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Autore: Giulz95    12/08/2016    1 recensioni
“Tu non sai un cazzo di me.” Sostengo il suo sguardo alzandomi sulle punte e abbasso la voce ad un sussurro. “Quello che è successo al CCM non mi rende automaticamente una tua responsabilità e non ti da il diritto di prendere le mie scelte.”
Daryl risponde con altrettanta rabbia.
“Credi che l’abbia fatto per te?!” Faccio un passo indietro per impedirgli di avvicinarsi. “Non l’ho fatto per te!”
“No, l’hai fatto per te stesso, perché sei un egoista bastardo, e non ti rendi conto di quello che mi hai tolto!” Lo spingo all’indietro, e devo controllarmi per non urlare.
“Stai dando a me dell’egoista quando eri quella che voleva abbandonarci tutti per farti saltare in aria! Non hai pensato a quello che avresti lasciato indietro?!”
“Non avrei lasciato indietro niente, perché voi non siete niente! Ti comporti come se stessimo giocando all’allegra famigliola in vacanza, quando queste sono le stesse persone che hanno fatto uccidere tuo fratello!”.
“Chi cazzo se ne frega di loro?! Me! Avresti lasciato indietro me!”

Seconda stagione e seguito di Tell it to the frohs
Enjoy!
Genere: Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Devil's backbone'
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La faccia del ragazzo è gonfia e pesta, ma Daryl non si ferma dal colpirlo di nuovo. Rick e Shane gli hanno chiesto di ‘parlare’ con il prigioniero una volta che sono tornati con lui alla fattoria. Ed era da quando Rick gli aveva affidato le ricerche di Sophia che Daryl non si sentiva utile a qualcosa. Non che io l’abbia trovata. Avevo promesso a Carol che le avrei riportato sua figlia. Merle aveva ragione, sono proprio un cazzone.
Randall cade su un fianco dopo l’ultimo colpo inflitto dall’uomo davanti a lui prima di piangere.
 
“T-te l’ho detto!”
 
“Tu non mi hai detto un cazzo.” Daryl lo raddrizza sbattendolo contro la parete di legno del granaio.
 
“Conoscevo a malapena quegli uomini, li ho incontrati per strada!”
 
“Quanti erano in quel gruppo?” Randall lo guarda estrarre il coltello da cacciatore dalla custodia legata sulla gamba e sgrana gli occhi strillando quando la punta gli sfiora la gamba, conficcandosi nelle travi sotto il peso di Daryl. “Quanti erano!?”
 
“Trenta! Trenta, trenta uomini!”
 
“Dove?” Non gli da il tempo di rispondere prima di strappare la garza sulla sua gamba, sotto la quale la ferita cucita da Hershel sta iniziando a cicatrizzare. Daryl appoggia la punta della lama sulla crosta umida.
 
“Io, io non lo so, lo giuro! Non stavamo mai in un posto per più di una notte.”
 
“Esploravano? Progettavano di restare in zona?”
 
“Non lo so! Mi hanno lasciato lì a morire!”
 
“Hai mai levato una crosta?” La punta del coltello scava leggermente nella ferita. Randall urla. Ha sparato a Julie. È quasi morta. “All’inizio cominci lentamente…”
 
“Sto cercando di cooperare!”
 
“…E poi devi tirarla via in fretta.”
 
“Okay, okay… Loro… Loro hanno delle armi. Roba pesante, automatiche… Ma io non ho fatto niente!”
 
“I tuoi amici hanno sparato ai miei, volevano prendersi questa fattoria, la mia ragazza è quasi morta per colpa vostra.” La mia ragazza. Dixon, cosa cazzo…? Decide di non darci peso continuando ad urlare. “Vuoi dirmi che eri solo un passeggero, che non c’entri niente?”
 
