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Autore: renge_no_hana    15/08/2016    2 recensioni
"Avrei potuto definire la mia vita in mille modi: ripetitiva, anonima, normale, mai entusiasmante. Tuttavia "entusiasmante" non era di certo la parola più adatta a descrivere la situazione in cui mi ero andata a cacciare sin dal momento in cui quei due mi avevano trovata agonizzante sul marciapiede... "Pura follia" sarebbe stato probabilmente più accurato."
Questa fanfiction nasce in risposta alle molteplici contenenti statuarie Mary Sue che bazzicano per il Grande Tempio, sterminando i potenti Gold Saint con i loro occhi cerbiattosi, maciullando i cattivi coi loro poteri incredibili e cercando di soppiantare l’autorità del Big Boss, ovvero la dea Atena.
Si tratta della storia di una ragazza che può "fare cose", ma le quali priorità fino al giorno prima erano comprare il tonno e studiare per l'esame bastardo della sessione. Uno stuolo di bei ragazzi in armatura non conta molto, quando l'immediato futuro prevede il fuoricorso assicurato, allenamenti spaccaossa e l'incombere di un nemico terribile... O forse mi sbaglio?
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aquarius Camus, Nuovo Personaggio, Saori Kido, Scorpion Milo, Virgo Shaka
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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ATENA - Parte I


In un’esibizione non propriamente gradita di maschia prestanza, colui che aveva detto di chiamarsi Milo mi aveva sollevata di peso. Aspettavo solo che si sbottonasse la camicia di flanella e cominciasse a spaccare tronchi.


“Dove volete portarmi?” Domandai ansiosa. Ormai avevo capito che una giornata così non avrebbe potuto non concludersi con la mia sparizione in qualche luogo remoto in cui non esistevano né la copertura di rete, né tantomeno la civiltà.

“Presso il Grande Tempio di Atene, in Grecia. Verrai portata al cospetto della Venerabile Atena, la quale fugherà ogni tuo dubbio, quindi per favore reggiti forte e cerca di chiudere gli occhi!”

Lo guardai perplessa. Quella Venerabile Atena che avevano nominato già un paio di volte doveva essere il big boss della baracca... Probabilmente un nome in codice per non far trapelare segreti scomodi, tipo la Vedova Nera o Occhio di Falco. Se non fossi stata completamente terrorizzata, la cosa avrebbe potuto anche sembrare figa.
“Come sarebbe a dire Atene? Ma non dovremmo tipo andare all’aeroporto? Prenotare dei biglietti? Non si può partire di punto in b---AAAAAAAAAH!”

Per la milionesima volta mi chiesi cosa accidenti stesse succedendo: la triste periferia in cui ci trovavamo era improvvisamente diventata un blob vorticoso dalla dubbia stabilità e una pressione quasi insostenibile mi schiacciava lo stomaco talmente tanto che per un attimo temetti di vomitare il cenone di Capodanno del 1998. Avere la testa spaccata e dolorante non era esattamente un bonus, in quel momento.

Pochi secondi dopo provai ad aprire gli occhi che avevo chiuso d’istinto.
Due cose erano certe: volevo sboccare l’anima e avevo pure le traveggole.
Davanti a me e ai miei accompagnatori improvvisati si stagliavano una sfilza di antichi edifici, templi, connessi da lunghe e ripide scalinate in uno stile che ricordava davvero le rovine della Grecia antica. Il paesaggio circostante, selvaggio e rigoglioso, intensificava la sensazione di un tempo che si era fermato.
Trattenni a stento un risolino isterico.


“Ok, penso di aver sperimentato abbastanza stranezze oggi. Adesso mi spiegate come cavolo abbiamo fatto a raggiungere questo posto!”

“Il cosmo di un Gold Saint è immensamente potente, Eva. È grazie ad esso che siamo in grado di raggiungere la velocità della luce.” Rispose Camus senza fare una piega, come se parlasse di cosa aveva comprato al mercato del pesce. 
Non si scomponevano mai questi qui? Ah, e volevo assolutamente scoprire cosa fosse questo cosmo... Avrei dovuto portare carta e penna per fare una lista di tutto ciò che volevo sapere!

