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Autore: LorasWeasley    13/08/2016    6 recensioni
AU [Solangelo|Caleo|Percabeth|Frazel|Jasper]
"-Prima di iniziare voglio ricordarvi che questo non è un gioco, non vi state allenando, qui se sbagliate siete morti. Siete i migliori ragazzi in addestramento che siamo riusciti a trovare, venite da diverse parti del mondo, ma ci servite tutti.
...
Spero di non aver sbagliato a fidarmi di voi. Riuscite a portare a termine questa missione e tutto il mondo vi ricorderà come degli eroi."
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Frank/Hazel, Jason/Piper, Leo/Calipso, Nico/Will, Percy/Annabeth
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'CIA'
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48.Villa


I cinque ragazzi uscirono dal bosco e si sistemarono per bene. Dovevano essere impeccabili.
Si avvicinarono alla villa in gruppo, ma quando furono abbastanza vicini decisero di dividersi.
-Vado per prima io- annunciò Annabeth.
-No. Perché dovresti andare tu da sola?- Protestò subito Percy.
Annabeth lo fissò, uno sguardo quasi dolce in volto.
-Perché dobbiamo capire se questa cosa funzione- indicò il suo braccio –e non possiamo rischiare tutti. Inoltre sono una ragazza, penso di poterli convincere più facilmente a farmi passare.
E detto questo ammiccò nella sua direzione, più per sciogliere la tensione che per altro.
Percy comunque non resto del tutto convinto, ma sapeva anche che nulla avrebbe fatto cambiare idea ad Annabeth.
-Se dovessero esserci problemi trovate una soluzione che non ci faccia ammazzare tutti. Non intervenite precipitosamente- e dopo questa frase guardò più intensamente il suo ragazzo.
-Conto su di voi.
Questa volta fissò Jason e Frank. Contava su di loro per tenere calmo e buono Percy.
I due ragazzi annuirono capendo all’istante cosa volesse dir loro la ragazza.
-E non venite tutti insieme, magari a gruppi di due.
Si avvicinò a Percy e gli schioccò un leggerissimo bacio in bocca per non lasciarlo sporco di rossetto, poi si avviò verso l’ingresso.
Tra i quattro ragazzi scese il silenzio, tutti i loro occhi erano puntati sulla figura bionda che si avviava sicura alla porta.
Non sentirono la discussione che avvenne con i due buttafuori accanto alla porta.
Videro però che la ragazza mostrò loro il braccio tatuato, ma questi non ci fecero molta attenzione, troppo concentrati su tutto il resto del suo corpo.
Percy ringhiò sottovoce.
Dopo qualche altro secondo Annabeth sparì all’interno.
Hazel riprese a respirare, non si rese conto di aver trattenuto il fiato fino a quel momento.
-Okay, andiamo io e Jason.
Disse semplicemente prendendo il biondo a braccetto.
Lui la guardò stupita, lei spiegò con uno sbuffo.
-Sei tu quello che loro potrebbero riconoscere meglio, penso che serviranno le mie capacità di persuasione.
Poi si girò a fissare Frank e gli lasciò uno sguardo eloquente –Tu sta con Percy.
E fu abbastanza semplice capire il perché di quell’affermazione, considerando che Frank era quello più adatto a bloccare Percy in caso di “interventi precipitosi”.
Frank annuì seguendo il suo ragionamento mentalmente –Ci vediamo dentro- rispose semplicemente.
Hazel sorrise dolcemente –A dopo.
A braccetto con Jason si avvicinarono sempre di più, la ragazza sentiva il cuore martellargli nel petto.
Aveva preso parte a milioni di missioni, ma mai nessuna era stata così importante.
Quando arrivarono a due passi dalla porta si fermarono.
Hazel sorrise lascivamente prima di salutarli con un “buonasera” mormorato con voce roca.
Uno dei due uomini si soffermò solamente su di lei, fissandola con lo stesso sguardo lascivo, anche se era decisamente molto più vero di quello di Hazel.
Anche l’altro la fissò, ma lanciò un’occhiata anche a Jason, poi chiese loro di far vedere il tatuaggio. Naturalmente con un giro di parole molto differente.
Gli uomini tentennarono un po’ non appena li videro, ma aiutò il buio alla loro causa.
Dopo qualche altra parola di Hazel li fecero entrare.
Si trovarono subito in un ambiente enorme, illuminato e sfarzoso.
Un cameriere li accolse con un inchino.
-Signori, volete darmi i vostri soprabiti?
Hazel e Jason tentennarono un solo secondo, poi fecero come era stato loro richiesto, anche se Hazel si tenne la giacca bianca che aveva sopra il vestito scollato.
