazza in ricerca di avventure e della sua identità. La troverà? Beh, il suo cammino è molto lungo, pericoloso, (estenuante), e sarà ricco di sorprese! Tornate nella Terra di Mezzo ancora una volta, al fianco di Thorin Scudodiquercia e della sua compagnia! Stessa meta, stessi personaggi, ma... stesso viaggio?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fili, Kili, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Angolo autrice
Salve a tutti! Forse qualcuno ha già conosciuto questa fanfiction; ebbene, ho ricominciato a scriverla e questi capitoli sono simili ai precedenti, ma revisionati e perfezionati! Spero che la storia vi piaccia, non siate timidi, scrivete quello che ne pensate! Buona lettura! 
Freuda Weasley                           





Una riunione inaspettata.

Era ormai sera inoltrata quando arrivò a Hobbiville, insieme al vento che l’aveva accompagnata durante il viaggio, circondandola nella cavalcata e scacciando il caldo estivo di quelle giornate. Si fermò davanti a quella che appariva come una comune buca-hobbit, non molto diversa dalle altre, a parte per un simbolo che brillava vivido sulla porta di casa. Era stato uno stregone a metterlo lì e confermava che quella era la buca-hobbit che stava cercando. Smontò da cavallo, affondò una mano nella bisaccia e offrì una mela al suo cavallo, BlackDust. L’animale era molto più grande di un comune cavallo selvaggio. Il suo manto era nero come la notte e alla luce del sole o delle stelle rivelava riflessi blu e verdi. C’era un legame profondo che li univa dal giorno in cui lui le aveva salvato la vita molto tempo prima, quando era solo una bambina e da allora erano inseparabili; BD era il cavallo più veloce di tutta la Terra di Mezzo, insieme volavano, anziché correre, scoprivano, sperimentavano, lottavano, assaporavano la libertà e assaggiavano il sapore del vento.
‘Aspettami qui, d’accordo?’ gli sussurrò la ragazza e si avviò verso la porta. Bussò delicatamente, ma abbastanza forte da farsi sentire e venne ad aprirle quello che sarebbe stato il suo anfitrione, per quella notte.
‘Buona sera. Sono Ionis Oqea, ma può chiamarmi semplicemente Io. Il signor Bilbo Baggins, suppongo?’ nella sua voce non c’era traccia di dubbio, lo hobbit se ne accorse e la studiò preoccupato: la ragazza indossava un lungo mantello nero, che lasciava scoperti gli abiti di cuoio al di sotto, abiti da guerriero, pensò lo hobbit; ma quando scoprì il volto celato dal cappuccio, questo si rivelò appartenere a una giovane fanciulla, con tratti adolescenziali e lunghi capelli castani, dello stesso colore degli occhi. Era più alta di lui e la sua voce tradiva la giovane età, nonostante tentasse di nasconderla.
 ‘In persona- rispose Bilbo, desiderando ardentemente essere qualcun’altro,chiunque altro- anche voi siete al mio servizio?’ aggiunse, leggermente infastidito per la visita.
‘Di cosa state parlando? Mi perdonerete,  ma scelgo io di chi essere al servizio e al momento lo sono di me stessa. Sono venuta per la missione.’ La sua voce era rimasta estremamente calma e questo infastidì il piccolo hobbit ancora di più.
‘Ma quale missione?! Insomma! Questo non è un ritrovo per viaggiatori! Girate al largo, avete sbagliato casa! Io non ho niente a che vedere con ciò di cui parlate, sparite!’ Stava per chiuderle la porta in faccia, ma lei la trattenne. Capì dal suo tono che doveva già esserci qualcuno in casa.
‘Ah, quindi non sono la prima ad arrivare. Non urlatemi in faccia in quel modo! Credo che avrete bisogno d’aiuto con tutti quei nani per casa, dal momento che( mi dispiace per voi), ne arriveranno altri. Perdonatemi ancora, devo chiedervi di lasciarmi entrare.’
‘Non ho intenzione di perdonare alcunché!’ Bilbo si erse in tutta la sua statura e incrociò le braccia, ma non servì a fermare Io, che aveva già spalancato la porta e si era tolta il mantello, appendendolo accanto agli altri quattro.
‘Oh, credetemi, vi ritroverete a perdonare molto più di quanto pensiate e io sarò l’ultimo dei vostri problemi! La notte è giovane!’ aggiunse sparendo nella cucina.
Lì trovo quattro nani intenti ad apparecchiare la tavola; avevano la bocca piena e altrettanto cibo tra le braccia. Si fermarono di colpo quando si accorsero di Io.