“Uh...” annuii intelligentemente “Quindi è qui che abita questa Venerabile Atena.”
Mi chiesi se in quei templi ci fosse almeno un bagno, visto che sembravano più desolati di Milano ad Agosto.

“E’ giunta l’ora di metterci in cammino.” Disse Milo “La strada che porta alla Tredicesima è lunga e dura.”
Indicò tutto fiero l’ultimo tempio che si stagliava all’orizzonte, in direzione Culonia Profonda, ad altezza Mi Spacco Le Ossa.
 
“Scusa, ma non puoi usare il trucchetto di Goku come prima?”

“Non ho idea di chi sia questo Goku di cui parli, tuttavia nel Santuario è preferibile non ricorrere a scorciatoie quando si tratta di attraversare le Dodici Case.” rispose, e avrei voluto di nuovo tirargli una testata. Ero uno di quei bradipi che prendeva l’ascensore anche per salire al secondo piano, non avrei mai potuto farcela!

“... Ma non temere, perché il mio amico Camus ha un animo nobile e di certo non gli dispiacerà aiutarti!” esclamò trionfante. Ed udii distintamente il grugnito poco dignitoso del suddetto amico.
Mille punti simpatia in più per Milo.

E fu così che, comodamente abbarbicata alla schiena di Camus, iniziammo la salita più lunga della storia verso la parte più alta di quell’Acropoli.

Non sapevo davvero cosa aspettarmi.
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Poche ore dopo

Camus non sembrava molto contento di scarrozzarmi come un peso morto per un fottio di scale, ma non potevo biasimarlo: non ero esattamente un fuscello e parlavo decisamente troppo. Tuttavia ritenevo la mia logorrea perfettamente giustificata, vista la montagna di cose che mi stavano tenendo nascoste!
Milo, che sotto quel velo di solennità e compostezza si era rivelato il più amichevole dei due, mi aveva detto chiaramente che salire fino alla Tredicesima non era molto faticoso per un Gold Saint, che quella dei i Gold Saint era la casta più potente al servizio della dea Atena e che ogni tempio era associato ad un segno zodiacale: lui e Camus presiedevano rispettivamente quelli dello Scorpione e dell’Acquario.
A tutto ciò risposi che non ci avevo capito una mazza e che wow, io sono del Cancro! ma lui aveva semplicemente sorriso con fare rassicurante, per poi sfancularmi con un “Fra poco capirai”. Vabbè.


E alla fine eccola lì, la fantomatica Tredicesima. Il tempio era infinitamente più maestoso visto da vicino e, a dire il vero, incuteva anche un certo timore.
Mi districai da Camus e mi rimisi in piedi, ancora instabile per quel viaggio inaspettato, oltre che per la botta in testa (speravo mi dessero almeno un cerotto) e lasciai che i due ragazzi si mettessero al mio fianco per poi scortarmi all’interno dell’edificio.
Mi guardai intorno con l’espressione più beota del mio repertorio: l’interno del tempio era ampio e riccamente decorato, talmente luminoso da farmi lacrimare gli occhi... Avrei voluto scattare delle foto, ma la mia parte razionale mi fece desistere per timore di un linciaggio in pubblica piazza.

Una mano fredda si posò sulla mia spalla, facendomi trasalire e distraendomi da quel momento di contemplazione.
Camus mi scoccò uno sguardo da se-mi-fai-fare-figure-di-merda-ti-stronco e disse: “Oltre questa porta vi è la Sala in cui siede la Venerabile Atena. Mostrerai un comportamento adeguato e soprattutto rispettoso, in quanto è a lei che dovrai sottostare d’ora in poi!”
Deglutii. Dove cazzo mi avevano portata? Era il covo del KGB? La mafia? L’angoscia che aveva cominciato ad abbandonarmi durante la piacevole chiacchierata di prima si riappropriò del mio corpo: di lì a poco mi sarebbe partito un embolo, me lo sentivo.