“Sì! Quelle persone mi hanno accolto. Non erano solo uomini, era un gruppo.” Daryl si alza, tenendo gli occhi puntati su quelli del ragazzo. “Uomini, donne… Anche bambini, proprio come voi! Pensavo di avere più speranze con loro, capisci? Noi andavamo in giro a cercare delle cose, solo noi uomini.” Randall abbassa lo sguardo mentre l’uomo davanti a lui gli da la schiena per un secondo. “Una sera abbiamo trovato un piccolo accampamento… Un uomo e le sue figlie. Adolescenti. Molto giovani… Molto carine.”
 
“Non toccarmi!” Daryl non pensava di potersi allontanare così in fretta, ma riesce ad eliminare qualsiasi punto di contatto con la ragazza davanti a sé e fare due passi indietro mentre la guarda respirare a fatica e sudare freddo in mezzo alle coperte. Gli basta fare due più due per capire cosa sta succedendo, e cercando di ingoiare la rabbia che improvvisamente gli riempie la bocca la chiude tra le sue braccia e si butta sotto l’acqua gelida con lei.
 
“Il padre ha dovuto guardare mentre questi tizi…” Daryl si volta, lo sguardo infuocato puntato su quello del ragazzo. “E alla fine non l’hanno nemmeno ucciso! L’hanno lasciato semplicemente lì, a guardare le sue figlie…”
 
“No! No lui… era con me. L’ha ammanettato ad un termosifone e l’ha costretto a guardare.”
“Come ne siete usciti?”
“Non ne sono certa, ma credo che Avi sia riuscito a liberarsi. I tubi del termosifone erano vecchi, arrugginiti. Dopo due giorni sarà riuscito spezzarli definitivamente.”
“Due…”
 
“No, no ma io… Io non ho toccato quelle ragazze, io…” Le ossa scricchiolano sotto la suola dei suoi stivali. Randall cade di nuovo su un fianco con un urlo. “Mi devi credere, amico, io non sono così… Io non sono così…”
 
Per ogni pianto strozzato causato dal suo colpo, Daryl pensa alla sera prima, alla sua promessa, e a Julie in preda alle convulsioni, ed improvvisamente fare del male al ragazzo è l’unica cosa che gli da un minimo di sollievo.
 

 
Daryl torna verso il gruppo a passi lunghi, e quando si avvicina abbastanza riesco a vedere il sangue sulle sue nocche. Cosa ha fatto?
 
“Il ragazzo ha una banda. Trenta uomini. Artiglieria pesante, e non cercano nuovi amici. Se passassero di qui ucciderebbero gli uomini, e le donne…” Il suo sguardo si ferma per un secondo sul mio prima di tornare a fissare Rick.
 
“Che cos’hai fatto?” Gli chiedo con astio, accennando alla sua mano, che prontamente sparisce dietro la sua schiena.
 
“Una chiacchierata.” Si allontana verso il suo accampamento mormorando sotto voce.
 
“Che nessuno si avvicini a quel ragazzo.” Rick guarda tutti i presenti da suo posto accanto a Shane. Dale si avvicina assieme a me e Lori, che gli posa una mano sulla spalla prima di parlare.
 
“Che cosa vuoi fare?”
 
“Non abbiamo scelta. È una minaccia.” Rick guarda sua moglie e me dopo un secondo. “Dobbiamo eliminare la minaccia.”
 
“Quindi lo ammazzerai?” Dale alza la voce.
 
“E’ deciso. Lo farò oggi.” Sta per allontanarsi seguito da Dale ma lo fermo afferrandogli il polso.
 
“Aspetta. Hai visto la mano di Daryl?” Mi guarda senza capire. “Non voglio neanche pensare alla faccia del ragazzo. Lascia che lo aiuti.”
 
“Non è sicuro avvicinarglisi. Specialmente nelle tue condizioni.”
 
“Porterò qualcuno con me, per precauzione. T-dog, Glenn… Qualcuno.” Rick chiude le labbra guardandosi attorno. “Lascia che lo aiuti.”
 
Annuisce prima di allontanarsi accanto ad Hershel.
 
