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Autore: SweetJuls    26/04/2009    10 recensioni
Da piccoli Bulma e Vegeta erano grandi amici, ma un giorno Bulma dovette trasferirsi con la sua famiglia, ma cosa succederebbe se, a distanza di molti anni, si rincontrassero?
Si ricordò di lei. Era la bambina con cui giocava da piccolo. Era la sua migliore amica. Ora era diventata una donna. La guardò dall’alto in basso. Non c’è che dire. È diventata davvero una bellissima donna. Che forme! Pensò il ragazzo muscoloso. Ghignò divertito da quella situazione, e si meravigliò che lei ancora non si fosse ricordata di lui. «Perché mi fissi?» chiese lei imbarazzata. «Posso fare quello che voglio…con quello che voglio» disse malizioso.
Spero di avervi incuriosito...leggete e recensite. Bacio ciao!!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bulma, Nuovo personaggio, Vegeta
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui!! Allora, vi avevo detto che avrei spiegato come si siano conosciuti Yamcha e Michelle, i due tonti, ma…non ho potuto, perché ho dato priorità ad un’altra coppia, e credo proprio che sia solo una gioia per voi!!^^

Bene, vi lascio al capitolo.

 

Buona lettura,

 

Giulia ^_^

 

Amici d’infanzia

Sorrisi

 

 

[«Allora Goku, davvero pensi che faceva schifo la festa?» gli chiese Vegeta ghignando.

Si grattò la testa «In realtà sì, ma solo perché il buffet non mi è piaciuto tanto» poi sorrise come un bambino, mentre noi rimanemmo a bocca aperta. Dopo un attimo di stupore ridemmo tutti; le strade illuminate dai lampioni brillarono ancora di più, un po’ per le nostre sincere risate, un po’ per la bellezza dell’uomo che avevo accanto…]

 

 

Un uomo camminava verso di me, ma non riuscivo a vedere il suo viso, ed io correvo per cercare di raggiungerlo.

Poi il suo corpo svanì nel nulla, e mi comparve alle spalle. Non feci tempo a difendermi, che subito il mio avversario mi colpì, facendomi piegare in due dal dolore.

Alzai il viso verso di lui, mentre ansante mi tenevo lo stomaco. Lui era il mio incubo, il mio acerrimo nemico.

L’uomo che aveva rovinato la mia vita, e creato in me nuovi obiettivi.

Pensai che avevo davanti la mia opportunità di vendetta, pensai ai miei genitori, alla mia infanzia, e all’improvviso mi sentii carico di energie, e mi preparai ad attaccarlo. Urlai, e tirai un pugno all’altezza della sua faccia, ma lo detti a vuoto, perché lui scomparve.

Intorno a me calò il buio, non smettevo di guardarmi attorno per non esser preso di sorpresa. Poi comparve di nuovo dietro di me, questa volta era insieme ad un’altra persona.

Era la donna che aveva vissuto con me gli anni più belli, e adesso condivideva i miei stessi sentimenti ed emozioni.

La teneva stretta, e le puntava una pistola alla tempia. Lei aveva le lacrime agli occhi, e mi guardava supplicandomi aiuto. Non sopportavo vederla così debole e umiliata.

Sentii il cuore spezzarmi al solo pensiero di perdere anche lei.

Feci per avanzare verso di loro, ma la voce di Freezer mi fermò.

«Fai un passo e perderai anche lei. Sei destinato a rimanere solo su questo pianeta» poi mi ghignò, e avvicinò il suo viso ai capelli di Bulma, annusandoli.

Quel gesto mi mandò su tutte le furie, così corsi verso di loro, ma subito dopo un colpo di pistola interruppe la mia avanzata.

Vidi la mia esistenza accasciarsi a terra, senza vita. La raccolsi e la strinsi fra le mie braccia.

Chiamai il suo nome più volte, mentre le mie mani e i miei vestiti si sporcavano di sangue. La baciai e sentivo per la prima volta le lacrime spingere contro il mio volere, per uscire.

