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Autore: miss Gold_394    10/08/2016    2 recensioni
Può una guerra cambiare le sorti di una famiglia? Davvero si può dire che tutto è perduto?
Dal capitolo 8
-Guarda un po', chi non muore si rivede- disse con voce bassa la donna.
-Oh, Andromeda, e chi ti dice che sia vivo? Tu sai bene in quanti modi si può morire-
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Tonks, Bellatrix Lestrange, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Contesto generale/vago
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In un raffinato salone, affrescato e dagli stucchi pregiati, si trovavano due signore. I marmi del pavimento, lucidi come specchi, riflettevano le loro figure esili.  Dissimili nell'aspetto, seppur  sempre elegante, come nel carattere e nelle convinzioni, si ritrovavano a discutere in quel luogo dove l'opulenza regnava sovrana, ma non sembravano farci tanto caso. No, elle erano troppo impegnate per badarci. Adagiate rigidamente su sedute di pelle nera, si fronteggiavano come fiere. Le statue che ornavano la sala erano muti testimoni. 
La prima aveva dei lunghi e lisci capelli bruni, iridi scure e palpebre pesanti che rendevano la sua espressione ancora più severa. Delle piccole ma profonde rughe accentuavano il tutto, rendendola più vecchia dell'età effettiva che aveva.
La seconda invece era totalmente opposta. Anch'ella aveva lunghi capelli ma biondi. Pelle diafana e sottile da parere porcellana per quanto fosse perfetta. Si vedeva che non aveva avuto una vita difficile, a differenza della compagna, che pareva aver vissuto cent'anni di dolore in un colpo solo. 
Tuttavia sembrava  essere lei la più fragile, i suoi occhi azzurri erano velati da una cupa tristezza.