-Facciamo un giro?- Domandò il biondo porgendo di nuovo il braccio alla ragazza.
-Molto volentieri- rispose questa accettando e guardandosi intorno.
Una buona parte della sala era occupata da un bancone del bar, su questo stavano seduti un paio di uomini d’affari, bevevano da bicchieri di cristallo.
L’altra parte della sala era piena di tavoli d’azzardo.
Il luogo era abbastanza affollato, questo era un bene, per potersi nascondere meglio, ma era anche un male, perché sarebbe stato più difficile trovarlo.
Adocchiarono Annabeth al bancone del bar.
Dopo aver fatto un primo e veloce giro gli si avvicinarono.
La ragazza stava giocherellando con il liquido trasparente che aveva dentro il bicchiere che aveva ordinato.
Sembrò non far caso a loro, ma quando le furono abbastanza vicino iniziò a parlare piano e lentamente.
-Ho fatto un veloce giro e non l’ho visto. Non ho controllato per bene ogni angolo, ma sono abbastanza certa che non sia qui.
-Lo penso anche io- si ritrovò ad annuire Jason, fissando anche lui la gente che li circondava e ordinando qualcosa per non essere scoperto.
-Che facciamo allora?
Annabeth prese un sorso dal suo bicchiere e commentò –Ho un’idea. Ma aspettiamo gli altri, non vorrei che Percy vada in… escandescenza.
Come previsto Percy non fu per nulla d’accordo con quel piano, ma i suoi brevi lamenti non servirono a nulla, inoltre non potevano far capire che si conoscevano, quindi non poté dire più di tanto.
Annabeth si ravvivò i capelli ricci con una mano, poi si avvicinò a un tavolo dove stavano giocando a poker un paio di uomini.
Andò dietro quello che stava perdendo e gli poggiò le mani sulle spalle.
Lentamente le abbassò andando ad accarezzargli le braccia.
Col volto si avvicinò al suo orecchio e iniziò a sussurrare.
-Dai, lascia stare questi qui e andiamo da qualche parte… Ti fisso da quando sono arrivata.
L’uomo era abbastanza furioso perché stava perdendo tutto, stava per rispondere con un’imprecazione e mandarla a fanculo, ma si girò per fissarla.
Rimase con le parole bloccate in gola, ingoiò più e più volte, poi fece come gli aveva proposto, completamente stregato dalla sua bellezza.
Annabeth si fece portare in una nuova ala della villa.
Si trovò in un lungo e grande corridoio, dopo aver salito qualche rampa di scala.
Diverse porte si trovavano a intervalli regolare, dietro alcune di esse c’erano dei cartellini con su scritto di non disturbare.
L’uomo la inchiodò al muro, cercando di baciarla, ma Annabeth scostò velocemente la testa e si avvicinò al suo orecchio, sempre con voce sensuale sussurrò –Andiamo in una stanza, voglio fare una cosa lunga.
E senza aspettare che l’uomo accettasse lo prese per un polso ed entrò dentro la prima camera disponibile.
Sempre con quel suo sorrisetto sensuale lo spinse sul letto, all’uomo sembrò piacere questa presa di potere da parte della ragazza e Annabeth sorrise internamente, oh si, gli sarebbe piaciuto davvero tanto.
Prese una manetta da una tasca interna del vestito e non perse tempo ad ammanettare l’uomo al letto.
-Ehy, siamo violente.
-Non sai quanto- rispose la bionda portandosi dietro una ciocca di capelli che le era scesa sul viso.
Poi si allontanò da lui avvicinandosi alla porta.
Non appena l’aprì Percy fu dentro, seguito a ruota da Jason, Hazel e Frank.
Percy fissò l’uomo con il fuoco negli occhi, stava giocherellando con un coltellino che teneva tra le mani.
-Ora ci divertiamo- sibilò.
L’uomo sbiancò.
Annabeth mise dietro la maniglia il cartoncino che diceva di non disturbare, poi chiuse la porta e girò la chiave.
 
Percy sbuffò.
Alla fine non dovettero neanche minacciarlo tanto per scoprire tutto ciò di cui avevano bisogno.
L’uomo era troppo spaventato per restare in silenzio.
Inoltre sapevano che stesse dicendo solo la verità grazie ad Hazel.
Percy sbuffò proprio per questo, aveva progettato di divertirsi di più.
Principalmente non era una persona sadica, ma quando aveva visto quel tipo guardare Annabeth in quel modo o quando l’aveva spinta contro il muro pronto a baciarla…
-Ti ringrazio, ci sei stato molto utile- disse all’uomo avvicinandosi, poi gli diede un violento pugno sulla mascella.
