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Autore: Annuccia28    12/08/2016    0 recensioni
Una one-shot sulla coppia Severus/Lily, spuntata fuori per caso tra le note di "You raise me up" di Josh Groban. Ambientata nel sesto anno dei due ragazzi. Lily non ne vuole più sapere del suo ex migliore amico, ma lui è determinato a tentare un disperato riavvicinamento. Una storia leggera, delicata, senza pretese, ma che ho cercato di curare al meglio.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Ciao amiciiiii! Vi ringrazio per avere aperto la mia storia. Non so cosa sia uscito fuori, ma sentivo di doverla scrivere. Spero che vi piaccia. In realtà non so se ci sia ancora gente che legge le Severus/Lily. Spero vivamente di sì, è una coppia che adoro. Vi sarei immensamente grata nel caso in cui lasciaste qualche recensione. Sarebbe molto importante per me. Mamma mia basta fare la seria, che mortorio. E quindi niente, la smetto di rompere e vi lascio alla storia. Spero che vi possa regalare un'emozione. Ciau Ciau ^-^


"You raise me up so I can stand on mountains, you raise me up to walk on stormy seas. I am strong when I am on your shoulders..."

Severus Piton osservava i riflessi dorati sull'acqua cristallina del Lago Nero, seduto ai piedi di una betulla. Era una splendida giornata di primavera e il sole si affacciava da un cielo limpido sul prato di Hogwarts inondandolo di luce. Ma a Severus Piton la cosa non interessava minimamente. Il suo sguardo era bloccato lì, perso tra le increspature del lago, ma la sua mente era altrove. Il biglietto era stato recapitato, se ne era assicurato. Aveva raccolto tutta la sua determinazione, aveva preso un pezzetto di pergamena e una piuma d'oca e aveva scribacchiato il suo messaggio: "Lily, non posso andare avanti così. Ti aspetto vicino al lago, sotto la betulla, alle cinque. Ti prego, vieni." Non c'era stato neanche bisogno di firmarsi. A ripensarci quasi si vergognava delle parole che aveva scritto. Traboccavano di pena, suonavano imploranti e disperate. Ma d'altra parte lui era disperato, per quanto gli pesasse ammetterlo. Suo malgrado la sua mente non potè fare a meno di volare alla fine dell'anno scolastico precedente. Ricordò la cattiveria negli occhi di James Potter e della sua combriccola con lo sguardo ancora fisso sul lago. Ricordò le risate canzonatorie che lo circondavano, gli occhi neri sempre impassibili. Ricordò l'umiliazione cocente e poi l'ira che gli ribolliva dentro, senza battere ciglio. Ricordò che si erano presi tutti gioco di lui quel giorno. Tutti tranne lei. Una stretta al cuore mise a dura prova la statuarietà del suo sguardo ancora puntato sui bagliori argentei del lago. Lei. Così dolce, così forte, così bella. Lei che lo aveva difeso sempre. Lei che gli era stata sempre a fianco, quando tutti lo evitavano, tutti lo detestavano. Lei, solo lei, l'unica in grado di capirlo. Lei che lo faceva sentire diverso, unico, speciale. Una lacrima spingeva con insistenza dall'angolo del suo occhio e dovette fare appello a tutte le sue forze per ricacciarla in dentro senza neanche abbassare le palpebre violacee per il poco sonno. Da allora non dormiva più molto. Da quasi un anno. Da quando aveva rovinato tutto. Nelle sue orecchie rimbombò la sua stessa voce, collerica, mostruosa. 
"Schifosa mezzosangue". Una morsa si serrò attorno al suo stomaco. Chiuse gli occhi di scatto e voltò violentemente la testa, il volto contratto in una maschera di dolore e rimorso, incapace di resistere a quel terribile spettro che da mesi lo ossessionava. Con due funeste parole aveva distrutto ciò che aveva di più prezioso. Aveva mandato per aria la sua amicizia con Lily. Ma cosa gli era saltato in mente? Come aveva potuto ferirla così? Perché era stato così stupido? Il grande orologio di Hogwarts rintoccò. Cinque cupi rintocchi. Era l'ora dell'incontro, ma di Lily neanche l'ombra. Non che si aspettava che venisse. Aveva provato più volte a parlarle e a scusarsi, ma era stato tutto vano. Eppure quella volta era diversa. Lui si sentiva diverso. Aveva messo da parte tutto il suo orgoglio. Si sentiva cambiato dall'anno precedente. Doveva dirle molto più che un banale "mi dispiace". Si guardava freneticamente intorno, alla ricerca di un segno del suo arrivo. Si torceva le mani tremanti e sudate, tesissimo. I minuti passavano. Attese nel silenzio del parco. La leggera brezza primaverile accarezzava le foglie della betulla e gli passava sui lunghi capelli neri. Gli occhi di Severus ormai guizzavano disperatamente in ogni direzione, ingenuamente speranzosi. E poi, finalmente, la vide. Vide i suoi sinuosi capelli rossi che ondeggiavano dolcemente, seguendo il suo passo deciso. Con una mano reggeva un libro verde smeraldo. "come i suoi occhi" pensò Severus. Con la mano libera si riavviava spesso una ciocca ribelle dietro l'orecchio. Teneva lo sguardo alto, dritto, fiero. L'espressione sul suo volto era corrucciata, le sopracciglia inarcate, gli angoli della bocca verso il basso. Severus la guardò avvicinarsi, timoroso. Il cipiglio della ragazza non prometteva obiettivamente nulla di buono, ma lui era già felice che lei fosse lì. Si alzò goffamente appoggiandosi al tronco liscio dell'albero e, come fu in piedi, si passò le mani sui pantaloni, per asciugarle. Lily era ormai a pochi passi. "C-ciao" le disse, abbozzando un timido sorriso e guardandosi subito le scarpe, incapace di reggere lo sguardo della ragazza. Lei lo fissò un po' perplessa, senza rispondere al saluto. Poi parlò con voce terribilmente fredda "Sappi che non ho nessuna intenzione di perdonarti. Sono qui solo perché il tuo messaggio mi è sembrato strano. Ma voglio mettere le cose in chiaro..."
