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Autore: valeriadibonaventura    12/08/2016    0 recensioni
MarieJane è una giovane ginnasta della nazionale americana femminile, diciassettenne e con una famiglia che si aspetta molto da lei.
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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-"Marie Jane! Ci lasci un intervista?"- un giornalista richiamò la mia attenzione appena scesa dalla macchina di mio padre.
-"Marie Jane, ti prego un autografo, sono una tua grande fan"-
-"Come ci si sente ad essere la ragazza che porterà l’America ai mondiali di Londra?"
Cercai di farmi spazio tra la folla, intenta ad entrare in palestra, mentre i flash di quelle dannate fotocamere mi accecavano e tutta quella pressione mi distruggeva.
Cercavo in tutti i modi di entrare ma tutta quelle gente bloccava l’entrata, finché non risposi a qualche domanda e firmato alcuni autografi.
Entrai finalmente in palestra e vidi una graziosa bambina che provava un salto, ricordo si chiamasse Bella.
-Ehi Bella, vuoi che ti aiuti?- Le chiesi
-Si- La bambina mostrò il suo sorriso a cui mancava un dentino.
Era un bellissima bimba di 10 anni, capelli marroncini e occhi color caramello.
-Allora prova a darti una forte spinta e buttare la schiena indietro ok?-
-Ci provo- Fece il salto perfettamente.
-Bravissima piccola-
-Grazie- disse abbracciandomi.

Andai nello spogliatoio e vidi Loren.
-Tesoro-
-Jane- mi abbracciò.
Ci cambiammo, indossando il nostro body con dei pantaloncini neri. Legai i miei lunghi capelli color biondo cenere e raggiungemmo la palestra.
Il resto del gruppo era già in fila di fronte alla terribile Flack Khaila Flack era l’allenatrice della nazionale americana femminile di ginnastica artistica. Era la ventisettenne più temibile che io abbia mai conosciuto.
E’ capace di fulminarti con un solo sguardo.
-Tutte in fila avanti!- Esclamò
Tutte si affrettarono a raggiungere la loro posizione nella sottile linea bianca.
-Clark?-
-Smith?-
-Johnson?-
-Thompson?-
-Lewis?-
-Jones?- Arrivò il mio cognome, feci un passo avanti alzando il braccio destro e poi indietreggiai.
-Perfetto, ci siete tutte. Iniziate correndo intorno alla palestra!- Ci ordinò la Flack che si dileguò poco dopo.
-Bene, sarà meglio darsi da fare- pensai
Iniziai a correre, percorrendo il perimetro del tappeto per il corpo libero.
-Ehi Jane- Mi chiamò Loren affiancandomi
-Johnson, come va?- Gli chiesi, usando il suo cognome
-Molto bene Jones, e lei?- Rispose, imitando un accento raffinato
-Alla grande- Risi
-Che fai più tardi?- Mi domandò
-Niente, torniamo a casa insieme?-
-Certo- Mi accennò con un sorriso

-Johnson, al volteggio!- Urlò la Flack
-Devo andare, a dopo- Mi disse rivolgendomi un occhiata.

-Finalmente abbiamo finito- Disse Loren sfinita
-Si infatti, sono sfinita.- Risposi mentre camminavamo verso casa.
-Niall?- Mi chiese
-Stasera vado da lui, devo aiutarlo in psicologia.

-Quindi, noi ci innamoriamo sempre delle persone che in genere hanno qualcosa che noi vorremmo avere e non abbiamo.- Disse Niall, ripetendo le parole del libro
-Esatto- Affermai.
-E cosa si sente quando si è innamorati?- Continuai, interrogandolo.
-L’amore è quella “cosa” che ti fa sentire libero, affascinante, privo di ansie e preoccupazioni, che rende tutto più magico.- Disse guardando fuori alla finestra.
-Ma questo non c’è scritto qui.- Dissi continuando a sfogliare le pagine del libro
-Infatti, ho solo.. sbagliato.- Disse riprendendosi dal suo stato di shock.
-Che ne dici se facciamo una pausa?- Proposi, guardandolo con un velo di preoccupazione che speravo non si notasse. Lui annuì.
-Allora, come vanno gli allenamenti?- Chiese
-Bene, solo che non più tanto tempo. Sono sempre in palestra e non ho più tempo libero per rilassarmi.-
-Ti va di passare la notte qui, come ai vecchi tempi? Propose.
-Certo- Dissi sorridendo.

*Eight years ago*
Stavo disegnando nel mio quaderno rosa, seduta dietro il bancone del nostro locale.
-Scusa?- Sentì un bambino chiamarmi.
Alzai lo sguardo.
-Potrei avere una porzione di patatine fritte e una coca cola- Chiese con un bellissimo sorriso dipinto sul volto.
-Mamma, una porzione di patatine e una coca cola!-
-Arrivo- Disse venendo verso di me.
Stavo salendo al mio piano con l’ascensore. Si fermò, le porte grige scuro si aprirono e salì un bambino.
Ma si. Era lui.
Schiacciò il pulsante sul suo piano, e continuammo a salire.
Si bloccò.
Urla
Disperazione
Paura
Ansia
-Si è bloccato!- Disse il bambino, cercando di nascondere la sua paura. Si voltò verso di me e mi vide paralizzata in un angolo.
-Ehi, stai bene?- Chiese preoccupato
Feci cenno di no con la testa.
-Ok, siediti.-
Mi sedetti
-Appoggia la testa tra e ginocchia e respira- Continuò.
Feci come mi disse ma le cose non sembravano cambiare. Si sedette accanto a me e mi circondò la vita con il suo braccio continuando a ripetermi che sarebbe andato tutto bene e che ci avrebbero tirato fuori di lì.
Cominciai a respirare regolarmente, sollevai la testa.
-Grazie.-
-Di niente-
-Comunque piacere, sono Niall- Disse continuando e porgendomi la mano.
La strinsi e risposi
-Marie Jane-

-Jane! Jane! Ma ci sei?- Pronunciò Niall, passandomi una mano davanti alla faccia
Lo abbracciai lasciandolo con lo stupore.
Poco dopo ricambiò l’abbraccio, cingendomi i fianchi.
  
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