Il pesante portone che mi separava da un mondo ancora sconosciuto si spalancò con un cigolio degno dei migliori film dell’orrore, per svelare al suo interno un’ampia sala altrettanto ricca di ornamenti al cui centro spiccavano due file parallele e perfettamente ordinate di uomini... In... Armature... Sbriluccicanti?

Ne avevo abbastanza di quelle cose fuori da ogni logica e avevo il bisogno urgente di un paio di occhiali da sole.

In quel bizzarro quadretto, nel bel mezzo a quei marcantoni bardati nella carta dei F*rr*r* R*ch*r spiccava la figura bianca e aggraziata di... Una ragazzina?
Cosa ci faceva una ragazza così giovane in un posto del genere? Rimasi a fissarla come un pesce lesso per non so quanti minuti.

“Porgi i tuoi omaggi a colei per cui noi lottiamo: la Venerabile dea Atena.” Disse Milo con fare solenne.

Lo guardai. Poi mi girai di nuovo e guardai la ragazzina.

“Lei... Cioè, lei...?” complimenti, Eva. Una dimostrazione di intelligenza e acume impareggiabili. Clap clap.

La ragazza sorrise serena e ciò mi fece una stranissima impressione... Come se qualcosa di tiepido e rassicurante mi avvolgesse. Continuai fissarla stralunata, finché un’illuminazione improvvisa mi fece capire esattamente con chi avessi a che fare.
“Ma io ti conosco!” urlai entusiasta “Tu sei Saori Kido, quell’ereditiera giapponese superfamosa che ha mandato in onda le Galaxian Wars!!!”

Mentre nella sala si levavano mormorii scandalizzati, continuavo a puntare il dito contro l’ereditiera in preda a un attacco di fangirling estremo.

Quanto cazzo erano fighe le Galaxian Wars? Altro che le mazzate palesemente finte della WWE. E chissenefregava se la Kido era un agente del KGB, non me ne sarei andata da lì senza un autografo e una foto.

“Le ho viste tutte, giuro, anche se la mia preferita rimarrà per sempre quella in cui Pegasus ha pestato a sangue il tizio del Dragone!”

Ovviamente ero troppo presa dai miei divagamenti per fregarmene del fatto che qualcuno fra le file degli stangoni in armatura aveva ceduto ed era scoppiato a ridere, e che Camus aveva la faccia di chi era in procinto di compiere un omicidio.
Fu Milo che decise di interrompermi prima che perdessi completamente la dignità.

“Eva, questa ragazza è sì Saori Kido, ma anche la reincarnazione di Atena, dea della saggezza dedita alla protezione dell’umanità.”

Quella situazione si stava facendo più surreale di un film di Bunuel. Era una metafora per dirmi che ero finita in qualche associazione a delinquere?
Saori Kido fece un passo avanti. Era persino più bassa di me, ma fidatevi, quella ragazza era in grado di emanare carisma anche dalle sopracciglia.
“Lo so che ti sembra impossibile, ma Milo dice il vero” disse con la sua voce pacata “in questo luogo, il Grande Tempio, risiedono la dea Atena di cui io sono la reincarnazione in questa epoca e il suo esercito di Saint.”

“Saint? Io non capisco...” balbettai nella speranza che almeno lei mi rendesse chiara quella situazione assurda. 

“Lascia che ti spieghi: i miei Saint sono guerrieri che sono stati allenati con lo scopo di vestire le armature associate alla costellazione sotto la quale essi sono nati... Hanno sviluppato il loro cosmo, l’energia che alberga dentro di loro e che trae il proprio potere dalle stelle.” Indicò con un gesto elegante l’armata di stangoni che la circondava “Costoro sono i Gold Saint, la casta più alta e potente al mio servizio. Avrai l’occasione di conoscere sia loro che il resto dei miei subordinati in futuro, in quanto la tua permanenza al Santuario si prospetta alquanto lunga.”

Cercai di dare un senso a quella fiumana di parole senza riuscirci del tutto, ormai era diventato uno sport.
Ricapitolando: Saori Kido era la reincarnazione di una divinità che teoricamente avrebbe dovuto essere solo mitologia, Milo e Camus più buzzurri vari delle specie di bodyguard e io avrei dovuto alloggiare lì a oltranza per qualche oscuro motivo.

