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Autore: janerizzoli    14/08/2016    3 recensioni
Jane e Maura non sanno quello che hanno fino al giorno in cui qualcuno non entra nelle loro vite e le costringe a capire quello che davvero vogliono.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Jane Rizzoli, Maura Isles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~CAPITOLO 10

Maura era seduta da più di un'ora su gli scalini di una casa al 234 di Clarecon Street, aspettava il rientro della proprietaria, non sapeva perché era li, solo le sue gambe l'avevano portata a quell'indirizzo, l'aria era fresca e tirava un leggerissimo vento, che cullava i suoi pensieri, quando una voce la riportò alla realtà.

“ Ciao, bella dottoressa che ci fai qui?”

Alex era appena tornata da una corsetta per le vie di Boston, Maura rimase immobile alla vita della ragazza, al suo fisico atletico e scolpito, i pantaloncini, lunghi fino al ginocchio, evidenziavano le sue fasce muscolari, la canotta, invece faceva risaltare il suo seno proporzionato e il ventre completamente piatto, ripresasi dallo “ Shock” iniziale rispose.

“ Ti aspettavo”

Alex le si avvicinò e le porse la mano per aiutarla ad alzarsi.

“ E' molto che aspetti?”

“ Un oretta”

“ Mi spiace, se mi avessi chiamata non sarei uscita”

“ Non ti preoccupare, non sapevo neanche io che sarei venuta qui”

Solo in quel momento si accorse che Alex le teneva ancora la mano, che tirò via con un movimento un po più brusco di quello che voleva.

“ Lo sai hai davvero delle bellissime ossa lunghe, non che dei quadricipiti molto sviluppati”

Ancora una volta il nervosismo prese il sopravvento, Alex lo notò e rispose sorridendo.

“ Grazie, vuoi salire da me, ti offro un caffè, per scusarmi di averti fatto aspettare al freddo”

“ Si, grazie, sei molto gentile”

Rispose Maura mentre Alex apriva il grande portone e si scostava per lasciar entrare la bionda.

“ Prego prima le signore”

Disse inchinandosi davanti a lei.

“ Ma che galante, allora le buone maniere non sono morte”

“ Mi hanno educata bene”

Le due entrarono e la porta si richiuse alle loro spalle.

“ Il mio appartamento è al quarto piano, io di solito faccio le scale ma non credo che con quelle scarpe tu possa fare quattro piani a piedi”

Maura si guardò i piedi e le sue Jimmy Choo, tacco 12.

“ Prendiamo l'ascensore”

Le porte si chiusero e l'ascensore partì, ma arrivato tra il primo e secondo piano, improvvisamente la luce andò via, bloccando la cabina e facendo rimanere le due al buio.

“ Perfetto ci mancava anche questo, ora ci tocca aspettare, ultimamente in questa zona ci sono stati molti black out, pare ci sia un mal funzionamento della centralina di quartiere”

“ Ci vorrà molto?”

Quella situazione rendeva Maura alquanto nervosa.

“ Di solito torna entro una mezz'ora, comunque stai tranquilla ci sono io qui con te”

“ Oh, io sono tranquillissima, statisticamente solo 9 ascensori su 100.000 hanno una discesa rapida dovuta ad un mal funzionamento...”

Alex che aveva intuito dalla voce della bionda il suo stato d'animo cercò di rassicurarla.

“ Lo so e poi siamo solo tra il primo e il secondo piano, quindi circa 3-4 metri da terra anche se l'ascensore cadesse, cosa che non farà, sai che V=gt  se V=150 km/h cioè = a 41,6 m/s  e  t=( v/g) 4,24  circa 4 secondi di caduta libera e se S (spazio) = ½ gt* = 9,8* (4,2*2) = 86,4 m se tra noi e il suolo ci sono solo 3-4 metri, calcolando la velocità e il peso, se proprio ci va male, possiamo al massimo romperci le gambe”

Maura ascoltava quella voce nella semi oscurità, la scienza l'aveva sempre tranquillizzata, il sapere che le cose hanno un preciso ordine di funzionamento la faceva sentire al sicuro, e quella spiegazione così scientifica era stata come un paracadute in quel momento, che l'aveva distratta dalla situazione in cui si trovava.

