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Autore: Pimpi95    15/08/2016    0 recensioni
Naruto, seduto in riva al mare, si trovava di fronte ad uno spettacolo che spesso contemplava. Ogni volta che cercava una risposta, il tramonto era lì che lo fissava. Quei colori caldi, il rosso e l'arancione in particolare, li sentiva bene sulla sua pelle, quasi a confortarlo dolcemente. Il ragazzo si rese conto, solo allora, della somiglianza che c'era tra Gaara, Temari, Kankuro e quel gioco di luci che il sole regalava ogni giorno. Erano uguali. Il tramonto, che si manifesta per poco tempo, per quanto si possa tentare di raggiungerlo o toccarlo è impossibile; così come Gaara e i suoi fratelli. Li vedeva raramente, ma soprattutto erano irraggiungibili. Pur continuando a camminare speditamente, Naruto si accorgeva di restare sempre indietro, mentre i tre avanzavano oltre le sue possibilità. Tutte le volte che lui provava a raggiungerli, questi si allontanavano. Proprio come il sole che, al calare delle tenebre, scompare.
Ho cambiato la presentazione perché quella precedente era provvisoria, comunque questa parte della storia accadrà molto più in là nei capitoli. Spero di avervi incuriosito :).
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sabaku no Gaara, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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CAPITOLO 1 Legami -

Erano trascorsi sei mesi dalla quarta guerra mondiale ninja; nuovi cambiamenti, nuove alleanze, ma soprattutto nuove amicizie e nuovi legami. Fino a quando tutto ciò sarebbe durato? Le cinque grandi terre del Vento, del Fuoco, del Fulmine, della Terra e dell'Acqua che erano sempre in conflitto tra loro, grazie ad un nemico in comune si allearono per poterlo sconfiggere. Tuttavia la guerra aveva sacrificato molte vite e queste pesavano ogni giorno.
Sarà sempre necessario lottare e morire per avere la pace nel mondo? Qualunque domanda si facevano, gli shinobi erano guerrieri e il loro scopo era proteggere la gente comune, debole, senza lamentarsi o chiedersi il perché di tanta violenza. Dove c’è il potere; dove c’è una gerarchia, il rischio di essere coinvolti in uno scontro era inevitabile da sempre.
Il villaggio della Foglia era silenzioso, molti team erano partiti per varie missioni; l’unico che aspettava una missione era Naruto, in cerca di lavori adatti a lui, attendeva la proposta del quinto Hokage. Tsunade, ancora in carica, sperava di andare in pensione in fretta, soprattutto perché odiava litigare di prima mattina con il ninja biondo per scegliere una stupida missione.
- Non ho una missione difficile come la vuoi tu. Dovresti cercare di accontentarti ogni tanto. – disse gentilmente Tsunade.
- No, non posso accontentarmi. Ho bisogno di rendermi utile per qualcosa di grande! Insomma, io ho ribaltato le sorti della guerra e sono fortissimo. Voglio una missione di livello A o S. –
Shizune stava già tremando all’idea che l’Hokage potesse arrabbiarsi, ma non fu così.
- Va bene, ho una missione perfetta che fa al caso tuo, ma non sarai solo. –
- Cosa? Perché, posso farcela benissimo da solo. –
- Non è questo. Vuoi diventare Hokage, giusto? Allora ti affiderò una missione diplomatica che stanno affrontando Gaara, Temari e Kankuro. –
- Aspetta, fammi capire. Perché dovrei collaborare con loro? Sono in grado di gestire qualunque situazione. –
- Davvero? –
Naruto si sentì ferito, ma in fondo sapeva che aveva ragione – Non proprio, ma perché con quei tre…-
- Non parlare così! Stai parlando del quinto Kazekage in ogni caso. Dovresti essere più rispettoso. Inoltre ti servirà per aggiustare i rapporti che hai con quei tre. Gli avevo chiesto di avvertirmi in caso avessero intrapreso un viaggio di questo tipo, così da mandare te a dare una mano e chiarire le incomprensioni tra voi. Insomma era già deciso. –
Naruto cercò di trattenersi per non esplodere dalla rabbia. Tsunade gli aveva teso una trappola, ma Shizune gli faceva segno di evitare scontri perciò si limitò a dire - Non credo di potercela fare. – sperando di impietosirla.