Dopo qualche minuto io e T-dog ci avviciniamo al granaio, lui con un secchio d’acqua in mano, io con un paio di stracci e del disinfettante.
 
“Sei sicura che sia una buona idea?” Mi chiede all’improvviso.
 
“E’ un ragazzino. E Daryl deve averlo ridotto male.” Saluto Andrea, seduta davanti al granaio di guardia, prima di entrare seguita da T-dog. Randall è seduto a terra, il volto gonfio e livido e la ferita sotto al ginocchio esposta. L’occhio sinistro è quasi completamente chiuso, il labbro inferiore è gonfio e rosso, e sangue secco gli colora il viso di rosso. Quando vede entrare me e T apre gli occhi spingendosi verso la parete, spaventato.
 
“Non voglio farti del male.” Mi avvicino a lui mentre T posa il secchio d’acqua in un angolo accanto a me. “Mi dispiace per la tua faccia. Mi permetteresti di aiutarti?”
 
“Puoi… Puoi farmi uscire da qui?” Sussurra mentre imbevo uno degli stracci nel secchio e mi avvicino al suo volto lavando via il sangue.
 
“No.” Rispondo seccamente continuando a ripulirlo. Randall guarda la fasciatura che copre ancora il mio braccio, anche se adesso posso muoverlo più liberamente.
 
“Tu… Eri in città l’altra sera?” Annuisco. “Sono… Sono stato io a colpirti?”
 
“Non lo so. Ero dietro alla porta del bar. Qualcuno dei tuoi mi ha colpito.”
 
“Mi dispiace.” Mi guarda negli occhi. “Avete ucciso Dave e Tony.”
 
“Mi dispiace.”
 
“Erano due stronzi.” Deglutisce. “Della peggior specie. L’uomo che è entrato prima… Pensava fossi come loro. Ma non è così. Te lo giuro, non sono così.”
 
Annuisco pulendogli la ferita sulla gamba prima di disinfettare i tagli e riapplicare una garza pulita sulla carne in via di cicatrizzazione.
“Mi uccideranno, non è vero?” Randall mi chiede senza alzare lo sguardo. Mi volto verso di T che mi guarda con aria rassegnata prima di rispondergli.
 
“Cerca di riposare, Randall.”
 
Quando esco da granaio che T-dog richiude dietro di noi, fermandolo con un lucchetto, Shane avanza verso di me fissandomi negli occhi. “Ehy! Cosa ci facevi lì dentro?”
 
“Daryl gli ha spaccato la faccia.”
 
“Sì, beh, è un uomo morto in ogni caso, non ha bisogno della tua compassione.”
 
Aggrotto la fronte prima di rispondergli
 
“E’ un ragazzino! È da solo…”
 
“Per ora, Julia!” Alza la voce. “Hai sentito cosa ha detto Daryl!? Se quegli uomini venissero a cercarlo, se trovassero questo posto… Tu tra tutti dovresti avere più paura!”
 
Lo fisso negli occhi fino a che non abbassa lo sguardo. Non può averglielo detto Daryl. Ha promesso che non aveva detto niente a nessuno, non può… Lo supero a passi distesi camminando verso l’accampamento di Daryl.
 

 
È seduto su un tronco poco lontano dalla casa. Apre e chiude la mano stirandosi le nocche per alleviare il dolore. Mi avvicino e m’inginocchio davanti a lui, che mi guarda aggrottando la fronte. Imbevo lo straccio pulito nel disinfettante e gli prendo la mano destra cominciando a pulire le ferite in cima alle nocche.
 
“Non dovevi farlo.” Non mi risponde. “Non così.”
 
“Rick mi ha chiesto…”
 
“Ed è questo che sei adesso? Rick ti chiede di torturare un ragazzino e tu da bravo soldatino gli spacchi la faccia?”
 
“Non è un ragazzino.” Alza lo sguardo sul mio. “Farebbe molto peggio che spaccarti la faccia se ne avesse l’occasione.”
 
“Palle.” Inizio a pulire l’altra mano. “Hai parlato con Shane.”
 