‘Salve.’ Li salutò lei e uno dopo l’altro si presentarono tutti: per primi due giovani fratelli, Fili e Kili, uno biondo, l’altro moro. Anche gli altri due erano fratelli, ma più anziani: uno si chiamava Balin, aveva la barba lunga e candida come la neve, molto gioviale, al contrario di Dwalin, che l’aveva osservata dall’alto in basso dal primo momento e si era voltato sussurrando ‘Femmina’ con evidente disappunto. Lei se ne accorse, ma non si diede pensiero: non era la prima volta che veniva sottovalutata per lo stesso motivo.
‘Prego signorina- le disse Kili, il nano moro, invitandola a sedersi e versandole della birra- penseremo noi ad apparecchiare la tavola.’
La ragazza non poté fare a meno di sorridere divertita, mentre suo fratello Fili e Balin la circondavano; erano sospettosi, ma i loro dubbi vennero offuscati dalla curiosità e discretamente le domandarono sulla sua vita, alternando le domande a racconti di tempi passati, di dure battaglie e vittorie gloriose.
Balin era così preso dalla sua narrazione che gli dispiacque interrompersi all’udire dei sonori colpi sulla porta. Quando Bilbo la aprì fu letteralmente sommerso dalla comitiva, che crollò ai suoi piedi. Ionis aveva seguito i quattro nani e notò che uno dei nuovi arrivati, quello che apriva la fila, aveva rifiutato l’aiuto de lo hobbit e si era rimesso in piedi senza troppe cerimonie, leggermente seccato. Il suo abbigliamento era più regale degli altri, ma non fu per questo che Ionis lo riconobbe come Thorin Scudodiquercia, bensì per la postura e l’aspetto, che già aveva conosciuti. I nani che erano appena entrati erano in tutto nove, ma qualcuno li aveva accompagnati. Il vecchio stregone dovette chinare la testa per riuscire a passare dalla minuscola porta rotonda e nel brusio generale, Ionis lo salutò chinando la testa. Thorin accorgendosi della giovane, si voltò per chiedere informazioni a  Gandalf :
‘Che cosa ci fa lei qui, si può sapere?’ disse a denti stretti, ma fu la ragazza a rispondere:
‘Forse riceverai una risposta più chiara chiedendolo direttamente a me, che sono proprio qui, davanti a te’, sottolineò le ultime parole.
‘Ebbene?’ chiese incrociando le braccia. Che occhiata penetrante le lanciò. Adesso Ionis non era più molto sicura su cosa dire, ma sostenne lo sguardo e fece un respiro profondo.
‘Sono stata convocata qui per la missione.’ Thorin sorrise beffardo.
‘Mi pare che Gandalf avesse consigliato uno scassinatore. Saresti tu?’ alcuni nani risero, ma Ionis rimase seria e distaccata.
‘No, suppongo si tratti dello hobbit che abita questa casa, dato che ci siamo incontrati tutti qui, tra l’altro a sua insaputa, tipico di te Gandalf! Gran bel lavoro! Comunque, mi è arrivato un messaggio che diceva che ci sarebbe stata una riunione, proprio qui, stasera e così sono venuta.’ Thorin era ancora divertito.
‘Non credo che avremo bisogno di una ragazza nel nostro viaggio, mi dispiace che sia dovuta venire fin qui, ma temo che dovrai tornare a casa, abbiamo faccende molto importanti di cui discutere e non certo con una ragazza! Inoltre, io non ti ho inviato alcun messaggio.’ Era chiaro che per lui la discussione fosse chiusa, ma Gandalf si intromise:
‘L’ho fatto io. Sì, non ho informato il nostro Bilbo, ma sono certo che non gli dispiacerà avere ospiti a cena e poi gli serviva una spintarella fuori dalla porta, a parer mio. Thorin, sicuramente ricorderai il nostro incontro con Jaken, il Mercenario dell’Est, il fratello di questa fanciulla. Lui ci ha negato il suo aiuto, ma sua sorella ha molto da offrire a chi sa apprezzarla e sarebbe una gran sicurezza averla con noi. Ha grandi potenzialità, un’ottima istruzione, ed è esperta in combattimenti sia a terra, sia a cavallo. Sarebbe davvero un grande onore permetterle di unirsi a noi.’ Adesso il capo della spedizione non trovava più nulla da ridere, ma non voleva lasciare la sua posizione.
‘Ricordo molto bene il nostro primo incontro. Si è svolto nel loro castello, ed è quello il posto in cui dovrebbe stare una giovane come lei.’ Quest’ultima frase. Fu quest’ultima frase. Sentì come un pugnale penetrarle lentamente tra le costole. Si prese il tempo di un lungo e lento respiro prima di rispondere. E pronunciò ogni parola come una bomba capace di scoppiare da un momento all’altro. Ogni singola parola.