Solo a quel punto si sentì soddisfatto.
-Percy…- lo ammonì Jason, ma sorrise sotto i baffi che non aveva.
Lo imbavagliarono e si sistemarono un auricolare all’orecchio.
Si collegarono con Leo e Jason spiegò cosa avevano scoperto, dopo qualche secondo il ragazzo rispose che sapeva portarli li.
Lasciarono l’uomo nella stanza e si inoltrarono lungo i corridoi.
Fu semplice, fu troppo semplice.
Non si stupirono molto infatti quando a metà strada un gruppo di uomini li raggiunsero.
Erano 7, due in più di loro. Ma non fu un problema, perché non si fecero trovare impreparati.
Frank ne abbatté uno velocemente, sfruttando la forza per colpirlo al collo con l’avambraccio, l’uomo stramazzò al suolo quasi senza un lamento.
Poi corse ad aiutare la sua ragazza. Anche se non era di certo in una brutta posizione.
Jason aveva intrapreso una lotta con le pistole.
Non riuscì a colpire i suoi aggressori subito in punti fatali, perché questi riuscirono a nascondersi, ma almeno li colpì, cosa che invece loro non riuscirono a fare con lui.
Anche Annabeth aveva intrapreso uno scontro con le pistole, ma l’uomo si stava avvicinando a lei invece di nascondersi.
La ragazza capì che lo stava facendo solo perché aveva poche munizioni, infatti a un certo punto la pistola smise di sparare e con un ringhio si gettò sulla ragazza, iniziando un corpo a corpo.
Annabeth era agile e veloce, ma l’uomo era più forte.
Uscì un coltellino dalla cintura e riuscì a ferirle un braccio, non era una ferita profondissima, ma neanche superficiale, infatti il sangue iniziò subito a colare.
L’uomo sorrise soddisfatto commentando –Sei morta.
-No, sei morto tu- ringhiò in risposta Percy spuntando al suo fianco.
Quando l’uomo non fu più un problema si girò a fissare la sua ragazza, lei si teneva il braccio sanguinante con una mano, una smorfia di dolore in volto.
-Stai bene?- Domandò preoccupato.
-Si… è solo un graffio- rispose lei cercando di darsi un contegno, poi si guardò intorno.
Jason stava legando un uomo svenuto, c’era stata qualche vittima, mentre Hazel e Frank ne stavano interrogando un altro. La prima faceva le domande, il secondo gli torceva il braccio dietro la schiena al limite della sopportazione per farlo parlare.
Quando finirono Hazel lo colpì con il retro della pistola, facendolo svenire. Jason andò a legarlo, come aveva già fatto con gli altri.
Poi cercarono di riprendere la connessione con Leo.
Con tutto quel trambusto alcuni apparecchi si erano rovinati e la connessione era saltata un po’ ovunque.
-Intanto incamminiamoci, non è sicuro rimanere fermi in un posto.
Tutti si ritrovarono d’accordo, ma dopo pochissimi passi Annabeth si bloccò di scatto, con un mugolio di dolore si accasciò contro il muro per reggersi.
Si strinse di più la ferita contro la mano, mentre le dite si tingevano di scarlatto.
Aveva il cuore che le batteva velocissimo e il respiro troppo veloce.
Percy si allarmò all’istante.
L’afferrò prima che scivolasse a terra e con preoccupazione le chiese cosa stesse succedendo.
Annabeth poggiò la fronte sulla sua spalla, sembrava far fatica anche a parlare, infine sussurrò –Sto… Male…
Anche gli altri si erano avvicinati, Frank continuava a guardarsi intorno, pronto a intervenire se fosse arrivato qualcun altro.
Jason e Hazel cercarono di capire cosa fosse successo, fu il biondo ad arrivarci per primo. Fissò la ferita al suo braccio e capì che poteva aver causato quei sintomi solo una cosa.
-Veleno- sussurrò –Quel coltello era avvelenato. Dobbiamo chiamare Will, subito.
 
Riuscirono di nuovo a ricollegarsi con Leo, la linea era disturbata, ma Percy riuscì a far capire loro che aveva subito bisogno di Will.
Poi si precipitò ad occuparsi della sua ragazza, che si era ormai seduta a terra contro il muro, i brividi erano troppi per riuscire a rimanere in piedi.
Fu Jason a ricollegarsi con Leo e Will, per spiegare a quest’ultimo come avrebbe potuto raggiungerlo, infatti ricordava una finestra che aveva visto precedentemente e che poteva fare a caso loro, sarebbe stato semplice per Will raggiungerli con quell’aiuto dall’interno.