“Di cosa?”
 
“Sai di cosa.”
 
“No.” Daryl chiude la mano a pugno. “Pensi che ti farei questo?”
 
“Sapeva.”
 
“Ti avrà sentita strillare. Non gli ho detto niente. Davvero, è questo che pensi di me?”
 
“Non girare le carte in tavola, Daryl.” Tengo la voce bassa ma mi alzo di scatto e lui fa lo stesso. “Posso sopportare qualsiasi cosa tranne un certo tipo di sguardo. Non da certa gente, non da Shane, o da Andrea. Non da Rick.”


“Quando hai parlato con Shane?”
 
“Fuori dal granaio. Sono andata con T-dog a pulire il casino che hai combinato sulla faccia del ragazzo.”
 
“Tu… Tu cosa?!” Daryl fa un passo in avanti. “Sei entrata lì dentro?! Dopo quello che ti ho detto, dopo quello che ti è successo…!”
 
“Daryl…”
 
“Se avessi sentito quello che ha detto a me…”
 
“Smettila!” Alzo la voce. “Cosa ti ha detto, che ha stuprato una donna?! Che l’hanno fatto quelli del suo gruppo?! È per questo che non dovrei avvicinarmi a lui, anche se è in catene? È per questo che ti sei incazzato e lo hai gonfiato di botte? E tu come hai potuto colpirlo, eh Daryl? Come hai potuto prendere a calci e pugni un ragazzino?! Come hai potuto dopo quello che è successo a te?!”
 
C’è un momento di silenzio, Daryl mi fissa negli occhi con uno sguardo che manda una scia di brividi lungo la mia schiena. Ho parlato troppo, come al mio solito. Abbasso lo sguardo per prima e lo sento avvicinarsi.
 
“Cos’hai detto?” Il suo tono di voce è freddo, glaciale. So di aver toccato un nervo scoperto, so di essermi spinta troppo in là, ma ormai è fatta. Alzo gli occhi incontrando i suoi, come spilli sul mio volto, e sostengo il suo sguardo senza parlare. Daryl respira pesantemente guardandomi dall’alto verso il basso prima di ridacchiare irrispettosamente e voltarsi prendendo lo sua balestra. “Non ho bisogno di queste stronzate.” Mi squadra un’ultima volta e sparisce dalla mia vista. Un nodo mi stringe la gola, e sedendomi sul tronco di fronte a me cerco di rimangiarmi le lacrime.
 

 
“Tu e Daryl siete veramente uguali, eh?” Dale mi si avvicina mentre intaglio delle nuove frecce per il mio arco. Non mi servono in realtà, ne ho in quantità e non uso l’arco dall’ultima volta in cui sono uscita con Daryl per cercare Sophia, ma ho bisogno di calmarmi.
 
“A quanto pare.”
 
“Ti senti meglio?”
 
“Sì.” Sorrido priva di emozione, prima di guardarlo dritto negli occhi. “Dale, riguardo alla storia del borsone e di Shane…”
 
“Lo hai fatto per me, l’avevo capito.” Sorride. “E per questo avrei dovuto ringraziarti.”
 
“Beh, mi dispiace in ogni caso.”
 
Dopo qualche secondo Dale parla di nuovo.
 
“Cosa ne pensi di Randall, Julia?”
 
Mi volto guardando il vecchio e sorridendo leggermente.
 
“Penso che sia un ragazzino, e penso che ucciderlo sia sbagliato.” Dale sorride. “Ma quello che penso non ha importanza, perché se devo dirti la verità sono terrorizzata dal modo in cui le persone hanno iniziato a guardarmi da ieri notte.”
 
L’uomo mi guarda prima di venire a sedersi vicino a me levandosi il cappello e guardandomi dritto negli occhi.
 
“Non so cosa ti è successo, Julia, ma ho delle supposizioni, così come ce le hanno tutti dopo averti sentito strillare a quel modo.” Abbasso lo sguardo. “Capisco che tu sia spaventata, ma non lasciar che questo ti trasformi per il peggio.”
 