Ma mi ricordai che avevo ancora il mio nemico di fronte e non potevo farmi vedere fragile. Alzai il volto verso di lui stringendo i denti, ma non c’era più.

All’improvviso la voce di Freezer si sparse intorno a me come un’eco:

 

«Sei destinato a rimanere solo su questo pianeta»

 

 

Mi svegliai di soprassalto sudato e con il respiro affannato.

Mi misi le mani sul viso e mi stropicciai gli occhi scossi dall’incubo. Era ancora notte, lo capii dal buio che regnava nella stanza.

Poi ricordando Bulma in una pozza di sangue, guardai al mio fianco. Andai in panico quando vidi le lenzuola disfatte, e lei non c’era.

Avevamo dormito insieme quella notte, ma non avevamo fatto l’amore. Si era addormentata sul letto in camicia da notte, mentre ero andato in bagno ed io non l’avevo voluta svegliare.

Spostai le coperte con agitazione, e scattai in piedi. Controllai prima in bagno, ma non era lì, così uscii dalla camera con il cuore che accelerava ad ogni passo.

Corsi verso camera sua, aprii la stanza sicuro che l’avrei trovata lì: ma non c’era neanche lì. Lo stesso risultato lo ottenni cercandola in cucina, in sala, nello studio, nel laboratorio.

Non la trovai da nessuna parte. Il mio cuore stava scoppiando e più passava il tempo senza trovarla, più il ricordo dell’incubo si impossessava di me, e l’ansia che le fosse successo qualcosa mi assaliva come un veleno che pian piano mi stava facendo morire.

Avevo caldo ed avevo bisogno di aria fresca. Uscii in giardino a piedi scalzi, a petto nudo e solo con i boxer addosso.

Mi scompigliai i capelli con angoscia. Dove cavolo si era cacciata?

Stinsi i denti con rabbia e disperazione, poi un rumore attirò la mia attenzione. Voltai lo sguardo verso destra. Seguii lo scricchiolio, come se fosse il mio appiglio, la mia ultima speranza di trovarla.

Percorsi le mura della casa, fino a scorgere il dondolo in legno dietro l’enorme casa.

E lei era lì, con le ginocchia al petto e le braccia che le stringevano.

Il mio cuore esplose di gioia. Cercai di non sembrare preoccupato e in ansia, così aspettai qualche secondo prima di farmi vedere, poi mi avvicinai a lei.

«Cosa ci fai qui fuori?» chiesi, cercando di non far trasparire le mie emozioni.

Sobbalzò, e mise un piede scalzo sull’erba, fermando l’oscillamento del dondolo.

Mi guardò, ma non mi rispose. Forse era sorpresa di vedermi sveglio a quell’ora.

«Da quanto tempo sei qui?» chiesi, sperando in una sua risposta.

«Da un po’» rispose, sorridendomi.

Mi sedetti di fianco a lei, avevo voglia di stringerla e baciarla.

Avevo avuto paura di perderla, e avevo capito quanto davvero l’amassi.

Appoggiò il viso sulle ginocchia, voltando gli occhi verso di me. Era bella, come sempre. Anche di più.

Ma da quando mi facevo tutte queste paranoie? E da quand’é che ero così sdolcinato? Mi dovevo arrendere?

«Tu invece?» mi chiese, per interrompere il silenzio che si era creato.

«Anch’io» le risposi, guardando e studiando ogni suo tratto, ogni sua espressione, per memorizzarla bene in mente.

«C’è qualcosa che non va?» evidentemente avevo assunto un espressione strana in volto.

Feci un cenno negativo con la testa.

«Brutto sogno?» domandò con ingenuità, non sapendo che ci aveva azzeccato.

Mi ricordò di nuovo quelle immagini così crude. Volevo togliermele dalla testa, la paura di perderla mi rendeva inquieto.

Io l’amavo. Era inutile dire il contrario, ed era inutile essere orgogliosi con sé stessi.

Bulma mi guardava turbata, e prima che mi potesse fare qualsiasi altra domanda, la baciai con impeto.