- Invece si. Parteciperai a questa missione che ti piaccia o no! Non hai litigato con un amico del tuo villaggio, ma con il Kazekage e i suoi fratelli. Ti rendi conto che potrebbe scoppiare un’altra guerra! –
- Beh, considerando il loro lato combattivo, forse. – ammise il ragazzo.
- Non fare dell’ironia in certe situazioni. Devi sistemare questa faccenda, chiaro? – chiese categoricamente Tsunade con uno sguardo che inceneriva.
- S-si, ma solo perché mi hai convinto tu. –
- Sei davvero incorreggibile! – disse seccata l’Hokage - Allora, ti dovrai incontrare con la loro allieva Matsuri all’ingresso del paese del Vento. E vedi di essere cortese! –
Naruto si trascinò fuori dalla stanza del quinto Hokage con svogliatezza. Non credeva di rivedere così presto i tre fratelli del deserto. Non ne aveva nessuna voglia, anche se quel lavoro poteva essere una svolta alla sua vita. Il fatto di essere ancora un genin, poi, peggiorava il suo stato d’animo e le selezioni di chunin erano lontane anni luce perché i danni e le perdite della guerra si sentivano ancora freschi. Avevano seppellito tante persone, tanti nomi e lui se li marchiava nella memoria ogni volta che faceva visita nei luoghi di sepoltura. Un po’ si sentiva colpevole per non essere riuscito a salvare tutti e si tormentava ancora per avere un potere grande, ma di non poter aiutare ogni singolo individuo.
La mente di Naruto lo riportò indietro nel tempo, al giorno in cui la guerra terminò con la vittoria dei cinque grandi paesi ninja.
Qualche giorno dopo lo scontro con Sasuke, finale, i cinque Kage si erano riuniti per discutere delle conseguenze dei quella guerra. Sasuke però era un tasto dolente, soprattutto agli occhi dei Kage che lo vedevano ancora come un criminale che ha collaborato con Orochimaru e l’Akatsuki. Naruto aveva partecipato al meeting per dare supporto a Sasuke e si meravigliò della conversazione tra Gaara e il suo amico Uchiha.
Quando venne data la parola al quinto Kazekage lui parlò per se stesso – Sasuke, sono contento che tu sia tornato al tuo villaggio e abbia cambiato il tuo modo di pensare, ma ritieni di essere davvero cambiato? Avevi abbracciato l’oscurità, l’ultima volta che ci siamo affrontati e i tuoi occhi non mentivano. Eri felice di quel potere oscuro. –
- Ha parlato colui che ha ucciso tante persone per puro scopo personale. Anche tu sei davvero cambiato? Perché avevi ceduto anche tu all’oscurità. –
- Non stiamo parlando di me, adesso. Voglio solo capire se su di te ci si può contare. Sono felice che Naruto abbia ritrovato il suo vecchio amico, ma parlando come Kazekage non ti lascerò entrare nel mio villaggio. Potresti essere un pericolo e non posso permettere passi falsi. –
Tutti i presenti compreso Naruto furono spiazzati da quelle dure parole.
Lo sguardo freddo e impenetrabile di Gaara si sfidava con quello forte e oscuro di Sasuke, sembrava un combattimento invisibile, ma era perfettamente evidente da parte di Naruto.
- Che ti è preso? Perché lo hai screditato davanti a tutti! Potevi essere più gentile. – s’irritò il biondo nel parlare con Gaara, uscito dalla stanza del meeting.
- Ho solo detto quello che dovevo dire. Come Kazekage ho dei doveri. –
- E come amico invece? La pensi allo stesso modo? – gli propose ancora domande.
- Come amico? – rifletté qualche secondo – Si, penso di si. Non riesco a fidarmi di Sasuke come fai tu. –
Naruto trattenne il pugno che voleva dare a Gaara, proprio sulla faccia, per fargli cambiare idea. La sua testardaggine fu raggiunta anche da Tsunade.
