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Autore: N_eendriu    12/08/2016    1 recensioni
"In quel momento dovetti prendere io una decisione: continuare a combattere la battaglia di mio padre odiando il piccolo Malfoy, oppure dargli una possibilità. Se fosse andata male almeno lo avrei odiato per un torto che avevo subito personalmente."

Rose Weasley è la figlia di Ron Weasley e per tradizione dovrebbe odiare il piccolo Malfoy. Diventando sua amica aveva rifiutato di condividere un odio che non la riguardava. Un odio che tra di loro si era trasformato in amicizia... o qualcosa di più?
Ma non sono solo i suoi sentimenti che la turbano. Sente che qualcosa di oscuro le sta accadendo e non riesce più a controllare la propria magia. Riuscirà a sconfiggere il lato oscuro? O ne verrà sopraffatta?
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lysander Scamandro, Nuova generazione di streghe e maghi, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Prologo

Sto volando, leggera, sulla mia Nimbus 2010. Il vento scompiglia i miei capelli che di per sé sono già scarmigliati. Socchiudo gli occhi e intravedo un lieve bagliore dorato poco più avanti. Accelero e tendo la mano di fronte a me, senza paura. Mi sporgo sempre di più verso il vuoto sotto di me, sento le sue ali frustarmi il palmo, sfioro il boccino con le dita e…

-Rose Jane Weasley!- l’urlo di mia madre mi strappa via dal sogno, impedendomi di prendere il boccino.

-Come fai ad essere ancora a letto! È tardi! Non vorrai mica perdere il treno per Hogwarts!- mi alzai così all’improvviso che vidi tutto nero. Al suono del nome della scuola di magia e di stregoneria di Hogwarts il sonno era sparito in un lampo, sostituito da un gran senso di eccitazione. Quello era il mio primo anno e non vedevo l’ora di cominciarlo. Erano due settimane che preparavo il baule per Hogwarts. Ci avevo messo tutto quello che pensavo potesse servirmi, dalle piume auto-correggenti alle penne Bic normali. La mia nuova divisa era posata sulla sedia, stirata. Mi alzai e feci per indossarla ma cambiai subito idea pensando che sarebbe stato imbarazzante andarci in giro. I Babbani si sarebbero sicuramente girati a guardarmi, divertiti e curiosi; per non parlare del cugino James: mi avrebbe presa in giro tutto il viaggio. Quindi sterzai verso l’armadio e presi i miei bermuda di jeans preferiti, indossai una canotta bianca con sopra scritto “la mia non è acidità, è dolcezza andata a male” e legai in vita una camicia a quadri rossa. Corsi in bagno e mi guardai allo specchio. Sprizzavo felicità da tutti i pori. Cercai di spazzolarmi i capelli e per un po’ funzionò, fino a quando metà della spazzola spezzata non rimase impigliata nei capelli. Irritata, lasciai perdere e arruffai di nuovo i miei capelli: almeno sarebbero stati tutti uguali. Facemmo colazione tutti in fretta. Mentre scorrazzavo di qua e di là vidi Hugo tutto triste e imbronciato. Lo capivo: anche lui non vedeva l’ora di andare ad Hogwarts, ma purtroppo aveva ancora due anni da aspettare. Presi la bacchetta e la osservai un po’; era lunga 10 pollici e mezzo, legno di mogano e con un nucleo di corda di cuore di drago. Alla base aveva dei rilievi a forma di rose che salendo si disperdevano lasciando quindi gli ultimi centimetri della punta lisci e spogli. La riposi nella tasca dietro dei jeans e  all’interno del baule misi la divisa; nella tasca esterna del baule invece vi posi una rivista che parlava dei Cannoni di Chudley, una piccola pergamena e una delle penne Bic. Ci coricammo tutti e quattro in macchina e filammo dritti alla stazione di King’s Cross. Papà aveva preso da poco la patente perciò mamma era leggermente tesa sul sedile del passeggero. Osservava scrupolosamente ogni movimento di papà e si assicurava che rispettasse tutti i cartelloni stradali e i limiti di velocità. Hermione Granger amava molto suo marito ma ciò non significava che lo ritenesse molto responsabile: sì, Ron Weasley era decisamente il tipo di persona che, volente o nolente, si metteva sempre nei guai. La mamma mi aveva raccontato delle sue punizioni quando stavano a scuola. Papà ha aggiunto che, però, nemmeno la mamma rispettava sempre le regole. Le avventure più pericolose erano avvenute proprio perché era lei ad insistere. Lo trovavo davvero buffo. Ovviamente lei non lo avrebbe mai ammesso. Parcheggiammo in una stradina parallela e raggiungemmo la stazione a piedi. Ci dirigemmo insieme alla barriera tra i binari nove e dieci. Andarono prima papà e Hugo: si appoggiarono alla barriera e… un attimo dopo non c’erano più. Mi girai verso mia madre.

