Ci ha fatto sedere davanti alla televisione e innocentemente abbiamo guardato.

niente ultreviolenza, niente Ludovico Van, sesso, stupro, soffici archi, fiatiottoni, tenori.

era tutto assolutamente lucido e sensuale, cangiante ed erotico. erotici i giochi per bambini, erotici i manifesti elettorali, eros nelle birre e nei detersivi. Non avevamo mai guardato la televisione ed è stata un’esperienza stremante, come il continuo vertice d’un orgasmo clitorideo.

quando il televisore si è spento e i capelli sudati erano attacati alle nostre fronti le mani si sfioravano come a ristabilire il quotidiano “sei tu vero, non sei andata via”

davanti a quello spettacolo estatico abbiamo capito che la vita non ha alcun senso. quando il mondo vuole quello cosa puoi dargli di più.

un libro di verità forse?

sono forse tremila anni che scribi di corte raccontano grandi vorticanti realtà sui libri. non ricordo nemmeno più quanti libri in vita nostra ci hanno promesso rivoluzioni per noi e per i nostri bambini. noi ce le siamo ripromesse col cuore in gola una volta chiuse quelle pagine.

hanno lasciato il segno, non nella pelle, ma nella parola. non nelle unghie ma nelle fotografie. quando alla fine abbiamo visto che il mondo non era quello, non sarebbe diventato quello, abbiamo sofferto.

una vaga potenza sconfinata ci animava, una sensazione che lo spessore della pagine facesse la differenza. quando poi tutto svanisce non ti rimane nemmeno la fronte perlata e le mani che si cercano per riconoscersi.

meglio l’orgasmo televisivo. meglio dimenticare. meglio godere appieno dei colori saturi e del sensuale brillio sicuro di quel profeta del sesso.