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Autore: k_Gio_    11/08/2016    4 recensioni
Verità e bugie sono alla base di tutto. Tutti camminano in sentieri semi oscuri ma qualcuno vuole far sapere la verità.
Sarà l'inizio di qualcosa di bello o l'inizio di un doloroso epilogo, starà a loro capirlo e scoprirlo.
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6




 

«Allora ti sei divertito questo fine settimana» Emma seduta sulla sedia scompigliava i capelli di suo figlio, ogni volta che lo guardava cercava qualche tratto somigliante che ormai, lo aveva capito, non avrebbe trovato. Henry preso dai suoi cereali annuì senza convinzione.
«Bae è troppo viziato»
«Non siamo tutti uguali» Emma non voleva parlar male di nessuno, specialmente di Bae, anche se dovette ammetterlo «però hai ragione, un po' lo è» e sorrise persa in qualche ricordo di due giorni prima. «Cosa ne pensi di Killian?» gliela aveva buttata lì, giusto per sondare il terreno.
«Mmm, non lo so» non alzò lo sguardo, troppo concentrato sui cereali che immersi nel latte diventavano una pappetta informe.
«Avanti, dimmi qualcosa, ti sembra simipatico?» Emma voleva sapere davvero cosa ne pensasse.
Henry parve rifletterci. A lui non piaceva e il motivo era palese: stava troppo appiccicato alla sua mamma.
«Ti sta troppo vicino» Henry si rabbuiò ed aggiunse «e anche Bae...prima mi stava più simpatico». Ad Emma si strinse il cuore. Non aveva in mente questo quando aveva iniziato quella folle iniziativa, ma non era ancora troppo tardi per aggiustare le cose.
«Ma cosa dici ragazzino» se lo portò al petto e lo strinse forte forte per fargli capire che non doveva temere nulla.
«Lui ti piace?»
Sempre diretto il suo ometto, già se lo vedeva tra qualche anno, le avrebbe dato un bel da fare...già, tra qualche anno, più pensava al divenire e più un gran mal di testa giungeva prepotente.
Ma non poteva lasciare le cose a metà.
Ma non poteva nemmeno far soffrire suo figlio.
«Non lo so se mi piace...però sembra carino, che dici?» le piaceva confidarsi con suo figlio, ok che aveva cinque anni ma dava una pista a molti suoi coetanei...e non lo diceva solo perchè era suo figlio e lo aveva cresciuto lei eh.
«Secondo me è uno che va dietro le femmine»
«Henry!!!» gli occhi per poco non le uscivano dalle orbite.
«E' vero è come Jeff se non peggio» la naturalezza con cui parlava il bambino era pari ad una frivola ed innocente  conversazione sulla pizza.
Emma si massaggiò le tempie. «D'accordo Henry hai ragione ma non devi assolutamente parlarne davanti a lui, non è carino»
«E' lui che è strano, come fanno a piacergli le femmine?» Henry e la sua ingenuità fecero sorridere Emma.
«Mi pare che anche la figlia di Jeff sia una femmina, Grace, no? E tu ci vai molto d'accordo»
«Ma che c'entra Grace...a Grace piacciono i giochi che piace fare ai maschi» come poteva non capirlo sua madre?
«Ahhh, certo, scusami non avevo capito»
«Non fa niente ti perdono» e finalmente gli concesse quel bellissimo sorriso che ogni tanto faticava ad uscire fuori.
Emma iniziò a baciargli la faccia ed Henry iniziò a divincolarsi per poi scappare facendosi rincorrere per tutta casa. 


 