“ Ma conosci anche le leggi della Fisica? Non smetterai mai di stupirmi”

“ Adoro leggere, leggo di tutto, adoro conoscere il funzionamento delle cose, il perché esistono, il perché ad ogni azione corrisponde una reazione, la conoscenza è la più grande conquista dell'umanità e più sai meno hai paura, credo che se il mondo iniziasse a voler conoscere e comprendere ciò che è diverso e che gli fa paura, invece di distruggerlo, forse ci sarebbero meno morti inutili; la paura è figlia dell'ignoranza, e quando l'uomo ha paura di qualcosa lo distrugge”

Maura ancora una volta era rimasta di sasso davanti a quella ragazza, che nonostante fosse così giovane portava con se tutta quella saggezza.

“ Sono parole molto belle”

“ Grazie, e parlando di conoscenza vorrei proprio sapere chi è quel genio che ha spento il riscaldamento”

Disse ridendo Alex, in effetti insieme alla luce si era bloccato anche il sistema di riscaldamento.

“ Ora mi ci vorrebbe proprio quel caffè per riscaldarmi”

Commentò Maura.

“ Be, ci sono molti altri modi per tenerci al caldo”

La voce di Alex era cambiata, risuonò nelle sue orecchie, insieme al battito del suo cuore, ma non ci fu il tempo di dire o fare altro perché la luce tornò, l'ascensore ripartì e le portò al loro piano, le porte si aprirono e le due scesero, arrivate davanti alla porta Alex l'aprì e come poco prima fece entrare per prima Maura.

“ Prego, accomodati, ti dispiace se prima di prepararti il caffè mi faccio una doccia veloce?”

“ Certo, sei stata troppo tempo ferma, e al freddo rischi di prenderti un malanno”

“ Grazie, faccio in un attimo, tu fai come se fossi a casa tua”

La ragazza sparì dietro una porta, e Maura iniziò a guardarsi intorno, l'appartamento non era molto spazioso, ma per una persona sola era più che confortevole, l'arredamento era al quanto minimalista, giusto l'essenziale, l'unica cosa che abbondava erano le foto, erano ovunque, Maura si avvicinò ad alcune di esse, erano tutte foto di famiglia, nella bambina riconobbe i lineamenti di Alex, una la ritraeva appena nata in braccio a quelli che dovevano essere i suoi genitori, anche se un po avanti con l'età, poi il primo giorno di scuola, da adolescente e la laurea poi tutto ad un tratto l'uomo non c'era più in nessuna foto, solo Alex e la madre.
Ne prese una in mano.

“ Chissà cosa gli è successo?”

Pensò ad alta voce.

“ E' morto”

Maura si voltò di scatto.

“ Scusa non volevo essere invadente”

“ Non ti preoccupare, ti ho detto io di fare come a casa tua”

“ Sono i tuoi genitori?”

Alex annuì, prendendo in mano la foto.

“ Lei è mia madre, si chiama Maria, vive a Firenze, ci sentiamo tutti i giorni, lui invece...”

Disse indicando un'altra foto.

“ E' mio padre, Antonio, purtroppo è venuto a mancare, qualche anno fa”

“ Sembrate molto felici”

“ Lo eravamo, lo eravamo davvero, eravamo felici e non lo sapevamo, poi un giorno uscì di casa, ci disse “torno presto”, ma non è più tornato, era andato in una gioielleria per prendere il  regalo per il mio compleanno, insieme a lui, nel negozio, c'era anche una madre e la sua bambina di pochi mesi, entrò un rapinatore che prese in ostaggio la bambina, lui cercò di reagire e nella colluttazione partirono dei colpi, il rapinatore rimase ferito, ma mio padre non ebbe scampo, quel giorno compresi il significato della frase di Alice nel Paese delle Meraviglie, quella che dice : Per quanto tempo è per sempre? Avvolte solo un secondo”

“ Mi spiace tanto”

“ E' passato, lui era fatto così, odiava l' ingiustizie, mi diceva sempre “ Il principale scopo nella vita è aiutare gli altri, e se proprio non puoi aiutarli almeno non ferirli”, Maura ricorda sempre, quando sei felice facci caso, fermati e guarda chi è con te, e vedrai chi veramente ti rende felice”

“ Non lo conoscevo, ma credo proprio che tu gli assomigli tanto”

“ Dai adesso basta, ci siamo depresse anche troppo....caffè?”