‘Non passerò la mia vita chiusa in una prigione solo perché è quello che ci si aspetta che faccia! E nemmeno aspetterò che un principe mi venga a salvare! Anche io sono sospettosa e testarda come un nano, ma voi pensate che sia inutile solo perché sono una donna! Potrei stendervi tutti prima che riusciate a impugnare una scure! Credete di essere tanto più forti perché siete muscolosi e corpulenti? Beh, vedremo quanto potranno tredici nani e uno hobbit contro un drago sputa fuoco! Io accetterei tutto l’aiuto possibile, a maggior ragione se si tratta di qualcuno che è stato addestrato dal miglior guerriero sulla terra!’ Thorin le si avvicinò senza toglierle lo sguardo di dosso, ma lei non si voltò.
‘Non devi dirmi tu come e quanti compagni devo scegliere, qualunque sia la meta o il programma.  Lo dico per proteggerti, ragazzina; sei molto giovane, credo neanche tu sappia cosa significhi affrontare una bestia del genere.’ Finalmente Io respirò.
‘No, non ho mai fronteggiato un drago. Ma ho fatto parte delle Ombre della Notte, una famosa compagnia di mercenari, per molto tempo. Sono stata addestrata a non arrendermi mai. Ho esperienza. E so anche cucinare.’ Aggiunse per sdrammatizzare. Tutt’a un tratto Balin, il nano dalla barba candida si intromise nel discorso, ma quello che disse fu inaspettato.
‘Ma certo! Le Ombre della notte! Un branco di mercenari che viaggiano da nord a sud, da est a ovest. Ne abbiamo sentito parlare, Thorin! Si dice che nessuno possa sfuggirgli se diventa una loro preda! Eh! Non mi stupisce, se tuo fratello è davvero Jaken… un grande mercenario anche lui, dicono…’
‘Le voci corrispondono a verità. Si da anche il caso che il comandante delle Ombre, Mero, sia il migliore amico di mio fratello,  è così che ho potuto mettermi in contatto con loro.’ Aggiunse Io, piena di speranza per l’appoggio.
‘Beh, io direi di prenderla con noi e metterla alla prova! Inoltre, l’abilità culinaria mi fa ben sperare e sarà presto valutata! A proposito, che ne dite di metterci a tavola?’ la sua proposta fu accolta da numerose acclamazioni e tutti si diressero verso la cucina. Thorin fu l’ultimo a unirsi alla compagnia, insieme a Gandalf.
Presto la casa di Bilbo Baggins fu piena di luce, calore e risate; l’unico a non unirsi all’allegria generale era proprio lo hobbit, che guardava esasperato la sua dispensa vuota e gli estranei che l’avevano resa tale, mangiare voraci alla sua tavola, gozzovigliando sempre più ubriachi, senza essere stati invitati. Io lo vide allontanarsi senza dire una parola, e si alzò. Lo trovò affondato in una poltrona davanti al camino: fissava il fuoco malinconico, immerso nei suoi pensieri, le fiamme che si riflettevano nei suoi occhi. Stava giusto pensando a cosa dirgli, quando Bilbo si accorse di lei:
‘Oh… ti serve qualcos’altro?’ chiese con tutta la gentilezza che riuscì a trovare. Purtroppo, molta era sepolta dall’irritazione.
‘Mi dispiace. Davvero, mi dispiace per… questa visita, così improvvisa. Posso immaginare cosa tu stia provando, con tutta questa gente per casa, ma sai… credo che quando li avrai conosciuti meglio, non li apprezzeresti del tutto senza aver provato prima tutta questa antipatia. Voglio dire… adesso sono tutti meno che simpatici ai tuoi occhi, ma presto ti affezionerai a loro più di quanto tu creda, fidati.’
‘Come fai a dirlo? Tu non li conosci!’
‘Conosco i nani. E gli elfi, gli uomini e gli hobbit, in generale. Certo, ho conosciuto pochi esemplari di ciascun gruppo, ma… dopo questo viaggio almeno, li conoscerò meglio, saprò di più su di loro e potrò dare consigli migliori alle persone che incontrerò .’ disse con un tocco di ironia; bevve un sorso dal suo boccale prima di continuare.
‘Tra qualche settimana li ringrazierai.’ Disse con un sorriso, ma non servì a farne comparire uno anche sul volto di Bilbo.
‘Non credo proprio di venire con voi. Tutto questo… girare… non fa per me!’ Non aveva nessuna intenzione di dargliela vinta.