-Allora?- esclamò Andromeda Tonks, questo era il  nome della donna dai capelli scuri in risposta  al discorso, a suo parere insensato, di Narcissa Malfoy. Come se non le importasse molto a dire il vero. Eppure c'era stato un tempo in cui il suo giudizio aveva  pesato molto, un tempo decisamente troppo lontano.
-Allora?!- strillò la maga, trattenendo a stento le lacrime che minacciavano di scendere dal volto. -Era nostra sorella!- 
-Tua sorella al massimo, non era mia più mia sorella da parecchio tempo ormai- borbottò risentita la maggiore. 
-Non puoi dire così! Non ci credo che la pensi in questo modo-
-Davvero Narcissa? Lo credi sul serio? Pensi veramente che io consideri quella pazza di Bellatrix come mia sorella, dopotutto quello che ha fatto?- il tono della voce era un sibilo crudele che riecheggiava nella stanza.
-Bellatrix Lestrange ha ucciso la mia unica figlia! I suoi colleghi Ted! Tu  non sai niente Narcissa, e non sei niente per me! Non più! E mai lo sarai!- 
- Non sai come ci si sente, il vuoto incolmabile che ho nel petto. E come potresti saperlo? Non  sei tu quella che ha perso una figlia e un marito. Non sei tu quella    che si sveglia urlando la notte per colpa degli incubi. Non sei tu  quella che non riabbraccerà più i suoi cari- 
Essa si alzò di scatto dal divano e si avvicinò alla donna che le stava di fronte. Le sue  braccia si appoggiarono sui braccioli della poltrona dove Narcissa era seduta, intrappolandola come in una sorta di gabbia e la costrinse a guardarla negli occhi, occhi che non trasudavano un briciolo di pietà ma solo un cieco dolore e un profondo disgusto. Davanti a quello sguardo la strega non potè che rabbrividire. Mai in tutta la sua esistenza aveva visto Andromeda  così. 
-Ma guardati. Lady Malfoy, la donna che tutto il mondo magico invidia o almeno invidiava, che ha paura di una povera, come mi  ha definito nostra madre? Ah, sì, una sudicia traditrice del proprio sangue, una sgualdrina che se le la intende con gli scarti dei babbani. Che madre amorevole Druella- 
-Non puoi addossarmi le colpe degli altri. Queste parole sono uscite dalla bocca di nostra madre, non certo dalla mia- 
-Non credo che la pensassi diversamente però sai? Proprio no- 
-Dovresti provare a capirla. Infondo avevi tradito noi e tutti i valori purosangue su cui la nostra famiglia si è basata per generazioni-
A queste parole Andromeda non ci vide più, una cieca rabbia la investì, e se prima aveva mostrato un'apparente  calma, ora la voce  appariva decisamente più alta e minacciosa. 
-Ma certo! Nostra madre mi ha apostrofato con epiteti orribili e devo provare a capirla. Bellatrix uccide Ninfadora e devo perdonarla. Stessa cosa per te che fino a qualche anno fa fingevi di non conoscermi neppure. Ovvio! E tutto questo in nome di che cosa, se posso chiederlo? In nome della famiglia che non mi ha mai accettato per quella che ero e che sono? Che mi ha sempre trattato come un'estranea, e che, alla prima occasione, non ha esitato a buttarmi in mezzo alla strada! Davvero, come posso non comprendervi? Che persona spregevole che sono!- 
Riprendendo il fiato -Non possiedo più nulla, io che ho combattuto, lottato per il bene, ho perduto tutto. Hai avuto sempre tutto, e continui ad avere tutto. Una bella casa, un marito che, nonostante sia un patetico codardo, ti ama, un figlio.. E io? Dora non tornerà più da me, né da suo figlio.- 
-Andromeda- disse la minore, avvicinandosi alla più grande e toccandole il braccio, in un vano tentativo di consolarla.-Io...-
-Non mi toccare!- riesplose Andromeda. -Non osare neppure sfiorarmi con dito!- e con un brusco strattone, tale da far  quasi perdere l'equilibrio a Narcissa, si liberò dalla sua debole presa. 
-Mi fai schifo! Tu, i tuoi ideali purosangue, le vostre manie di grandezza, tutto ciò mi dà la nausea- 
Parole  gonfie di veleno e risentimento covato in tanti anni, che vennero a galla nella maniera più violenta possibile. 
Narcissa era rimasta impassibile, e se non fosse  stato per le lacrime, che ormai scorrevano senza nessuna cura  sul suo bel viso, sarebbe potuta passare benissimo per una delle tante  statue che si affacciavano nel salotto.  
-Ti prego- supplicò. - Fammi almeno conoscere tuo nipote- 
-Perché dovrei farlo? So l'opinione che avete di Teddy. Per voi è alla stregua di un fenomeno da baraccone. Cos'è, ti annoi  nelle immense stanze della tua magione? Non ti sei divertita abbastanza alle nostre spalle?- 
-Io mi preoccupo per te! Nonostante  tutto mi sei mancata e...- 
-Troppo tardi. Avresti dovuto pensarci prima-
Detto ciò, appellò il proprio mantello e uscì,  lasciandosi tutto dietro le spalle.  
Appena la donna se ne andò, da una delle porte entrò il padrone del manor, Lucius Malfoy, che finalmente, dopo aver udito di nascosto tutta la conversazione, decise di parlare. 
-Narcissa..-
-Non dire niente Lucius. Ti prego, stai zitto-
-Andiamo, cosa ti aspettavi? Che ti accogliesse a braccia aperte?-
-Certo che no! Ma mai avrei potuto prevedere una reazione simile. Mi ha trattata malissimo. Me! Sangue del suo sangue. Me! Che sono..- 
-Che sei sua sorella, sì l'avrai  ripetuto almeno un centinaio di volte- disse l'uomo con un noncurante gesto della mano e beccandosi un'occhiata risentita dalla consorte. 
-Parliamoci chiaro. Era prevedibile che lei non ti avrebbe mai rivoluta con sé. Inoltre perdonami, ma introdurre Bellatrix nel vostro discorso non mi è sembrato un'idea saggia. Era una persona orribile, una pazza, e solo tu ne stai piangendo la scomparsa- 
-Come osi! -gridò sconvolta -Non era pazza, e  non sono l'unica che la rimpiange. Anche Draco...- 
-Draco!- l'uomo a sentir il nome del suo unicogenito non potè non scoppiare a ridere  -Anche lui odiava la sua "cara zietta". Ne era terrorizzato, e probabilmente sta ringraziato il cielo di non averla più intorno, e Salazar, nessuno può biasimarlo. Se non ti ha detto nulla è per non ferire  i tuoi sentimenti. Era una folle, un'esaltata- 
-Non è vero!- 
-Sì che  è vero, solo che non te ne rendevi conto-
-E tu invece? Pensi di essere sano di mente? E' tutta colpa tua se ci ritroviamo in questa situazione! E' colpa tua se ci ritroviamo prigionieri in casa nostra! Ho quasi rischiato di perdere mio figlio per le tue stupidaggini! Ti odio!- 
Lucius scosse la testa di fronte a quella scenata a dir poco isterica. Doveva portare pazienza, lo sapeva, erano stati anni difficili per tutti loro, ed era certo che sua moglie non pensasse sul serio quello che aveva appena detto. Doveva calmarla. 
-Hai ragione. Ho delle  colpe ma non sono  l'unico. Anche tu credevi negli ideali del Signore Oscuro-
-Io però non sono diventata una Mangiamorte. Avremmo potuto fare come i Parkinson, sostenere i suoi ideali senza però macchiarci le mani. Ma tu no! Volevi la grandezza e il potere, come se non ne avessi avuti abbastanza!- 
-Narcissa..-
-Non voglio più vederti!- e così dicendo lasciò la sala. 


 
  
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