Era sorpresa per il modo con cui la stavo baciando. Ma non mi importava.

La presi per la vita, e la strinsi forte. Le sfuggì un gemito dalle sue morbide labbra, e mi poggiò una mano sul petto per fermarmi, ma non le diedi retta.

«Vegeta» sussurrò fra un bacio e l’altro, mi sembrò quasi una supplica.

Io non mi bloccai, e continuai a baciarla, toccarla. Insinuai una mano sotto la sua camicia da notte nera, lambendo le sue gambe lisce come la seta che aveva addosso.

Il dondolo con il suo lieve oscillamento ad ogni nostro movimento,mi impediva un contatto più intenso. Così mi staccai da lei, leggendo nel suo sguardo una lieve confusione, poi mi alzai, e la presi in braccio.

Lei mi baciò, nel frattempo la misi sull’erba fresca, sentendo la sua pelle rabbrividire a quel contatto. Le accarezzai le braccia, e mi misi sopra di lei senza smettere di baciarla.

Questa volta fu lei a staccarsi da me. «Vegeta andiamo dentro»

Al solo pensiero di non poterla toccare, anche solo per qualche secondo mi infastidì.

La baciai di nuovo, cercando di farle cambiare idea, ma si scostò di nuovo e mi disse: «Ci potrebbero vedere» poi mi indicò la finestra della camera dell’oca e del vecchio.

«Non si sveglieranno di certo a quest’ora» dissi avvicinandomi di nuovo alle sue labbra.

«Andiamo dentro» ribatté determinata.

Stufo, mi alzai la presi in braccio così velocemente che la sorpresi, ed entrai dentro casa con passo spedito, mentre Bulma mi guardava con un sorriso che sembrava volesse dirmi “Ho vinto io!”.

Cercai di non pensarci. Incredibile come quella donna mi facesse passare da un emozione all’altra.

Entrammo in camera mia, e senza darle tempo di fiatare, la misi sul letto e continuai quel che lei aveva interrotto qualche secondo prima.

 

****

 

Aprii gli occhi assonnati, non ricordavo bene se avevo sognato, ma una di una cosa ero certa:

 

stavo vivendo una favola.

 

La mia mano era intrecciata a quella di Vegeta, che aveva dormito tutta la notte abbracciato a me. Mi sentivo protetta e felice, come non lo ero mai stata in vita mia.

Chissà che ore erano, se mia madre mi avesse vista lì con lui, mi avrebbe chiesto tutti i particolari della nostra storia, mi avrebbe chiesto da quanto stavamo insieme… spalancai gli occhi, e riflettei sul fatto che non sapevo se eravamo una coppia.

Comunque decisi di alzarmi e vestirmi, per evitare eventuali pettegolezzi di mia madre.

Sentivo il respiro profondo del mio uomo, e capii che stava ancora dormendo. Non volevo svegliarlo. Sciolsi le nostre dita, e spostai delicatamente la sua mano. L’appoggiai vicino a lui, e mi morsi il labbro inferiore per non emettere alcun suono.

Scostai le coperte, e girai la testa dall’altro lato mentre poggiavo i piedi a terra. Mi alzai dal letto, presi i miei vestiti che avevo poggiato su una sedia vicino all’armadio, e mi diressi in bagno con passo felpato.

Misi i vestiti su un mobiletto accanto il box-doccia. Guardai la doccia poi Vegeta, infine decisi che potevo concedermi un po’ di relax. Socchiusi la porta, ed entrai nella doccia, chiudendo l’anta alle mie spalle.

Regolai la temperatura dell’acqua, il getto caldo era un sollievo sulla mia pelle. Voltai la faccia verso il getto, e mi insaponai le braccia, la pancia e le gambe. Chiusi gli occhi, per deliziarmi di quel calore.

Dopo alcuni minuti mi girai e aprii gli occhi, lanciai un grido strozzato per lo spavento. Vegeta si era intrufolato nella doccia, ed ora era davanti a me. Richiuse l’anta, e mi si avvicinò facendomi appoggiare contro il muro alle mie spalle.

