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Autore: Eylis    27/04/2009    3 recensioni
Quando si risvegliò, Thomas era accanto al letto in cui era stata coricata.
“Cos’è successo?” Chiese, con voce impastata. Thomas le rispose con un gran sorriso.
“Beh, piccola, sei caduta ai miei piedi vedendomi e sei svenuta per la troppa emozione!” La faccia corrucciata di Eileen a quelle parole fuori luogo ebbe solo l’effetto di farlo ridere ancora di più, e dovette attendere qualche secondo prima di essere di grado di riprendere. “Ti senti meglio, ora? Hai dormito per ore, ormai è tardi…” Gli occhi della ragazza corsero all’orologio, e questa si accorse che Thomas aveva tremendamente ragione. Era ormai sera inoltrata, e lei non aveva avvisato casa! Si rialzò di scatto sul letto, i suoi genitori dovevano essere preoccupatissimi! Doveva assolutamente chiamarli!
[...]

Dopo aver svelato con dolore il proprio amore alla sua migliore amica Eileen fugge da ogni ricordo e da una vita che ormai la fa soffrire enormemente. Arrivata in una nuova città incontrerà una persona molto speciale che saprà aprirle nuovamente il cuore, lavare le sue ferite e soprattutto farle scoprire un mondo nuovo e splendido...
Attenzione: questa storia era già stata pubblicata, ma dato che aveva bisogno di una rilettura la sto pubblicando di nuovo (modificando la versione già presente così da non dover cancellare chi mi aveva già recensita). Le differenze sono un maggior approfondimento della trama e soprattutto dei sentimenti delle protagoniste, una stesura a capitoli ed una visualizzazione decisamente meno pesante. Spero apprezzerete questa rilettura!
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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13. Piano piano...

Non appena riuscì a liberarsi Sylvie la guardò per la prima volta dopo tanto tempo con quei suoi occhi chiari tanto profondi, ed Eileen vide la rabbia. Lo schiaffo arrivò improvviso ed inaspettato, lasciandola incapace di portarsi la mano alla guancia lesa.
Poi Sylvie prese a piangere, come mai Eileen l’aveva vista fare, raggomitolata su sé stessa in preda ad un tremore incontrollabile mentre i singhiozzi scuotevano il suo corpo intero. Eileen allora salì per la prima volta sul letto, si sedette dietro di lei e l’abbracciò piano cullandola tra le sue braccia e carezzandole i lunghi capelli. La ragazza allora si lasciò fare, ed anzi si accoccolò nelle sue braccia nascondendo il viso nella maglia dell’amica.

Era tardi quando si calmò, ormai Eileen era in ritardo, lo sapeva bene perché aveva visto la notte calare dalla finestra mentre instancabile continuava a carezzare quei capelli biondi che le parevano perfetti quanto la loro proprietaria. Poco dopo infatti sentì il telefono squillare al piano di sotto, e dalle poche parole che riuscì a percepire dalla forte voce di Thomas capì che la madre doveva aver chiamato a chiedere sue notizie. Si preparò all’entrata in scena del ragazzo o della madre, ma fortunatamente nessuno salì a disturbarle. Ne fu sollevata, perché non avrebbe saputo come giustificare lo stato di Sylvie ed il modo in cui la stava tenendo stretta a sé, così piena di quella dolcezza che troppo a lungo aveva dovuto soffocare. In effetti, anche se Eileen non lo sapeva Thomas avrebbe voluto andare ad avvisarla, ma Marta gliel’aveva impedito dicendogli di lasciare le due ragazze in pace poiché dovevano risolvere un loro problema.
Finalmente Sylvie smise di piangere, respirando lievemente, ed Eileen la sciolse dall’abbraccio. La ragazza si girò, lentamente, e le carezzò la guancia dove prima l’aveva schiaffeggiata. Eileen lesse nel suo sguardo un moto di scusa, e le sorrise timidamente chiedendole perdono a sua volta in silenzio. Non erano necessarie le parole fra loro, la loro anima ormai era così vicina da potersi capire anche attraverso i gesti, gli sguardi. Poi Sylvie la circondò con le braccia. I loro visi si avvicinarono, lentamente, e le loro labbra si unirono in un dolce bacio.
Dopo qualche attimo però Eileen fu costretta a sciogliersi da quel sogno, doveva davvero andare, o sua madre si sarebbe arrabbiata molto con lei. Così con un ultimo bacio leggero scese dal letto e si avvicinò alla porta. Sylvie però le corse appresso, abbracciandola ancora come se ne avesse estremo bisogno, poi le prese una mano per impedire che aprisse la porta.
“Torni domani?” Eileen annuì, piena di gioia.
“Certo. Ormai dovresti averlo capito che non sono capace di stare lontana da qui… da te.” Se ne andò mentre Sylvie la spiava dalla porta tenuta accostata.

