Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: YukiWhite97    12/08/2016    2 recensioni
Storia ambientata sei anni dopo la fine del film.
Elsa è ormai regina e governa sul regno di Arendelle con saggezza, nonostante la giovane età. La ragazza però si porta dietro un segreto che l'ha profondamente segnata, di cui solo Anna e Kristoff sono a conoscenza. Questo segreto le viene ricordato ogni qualvolta che guarda negli occhi il figlio Helge, principe illegittimo avuto da un uomo sconosciuto.Il suo cuore verrà messo nuovamente alla prova quando farà la conoscenza di Jack Frost, spirito dell'inverno e dotato come lei di poteri sensazionali.
Cosa si nasconde dietro l'apparente perfezione della regina dai poteri di ghiaccio?
E la sua famiglia riuscirà a rimanere unita dinnanzi a tutte le minacce che incomberanno su essa?
.
Jelsa - Kristanna - Accenni Helsa
ATTENZIONE: Alcuni capitoli potrebbero salire al rating giallo
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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7 - Bacio mancato?

Un'altra notte insonne,  tanti altri pensieri. Anna aveva bisogno di parlare con Jack. 
Era mattina presto quando la principessa si destò, dirigendosi verso i propri giardini. Non aveva idea del perché, ma era certo che lo avrebbe trovato lì. 
Così raggiunse il luogo desiderato. La neve brillava illuminata dai tiepidi raggi del sole. Anna però non rimase sola per molto. Ad un certo punto avvertì infatti una presenza alle sua spalle. Si voltò molto lentamente fino a scorgere la figura di Jack sospesa a mezz'aria.
"Sapevo che ti avrei trovato qui"- disse lei.
"E io impaginavo che tu mi stessi aspettando. Hai l'espressione di una persona che ha tanto da chiedere"
"Infatti è così - dichiarò - Jack. Io, tu ed Elsa ci siamo già incontrati, vero?"- domandò a bruciapelo.
Il guardino parve sorpreso, ma al contempo felice di quella sua deduzione.
"Cosa te lo fa credere?"
"E' da quando ti ho incontrato che non faccio altro che sognare cose strani. Anzi, più che sogni direi che sono ricordi, ricordi che fin ora non sapevo di possedere. Ma se quello che dico fosse vero, sarebbe anche vero che non sei un umano, dico bene?"
Jack sospirò.
"Ebbene sì. Non sono un essere umano, sono uno spirito. Per questo motivo in tutto questo tempo non sono cresciuto o cambiato. Mi sorprende il fatto  che tu sia riuscita a ricordare"
"In realtà non è ancora tutto molto chiaro. Io non capisco, Elsa si comporta come se non ti conoscesse"
"E' perché non ricorda di avermi conosciuto"
"Ma perché no?"
"Molto spesso le persone, quando crescono, tendono a dimenticare di essere stati bambini e della magia vissuta a quei tempi. Questo non vale per te, Anna. Tu sei stata in grado di ascoltare la bambina che era in te"
"Wow - sorrise - ma se è così perché non glielo dici e basta?"
In quel momento l'espressione di Jack divenne improvvisamente più triste.
"Non posso. E' stata lei a volersi dimenticare di me"
"Cosa? Spiegami il motivo.!"
"Ascolta... non è necessario che tu sappia"
"Insomma, ma perché tutti questi segreti?  Sono stanca di essere tenuta all'oscuro di tutto!"- esclamò andandogli addosso.
In quello stesso istante, Kristoff si era appena affacciato dal balcone, ancora piuttosto assonato. Ciò che gli saltò immediatamente all'occhio, fu la figura della moglie che era praticamente avvinghiata a Jack. Già una prima volta non aveva resistito ad un attacco di gelosia e dubitava che adesso le cose sarebbero state diverse.
Strinse i denti, decidendo di raggiungerli.
"Avanti Jack, smettila di fare il misterioso!" - esclamò la principessa.
"Non voglio fare il misterioso, ma non credo che Elsa vorrebbe che te lo dicessi"
"E allora? Tanto non può ricordarsi nulla!"