Bagnato era ancora più eccitante.

«Mi avresti lasciato solo nel letto anche questa volta?» mi chiese, e la sua voce scostante mi fece capire che non avermi vista nel letto al suo risveglio, l’aveva fatto irritare. Appoggiò le mani sul marmo gelido, ai lati del mio corpo.

Io non risposi, ripensando a quel che era successo quella notte. Il dolore che c’era stato per entrambi…

Gli accarezzai il viso, poi mi avvicinai alle sue labbra e lo baciai dolcemente. Mi piacevano le sue labbra, mi piaceva toccarle, leccarle e morderle.

Quando ci staccammo, mi guardò rassegnato. «Non farlo mai più» non mi suonò come un ordine, ma piuttosto come un favore.

Mi meravigliai di come il suo carattere fosse cambiato. Era molto più piacevole ora. Era dolce, il suo orgoglio si era affievolito, ed io lo amavo sempre di più.

Lo guardai negli occhi, gli stessi che mi avevano osservata quando ero piccola, e che ora mi scrutavano come se fossi la cosa più preziosa.

Non volevo mai più vederlo star male. Lo baciai di nuovo «Lo prometto» lo rassicurai, volevo rappresentare la sua sicurezza, come lui la rappresentava per me.

Lo guardai e gli sorrisi, scompigliandogli i capelli. Risi di gusto, sapendo che non amava farseli toccare.

Dopo un attimo di irritazione, ghignò pronto per la sua vendetta: mise la mani sui rubinetti, chiuse l’acqua calda e aprì tutta quella  fredda. Urlai. Stavo ghiacciando, e ora l’acqua non era così tanto piacevole!

Agitai le mani, sentendomi una scema. Aprii velocemente l’anta della doccia in cerca di una via di fuga. Appena riuscii ad aprirla, corsi fuori. Vegeta mi raggiunse e mi prese per la vita. Urlai e risi contemporaneamente.

Mi poggiò a terra e incominciò a farmi il solletico. Mi stavo divertendo…e per la prima volta anche lui.

Uscimmo dal bagno, senza smettere di stuzzicarci. Poi Vegeta si bloccò, ed io seguii il suo sguardo. Mia madre era sulla soglia della stanza.

Contemporaneamente io e Vegeta prendemmo la prima cosa che ci capitò in mano per coprirci.

Mia madre rise, mentre io diventavo sempre più rossa dalla vergogna.

«Lo sapevo» sghignazzò, uscendo dalla stanza.

Noi rimanemmo a guardare il punto in cui prima c’era mia madre.

«Merda!» esclamammo all’unisono.

 

 

 

Allora che ve ne pare? Io mi sono divertita ed emozionata molto a scriverlo, spero che sia stato lo stesso per voi.


Passo ai meritatissimi ringraziamenti *ç*:

 

raffa_94: Che gioia leggere la tua recensione! Mi fa piacere sapere che attiro i lettori, perché davvero è un segno che qualcosa nella mia storia funziona!!!^^ Beh, che dirti…forse anche in questo capitolo Vegeta non stava tanto bene! Spero davvero che ti sia piaciuto, e che non ti abbia deluso! Alla prossima!!

 

Saku_chan: Grazie grazie grazie grazie grazie…e riempierei tutta la pagina dei “Grazie”. Sono felicissima delle tue parole. Sono felice di emozionarti, e altrettanto felice che tu faccia così attenzione ai particolari e ai sentimenti dei due protagonisti. Ti ringrazio anche di avermi fatto notare i piccoli errori di distrazione che ci sono stati, e se ne trovi altri che ho dimenticato in questo capitolo, dimmelo mi raccomando! Un bacione grande.