Arrivata a casa, con un enorme sorriso interiore, Eileen si scusò con la madre per il ritardo dicendo d’aver perso di vista l’orologio, poi mangiarono parlando di vari argomenti com’erano solite fare. Quella sera però la ragazza ebbe una piacevole notizia.
“Oggi ho sentito tuo padre, è riuscito a chiamarmi finalmente. Mi ha detto che torna settimana prossima!” Eileen lasciò quasi cadere la forchetta dalla sorpresa.
“Davvero? Ma non doveva tornare fra un mese?”
“Già, ma il lavoro che doveva svolgere è andato più veloce del previsto, così ha ottenuto il permesso di tornare in anticipo!”
“Evvai, ma è una bellissima notizia!” Si alzò e corse ad abbracciare la madre. Non poteva credere alla fortuna che aveva avuto quel giorno, erano appena successe due cose splendide!
“Pensavo di preparargli una piccola festa di bentornato, sarà un’occasione anche per incontrare le persone che ancora non conosciamo bene. Ormai siamo qui da un po’, ma a volte manca davvero il tempo per queste cose…”
“Oh sì, sarebbe davvero bello! Allora invitiamo tutti? E facciamo una grigliata, magari?” La madre le sorrise di fronte a quell’entusiasmo.
“Sì, penso sia una buona idea. Ovviamente tu dovrai darmi una mano!”
“Certo, certo! Però devi promettermi che inviterai anche Sylvie e la sua famiglia!” La donna rise, e sotto la scherzosa minaccia della figlia che le puntava la forchetta giurò solennemente che Marta e i suoi figli sarebbero stati invitati alla festa. Del resto li aveva già messi in cima alla lista degli invitati che aveva già iniziato a fare.
Finirono di cenare, ed in quel momento suonò il telefono. La madre stava per rispondere, ma Eileen la fermò, come già sapendo chi fosse a chiamare. Ed infatti era lei. Ma questa volta Eileen era pronta, e soprattutto non era disposta a lasciarsi attaccare ancora una volta. Prima che potesse pronunciare una sola cattiva parola la fermò.
“Sara, se mi chiami ancora una volta io ti denuncio per molestie. Non ho paura di te.” Poi appese. Voltandosi si accorse che la madre la guardava allibita per quanto aveva appena sentito.
“Non preoccuparti, mamma.”
“Ma è successo qualcosa?” Eileen sospirò, trovando finalmente il coraggio di parlarle dei problemi che l’aveva tormentata nella vecchia città.
“Sara… è a causa sua che è successo… quello. Lei… mi tormentava, a scuola, dicendo che ero una persona pericolosa. Mi ha rivoltato contro tutta la scuola e io… io non ho più saputo cosa fare. Scusami se non ti ho mai detto niente…” Ancora incredula allora la madre si alzò a sua volta da tavola, raggiunse la figlia e la abbracciò con forza. Per la prima volta da molto tempo sentiva che finalmente si erano riavvicinate realmente. “Ti prego mamma… se dovesse richiamare non ascoltarla, appendi e basta.”
“Ma certo tesoro… Non preoccuparti, non ti succederà più nulla di male, te lo prometto!” Eileen finalmente si sentì in pace, e nonostante la madre ancora non fosse a conoscenza de suo segreto seppe che presto sarebbe stata in grado di rivelarglielo. Quanto a Sara, dopo quella telefonata non si fece mai più sentire, ed Eileen non pensò più a lei.

  
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