-E se non finisco a Grifondoro?- chiesi con ansia. Lei mi guardò con dolcezza, si abbassò al mio livello e disse -Non ti devi preoccupare, tuo padre sembra esigente su questo punto, ma in realtà sarà sempre fiero di te, non importa a quale casa apparterrai.- e mi sorrise affabile.

-Neanche se mi smistano nei Serpeverde?- chiesi, ancora non del tutto rassicurata. Lei mi fissò intensamente. Alla fine parlò.

-Sono abbastanza sicura che non finirai nei Serpeverde: non ne hai il carattere. Ma se anche mi sbagliassi sappi che a me non importa. In qualunque casa tu verrai smistata sono certa che sarai la migliore e darai il meglio di te nel vederla trionfare.- e mi abbracciò affettuosamente. Attraversammo la barriera e un attimo dopo avvistammo subito papà e Hugo che parlavano con Neville Paciock. Aggrappata alla sua mano c’era sua figlia, Alice. Era del mio stesso anno e la conoscevo da quando ero piccola. Era molto timida ma questo non le aveva impedito di aprirsi con me e farla diventare una mia ottima amica. Le corsi incontro. Ci abbracciammo, ci allontanammo un po’ dai grandi e iniziammo a documentarci sulle rispettive vacanze.

-Rosie! Come è andata giù alla Tana? Sarei voluta venire da te per un po’, però papà aveva organizzato un viaggio lungo quasi quanto tutta la vacanza. Ho fatto appena in tempo a finire il mio baule stamattina: anche se siamo arrivati ieri sera, ero troppo stanca per metterci tutti i libri. Siamo stati in Cina sai? Lì i maghi sono molto strani, più strani di questi di qua e….- continuò a parlare della Cina, delle piante che avevano trovato e così via. Una volta che sorpassavi il muro della timidezza, Alice non la smetteva più di parlare, non perché fosse piena di sé o logorroica, semplicemente perché diceva quello che pensava e i suoi erano pensieri molto lunghi e articolati. Mi chiese della Tana e iniziai a raccontarle.

-Non ho passato lì tutta la vacanza. Sono stata anche da Dominique, a Villa Conchiglia. Alla Tana abbiamo festeggiato alla grande il compleanno di zio Harry. Ho giocato a Quidditch con i miei cugini ogni volta che potevo. James è davvero un bravo cercatore, forse quest’anno parteciperà alle audizioni. Sarebbero stupidi a non prenderlo. Fred invece è un battitore nato. Tutta l’estate ha tirato addosso alla gente palline  di baseball.. sai cos’è il baseball?- chiesi curiosa. Noi abitavamo in mezzo ai Babbani, sapevo tutto di loro, in fondo mamma era una Nata Babbana. Non sapevo cosa pensassero i purosangue dei Babbani. Probabilmente i maghi ne sapevano dei Babbani quanto i Babbani ne sapevano dei maghi. Ma con mia sorpresa Alice mi disse che sapeva cos’era il baseball e mi spiegò addirittura le regole del gioco, dettagliatamente.