«Ok mamma,» Killian sentì Bae parlare al telefono in modo sempre più mogio « no non fa niente ci andiamo la prossima volta...si anche io, ti passo papà» e gli porse il cellulare senza alzare lo sguardo.
Killian lo prese e aspettò di sentire cosa era successo questa volta «Cosa gli hai detto?»
«Killian non possiamo tornare prima, qui c'è troppo da fare e Gold ha bisogno di me. Inizierà il centro estivo se vuoi far fare qualcosa a Bae durante la giornata. Ora devo andare che altrimenti arrivo tardi alla riunione» e senza nemmeno salutarlo riattaccò.
«Certo Milah, è sempre un piacere parlare con te».
Raggiunse Bae nella stanza che condividevano quando stavano insieme e si sedette accanto a lui «Tua madre mi ha detto che rimarrai ancora un po' qui con me, sei triste per questo?» gli voleva un bene dell'anima e pensare che fosse quella permanenza forzata con lui a renderlo triste gli rendeva difficile respirare.
«Ma no papà, mi piace stare con te.» giocò con i fili di quel copriletto fin troppo usurato, suo padre doveva assolutamente cambiare le lenzuola «mi aveva promesso che saremmo andati a Disneyland o un altro parco giochi ma ha detto che ci andremo un'altra volta perché deve lavorare»
Era in quei momenti che Killian rimpiangeva la ricchezza della sua ex e di suo marito, con quei quattro soldi  che guadagnava doveva pagare l'affitto e mangiarci e solo in rare occasioni poteva regalargli qualcosa, figuriamoci un parco divertimenti per qualche giorno. Avrebbe fatto di tutto per lui ma non poteva sperperare così quello che guadagnava. Viceversa, sapere che che Milah trascurava loro figlio per il lavoro e lo viziava per per farlo stare buono lo riportava con i piedi per terra e l'invidia spariva all'istante. Fortuna che Bae non era tanto ingenuo da farsi comprare anche se qualche atteggiamento da bambino viziato lo aveva riscontrato..
«Mi dispiace Bae, sicuramente ti ci porteranno. Io non posso...scusa» fu il suo turno di abbassare gli occhi e giocare con quel lenzuolo che si accorgeva solo in quel momento di dover buttare. E poi sentì due braccini avvolgerlo stretto stretto.
«Non preoccuparti papà,lo so , quando sarò grande ti ci porterò io e ci porteremo anche Emma ed Henry»
«Davvero?»
«Certo Henry è uno forte ed Emma è come una seconda mamma...» poi come accortosi di ciò che aveva appena detto disse piano « ma tu non dirlo alla mamma!».
Ora c'era da preoccuparsi se suo figlio parlava così, non voleva complicare la vita di quel bambino che faceva avanti e indietro come una palla da casa sua a quella della madre. Doveva capire cosa fare da solo perché quando c'era Emma nelle vicinanze il suo cervello andava in tilt.


 