"Scusate, vi  disturbo forse?"
I due si voltarono dopo aver udito quella voce, vedendo l'espressione poco piacevole di Kristoff.
"Buongiorno Kristoff!" - lo salutò Anna.
"Buongiorno - salutò rivolgendosi poi all'albino - ma il tuo amico ha per caso dormito in giardino per essere qui così presto?"
"Oh, Kristoff, sei davvero uno spasso - fece la moglie, ridendo imbarazzata - in realtà io e Jack stavamo parlando di una questione, ma suppongo che potremmo anche continuare un'altra volta. Coraggio, andiamo a fare colazione"
"Vai, vai, ti raggiungo dopo"- disse serio.
Ad Anna non piaceva l'idea di lasciare queidue da soli, ma alla fine si vide costretta  a farlo, dopotutto che male avrebbe potuto fargli Kristoff, era già morto! 
Quando la principessa se ne andò, Kristoff, a braccia conserte, si avvicinò al guardiano.
"Che intenzioni hai?"- domandò.
"Io? Nessuna, credo"- rispose confuso.
"Ho capito che c'è intesa tra te ed Anna. Ma lei è sposata con me"
"D'accordo, ma stai fraintendendo. Io non ho strane intenzioni con Anna"
"Allora perchè sei sempre tra i piedi?"- domandò poco gentilmente.
Jack abbassò lo sguardo, piuttosto infastidito.
"Perché... non ti riguarda"
"Mi riguarda eccome invece"
"Senti, lasciami in pace"- sbottò improvvisamente.
"D'accordo, sei fortunato perché non sono un tipo troppo aggressivo - dichiarò puntandogli il dito contro - ma se ti vedo di nuovo avvinghiato a lei, non sarò molto gentile"
Il guardiano sospirò. Meglio sparire prima di causare altri guai.

Helge aveva passato una nottataccia. Come avrebbe potuto riprendere a dormire dopo ciò che avve scoperto? Si sentiva tradito. Non poteva però tenersi tutto dentro. Aspettò quindi pazientemente che la cugina si svegliasse e venisse  a trovarlo in camera come faceva ogni mattina.
Ciò accadde dopo poco. Aurora era allegra e briosa.
"Buongiorno Helge! - salutò - dormito bene?"
Il principe però non rispose, limitandosi a scuotere leggermente il capo che teneva chino.
"Helge - lo chiamò ancora Aurora - che cosa hai?"
"Sono triste... e arrabbiato"
"E perché?"
"Ho scoperto che la mia mamma mi ha tenuta una cosa importante nascosta per tutto questo tempo - dsse mostrando uno sgaurdo che di certo non apparteneva ad un bambino della sua età  - su mio padre"
"Aspetta, tu hai un padre?"
"Che sciocca, tutti ce l'abbiamo! E gli ho anche parlato! Se solo avessi saputo che era lui. Ma perché mia mamma non ha voluto dirmi niente?" - domandò poggiando le mani sulle ginocchia. Aurora non seppe cosa rispondere, ma poteva in parte immaginare perché il cugino si stesse ponendo quel tipo di problema. Gli andò vicino.
"E che cosa vuoi fare?"
"Io non lo so! - esclamò nervoso - cosa posso fare io? Sono solo un bambino! E sono stanco che tutti continuino a credere che io sia stupido!"
Dopodiché si alzò, prendendo a correre.
"Hege aspetta!" - esclamò Aurora provando ad andargli dietro, ma invano.
Decisamente più veloce, il principe l'aveva lasciata indietro, giungendo all'esterno, nei giardini. Se fosse stato più grande avrebbe capito che ciò che stava provando era una sorta di cristi esistenziale. Chi era lui veramente?
Questa domanda troppo difficile continuava a ronzargli per la testa. Era talmente assorto nei suoi pensieri che non si accorse neanche di inciampare su una roccia coperta dalla neve. Cadendo si graffiò le ginocchia, che ora avevano preso a bruciargli. Si mise seduto, massaggiandosi il punto dolorante con le dita.