“ Si, grazie”

“ Espresso all'italiana, spero che ti piaccia, come ti ho già detto il caffè americano non mi entusiasma per niente”

“ Adoro l'espresso”

Le due si diressero in cucina.

“ Oh, anche tu hai una Pavoni?”

“ Si, secondo me è la migliore”

“ Si, fa un buon caffè”

“ Questa è una miscela speciale, certo non è il Bontadi Indonesia Kopi Luwak, ma è buono lo stesso”

“ Conosci proprio tutto, in pochi sanno della sua esistenza e ancora meno si ricordano il nome, anche perché quando dici che le sue drupe assumono quel sapore per via del fatto che vengono ingerite dal Luwak così da arricchirsi di enzimi zuccherini e che poi vengono raccolte dalle sue ...”

Maura si fermò.

“ Scusa, parlo troppo lo so, Jane odia quando parlo a vanvera di cose inutili”

“ Non dici mai cose inutili, e poi a me piace molto sentirti parlare”

Dicendo questo le porse la sua tazzina di caffè.

“ Vogliamo accomodarci sul divano?”

Maura prese la tazzina e annuì, Alex le fece strada fino al divano dove si accomodarono, prendendo entrambe un sorso di caffè.

“ Allora come va il caso?”

“ Il caso? A si, sono passata proprio per dirti questo, sai avevi ragione, è stato il marito”

“ E' quasi sempre qualcuno vicino a noi, qualcuno da cui non pensiamo di doverci difendere, e come mai? Ha dato una spiegazione?”

“ Voleva essere libero, non avere più obblighi verso nessuno, così li ha uccisi tutti”

Maura scosse il capo.

“ E' triste, la famiglia non dovrebbe essere un obbligo, dovrebbe essere la luce che ti fa andare avanti”

“ Ha detto che lui e sua moglie stavano insieme dal liceo, e che si è ritrovato marito e padre senza rendersene conto”

“ Tutte balle, se non vuoi fare una cosa non la fai, è colpa della società che ci mette in testa come dobbiamo essere, non devi fare una cosa se non sei pronto per farla, solo perché hai l'età per farla”

Maura annuì, anche questa volta Alex si era mostrata più matura dei suoi anni.

“ E poi i bambini, nessuno dovrebbe mai osare mettere le mani sui bambini, soprattutto la famiglia, la famiglia ti dovrebbe proteggere...e invece, se un giorno avrò mai dei figli, gli proteggerò fino alla morte”

“ Alex? Posso farti una domanda?”

“ Certo”

“ Tu uccideresti un' altro essere umano?”

La domanda spiazzò Alex per un attimo, che per poco non soffocò con il sorso di caffè che aveva preso.

“ Wow! Accidenti che domanda”

“ Per favore rispondimi”

Alex tornò seria, ci pensò per un attimo, poi disse.

“ Non credo ci sia una risposta certa, non sai di cosa sei capace fino a che non ti ci trovi davanti, ma, si! Credo che per qualcosa o qualcuno di veramente importante potrei anche uccidere un' altro essere umano...”

Maura fissava negli occhi la ragazza davanti a lei, e così facendo non riuscì a poggiare bene la tazzina sul tavolino che cadde, istintivamente fece per prenderla ma la mano di Alex afferrò la sua, il suo sguardo tornò su di lei.

“...Per te potrei uccidere”

Fu un attimo, le due si guardarono, il tempo si era fermato, le loro bocche si avvicinarono fino a scontrarsi, da prima in modo delicato, poi sempre più intenso, quando finalmente si staccarono per riprendere aria, poggiarono le fronti una su quella dell'altra, dalle labbra di Maura uscì un sussurro flebile quasi impercettibile.

“...Jane...”

 

 

   
 
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