-Alice, tesoro, io devo andare, sai, il mio dovere. Ci vediamo stasera allo Smistamento. Zia Katherine ci manderà un gufo appena tua madre si sveglierà. Tranquilla, sta benone. Oh Rose, ciao! Passate bene le vacanze?- chiese accorgendosi improvvisamente di me.

-Benissimo, professor Paciock!- risposi. Neville Paciock insegnava Erbologia ad Hogwarts ed era anche il direttore della casa Grifondoro dato che la McGranitt era diventata la nuova preside.

-Oh no, Rose! Puoi chiamarmi Neville, non siamo ad Hogwarts ancora. Anche se lì non potrò permetterti questo lusso, sembrerebbe un favoritismo. E lo stesso vale anche per te, Alice. Bene, devo scappare. Ciao Ron, ciao Hermione, magari ci si vede a Natale!- e detto questo si Smaterializzò.

-vado a mettere il mio baule dentro. Ci vediamo nello scompartimento Rose- e prima che potessi aggiungere altro vidi soltanto una delle sue trecce color topo svolazzare in mezzo alle altre famiglie. D’un tratto papà esclamò -Eccoli! Sono loro!- e infatti, a pochi metri di distanza vidi Albus e James seguiti dallo zio Harry e dalla zia Ginny, la quale teneva per mano una piagnucolante Lily. Al mi si avvicinò e mi salutò, sollevato. Gli sorrisi in risposta. Sentii papà chiedere a zio Harry qualcosa a proposito del parcheggio e di qualcuno che avrebbe dovuto confondere l’esaminatore. Prestai poca attenzione. Lily mi salutò con un cenno e poi si diresse verso Hugo; iniziarono a confabulare, probabilmente stavano dicendo calunnie su di noi. James arrivò come al solito come una tempesta e mi stritolò in un abbraccio soffocante, alzandomi da terra. Non che fosse difficile, ero abbastanza alta per la mia età, ma molto magra.

-Ecco Posie, la nostra cara cuginetta!- esclamò quando mi lasciò andare. -da quanto tempo non ci si vede. Ti siamo mancati?- ci eravamo visti solo tre giorni prima e lo sapeva benissimo. Inoltre odiavo quel nomignolo.

-Mi siete mancati tanto quanto una Tentacula Velenosa- mugugnai di rimando. James rise di gusto e mi diede una pacca sulla spalla. Poi si diresse verso Fred, il figlio di zio George e zia Angelina. Era dello stesso anno di Jamie ed erano migliori amici.

-Se non finisci in Grifondoro ti diserediamo- disse papà rivolto a Hugo -Ma non voglio metterti pressione-

-Ron- esclamò mamma, lanciandomi un’occhiata. Lily e Hugo ridevano, io ed Al invece no.

-Non dice davvero- ci rassicurarono mamma e zia Ginny, guardandoci. Papà guardava in direzione di una famiglia di biondi e fece un cenno a zio Harry.

-E così quello è il piccolo Scorpius...- disse riferendosi al ragazzino che assomigliava tantissimo con suo padre. L’adulto era Draco Malfoy, quindi il figlio doveva essere Scorpius Malfoy. Papà mi guardò determinato.

- Cerca di batterlo in tutti gli esami, Rosie. Per fortuna hai il cervello di tua madre.-

- Ron, per l’amor del cielo, non cercare di metterli contro ancora prima che la scuola sia cominciata!- esclamò seria e altrettanto divertita Hermione. Mi ricordo che quando stavano a scuola li faceva sempre infuriare. Mio padre mi disse che una volta mamma lo aveva addirittura picchiato. Ha detto che era da quel momento che aveva capito di amare la mamma.