- Adesso basta, Naruto. Il Kazekage si è già espresso. Devi rispettare la sua decisione come kazekage del villaggio della sabbia. – fece capire il quinto Hokage.
Gaara sapeva di aver alzato una barriera con Naruto in quel momento, aver parlato male del suo migliore amico lo aveva ferito e il rosso non poteva aggiustare le cose. Il suo carattere gli imponeva di essere duro nelle sue decisioni. Sperava che Naruto lo capisse, ma non poteva aspettarsi molto. In fondo lui stesso si vergognava di avere un passato oscuro alle spalle e doveva conviverci ogni giorno. Con Naruto poi era difficile, perché lui era la luce in persona e vedeva il buono in tutti, però si domandava se anche nei suoi confronti poteva davvero comprendere il suo lato freddo che era rimasto ancora parte di se stesso.
Gaara posò gli occhi verdi, con una punta di indifferenza, sull’asfalto di neve sotto ai suoi piedi e poi comandò a Temari e Kankuro di seguirlo per tornare a casa loro.
Si muovevano in fretta tra gli strati innevati e sugli alberi coperti di neve i tre fratelli, ma Temari notò subito uno sbalzo di vento e la presenza inconfondibile di Naruto che li stava seguendo. Il biondo costrinse Gaara e gli altri due a fermarsi. Senza dire neanche una parola Gaara e Naruto si lanciavano sguardi di incomprensione.
- Non mi convincerai del contrario, sul tuo amico. – disse a un tratto Gaara.
- Non sono qui per convincerti di nulla. Voglio solo darti qualcosa per credere che ti puoi fidare di lui. –
Il rosso lo guardò assente, non sapeva cosa aspettarsi da Naruto. Era sempre così imprevedibile che non sapeva mai come gestire al meglio le conversazioni con lui.
- Devi solo fidarti di me. Puoi farlo giusto? Ti dimostrerò che è un ottimo shinobi. – disse fiero.
Gaara si sorprese; anche Temari e Kankuro rimasero ad ascoltarlo, ma certamente non avevano lo stesso legame che aveva il fratello con Naruto. Se fosse stato per loro Sasuke sarebbe morto il giorno del primo meeting con i cinque kage.
Il rosso aveva una speranza in più, Naruto aveva già cambiato il suo modo di pensare così crebbe nella possibilità che anche Sasuke sarebbe diventato un uomo migliore avendo accanto uno come Uzumaki Naruto.
- Mi fido già di te, Naruto, ma voglio farti una domanda sincera. Se mi dovesse capitare in futuro di uccidere Sasuke perché potrebbe prendere nuovamente la strada sbagliata, tu mi perdoneresti? –
Naruto rimase senza fiato, senza parole a quella strana domanda. Il suo cervello si spense all’istante incapace di dare una sensata e sincera risposta. Temari e Kankuro, però, videro il fratello allontanarsi prima di conoscere la risposta e lo seguirono senza fiatare.
Naruto si stava dirigendo al luogo d’incontro con Matsuri, l’allieva di Gaara, con quella domanda nella testa a tenergli compagnia per tutto il tragitto finché vide una mano agitarsi in aria. Aveva raggiunto finalmente la ragazza che doveva portarlo dai tre fratelli. Aveva timore di rivederli, non sapeva che dire a Gaara né tanto meno aveva una risposta a quella fatidica domanda.

- Lo sai che parteciperà anche Naruto a questa missione? – chiese Temari a Gaara ormai fuori dal paese del Vento.
- Si, mi sono informato su tutto. – disse incurante della sottile frecciatina che sua sorella gli aveva lanciato, riguardo colui che considerava il suo migliore amico.
Kankuro rivolse uno sguardo a Temari che le diceva di lasciar perdere. La sorella maggiore però decise di non mollare – Mi dici perché quella volta non hai aspettato quello che aveva da dire Naruto? –
- Lascialo stare, Temari. Non credo che ti dirà qualcosa. – disse Kankuro che cercava di far capire a sua sorella che era tutto tempo sprecato.
I tre avevano fatto una pausa a mangiare in un posto davvero affollato, ma carino. Quello sarebbe stato il luogo di incontro tra loro e Naruto scortato da Matsuri.