Frank era rimasto di guardia, con i sensi all’erta, pronto a ogni minimo movimento, non potevano stare fermi li ancora per molto, lo sapevano benissimo tutti.
Ci mise 8 minuti Jason per tornare con Will, li seguiva anche Nico. Nessuno rimase poi troppo sorpreso.
Il biondo si era portato una scatola dietro con tutto l’occorrente medico che gli sarebbe potuto servire.
Quando notò che Annabeth faticava anche a tenere gli occhi aperti accelerò il passo e si gettò in ginocchio accanto a lei.
Le mise uno strano intruglio in bocca facendoglielo ingoiare quasi a forza.
-Prendilo tutto, so che fa schifo- disse dopo aver visto la sua faccia –ma serve a rallentare il veleno, Jason mi ha spiegato in linea di massima … fammi vedere il braccio.
Percy si spostò ubbidiente e il biondo non perse tempo a mettersi all’opera.
Prima di tutto bloccò la circolazione del sangue all’altezza della spalla, evitando che quello con il veleno raggiungesse più parti del corpo possibile, poi si mise a lavorare sulla ferita aperta, senza battere ciglio alla vista di tutto quel sangue.
Annabeth strinse i denti, nessun gemito uscì dalla sua bocca, aveva la mente troppo appannata.
Will si rivolse a Percy senza neanche guardarlo –Muovetevi, andate!
-No!- Rispose subito Percy –Non la lascio qui.
Will si staccò dal suo lavoro per fissarlo intensamente, facendogli capire la gravità della situazione –Posso rallentare l’avvelenamento, ma ha bisogno di un ospedale, ha bisogno di una trasfusione di sangue. Dovete portare a termine questa missione subito, o non sopravvivrà.
Jason gli diede man forte –Dobbiamo andare Percy, stiamo temporeggiando troppo, lo sai bene anche tu.
-Ma…- Il moro fissò la sua ragazza con disperazione, non avrebbe mai voluto lasciarla li, sul filo della morte, senza sapere cosa sarebbe potuto accaderle.
Nico si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla, lo fissò con determinazione e senza battere ciglio parlò sicuro –La proteggo io Percy, ci penso io a loro.
Percy non poté non aggrapparsi a quella flebile speranza, gli strinse il braccio che aveva alzato –Promettilo! – Quasi urlò con disperazione.
-Lo giuro sullo Stige.
Percy sembrò rilassarsi leggermente, giurare qualcosa sullo Stige era davvero importante per loro, poi si avvicinò ad Annabeth, si inginocchiò di fronte al suo viso e prese quest’ultimo tra le mani.
-Tornerò da te, resisti- le sussurrò prima di baciarla dolcemente.
-Non… morire…- biascicò lei, stringendogli leggermente la mano.
Lui fece un sorriso quasi spavaldo –Non ne ho nessuna intenzione.
Poi i quattro ragazzi corsero via.
Tra loro tre scese il silenzio, interrotto solo dagli affanni della ragazza e dai movimenti precisi del biondo.
Nico era armato, non si allontanava per più di un metro da loro, aveva tutte le intenzioni di rispettare la promessa appena fatta, anche a costo della sua stessa vita.
Quando spuntarono Nico non sparò subito, perché quelli erano in tre, mentre di loro lui era l’unico armato in quel momento.
Quindi si mise semplicemente in posizione di difesa, a scudo degli altri.
Ma Ottaviano non gli diede molto tempo per progettare un piano.
Fece un sorriso sadico vedendolo, infondo ce l’aveva ancora con lui per quando gli era stato sottratto da sotto il naso.
-Guarda chi c’è! Che coincidenza, a noi servono proprio degli ostaggi. Ma tre sono un po’ troppi.
E prima che uno qualsiasi di loro potesse recepire le sue parole o fare una qualsiasi mossa, lui alzò la pistola e sparò.
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Uhm... avevo già accennato al mio sadismo, vero?
Bè, che altro dire oltre questo? C'è tutta la Percabeth di cui sentivate la mancanza.
Come promesso poi ho spiegato tutto quello che è successo praticamente in contemporanea con il capitolo scorso, con l'aggiunta della parte finale certo.
Spero inoltre che abbiate colto la citazione. Nello "scontro finale" Annabeth viene ferita al braccio e Will la cura, è la prima comparsa del nostro bel biondino ma nessuno lo ricorda mai, quindi io ho voluto fare questa specie di citazione. Ecco perchè fra tutti ho ferito proprio la mia sorellina da parte divina.
E spero anche che abbiate notato che questo capitolo è molto più lungo di tutti gli altri!
Buon Ferragosto! Deh
  
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