"Ahi - si lamentò con le lacrime agli occhi - accidenti"
In quel momento, proprio accanto al ragazino, passò Jack, il quale era stato gentilmente invitato ad andarsene da Kristoff. Nel vederlo in difficoltà, il guardiano gli era andato immediatamente vicino.
"Helge? - domandò - tutto bene?"
Il principe si asciugò immediatamente una lacrima, mettendosi a braccia conserte.
"Tutto bene! - esclamò - non ho bisogno del tuo aiuto!"
"Ma sei ferito" - disse provando ad allungare una mano.
"Lasciami stare - fece ritraendosi immediatamente - non voglio parlare con te"
"Perché no?"
"Perché siete tutti dei bugiardi, ecco perché. Pensate che sia stupido"
"Nessuno qui pensa che tu sia stupido"
"Ed invece sì! - borbottò alandosi in piedi - ma si sbagliano tutti quanti. Io ho anche capito le tue intenzioni. Sei innamorato della mia mamma, dì la verità!"
Le guance di Jack a quel punto si colorarono di rosso. Come faceva un bambino così piccolo ad elaborare certi pensieri?
"Ti sbagli" - rispose vago.
"Visto, continui a prendermi per stupido! Se non ne fossi innamorato non verresti sempre qui. Io però non voglio che stiate insieme"
"Noi non stiamo insieme" - disse con una punta di severità.
"Lo spero! Perché non fai parte di questa famiglia!"
Jack non si arrabbiò più di tanto, poteva capire le reazioni di Helge. Era cresciuto senza un padre, era ovvio che fosse geloso, anche senza accorgersene, della madre. Però su una cosa ci aveva preso: i suoi sentimenti. Che si stesse davvero innamorando?
Jack non seppe darsi una risposta né quella volta né i giorni successivi. Non andò a trovare Elsa, dopo la loro disuccionse. D'altro canto, la regina lo aspettava ogni volta. Sapeva di aver detto qualcosa di sbagliato, ma magari il guardiano non era poi troppo arrabbiato.
Alla fine però dovette arrendersi all'evidenza. Non sarebbe venuto e ben le stava!
Una sera era affacciata alla finestra. Nevicava lentamente, con calma. Lei sospirò.
Chi glielo faceva fare? Stava seriamente aspettando il suo ritorno solo per chiedergli scusa. Aspettò per due ore circa, ma alla fine, vinta dal sonno, chiuse il tutto, preparandosi per andare a dotmite. Poco dopo, un rumore la face sussultare. Voltandosi, si accorse che il guardiano stava battendo il proprio bastone contro il vetro della finestra.
"Jack! - esclamò aprendo la finestra - sei qui!"
"A quanto pare sì - rispose - mi stavi aspettando forse?"
"Io... emh... no... assolutamente no..." - rispose distogliendo lo sguardo.
"Certo, come no. Ti ho vista malinconica alla finestra"
"Beh, e allora? Non ti sei fatto vivo per giorni, temevo ti fosse successo qualcosa!"
"Che onore, la regina  che si preoccupa per me!" - disse con una leggera punta di ironia.
Elsa arrossì.
"Io... volevo chiederti scusa per l'altra volta"
Il guardiano a quel punto sorrise.
"Sai perché mi sono arrabbiato? Perché quello che hai detto non era vero. Io avevo una famiglia. Avevo anche una sorella. Salvando lei dalla morte, sono di conseguenza divenuto un guardiano. Purtroppo... lei è morta comunque... molto tempo fa..."
"Mi...  mi dispiace... - sussurrò - Come si chiamava?"
"Emma - rispose - Non devi dispiacertene. E' il destino dei mortali, morire quando giunge il momento."
"E che anche io ho una sorella. Penso che se dovesse succederle qualcosa morirei"
"Sì, me ne sono accorto la prima volta in cui hai per sbaglio colpito Anna con i tuoi poteri"
Elsa si sollevò, spalancando gli occhi.