Due giorni dopo Killian Jones si diresse a casa di Emma Swan per dirle che non poteva continuare quella...quella cosa.
Bussando alla porta e con le mani sudate sperò in cuor suo che nessuno venisse ad aprirgli. Illusione dissolta quando se la trovò davanti con aria stupita, con  indosso una maglietta bianca e pantaloncini jeans e capelli tirati su alla meglio peggio. Probabilmente era indaffarata nel fare gli scatoloni per il trasloco imminente.
Cosa era andato a fare lì?
«Jones, cosa ci fai qui?»
«Henry è in casa?» primo passo, accertarsi che fosse da sola per non traumatizzare anche un altro figlio.
«No è da un'amichetta, entra» forse Emma aveva capito dove voleva andare a parare ma il diniego alla proposta la fece insospettire.
«No grazie» Emma parve sorpresa,  incrociò le braccia e si appoggiò alla porta.
«Cosa c'è?»
«Dobbiamo...» la maglietta bianca faceva intravedere le forme al di sotto e immagini di una vasca da bagno lo distrassero.
«Dobbiamo cosa?» aveva capito che c'era qualcosa che non andava, ma gli occhi di lui che non smettevano di fissarla facevano capire che ciò che stava per dirle non era coerente con quello che voleva davvero.
«Dobbiamo smetterla, i bambini...no Emma sono serio» la bionda si avvicinò iniziando a sbottonargli la camicia, non avrebbe resistito, entrambi lo sapevano.
«Smettere di fare cosa?» piano piano lo portò all'interno.
«Di frequentarci...» sempre più preso dalle labbra di lei che si avvicinavano e allontanavano come la peggiore delle torture.
«Ma noi no ci stiamo frequentando...siamo solo i genitori di due bambini che che sono amici...no!?» glielo aveva sussurrato all'orecchio e i brividi che lo percorsero lo mandarono fuori di testa.
«O al diavolo» mormorò più a se stesso che ad Emma, la sollevò tenendola per i glutei e lei di rimando per tenersi più salda avvolse le sue gambe al bacino di lui che in preda alla lussuria più totale non era più padrone di se stesso. Scatoloni e tutto quello che li circondava persero di spessore e forma, non importava nulla se non il corpo dell'altro.
Si spinsero verso una delle porte nel corridoio quando Emma si distaccò da quelle labbra che non volevano essere fermate e tra un ansito e il rimettere in ordine i pensieri lo fece fermare «No...questa è la stanza di Henry» e gli sfuggì una risata imbarazzata, gli fece cenno con la testa verso l'ultima stanza per riprendere da dove avevano interrotto. Le mani di lei che insinuandosi tra i capelli mori di lui cercavano di spingerlo il più vicino possibile.
Caduti in modo poco aggraziato sul letto ripresero ad esplorarsi, rendendo sbiaditi i ricordi della scappatella avuta giorni prima e godendo di quei corpi di nuovo uniti.
Esausti si ritrovarono supini a guardare il soffitto ognuno perso nei propri pensieri.
Lui si dava dell'idiota per essere così debole.
Lei cominciava a pensare che lui avesse ragione a voler smettere, ma non lo avrebbe ammesso finché non avesse sbattuto contro quel muro che sapeva essere lì ad attenderla.
Si mise a pancia in giù per osservarlo, ed ebbe in risposta un sorriso sornione.
«Bae è tornato da sua...madre?»
Il sorriso di Killian svanì «No rimarrà da me ancora per un po'» prese una ciocca dei biondi capelli di Emma e iniziò a giocarci distrattamente «non so quanto in realtà. Perchè?»
«Volev..» il campanello la fece saltare letteralmente sul letto, «Porca...rivestiti! Sbrigati!» si alzò come una molla alla ricerca dei vestiti finiti in qualche parte imprecisata della stanza.
«Questo posto è più incasinato di casa mia...» osservò Killian mentre per la prima volta si prendeva un attimo per osservare la camera della bionda e costatando che era in un disordine che non si era immaginato di trovare a casa di lei.
«Non è il momento di giudicare Jones, datti una mossa!» gli lanciò la maglietta mentre con gesti frenetici si rimetteva la sua e infilava mentre camminava i pantaloncini «Ti voglio fuori di qui tra cinque secondi!»
Abbottonò i calzoncini e dopo il secondo trillo aprì la porta.
«Ciao mamma» Henry le diede un abbraccio e salutando con pugno Jeff corse in cucina a cercare qualcosa da mettere sotto i denti.
«Ciao amore! Ciao Jeff, si è comportato bene?»
«Si..ma tu tesoro hai dei capelli da post sesso!» bisbigliò con fare malizioso.
Emma cercò  di aggiustarsi i capelli indomabili con gesti frenetici per nascondere la verità non prima però di aver assestato un pugno sul braccio dell'amico.
«Chi è il fortunato?» scherzò lui.
E come se avesse sentito di essere stato chiamato Killian sbucò nel corridoio abbottonandosi gli ultimi bottoni della camicia.
«Questo è Killian , Killian questo è Jefferson»
«Piacere» Killian gli strinse la mano mentre l'altro lo fissava in modo strano.
Un'insolita atmosfera iniziò ad aleggiare tra  i tre, Jeff continuava ad osservare il moro mentre cercava di capire cosa c'era di sbagliato in quella situazione.
«Swan...ma non...Neal?» parole senza un filo logico apparente fuoriuscirono dalla bocca di quello strano tipo che stava continuando a fissarlo come se avesse appena visto un fantasma.
Ad  Emma stava per prendere un infarto, quello non era il momento giusto. Assolutamente no.
«Ok, grazie mille Jeff per aver riportato Henry ci sentiamo, ciao.» e molto poco educatamente gli chiuse la porta in faccia chiudendo almeno per quel momento i problemi più grandi fuori da casa sua.
«Devo chiedere?» Domandò Killian
«No» lo stava fissando anche lei ora e si domandava come lui ancora non ci fosse arrivato mentre Jeff che lo aveva visto cinque secondi aveva già completato il puzzle. Gli uomini erano davvero tardi quando volevano. «Perchè non vai a fare merenda con Henry mentre io vado un attimo al bagno, sempre se non devi andare»
«Posso  fermarmi ancora un altro po' se non disturbo»
«Bene» e filò dritta in bagno.
Killian raggiunse il bambino che stava ancora decidendo cosa prendere.
«Scelta difficile?»
«Mmm» mormorò il piccolo.
«Che opzioni abbiamo?»
Sebbene fosse diffidente nei confronti di quel tipo decise che forse poteva fare il bravo...almeno per quella volta, solo per far piacere alla sua mamma.
«Yogurt alla frutta, latte e cereali , merendine varie e succo di frutta» espose tutte le alternative cercando con lo sguardo se altre cose gli erano sfuggite.
«Immagino che birre o alcolici non siano opzioni valide vero?»
«Vero» concordò Henry «ok, yogurt, così li finiamo e mamma mi compra i biscotti al cioccolato» afferrò i tre vasetti rimasti e gli fece scegliere il gusto « Non prendere la fragola perchè mio»
«Ma pera e ciliegia non mi piacciono!» si sentì un moccioso ma era vero! A chi piacevano quei gusti terribili?!
«E invece te lo mangi perchè non piacciono nemmeno a me!»
E detto ciò si ritrovarono seduti con un Killian Jones alle prese con uno yogurt disgustoso.
«Cero che sei terribile»
«Tu lo sei di più! E guarda che ti tengo d'occhio» Henry voleva intimidirlo ma con quei baffi bianchi non fece altro che far sorridere l'altro.
«Quindi...»voleva davvero fare conversazione con un bambino che non fosse suo figlio? A quanto pare si « E' un amico di Emma quel tipo, Jefferson?»
Henry annuì con la testa «Si ed è il papà della mia amica Grace»
Killian sogghignò «E questa Grace  è carina?»
«No è la mia amica» puntualizzò lui con fare serio.
«Oh capisco» con Bae non parlava mai di queste cose, beh non poteva certo dire che si vedessero spesso ma doveva rimediare.
Gli parve di stare antipatico a quel bambino...ma non poteva essere, lui piaceva a tutti...giusto?
«Henry ti sto antipatico per caso?»
«Si»
Ok quel ragazzino aveva preso il temperamento della madre e anche la sfacciataggine ma un po' ci si rivedeva, neanche lui aveva peli sulla lingua.
«Ah» ed entrambi si concentrarono sul loro yogurt facendo cessare la conversazione. Poi la vide arrivare «Ehi a tuo figlio sto antipatico» la vide riattaccare il telefono per poi guardarsi intorno.
«Beh mi dispiace, ma devo chiederti di tenermi Henry per il resto del pomeriggio perchè....perchè ho un impegno urgente. E' un problema?»
«Posso anche rimanere anche a casa da solo» sentenziò Henry.
Emma sorrise sarcastica «Non ci pensare nemmeno» e lo scambio di linguacce tra madre e figlio fu inevitabile.
«Ok ma lo porto da me perchè viene la fidanzata di David e deve organizzare la serata e non posso lasciargli Bae.»
«D'accordo, non dovrei fare tardi» prese un paio di Jeans e si precipitò in camera.
«Se vuoi ti insegno a suonare la chitarra» propose Killian per ingraziarsi il bambino per qualche motivo che gli sfuggiva in quel momento.
«Sarebbe forte» e per la prima volta da quando lo si erano incontrati il bambino gli rivolse un sorriso vero, e Killian non poté che sorridere di rimando a quella luce emanata da quel volto troppo familiare.