“Ci sto provando Dale.” Sospiro trattenendo le lacrime. “Pensavo di essere riuscita a dimenticare tutto, ma far finta che non fosse mai successo non ha fatto altro che peggiorare le cose. Ho imbottigliato tutto per mesi e adesso ogni volta che qualcosa scatena una reazione perdo i sensi, o mi perdo in un flashback. Se fossimo stati per strada le urla di ieri notte avrebbero messo in pericolo tutti. Non voglio mettervi in pericolo.”
 
“Allora non imbottigliare più niente.” Dale posa una mano sulla mia spalla. “Daryl era con te ieri notte. Avete parlato di quello che è successo?” Annuisco. “Dovreste parlare anche del resto, se ti sembra che questo ti faccia stare meglio.”

“Gli ho parlato del mio incubo e lui ha pestato Randall a sangue. Non posso scaricare il peso che porto sulle mie spalle su di lui. E comunque non so se vorrà parlarmi ancora.”
 
“Avete discusso?”
 
“Ho detto qualcosa che non avrei dovuto dire. L’ho ferito.”
 
“Daryl tiene a te più di quanto tenga a chiunque altro in questo gruppo, fidati. Da quando Sophia… Sembri essere stata l’unica capace di avvicinarglisi. Sono sicuro che saprà perdonarti.”
 
Gli sorrido e lui si alza per andarsene prima di voltarsi verso di me un’ultima volta.
 
“Discuteremo di Randall al tramonto, in casa. Rick mi ha dato un giorno di tempo per far ragionare tutti quanti.”
 
“Sono dalla tua parte, Dale.” Annuisco e gli sorrido. “E grazie.”
 
Dale si allontana, e sembra soddisfatto di essere riuscito a convincermi.
 

 
“Allora come facciamo? Votiamo?”
 
“Deve essere all’unanimità?”
 
“Magari possiamo fare a maggioranza.”
 
“Ehy, prima sentiamo cosa tutti hanno da dire a riguardo.” Rick interviene. “Poi decideremo cosa fare.”
 
Siamo tutti riuniti nel salotto di casa Greene. Sono seduta sul divano, dalla parte opposta di Daryl, e sono di schiena. Non voglio guardarlo negli occhi, non ora.
 
“Per come la vedo io,” Shane inizia. “C’è un solo modo per proseguire.”
 
“Ucciderlo.” Dale gli risponde con astio. “Giusto? Perché perdere tempo a votare, è chiaro da dove soffia il vento.”
 
“Se qualcuno crede che non dobbiamo farlo voglio saperlo.” Lo sceriffo si volta verso Dale che abbassa lo sguardo su di me.
 
“Siamo un piccolo gruppo temo. Forse solo io, Glenn e Julie.”
 
Glenn si schiarisce la gola. “Dale, io penso che tu abbia ragione praticamente su tutto, ma stavolta…”


“Ti hanno solo spaventato!”
 
“Lui non è uno di noi. E abbiamo già perso troppe persone.”
 
Dale si volta verso di me alzando la voce.
 
“E tu invece? Anche tu ti tiri indietro?”
 
“Non può stare qui, Dale. Ma non penso di volere che muoia. Potremmo portarlo via, lontano dalla fattoria.”
 
“L’ultima volta siete tornati per miracolo.” Lori mi risponde senza guardarmi. “Ci sono gli zombie, potreste rimanere in panne, o perdervi.”

“O cadere in un’imboscata.” Chiude gli occhi quando Daryl interviene prima di Maggie.
 
“E se lo tenessimo prigioniero?”
 
“Sarebbe un’altra bocca da sfamare.”
 
“Mettiamo al lavoro! Facciamogli dimostrare che ci possiamo fidare di lui!” Dale propone.
 
“Mettendogli una palla al piede? Non possiamo rischiare che vada in giro per la fattoria. Non sappiamo chi è.”
 