“Permanenza? A stento so perché sono stata portata qui... Almeno spiegatemi esattamente perché proprio io!” esclamai stizzita.

Il viso dell’ereditiera si rabbuiò. Mi voltò le spalle, per dirigersi verso l’altare che faceva capolino dal fondo della sala e prendere posto su un largo trono.

“Temiamo che qualcosa di terribile si stia risvegliando, Eva Marzo. E che quel qualcosa stia cercando di comunicare le sue intenzioni tramite te.”

“Ma io sono solo una tizia qualunque, non capisco cosa vi ha fatto pensare che c’entri qualcosa...”

“Eppure le manifestazioni... O meglio, i tuoi sogni sembrano essere un motivo più che valido.”

Quelle visioni orribili. Quella voce suadente e allo stesso tempo spaventosa.
Voleva dire che non erano semplici incubi?

“L’essenza di qualcosa di maligno, qualcosa di appartenente all’epoca del mito sta cercando di tornare in vita in questo mondo... Eva, al momento sei l’unica persona in grado di fornirci una chiave per scongiurare un inutile spargimento di sangue.
Vogliamo riuscire a decifrare ciò che vedi e a capire ciò che senti e in cambio io e i miei Saint chiediamo solo la tua collaborazione.”

Ero basita. Stava succedendo per davvero o era solo un altro di quegli orrendi incubi che mi affliggevano in ogni momento? Mi sembrava di essere finita in uno di quei programmi pacchissimi sul paranormale, solo dieci volte più spaventoso e un tantino più... Vero? Ancora non potevo credere ai miei occhi, eppure Camus il ghiacciolo vivente e Milo me ne avevano dato la conferma.


Rivolsi l’ennesimo sguardo da triglia a Saori Kido –Atena- che a sua volta mi fissava con due occhioni neri colmi di speranza.

“Se vi aiuto...” dissi con la voce che mi tremava “Se vi aiuto potrebbe finire male? Voglio dire... Potrei restarci secca in qualche modo?”

“Mentire non serve. Non posso garantire la tua completa incolumità, ma farò di tutto per proteggerti.”


Annuii. Onestamente l’idea di schiattare per colpa di qualche spirito maligno non è che mi facesse impazzire, ma in quel momento, sotto lo sguardo attento di Saori Kido, sentii qualcosa smuoversi.
In tutta la mia vita non ero mai stata brillante, né tantomeno necessaria. Mi ero sempre reputata una persona mediocre che non vantava alcun talento e che non avrebbe mai potuto cambiare qualcosa.
Probabilmente era un pensiero egoista, ma era la prima volta che qualcuno aveva davvero bisogno di me, di qualcosa che solo io possedevo.
Buttarsi a capofitto in quella pazzia avrebbe potuto rivelarsi l'inizio di un cambiamento.

“Vi aiuterò, ma a una condizione.”

“Che sarebbe?” chiese la Kido.

“... Posso avvisare i miei? Non posso sparire così dalla mattina alla sera.”

La ragazza rise in quella maniera carina e raffinata delle ragazze dell’alta società: manina guantata davanti alla bocca e trillo cristallino. 

“E sia. Ma in seguito dovrai raccontarmi di tutto ciò che hai visto!”


_______________________________

Et voilà la prima parte di questo capitolo! 
Nella prossima finalmente capiremo chi accidenti è questo nemico bruto e katifo che trama nell'ombra e le misure che il Santuario vuole prendere per impedirlo. Non si capisce che mi piace andare per gradi quando scrivo, proprio no.
E comunque Saori Kido secondo me è il mito degli amanti delle mazzate gratuite in TV nell'universo di SS, nessuno può distruggermi questo headcanon! u__ù
Cos'è il Brehinn? Perché Eva è scema e vuole giocare a fare l'eroina? Ma soprattutto, Camus riuscirà a non ammazzarla nel sonno? 
Per ora è tutto, torno a lurkare negli anfratti del ripostiglio di Shaka. 
Stay tuned!

Ren

 
  
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