Gaara stava ascoltando tutto quello che dicevano i suoi fratelli più grandi. Diede un morso al panino che aveva ordinato e poi rispose alla seconda domanda di Temari – Avevo paura di quello che poteva rispondermi. Per questo sono andato via. Ho fatto male? – cercava l’appoggio dei due che si erano fermati ad ascoltarlo.
Temari scelse le parole più giuste - Penso che se in quel momento sentivi di andare via, allora hai fatto bene. Certe volte è meglio non conoscere alcune risposte che ci possono ferire. –
Sua sorella aveva colto bene lo stato d’animo di Gaara, ma lui si sentiva comunque male per aver lasciato senza parole Naruto e ora che doveva rivederlo non se la sentiva al cento per cento. Non avrebbe dovuto accomodare la decisione del quinto Hokage, ma cosa poteva fare? Evitarlo per sempre?
- Forse non avrei dovuto mai fargli quella domanda. Era sconveniente persino per me e non l’ho capito subito. – disse poi il rosso.
- Non devi sentirti in colpa per aver espresso una tua decisione. Quello che invece ha sbagliato è Naruto perché voleva convincerti a tutti i costi di sperare in qualcuno che fino a poco tempo fa era ricercato e pericoloso. – cercò di tirargli su il morale, Kankuro.
I tre finirono di pranzare perché a momenti sarebbero arrivati Matsuri e Naruto solo che un ninja molto agile e fastidiosamente forte rovinò quella giornata.
Gaara attaccò subito con delle ampie scie di sabbia per intrappolare il nemico. Quest’ultimo però riusciva a schivare ogni mossa del rosso. La sua velocità era il doppio di quella di Gaara, Temari e Kankuro. Temari sferrò dieci colpi uno dopo l’altro con raffiche di vento che tagliavano ogni cosa. Il locale era ormai in pezzi e le persone andavano via senza pensarci due volte.
Kankuro cercò di bloccare il nemico con i fili invisibili di chakra, ma un altro shinobi mascherato lo immobilizzò. Il ragazzo non riusciva più a muovere nessun muscolo, era inutile anche agitare le dite. Non poteva muoversi.
Temari corse da lui, ma un altro nemico spuntò dal nulla circondando la ragazza con le fiamme. Gaara voleva fare qualcosa per i suoi fratelli che intanto non mollavano di combattere, ma urlavano di dolore. Il rosso notò che erano dei ninja particolari, non utilizzavano tecniche di chakra, ma facevano uso di carte che sprigionavano dei poteri forti.
- Funerale del deserto! – usò la sua tecnica finale Gaara, cercando di mettere fuori gioco il suo avversario, tuttavia quest’ultimo sparì. Ricomparve solo dieci secondi dopo e anche il rosso fu imprigionato dalle fiamme. La sabbia cercava di proteggerlo, ma il fuoco sembrava bruciare più velocemente del previsto. Temari usava le tecniche di vento più forti che aveva, ma le fiamme si ingigantivano di più.
Kankuro ricorse alla tecnica dello scambio della marionetta e riuscì a liberarsi; Temari sferrò due potenti raffiche di vento grazie alla sua evocazione della donnola spiritello che tagliò le fiamme; Gaara invece fu portato verso l’alto da una nuvola di sabbia che lo circondava dalla testa ai piedi per difendersi dal fuoco e per volare.
I tre si liberarono con difficoltà, ma erano pronti per l’attacco finale. I tre ninja nemici, non sembravano affatto preoccupati, avevano delle maschere per non farsi riconoscere, ma i fratelli riuscivano comunque a percepire il loro spirito combattivo per nulla provato. Infatti sprigionarono un potere incredibile da almeno un centinaio di carte speciali. Potenti e veloci fulmini colpirono Gaara, Temari e Kankuro facendoli accasciare al suolo violentemente.
Il rosso vide i suoi fratelli svenuti per l’attacco e prima di perdere i sensi anche lui tentò di attaccare i nemici con una raffica di palline sabbia con scarsi risultati perché la vista annebbiata gli impediva di colpire perfettamente i bersagli.