“Sentite, se lasciamo che si unisca a noi magari è d’aiuto. Magari è gentile. Abbassiamo la guardia e magari lui scappa e ritorna con i suoi trenta uomini.” Shane parla come se fosse la voce della ragione, e sento lo sguardo di Daryl bruciarmi dietro la nuca.
 
“E quindi la tua idea è quella di uccidere un ragazzino per un crimine che potrebbe non commettere?” Lo guardo per un secondo prima che Dale mi interrompa.
“Vorrebbe dire che non c’è più speranza. Che la legge è morta, e che non c’è più civiltà!”
 
“Se andate fino in fondo…” La donna bionda, Patricia sussurra. “Come farete? Soffrirà?”
 
“Lo impicchiamo, giusto?” Shane guarda Rick. “Gli spezziamo il collo.”
 
“Avevamo pensato di fare così, ma sparargli potrebbe essere più umano.”


“E che ne facciamo del corpo?” Chiede T-dog. “Lo seppelliamo o…?”
 
“Dio santo, ma vi state a sentire?!” Sbuffo senza alzare la voce. “State parlando di una persona. Di un ragazzino. Davvero volete farmi credere che non ve ne frega un cazzo, che una discussione di cinque minuti scarsi è bastata a mettervi le coscienze in pace?!”
 
“Rick, tu lo hai salvato!” Dale guarda lo sceriffo. “E ora guardaci: è stato torturato, e verrà giustiziato.”
 
“Non siamo diversi da questi fantomatici trenta uomini.” Guardo Daryl negli occhi per la prima volta, e lui abbassa lo sguardo.
 
“Basta.” Carol alza la voce. “Sono stufa di vedervi litigare. Non potete chiederci di prendere questa decisione, vi prego. Lasciatemi fuori.”
 
“Non dire come la pensi o premere il grilletto.” Dale la guarda quasi in lacrime. “Non c’è alcuna differenza.”
 
“D’accordo basta così. Chiunque altro voglia dire la sua prima di prendere una decisione finale, parli pure.” Rick mette fine alla discussione, e un silenzio tombale cade nella stanza.
 
“Noi non uccidiamo i vivi.” Sussurro guardando Rick. “L’hai detto tu, quando Jim è stato morso.”
 
“E’ stato prima che i vivi tentassero di uccidere noi.”
 
“Avete paura. Lo capisco, abbiamo tutti paura, anche io ho paura. Ma non voglio credere che possiamo arrivare a tanto. Ho ucciso un uomo ieri notte per proteggere questo posto, per proteggere te, Rick. Ma quello aveva la mano sulla pistola, e avrebbe piantato un proiettile in testa a entrambi. Randall è chiuso in un granaio, con le mani legate e una benda sugli occhi. E per l’amor di Dio, è un ragazzino! Quanti anni in più avrà di Carl, di Beth, di Jimmy? Quanti meno di me, di Maggie? Volete ucciderlo a sangue freddo perché non sapete cosa fare di lui? Questo è il punto in cui si decide se tutto è perduto o se c’è ancora speranza. Se la razza umana esiste ancora. Ci sono già abbastanza stronzate che potrebbero ucciderti da un momento all’altro in questo mondo. Comincio a pensare che Jenner avesse ragione su quelle cazzate sull’autoestinzione e l’Ira di Dio.”
 
“Vi prego.” Dale si guarda attorno. “Facciamo la cosa giusta.”
 
“Hanno ragione.” Andrea sorride sia a me che all’uomo. “Dovremmo cercare un altro modo.”


“Qualcun altro?” Rick si volta verso i presenti ma nessuno apre bocca. Lo sceriffo guarda me e Dale abbassando lo sguardo dopo qualche secondo, con accondiscendenza.
 
“Che farete, starete anche a guardare?” Il vecchio sputa con veleno. “No, vi nasconderete e proverete a dimenticare che avete massacrato un uomo. Io non prenderò parte a tutto questo.” Si incammina vero la porta ma prima di uscire mette una mano sulla spalla di Daryl. “Avevi ragione tu: questo gruppo non c’è più.”
 

