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Autore: CHiBI cHU    26/04/2009    1 recensioni
One-shots senza grandi pretese, che mostrano un pò di vicende di vita quotidiana: i sentimenti introspettivi sono i principali protagonisti di queste storie, che spaziano tra il malinconico e il comico. I personaggi chiaramente non sono sempre gli stessi, e l'aggiornamento non costante.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Povera Beth! Era seduta sulla sua sedia, braccia sulla scrivania e viso schiacciato sopra il libro di matematica. 

Matematica, quella materia così incomprensibile! A Beth la matematica non piaceva, decisamente. Preferiva la filosofia, lo studio del pensiero umano e della realtà che lo circonda. Si insomma… un mondo reale, dove le problematiche esistenziali esistono e prendono forma, affascinando la mente. Non quei freddi numeri, stampati lì sul libro e così lontani, così impalpabili e così incomprensibili ai più. Che poi a dire la verità ormai Beth numeri non li vedeva quasi più: sempre cos, sen, ln o e. Giusto per renderle la vita più complicata, eh.

Ma non siamo qui per parlare di matematica.

I capelli lisci di Beth sembravano un po’ il mocio per pulire il pavimento, così fini ma scomposti. Alcune volte si sentivano piccoli sospiri che facevano sobbalzare un po’ le sue braccia e la sua testa stravaccati su quella scrivania. Ma perché la nostra cara era ridotta in quello stato? Forse perché l’esercizio n° 146 di pag 129 non veniva? E nemmeno il 147? E il 148? No. Fatti di ben maggiore intensità per Beth sconvolgevano il suo piccolo corpicino con al posto della testa un mocio vileda. Parliamo di una crociera, signori e signore. Proprio così. Ma perché una crociera dovrebbe inquietare l’animo della nostra protagonista, vi state chiedendo?

Ebbene la crociera in questione è una crociera speciale, realizzata solamente per scuole. Ragazzi di tutta Italia si trovano lì: viaggeranno lungo il mediterraneo, prenderanno il sole e si divertiranno. Per 7, dico 7, lunghi giorni. Compreso lui. Lui, il suo ragazzo. Il suo ragazzo da circa 7 mesi, con il quale sono appena usciti da una brutta crisi. E ora si trovava lì, il bastardo! Con i suoi compagni, su quella stupida nave a fare la bella vita! Mentre lei era in quella stanza, con una matita in bocca, la bavetta che colava sul libro di matematica e una gelosia che se la stava portando via. Ma insomma diamine!! Una settimana, 24 ore al giorno con tutti quei giovani… vuoi che non ci sia una stramaledetta troia pronta a rimorchiarselo?! Già se li vedeva, vestiti a festa chiacchierare davanti al buffet! Oppure, cosa ancora peggiore… avrebbe fatto amicizia con qualcuna. e avrebbero cominciato a chiacchierare, a scherzare… si sarebbe creata quella complicità… e poi magari, presi dal trasporto del momento, si sarebbero scambiati un tenero bacio. Per poi bloccarsi, dire ‘ma cosa sto facendo, io sono fidanzato, adoro la mia Beth e blablabla…’ e intanto il pensiero restava su lei, la lei della nave. E sarebbe tornato a casa, con l’aria malinconica e un po’ giù. Sarebbe tornato dalla sua Beth, ma con ancora il pensiero di quella lì. Tanto che alla fine, trasportato dal sentimento, avrebbe detto addio a Beth. Al suo unico amore. Per iniziare una nuova, favolosa storia d’amore.

Beth lasciò la matita che aveva in bocca. L’aveva rosicchiata un po’ troppo forte, i segni dei denti erano lì belli incisi sopra. Alzò la testa, e l’occhio le cadde su quel maledetto esercizio n° 127, che nemmeno quello era riuscita a risolvere. E pianse, pianse tanto. Nelle orecchie aveva ancora quella musica di festa, e quel pontile di una nave di fronte. I loro visi (quello del ragazzo di Beth era chiaro e limpido, quello della ragazza invece nascosto) avvicinarsi lentamente, mentre gli occhi si chiudevano… e quelli di Beth invece si inumidivano. E non poteva fare nulla, se non guardare e piangere.

Eppure era tutto frutto della sua mente. Il suo lui le aveva mandato un messaggio all’ora di pranzo, raccontandole un po’ i fatti della giornata e dicendole che l’adorava. Ma lei aveva paura. Voleva che lui fosse lì con lei, e non lontano con tutti quei ragazzi. Ma con lei c’erano solo quel libro di matematica e quella forte angoscia. Beth sospirò e si riavviò i capelli con la mano sinistra. Si alzò, fece una x sul calendario con un pennarello rosso e poi tornò sulla sua sedia. Mancavano ancora 5, 5 lunghi giorni al suo ritorno.

 

 

Storia NON autobiografica, eh!!!XD Scusate per questo sfogo personale, ma questa brutta sensazione non riesce ad andarsene, e ho provato a scacciarla con questa micro storia un po’ comica all’inizio ma deprimente alla fine XD sono ben accetti commenti di critica, anche perché io stessa non la vedo molto bene... però andateci piano, sono una che piange anche per Il diario di Bridget Jones, per farla breve :D Se invece dovete prendermi in giro per il contenuto… mi dispiace, ma non gradisco commenti del genere: è una storia scema che ho voluto condividere, ma non per questo siete autorizzati a s*ottermi. :) See you soon!

  
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