Matsuri e Naruto arrivarono quando ormai i banditi erano già scomparsi e avevano lasciato in fin di vita i tre ninja della sabbia.
Naruto aveva una faccia sconvolta nel guardare i disastri del locale. Aveva capito che era avvenuto un combattimento all’ultimo sangue. Vide i tre immobili per terra e il primo istinto fu di correre verso Gaara per fargli recuperare i sensi.
Matsuri era terrorizzata. Era accaduto lo scenario che temeva più di tutto: i fratelli del deserto sconfitti, avevano perso molto sangue, evidente dalle chiazze rosso scuro formatesi vicino a loro. Si avvicinò al corpo di Temari poi fece lo stesso per Kankuro. All’inizio le sembrava che il cuore battesse poco, ma in realtà era inesistente. Per i fratelli di Gaara non si poteva fare nulla, erano già andati via.
Il volto di Matsuri si fece più triste. Andò vicino a Naruto che stava tentando di rinsavire il rosso, ma più gridava più si disperava perché credeva il peggio.
- Matsuri, aiutami! Gaara non si muove, non mi risponde! Come stanno gli altri due? –
La ragazza era davanti a lui e lo sentiva agitarsi, urlare. Sentiva Naruto che la spronava a fare qualcosa, ma non poteva in quel momento.
- E’ inutile. – disse soltanto. Controllò il respiro di Gaara e il suo battito inesistente le confermò che non c’era altro da fare.
Naruto la prese per le spalle – Non puoi arrenderti così, aiutami a cercare un ospedale. Magari possono avvisare dei ninja medici! Non dobbiamo perdere la speranza,,,, così, così. Non possiamo! –
Matsuri si stancò di sentirlo gridare e gli mollò uno schiaffo forte e deciso. Naruto ebbe la sensazione che la ragazza gli avesse dato un incentivo a smettere di blaterare e cominciare a piangere perché Matsuri non si limitò a schiaffeggiarlo fortemente, ma gli fece notare la verità che lui non riusciva a vedere con razionalità – Basta! Non possiamo fare nulla per loro. Sono già morti, lo capisci! –
Matsuri era spietata in quelle parole e voleva che fossero dure abbastanza. La ragazza che era diventata, in quella situazione avrebbe pianto, si sarebbe disperata e contorta dal dolore al vedere quel terrore. La facciata di dolce e imbranata ragazzina però era solo una maschera e quella tremenda realtà l’aveva scalfita. Una maschera di incertezze che nascondevano qualcos’altro. Un’altra personalità, fredda e dura. Cercava di non mostrare questo lato di lei a Naruto che aveva il viso sconvolto.
Il biondo cercò di distogliere lo sguardo mentre l’altra copriva, con quello che trovava, i corpi dei tre fratelli. Gli occhi lucidi di Naruto apparivano privi di luce e positività che lui aveva sempre. Si domandava perché lo turbava tanto vedere la loro morte, ma la risposta gli arrivò spontanea. La tristezza e la nostalgia che lui provava nel pensare a come si erano incontrati, prima degli esami chunin. Era passato del tempo, ma quei ricordi erano incancellabili perché Gaara, Temari e Kankuro sono stati per lui i suoi primi nemici più terrificanti. Aveva provato terrore nel guardare i loro incontri e quella loro spietata freddezza; la paura di essere preso di mira da Gaara che in passato odiava chiunque senza un motivo specifico. Poteva sentire ancora quelle sensazioni forti che provava ogni volta che incrociava lo sguardo dei ninja della sabbia, ripensando al passato, ma che col tempo erano cambiati. Con Gaara, specialmente, credeva di aver instaurato un legame di amicizia, ma poteva davvero considerarlo così? Gaara gli aveva detto espressamente che lo vedeva come un amico e forse l’unico vero amico che aveva, ma lui non era sicuro di quello che realmente erano diventati. Amici o rivali? Non aveva ancora chiarito le incomprensioni tra loro e non avrebbe più potuto farlo.