 
Daryl, Rick e Shane si allontanano quando cala il sole. Prima di farli andare via riesco a fermare Daryl, che mi guarda per qualche secondo di silenzio con astio.
 
“Non fatelo.”
 
“Non ricominciare. Rick ha deciso.”
 
“Davvero? Non fingere che non t’importi niente. Tu non sei così!”
 
“Tu non sai niente.” Fa per voltarsi ma lo fermo di nuovo e si gira verso me abbassando la voce e avvicinandosi alla mia faccia. “Ti ho fatto una promessa. Non rischierò di infrangerla, che mi piaccia o no. Quel ragazzo è una minaccia, o magari non lo è, ma non rischierò.”
 
Abbasso lo sguardo e lui raggiunge gli altri verso il granaio.
 

 
Sembrano passare ora da quando Rick ritorna dicendoci che non sono riusciti a farlo, e che Randall è ancora nel granaio.
 
“Daryl…?” Gli chiedo.
 
“Lo sta tenendo d’occhio.”
 
Lo raggiungo quasi correndo e quando lo vedo con la schiena appoggiata alla porta del granaio, una sigaretta tra le labbra e la testa bassa gli sorrido. Lui mi guarda e scuote la testa.
 
“Carl.” Inizia. “Rick non è riuscito a sparargli davanti a suo figlio.”
 
“Non importa.” Mi avvicino incrociando le braccia sotto il seno. “Daryl, per stamattina...”
 
“No.” Non ne vuole parlare, e lo capisco.
 
“Sappi solo che mi dispiace. Non ho pensato prima di parlare, e tu stavi solo cercando di proteggermi, lo capisco ora, ma in quel momento ero troppo arrabbiata.”
 
Mi guarda annuendo prima di distogliere lo sguardo. Gli poso una mano sulla spalla e mi avvicino alle sue labbra sfiorandole leggermente con le mie. Daryl circonda la mia vita con un braccio, rispondendo al bacio con convinzione e premendo il mio corpo contro il suo, ma un urlo agghiacciante giunge alle orecchie di entrambi.
 
“Dale.”
 
Daryl afferra la lanterna dietro di lui e corre verso la provenienza delle grida e io lo seguo estraendo il coltello dalla sua guaina. Quando arriviamo io mi precipito su Dale mentre il cacciatore gli leva lo zombie di dosso passandogli la lama nel cranio. Erano mesi che non vedevo così tanto sangue. L’intero addome è squarciato, sangue, organi e budella in vista mentre si riversano sul prato sotto di lui. Ed è cosciente.
 
“Oddio… Oddio…” Gli stringo la mano in segno di conforto, per quanto possa valere, e le lacrime iniziano a scendermi sulle guance.
 
Daryl corre verso di noi inginocchiandosi dall’altra parte del corpo a terra, lo sguardo colmo di panico.
 
“Oh, cazzo…” Sento i passi degli altri dietro di noi e Daryl si alza in piedi. “Da questa parte! Aiuto! Da questa parte! Resisti amico.”
 
Mi alzo facendo posto ad Andrea, e le voci attorno a me si sovrappongono. Daryl mi raggiunge prendendomi per mano e tirandomi a sé, facendomi scudo con il suo corpo.
Hershel e Rick discutono per un secondo, e quando viene messo davanti all’evidenza lo sceriffo lascia andare un grido di sconfitta.
 
“Sta soffrendo…” Andrea piange. “Fate qualcosa…”
 
Daryl mi lascia andare prendendo la pistola dalle mani esitanti di Rick. Cado a terra abbracciando Andrea, che nasconde il volto distogliendo lo sguardo. Il cacciatore si inginocchia puntando l’arma alla tempia di Dale e lo sento sussurrare.
 
“Scusa fratello.”
 
Chiudo gli occhi quando sento il colpo uscire dalla canna.
 
  
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