"Come fai a saperlo?"
Jack si diede mentalmente dello stupido per essersi fatto scappare quell'informazione di troppo.
"Come faccio a sapere cosa?"
"Mi stai prendendo in giro? - domandò  - come fai a sapere di quell'incidente?"
"Io... credo che sia troppo presto per dirtelo.."
"Per dirmi cosa? Cosa sono tutti questi segreti all'improvviso?"
Lui si avvicinò al suo viso. Adesso che la guardava si rendeva conto che al suo posto non c'era più la bambina di tanti anni fa. C'era una donna, fatta di carne e sangue.
"Saprai quando vorrai sapere"- sussurrò - non sta a me decidere"
Elsa non capì cosa volesse dire, ma rimase comunque inebriata dal suo tono di voce. Istintivamente lui le accarezzò una guancia, bollente, dopodiché  si soffermò sulle labbra.  Non sapeva neanche lui perché stesse agendo in quel modo, ma era come se per un attimo avesse perso il controllo. Elsa chiuse gli occhi,tremando appena:  era tanto tempo che nessuno la sfiorava così.
"Perché... perché sento tutto questo?"- sussurrò.
"Non lo so... magari, proviamo le stesse cose"
Erano vicini. Si guardavano languidi e sicuramente si sarebbero baciati di lì a poco. Volevano baciarsi, un desiderio che fino a quel momento avevano cautamente tenuto nascosto. Proprio in quell'attimo però  la mente di Elsa prese a riempirsi di orribili pensieri risalenti a quella notte.
 Così si staccò, con violenza. Quel gesto servì a risvegliare i due dal loro apparente stato di trance.
"Beh, se non vuoi dirmelo, d'accordo"- dichiarò ella, fingendo che non fosse successo nulla.
"Non è che non voglio dirtelo - sbuffò -  E poi non sei l'esempio migliore per dirmi una cosa del genere. Anche tu stai mantenendo un segreto importante"
"E' per proteggerlo"
"Magari anche io voglio proteggerti. Dal dolore. Ascolta, fammi un favore. Cerca di parlare con Helge, lui ti vuole bene e ci tiene a te"
"Lo so, anche io gli voglio bene. Hai parlato con lui?"
"Un breve incontro. E credo abbia frainteso. Pensa che ci sia del tenero tra noi. Assurdo vero?"
Elsa arrossì nuovamente, sorridendo nervosamente.
"I bambini... A loro piace viaggiare con la fantasia"
Jack si lasciò andare ad un sorriso dolce amaro. Si aspettava una risposta simile da quella donna che un tempo era stata una bambina e che ingenuamente aveva dichiarato di volerlo sposare, come se fosse un gioco.
Era stato un gioco, dopotutto, ma forse l'aveva preso troppo sul serio. Lei invece pareva essersene dimenticata, come tutto del resto.
Quando il guardiano se ne andò, Elsa rimase ad osservarlo fin quando i suoi occhi glielo permisero. Un sorriso ingiustificato era stampato sulle sue labbra.
Erano passati anni dall'ultima volta che aveva provato un batticuore e un emozione tanto forte. Questo sarebbe bastato a guarire il suo cuore spezzato e fragile?



Nota dell'autrice
Salve a tutti. Ho finalmente deciso di far avvicinare, seppur non molto, Jack ed Elsa. Anche se, insomma, erano sul punto di baciarsi... ma ciò accadrà quando lo riterrò opportuno (sono una persona malvagia).
Sono malvagia anche perchè sono tutti contro Jack: Kristoff lo minaccia perchè ha capito chissà cosa e Helge (che invece ha capito tutto) gli dice graziosamente che non intende averlo tra i piedi. Cose carine insomma.
Dal prossimo capitolo la storia presente si intreccerà con quella passata, inserirà infatti diversi flashback, alternandoli.
Purtroppo starò via qualche giorno per il Ferragosto, quindi ci vediamo al mio rientro. E mi raccomando divertitevi ;)
   
 
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