Cinque passi

 

Un passo avanti.
Due passi indietro.
Deglutisci, prendi un bel respiro, stringi i pugni. Puoi farcela, tu ce la fai sempre.
Cinque passi ti separano da lei; non si muove, non alza gli occhi dal pesante volume che sta consultando da poco più di mezz’ora: lo sai, hai contato i minuti.
Non si muove, probabilmente è così concentrata che non si è neppure accorta di te. Ha gli occhi fissi sul libro e sulle sue pergamene, non dà segno di volersi spostare: non è un Boccino d’Oro, non c’è il rischio che fugga via all’improvviso.
Due passi avanti.
Un passo indietro.
L’hai osservata per parecchio tempo. È carina, sì; ma c’è qualcos’altro, qualcosa che ti attira, diverso da quel viso pensieroso e da quei capelli crespi e disordinati.
La biblioteca ti piace perché è silenziosa e c’è poca gente. Spesso ci vai per sfuggire a tutte quelle ragazze che ti ronzano attorno come api, ininterrottamente; ignorarle pare non servire a nulla.
Da qualche settimana hai occhi solo per una quattordicenne dai capelli crespi e dagli occhi abbassati. Chissà di che colore sono, non hai mai avuto la possibilità di vederli bene.
Un passo avanti, inspira, chiudi gli occhi.
Li riapri, non si è mossa.
Il massimo che possa fare è rifiutare; ma cosa succederebbe, se lo facesse davvero?
Non sei mai stato rifiutato: sarebbe un colpo troppo duro. Si dice che rischiare e fallire è meglio che non averci provato affatto, che poi te penti per tutta la vita. Nel Quidditch è così: ma con una ragazza?
Ne uscirai umiliato, forse. Eppure, un campione non dovrebbe fermarsi davanti a certe eventualità.
La osservi da giorni: è sempre a quello stesso tavolo, da sola, studia ininterrottamente per ore. A volte pare intristita, ma quando apre un libro la vedi rilassarsi, come chi è tornato nel suo ambiente dopo tanto tempo passato lontano.
Ama i libri, li legge, spesso pare persino accarezzarli. Non hai mai visto una ragazza così.
Un passo avanti.
Lei è una studiosa, tu sei uno sportivo. Il tuo cuore si ferma, al pensiero che nel vederti lì in piedi, la testa rasata e i muscoli ben visibili, possa pensare che tu sia solo un borioso ragazzone senza cervello.
Uno di quegli esibizionisti che solo perché sanno cavalcare una scopa pensano di essere migliori degli altri; avrebbe pensato questo?
Un passo indietro.
Per fortuna, quell’ala della biblioteca ora è deserta; nessuno può vederti in quello stato.
Dopotutto, è solo un tentativo. Nessuno vedrà il tuo orgoglio ferito.
Un passo avanti.
Non ha ancora alzato lo sguardo. Chissà di che colore sono i suoi occhi.
Non ha una bellezza da togliere il fiato; non è quella a farti tremare e a bloccarti, facendoti chiedere se mai lei ti accetterà. Ma non puoi arrenderti senza averci provato.
Un passo avanti.
È vicinissima ora, ti chiedi come sia possibile che non ti abbia ancora sentito: ti sta forse ignorando? Ti sta mettendo alla prova? O, semplicemente, è troppo presa da quello studio che tanto la fa sentire bene?
Profuma di dentifricio alla menta. Un passo avanti.
«E-ehi…»
Trasale, si gira di botto, gli occhi sgranati in un’espressione sorpresa. L’hai intimorita?
Fai un passo indietro. «Scusa…se ti ho spaventata.»
Il tuo inglese è pessimo, sicuramente non stai facendo una bella figura.
«N-no, mi hai solo colta di sorpresa.» Si calma, solleva un braccio per sistemarsi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Alza lo sguardo: ha dei bellissimi occhi marroni. «Sei Krum, giusto?»
Annuisci, cercando di mostrarti sicuro. «E tu sei…» Ti blocchi. Le mani ti tremano nel renderti conto di non ricordare il suo nome. «…l’amica di Harry Potter?»
Quella sospira, gira il capo tornando a osservare le sue pergamene. Il suo tono è freddo: «Sì. Vuoi parlare con Harry? Credevo vi vedeste abbastanza, dopotutto siete entrambi campioni del Torneo.»
«No! Ecco…no.» Deglutisci e abbassi la voce, nel renderti conto di averla nuovamente turbata con quell’esclamazione improvvisa.
Inspiri.
Non succederà nulla.
Espiri.
«Volevo chiederti se volevi venire con me al Ballo del Ceppo.» La butti lì così, a bruciapelo, con quella pronuncia talmente orribile che fa rabbrividire persino te stesso.
E, inaspettatamente, sorride.
«Volessi.»
«Eh?»
«Si dice volessi, non volevi.»
«Ah…» Un po’ ti vergogni, ma lei pare divertita e, in qualche modo…contenta.
Annuisce. «Sì, ci vengo. E magari ti insegno un po’ di inglese, eh?»
Il Boccino è stato preso: la partita è vinta.
 







Angolino autrice in preda al "wow"
Ehm...salve. 
Prima e probabilmente unica fanfiction su Harry Potter -non credevo che l'avrei mai fatto. Sono da sempre talmente attaccata a questo libro che non avrei mai, mai pensato di riuscirci a scrivere qualcosa...eppure, questa è chissà come la prima cosa che mi è venuta in mente nel pensare "Missing moments". Non sono una shipper in questo fandom, per me tutto ciò che è canon è legge e mi piace il fatto che Hermione abbia avuto un'altra storia prima di Ron. 
E Viktor è stato il primo a farsi avanti, povera patata bulgara. OOC perché anche se amo questo libro alla follia non so come ho reso i personaggi, e fare un Krum così nervoso...gnnn >< Non so se qualcuno abbia già scritto una cosa del genere...in tal caso, chiedo scusa. Come si sarà capito, non bazzico un granché questo fandom. Grazie comunque a chi è soprravissuto fin qui <3
Ciao ciao!