‘Beh…ci sarà un motivo se Gandalf ha scelto proprio te. Potrebbe aver ragione. Potrebbe essere proprio quello di cui hai bisogno tu e, al contempo, tu potresti essere proprio quello di cui hanno bisogno loro.’ Lo hobbit tornò a fissare il fuoco. ‘Ci trovi di là, se vuoi unirti a noi.’ Disse lei, prima di svanire dietro l’angolo.
Lo hobbit tornò presto ed era un po’ a disagio con tutte quelle persone sconosciute intorno, ma i nani sono gente molto socievole e presto fu rapito dai loro racconti, in cui, euforici per la birra, mettevano tutti se stessi e gesticolando, un boccale dopo l’altro, prestò finirono un intero barile e ne venne aperto un altro. Anche Io beveva, insieme a Fili e Kili, mentre chiacchieravano del più e del meno, scambiandosi opinioni sulle qualità delle diverse armi. Dopo cena, si passò a discutere del viaggio e Bilbo venne messo al corrente di tutto, finalmente.
‘Tutto cominciò molto tempo fa. Quel drago ci portò via tutto… e adesso passa i suoi giorni a dormire sotto il nostro tesoro, nelle nostre sale! È tempo di riprenderci la nostra casa! Saremo lieti che si unisse a noi, signor Baggins, dato che, a quanto pare, non si può proprio fare a meno di voi! Dunque, accettate?’ Lo hobbit era sbigottito da quella proposta e non ne fu affatto entusiasta come i nani si aspettavano; uscì dalla stanza, lasciandoli al tavolo con una risposta negativa e poco gentile. Thorin allora si voltò verso la fanciulla, come se fosse il successivo problema da affrontare. Lei non gli diede il tempo di aprir bocca:
‘Non puoi fare a meno di me.’ Sottolineò,  si portò il boccale alle labbra e bevve una lunga sorsata, ancora una volta. Poi cominciò a oscillare, si inclinò sempre più a sinistra, finché perse l’equilibro e cadde a terra, svenuta. La compagnia intorno a lei non trattenne le risate, mezza ubriaca; ma Thorin e Gandalf non si unirono a loro.  
‘Stasera temo proprio che dovrò.’ Commentò Thorin con un sorriso.
 
 
 
La mattina dopo, Io si risvegliò in una delle stanze degli ospiti. Quando ricordò dove si trovava, si alzò velocemente e raggiunse la cucina, dove i nani già stavano facendo colazione. Io si sedette accanto a Fili e si accorse che lui e il fratello cercavano, senza troppi sforzi, di trattenere le risate. Chissà per quale assurdo motivo! Di colpo provò un grande imbarazzo, ma non ne conosceva la causa e prima che potesse chiedere delucidazioni, Thorin ordinò di prepararsi a partire, così la ragazza, che non aveva avuto tempo di mangiare, prese due mele, una da mangiare lungo il cammino, e l’altra per BlackDust.
Fuori dalla buca-hobbit, i pony erano già in fila, sellati e carichi di bisacce, uno per ognuno dei nani, più qualcun altro per i bagagli aggiuntivi. Ionis fischiò e un grande stallone nero come la notte apparve da dietro la collina, si fece largo tra i nani, che si ritraevano spaventati, con poche lunghe falcate e addentò con gusto la mela sulla mano della ragazza. Masticando, alzò il muso e incrociò il suo sguardo. Sembrava stesse sorridendo. I nani lo guardarono impauriti, mai avevano visto una bestia di quelle dimensioni e il loro rispetto per lei crebbe improvvisamente; ancora di più quando videro con che agilità Io saltò in groppa al suo cavallo. Era più in alto rispetto agli altri: la testa di uno dei nani seduto sul suo pony, arrivava quasi al garrese dello stallone.
‘Non vedo Bilbo.’ Constatò la ragazza, sorridendo beffarda ai loro visi increduli, fingendo che non le importasse.
‘Ci raggiungerà. Se dovesse cambiare idea, ci troverà ad aspettarlo al Puledro Impennato, a Brea.’ Le rispose Thorin e a un suo gesto si misero in marcia.
Il tragitto non durò a lungo. Il locandiere li riverì con le migliori cure e Io ne approfittò per fare una buona colazione, nell’attesa dello hobbit. I nani avevano scommesso su di lui, ma solo Gandalf vinse. Allo scoccare dell’ora prestabilita, si alzarono rassegnati, ma poi videro qualcuno correre trafelato e senza fiato, tra il verde delle pianure e il giallo delle colline.
E così, iniziò il loro viaggio. 

  
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