- Hai ragione, scusa- disse papà. Poi aggiunse però -Non dargli troppa confidenza, Rosie. Nonno Arthur non ti perdonerebbe mai se sposassi un Purosangue.-

Risi sguaiatamente. Sposare uno coi capelli così biondi da sembrare tinti? Mai!

- Hey!- era la fastidiosa voce di James. - C’è Teddy laggiù.- e puntò alle sue spalle.

-L’ho appena visto! E indovinate cosa sta facendo? Si bacia con Victoire!-

Che razza di ignorante! Era la sua ragazza, ovvio che si baciassero. Ma a quanto pare per lui doveva essere strano vedere due persone baciarsi e quindi lo ripeté.

-Il nostro Teddy! Teddy Lupin! Che si bacia con la nostra Victoire! Nostra cugina! Gli ho chiesto cosa stavano facendo..-

- Li hai interrotti?- chiese irritata zia Ginny - Sei proprio come Ron..- e a quanto pare non era un complimento. Seguii la scena divertita ma anche leggermente infastidita dal commento della zia. In fondo Ron era mio padre, perciò io ero come Ron, e a quanto pare la zia lo riteneva un offesa. Continuarono a parlare di Teddy e ne approfittai per vedere se c’era qualcun altro che conoscevo nei paraggi. Vidi proprio Victoire e Teddy avvinghiati e pensai che se c’era lei c’erano anche Dominique e Louis. E infatti..

- Rosie!- l’urlo acuto di Dominique mi perforò un timpano. Mi abbracciò stretta e lo stesso fece anche Louis, con meno entusiasmo per fortuna. Lei era al quarto anno e Louis al terzo. Dominique le stava molto simpatica. Era diversa. Non solo nella famiglia, ma in generale. Avrebbe avuto i capelli biondi e meravigliosi della madre, come suo fratello e sua sorella, se non fosse che li tingeva sempre in modi diversi e sempre più stravanti possibili. Adesso li aveva di un viola che diventava una rosa shocking alle punte con meches nere. Però le stavano veramente bene. La gente quando passava si girava a guardarla, scioccata. Louis invece era una ragazzo molto bello che si procurava diverse occhiate maliziose da ragazze più grandi ma che lui ignorava completamente. Guardai Victoire, ancora avvinghiata a Teddy.

- Non si staccherà da lui fino a che non vedrà muoversi il treno. Si amano davvero quei due. Ma questo non diminuisce il mio disgusto ogni volta che si scambiano effusioni e frasi romantiche. Come fanno a scambiarsi la saliva per così tanto tempo?-disse Dominique. Vista da quell’angolatura, la cosa faceva ribrezzo anche a me.

-Dai Rosie, cerchiamoci uno scompartimento- e mi trascinò all’interno del treno, con Louis che ci seguiva. Una volta dentro, lui salutò un amico e entrò in uno scompartimento di ragazzi del suo anno. Dominique mi accompagnò allo scompartimento dove Alice stava leggendo. Lei ci salutò e poi riprese la lettura da dove l’aveva lasciata. Albus era appena entrato e si era affacciato alla finestra. Anche io mi affacciai. Lì intorno le altre famiglie guardavano i miei genitori e gli zii con stupore ed interesse. Anche i ragazzi degli altri scompartimenti li guardavano ammirati.

- Cos’hanno tutti da guardare?- chiese Al.