"Lily, per favore" la interruppe Severus "Non pretendo che tu mi perdoni, so che non me lo merito, ma ti prego di ascoltarmi almeno." La sua voce era dolce e rassegnata. Lily parve molto stupita sia dalle sue parole che dal suo tono. Non lo aveva mai visto così. La sua espressione si distese. 
"Ti va di sederti?" aggiunse Severus, indicando lo spiazzo sotto la betulla. Senza dire una parola, con la bocca ancora socchiusa per lo stupore, Lily si sedette. Il ragazzo prese posto accanto a lei. Sospirò profondamente. Il cuore gli batteva furiosamente contro le costole. Cominciò a parlare "Lily io non saprei da dove cominciare. Ho così tante cose da dirti. Mi sento esplodere, non faccio che pensare a te, a quello che ti ho fatto. Non riesco a credere di essere stato così stupido. Non so cosa mi sia successo, non riesco a spiegarmelo. Ero fuori di me. Potrei dirti un milione di volte che mi dispiace, potrei implorarti un milione di volte di perdonarmi, ma so che non servirebbe. Ho pensato tanto a quello che è successo, a quello che ho perso, ma soprattutto ho capito quanto fosse sbagliato il mio comportamento. Ho capito che mi stavo trasformando in un mostro. Troppo orgoglioso, troppo invidioso, troppo cattivo. Sono stato una persona orribile. E ho pensato che nonostante tutto tu mi sei stata vicina. Sempre. E hai cercato di rendermi migliore. Ti chiedo scusa se non ti ho dato ascolto prima. Sono stato un cretino. Volevo solo dirti che adesso ho capito tutto. Adesso voglio cambiare, anzi mi sento già cambiato. Probabilmente non mi crederai. Comunque volevo solo ringraziarti. Grazie, perché mi basta anche solo il pensiero di te per tirare fuori il meglio di me, quello che tu meritavi. Mi basta ricordarmi che esisti e che sei una persona così meravigliosa per sentirmi invincibile. Non ho bisogno delle Arti Oscure, no. E mi dispiace solo aver rovinato tutto, perché mi manchi terribilmente, perché non posso vivere come vorrei senza di te, perché sei sempre stata e resterai parte della mia anima, la parte migliore di me. Ma è solo colpa mia se ti ho persa." Lily aveva ascoltato senza proferire parola, guardandolo a bocca aperta. E mano mano che parlava la sua espressione si era addolcita e ora sembrava sull'orlo delle lacrime. Severus invece fino a quel momento aveva guardato verso terra. C'era un'ultima cosa che le doveva dire. E aveva bisogno di guardarla negli occhi. Alzò lo sguardo e catturò il suo. Si perse in quel mare verde smeraldo, ci si specchiò e si riscoprì straordinariamente fragile e sentì le fondamenta del suo essere vibrare e scuotersi e non potè fare a meno di mormorare: "Ti ho sempre amato, Lily. E ti amerò sempre. Ci tenevo a fartelo sapere." 
Silenzio. Lily era come pietrificata. Severus si sentiva finalmente leggero, ma era una leggerezza densa di malinconia. Sapeva di non essere ricambiato. E sapeva di averla già persa da tempo. Sospirò ancora, abbassò gli occhi e si guardò le mani. Tremavano ancora. E poi come in un sogno vide un'altra mano, morbida e candida, posarsi sulle sue, con dolcezza infinita. Sussultò e alzò la testa, ma non ebbe neanche il tempo di realizzare ciò che era successo, che Lily si slanciò verso di lui e lo baciò sulle labbra, teneramente. Quando si staccarono, Severus aveva un'espressione sconvolta, con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata. Lily rise di gusto, una risata cristallina che riempì l'aria. Fu il suono più bello che Severus avesse mai sentito. Non poteva credere a quello che era successo. Dopo essersi in parte ripreso, sorrise anche lui, guardandola con occhi pieni d'amore. "Oh, Sev" sussurrò Lily abbracciando il ragazzo "ti amo anch'io". Un tuffo al cuore fece sussultare Severus. Dentro di lui esplodeva una gioia incontenibile. Non lo aveva mai sfiorato il pensiero di poter essere così felice. Strinse forte a sè Lily, determinato a non perderla mai più, per niente al mondo. Le accarezzò una guancia e la baciò in fronte. "Grazie. Mi risollevi sempre" fu tutto quello che riuscì a mormorare. Poi Lily lo baciò di nuovo. E ancora, ancora, ancora. Avrebbe voluto che quel momento durasse per sempre. Avrebbe voluto vivere quella sensazione indescrivibile per sempre. Gli ultimi bagliori del giorno si stiracchiavano sul Lago Nero. Era una splendida giornata di primavera e il sole si abbassava dietro le torri di Hogwarts, insanguinando l'orizzonte. Ma a Severus Piton la cosa non interessava minimamente. 

"You raise me up to more than I can be."
  
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