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Ciao a tutti!!!
Altro capitolo tranquillo...più o meno, che dite? Se vi aspettate l'azione in questa storia vi dico fin da subito che non so se e quando arriverà xD 
Intanto ringrazio subito chi continua a lasciarmi un commento perchè sono sempre felice di leggere le vostre parole! Anche a voi lettori silenziosi va un grazie perchè so che ci siete...e se mi lasciaste qualche parolina sarei super contenta! Anche solo sapere se vi fa schifo o meno quello che scrivo mi farebbe piacere ahahah
In ogni caso, mi piace troppo scrivere di Killian alle prese con i bambini, non so se si nota ahahah E questa Emma spregiudicata che non guarda in faccia nessuno non so se vi piace ma a me non dispiace xD unisce l'utile al dilettevole, beata a lei.
Nel prossimo capitolo cercherò di non farlo essere un Emma&Killian centric....non faccio promesse ahahha immagino che vorrete leggere anche la storia degli altri personaggi, ma tanto la storia è in continua evoluzione quindi non so neanche io cosa ci aspetta.
Ah grazie anche per i complimenti ai disegni dello scorso capitolo! Se avrò l'ispirazione giusta cercherò di postare qualche altro disegno :) 
Come al solito volevo dirvi diverse cose e invece mi ritrovo a scrivere il 5% di quello che avevo pensato ahahah va be la prossima volta me lo appunto da qualche parte ;)
Alla prossima se ancora vorrete!
Gio

  
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