Matsuri guardava uno a uno i corpi freddi dei ninja della sabbia. Sembravano tristi. Nonostante avessero avuto un passato crudele, il presente non era da meno. La loro vita si era spenta lasciando molte cose in sospeso, lo sapeva bene. Matsuri era devastata per non essere riuscita ad arrivare in tempo, per non aver capito che potevano essere in pericolo. Si dava la colpa di tutto eppure era preparata per una tragedia del genere, ma non per la reale possibilità che i fratelli la lasciassero sola. Perché era così che si sentiva senza la loro presenza, i loro discorsi e i consigli che ogni tanto il loro ego le concedevano. Non sembrava davvero pronta per lasciarli andare e Naruto poi la rendeva ancora più insicura e triste.  
Il ragazzo non si capacitava di aver perso la possibilità di litigare ancora con Temari e Kankuro o di instaurare un legame di amicizia con Gaara. Era tutto finito e darsi pace per il dolore che provava nel cuore sembrava l’unica cosa che volesse. In quel momento era deciso a gridare vendetta e fu l’unica volta che credette di cedere a quell’insulso desiderio che non pensava avesse mai potuto provare. Solo allora comprese cosa significava per Sasuke avere vendetta per qualcuno di speciale; e i fratelli erano speciali per lui.
C’era solo una cosa che poteva fare Matsuri. Era tornata lucida dopo aver pensato ad un piano sicuro e fattibile, ma aveva bisogno di un aiuto speciale.
Fece apparire da una mini pergamena un telefono cellulare e fece scorrere, con un dito, un paio di numeri finché non trovò quello che stava cercando.
- Pronto. – disse qualcuno.
Non appena Matsuri sentì quella voce familiare si sentì più confortata, ma le venne l’impulso di scoppiare in lacrime. Doveva contenersi per parlare e spiegare tutto chiaramente, ma non riuscì a trattenersi completamente – Papà, ho bisogno del tuo aiuto. –
L’uomo aveva percepito la voce tremante della figlia e si fece più serio – Cosa è accaduto? Tu stai bene? –
La ragazza lacrimava, ma riuscì a parlare lo stesso – I fratelli sono morti. Devi fare qualcosa, papà, ti scongiuro. – aveva per la testa un solo pensiero, Matsuri: Gaara, Temari e Kankuro non potevano morire. Non doveva accadere.
- Adesso calmati, tesoro. Ci penso io a sistemare le cose. Tu stai tranquilla. – chiuse la telefonata in fretta per evocare qualcuno.
La magia di evocazione che utilizzò il padre di Matsuri era fuori dal comune. Qualcosa di potente.
- So perché mi hai evocato. – disse una voce.
- Perfetto, me lo aspettavo da te. Devi cancellare il presente. Cancella il giorno di oggi, ma fai in modo che sia io che Matsuri ricordiamo quello che è successo. – ordinò il papà di Matsuri.
- Sai bene che è un tipo di tecnica che non potrò usare più in futuro, vero? – lo avvertì quella strana creatura.
- Certo, lo so bene, ma non posso assolutamente lasciare in fin di vita quei ragazzi. Quindi non mi resta altro che questa, unica, possibilità. –
- D’accordo. Procedo subito. – obbedì l’evocazione.
- Solo una cosa, ancora. – fece una breve pausa l’uomo – Era tutto previsto? La loro morte, e questo tuo intervento? – domandò con speranza.
La creatura che era stata evocata con successo fece un sorriso – Si, per ora è andato tutto come previsto. – poi scomparve. Matsuri fu avvisata da suo padre del successo che aveva ottenuto. Infine sia lei che Naruto e tutto ciò che li circondava brillarono come inondati dalla luce accecante del sole.



ANGOLO AUTRICE: Questo primo capitolo non so come mi è uscito. Volevo dare un impatto drammatico e spero di esserci riuscita. La versione originale che volevo dare era di un incendio al villaggio della sabbia e quindi far morire i tre fratelli in quel modo, ma poi ho cambiato per vari motivi. Immagino abbiate notato il cambiamento di Matsuri ed è comprensibile per la storia che ho creato. In seguito scoprirete perché e conoscerete anche il perché ho accennato della presenza di suo padre e di quella evocazione particolare. Tutto verrà spiegato più avanti. Aggiornerò raramente la fanfiction, ma spero che vi piaccia :).
   
 
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