- Non farci caso- rispose papà – è per me. Sono estremamente famoso-

Ridemmo tutti insieme. Il ragazzino biondo, Malfoy, stava salendo proprio adesso, mentre il treno cominciava a muoversi e fischiava. Riportai lo sguardo sui miei genitori, che mi fissavano orgogliosi. Mamma aveva gli occhi umidi. Hugo guardava con occhi sgranati il veicolo in movimento accanto a Lily, la quale aveva ripreso a frignare. Continuai a salutarli finché non sparirono dopo la curva. Allora mi sedetti di fronte a Alice. In quel momento era entrata Roxanne, la sorella di Fred. Anche lei era del primo anno. Aveva degli occhioni grandi color nocciola e capelli mossi color mogano. Ci salutò e iniziò a parlare con Al. James era sparito con Fred in uno scompartimento con quelli del secondo anno di Grifondoro e non vedevo nemmeno Dominique. Non me ne curai molto, l’avrei rivista a cena. Al e Roxanne parlavano ancora dello Smistamento. Stanca di quell’argomento, presi la rivista dei Cannoni di Chudley e, come Alice, cominciai a leggere. Dopo pochi minuti sentii la porta dello scompartimento aprirsi e vidi sull’uscio il ragazzino biondo, Malfoy. Aveva un naso dritto, una carnagione molto chiara, capelli così biondi da sembrare bianchi, occhi di un grigio-azzurro inquieto e un viso ovale con una mascella abbastanza marcata, l’unica differenza dal padre, che invece aveva un viso appuntito. Il suo sguardo si spostò da Roxanne a Alice, a Al ed infine si posò su di me.

- Cerchi qualcosa?- chiesi con tono acido prima di potermi controllare. Lo sguardo inquieto in prima era sparito, sostituito da uno incerto.

- Devi essere una Weasley.- disse pacatamente. Non era una domanda, lo sapeva.

- è difficile non trovare un Weasley in ogni scompartimento, ora come ora.-

- Cosa stai insinuando?- chiesi alzando leggermente la voce.

Egli aprì la bocca per rispondere ma la richiuse. Titubante, osservò lo scompartimento. Diede una rapida occhiata alla rivista nelle mie mani e commentò - I Cannoni di Chudley, eh? Sono la mia squadra preferita.- mi sorrise cauto. Non ricambiai, continuando ad essere sospettosa. Ci guardammo negli occhi e alla fine lui cedette per primo.

- Non stavo insinuando nulla- continuò più sicuro. Aveva lo sguardo di chi aveva appena preso una decisione.

-Cercavo solo uno scompartimento, sai com’è, non tutti mi vogliono nel proprio quindi...- provai un moto di comprensione verso quel ragazzino. Vedendo che nessuno rispondeva fece per andarsene. In quel momento dovetti prendere io una decisione: continuare a combattere la battaglia di mio padre odiando il piccolo Malfoy, oppure dargli una possibilità. Se fosse andata male almeno lo avrei odiato per un torto che avevo subito personalmente.

-Aspetta!-

Quattro paia d’occhi mi fissarono, allibiti. Roxanne era arrabbiata, Alice e Al erano perplessi e Scorpius era stupito oltre ogni dire. Ignorai i miei amici e mi rivolsi al diretto interessato, mantenendo un’espressione risoluta.

-Puoi restare qua, se vuoi. C’è ancora abbastanza posto- mi risedetti. Erano tutti scioccati e Scorpius, dopo diversi minuti, si sedette di fronte a me.

-Grazie-. Lo disse talmente piano che faticai a udirlo. Mi sorrise tranquillo.

Tese la mano e si presentò.

-Scorpius Malfoy.-

Dopo un attimo di esitazione, gliela strinsi.

-Rose Weasley- e gli rivolsi anche io un sorriso.

NOTA AUTRICE:

Alloraaaa.. salve gente!

Mi sono innamorata della Scorose grazie alle fan-arts e successivamente anche grazie ad altre fan-fictions. perciò ho deciso di scrivere questa storia. Spero che la apprezziate e che vi piaccia il mio stile di scrittura. Vi prego, anzi vi supplico, di farmi notare se nel testo ci sono orrori ortografici, verbi coniugati male o qualsiasi altra cosa imperdonabile che devo assolutamente correggere. Sono una persona molto sbadata e per quanto possa ricontrollare trovo sempre degli errori. Sono bene accette tutte le recensioni, sia belle che brutte.

Al prossimo capitolo,

Endriu

  
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