 

 giusiemo291: Sono strafelice di averti suscitato così tanto interesse verso la mia ff. Spero davvero che pian piano che la storia prosegua non ti stufi, o ti annoi. Se avrai notato, ho seguito il tuo preziosissimo consiglio! Me n’ero completamente dimenticata, ormai rigavo dritto sullo scrivere la storia. GRAZIE MILLE. Sperando che anche questo capitolo ti sia piaciuto, ti saluto!! Ciaooo!^^

 

PaN93_BeLLa: Ho aggiornato il prima possibile. Alcune volte aggiorno prima a volte un po’ più tardi, ma l’importante è che aggiorni, no? ^^ Un bacione, spero che anche questo chappy sia stato di tuo gradimento!

 

 

Lucr3z14: Carissima! Che piacere sapere che ti piace la mia ff, e continuerai a seguirmi. Allora sono lieta di chiarire i tuoi dubbi, sperando di riuscirci. Sì, hai ragione Freezer è un po’ strano, ma ricorda che ho ambientato la storia in un mondo dove Sayan, Namecciani o Cyborg non esistono. Quindi la figura di Freezer è umana, come se fosse una persona qualunque, mi sono limitata solo a togliergli la coda, i piedi e le mani da lucertola, e a dargli un aspetto umano, con i capelli viola, e le mani, i piedi, la faccia normali. Se ho capito bene la domanda era a questo che ti riferivi, giusto? Hai ragione, è davvero difficile immaginarlo umano, però con un piccolo sforzo ci si può arrivare…anche se sempre brutto rimane xD ahah. Un saluto!

 

Kikka1993: Beh sì, è in libertà perché essendo pieno di dané, è molto difficile mandarlo in galera. È come se un ragazzo comune (anche se ricco), accusasse Berlusconi di omicidio. Chi ci crederebbe? Eheh. Un bacione!

 

bulma4ever: Ciao carissima!Che piacere sapere che lo scorso capitolo ti sia così piaciuto!^^ Spero di fare altri capitoli belli come quello scorso! Le tue analisi dei chappy sono sempre tutti fantastici! Certo, Vegeta ce l’avrà la sua vendetta, costi quel che costi!! In questo capitolo non mi convince molto l’inizio, l’incubo in pratica. È stato difficile scriverlo, spero non abbia rovinato il corso del chappy. Mi spiace di aver aggiornato un po’ più tardi del previsto, ma ho avuto un bel po’ da fare. Spero mi perdonerai anche questa volta. Un bacione grande!

 

 

Luna_07: Ahahah, infatti a nessuno interessa!Però chissà perché anche i personaggi secondari danno forma alle storie! Se no che razza di personaggi sarebbero?!^^ Spero che questo capitolo sia stato di tuo gradimento. Un saluto!

 

Byrba: Beh sì, molto molto più avventurosa. Non so se il pezzo dell’incubo sia stato bello, è stato per me difficile da scrivere. Spero ugualmente che ti sia piaciuto. Un bacio!

 

veggysuperfan: Ehh scusami se in questo capitolo non sono riuscita a spiegare bene il perché si conoscono Yamcha e Michelle, ma prometto che nel prossimo chappy lo scriverò! Un bacio!

 

kutai: Sono molto felice di sapere che il mio capitolo ti ha risollevato di morale, e spero che tutto sia passato!Se non fosse così, allora spero che anche questo chappy ti metta di buon umore. L’incubo non mi piace molto, però può essere solo una mia impressione, tu che ne pensi? Ti è piaciuto? Il testo è stato scorrevole? Un bacione!

 

kikka994:Grazie del genietto!! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, e che non ti abbia rovinato l’opinione che ti eri fatta sulla ff. Alla prossima!!

 

Mikysimpa: Ciao Michy Miaaaa!^^ Sono tanto felice che FINALMENTE ti sei decisa a leggere la mia ff, e sono altrettanto felice che ti piaccia. Ci ho messo un po’ prima di migliorare la mia scrittura, ma col tempo ogni cosa migliore, no? Eheh. Ti voglio tantissimo bene, e senza le tue recensioni sai che sarei tanto triste triste =( Un bacione scrittrice mia…sei la best!

 

 

 

Grazie mille a tutti quanti!!TUTTI NESSUNO ESCLUSO!

   
 
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