XVI – I’m In Love With Him
Il giorno dopo Frank e Gerard
erano davanti all’aeroporto, appoggiati alla macchina di Frank a fumare
tranquillamente.
Si guardavano intorno con
attenzione aspettando si veder comparire il Little Way da un momento
all’altro.
Quando finalmente lo videro
uscire dall’aeroporto con dietro il suo trolley sorrisero tutti e due,
felicissimi di vedere il rispettivo fratello e migliore
amico.
Mikey appena li vide sfoderò
il suo sorriso più dolce e gli andò velocemente
incontro.
- Ehi ragazzi! – salutò,
posando la valigia e abbracciandogli tutte e due
contemporaneamente.
- Ciao Mikey! – fece allegro
Frank, mentre lo stritolava.
- Ehi fratellino..- rispose
invece Gerard.
- Oh che bello rivedervi! Mi
siete mancati! Non potete immaginare quanto possono essere sfiancanti quei
ragazzi! – disse, riferendosi alla band di cui era manager, staccandosi da
loro.
- Mi hanno rotto qualche altra
chitarra? – chiese il più piccolo dei tre.
- No, ringraziando Dio sono
tutte intere. Solo i miei nervi sono andati a farsi benedire!- rispose Mike,
facendoli ridere.
- E tu Gee? Come stai? Ti
trovo bene! – disse, spostando la sua attenzione sul
fratello.
- Sto bene Mikey, non potrebbe
andare meglio. – rispose lui con un sorriso, e accanto a lui Frank ne accennò
uno, sentendo che un po’ era anche merito suo.
- Sono davvero contento! Ora
andiamo a mangiare qualcosa che il mio stomaco chiede attenzioni? – fece poi,
toccandosi la pancia.
Dopo di che montarono in
macchina.
Poco dopo erano seduti in un
fast food in centro e Mikey si stava accanendo contro un povero trancio di pizza
che finì nel suo stomaco in un batter d’occhio.
Per tutta la durata del pranzo
parlarono del nuovo lavoro di Gerard, di come andava il negozio di Frank e di
come era bella New Orleans.
Più volte si toccò il rapporto
di amicizia che si era venuto a creare tra i due e Frank rintracciò almeno
tre/quattro buone occasioni per dire “Ehi Mike, noi siamo molto più che amici!”
ma Gerard se le fece scappare tutte.
Allora provò lui stesso a
cercare di dirglielo, ma quando il moro se ne accorse lo interruppe con un
calcio – neanche tanto leggero – sullo stinco.
Frank lo fulminò con lo
sguardo, ma l’unica cosa che ottenne fu un “stai zitto!” mimato con le
labbra.
Quando finirono di mangiare il
piccolo sospirò tristemente.
Mi aveva promesso che glielo
avrebbe detto…
-
Vado a pagare…- disse poi
alzandosi.
- Io devo andare un attimo al
bagno. – disse invece Gerard, alzandosi con lui e appena girato l’angolo lo
guardò con occhi da cucciolo bastonato.
- Mi dispiace. Non mi sembrava
il momento opportuno. – si scusò immediatamente.
- Ne ho visti almeno tre di
momenti opportuni Gerard. Hai dei riflessi da schifo. – fece, riducendo gli
occhi a due fessure.
- Non te la prendere.
Preferisco dirglielo quando saremo soli okay? – cercò di tranquillizzarlo,
mentre sbirciava oltre il muro per vedere Mikey che trafficava con il
cellulare.
- Perché da solo? Perché non
posso esserci anche io? – chiese Frank confuso.
- Dai Frank, non rendermi le
cose più complicate di quante già non siano. Poi gli parlerai anche tu,
naturalmente. – disse, posandogli una mano sul fianco, che il ragazzo si tolse
subito dopo.
- Vabbè…io vado a pagare che è
meglio. – disse, girandosi e dirigendosi verso la
cassa.
Frank accompagnò i due
fratelli a casa del minore e poi, sempre con il broncio perenne, si diresse a
casa sua sapendo già che ad ascoltarlo mentre si lamentava ci sarebbe stata la
sua Pansy.
Quando Gerard e Mikey salirono
a casa invece, il più piccolo si mise subito a sistemare i suoi vestiti
nell’armadio mentre più grande sedeva a gambe incrociate sul
letto.
- Mike…devo dirti una cosa…-
iniziò, mentre il ragazzo continuava a camminare in giro per la
stanza.
- Dimmi…- lo invitò lui, non
dando cenno di volersi fermare.
- Si ma fermati un attimo.
Vieni a sederti qui. – disse, battendo una mano accanto a
lui.
Mikey lo guardò curioso e un
po’ preoccupato e fece quello che gli aveva detto.
- Qualcosa di grave Gee? –
chiese.
Gerard scosse la testa – No, è
una cosa bella. – lo tranquillizzò.
- Bene. Mi stavi facendo
preoccupare con quella faccetta seria. – disse il fratello con un sorriso. –
Dimmi dai…-
Lui annuì – Allora…beh, non
saprei come dirtelo…quindi te lo dico e basta…- fece un profondo respiro – Io e
Frank stiamo insieme. – sputò fuori velocemente.
In quel momento, nella stanza,
sembrò che il tempo si fosse fermato.
Mike rimase per qualche eterno
secondo con lo sguardo perso sul viso del fratello, che invece lo guardava in
attesa di qualsiasi tipo di reazione o commento.
- Oh…- fu l’unica cosa che
Mike riuscì a dire, mentre dentro di lui sentiva qualcosa
incrinarsi.
- Oh? Tutto qui? – chiese il fratello con
fare divertito.
- Tu e Frank…- ripetè quasi
senza forze il piccolo, abbassando lo sguardo.
- Mike? Che hai? – chiese
allora Gerard aggrottando le sopracciglia e posandogli una mano sulla
spalla.
- E io che pensavo gli avresti
dato filo da torcere…- commentò poi con un filo di
voce.
- Beh si. Senza dubbio l’ho
fatto. Ma…Mike, perché non sembri felice per me? – gli chiese, mentre il panico
iniziava a prendere possesso di lui.
- No Gee…i-io sono felice per
te…- tentò di contraddirlo il fratello senza riuscire neanche un po’ ad essere
convincente.
- Tanto felice da piangere per
me? – chiese scettico il moro, guardando i suoi occhi
lucidi.
- Non sto piangendo. – affermò
il ragazzino, passandosi però ugualmente le mani sugli
occhi.
- Mike, cazzo, mi vuoi dire
che ti prende?! – chiese, ansioso il fratello alzandogli il viso e costringendo
a guardarlo.
- Non ti va bene che io e
Frank stiamo insieme? – provò a chiedere poi.
- No Gee. Non è quello. –
sussurrò, distogliendo ancora lo sguardo da lui.
- Non capisco! Mi vuoi parlare
per favore? – fece, alzandosi in piedi per il
nervosismo.
- Gee…non arrabbiarti. –
bisbigliò Mike, tirando su col naso.
- Non mi sto arrabbiando.
Voglio solo che tu mi dica cosa ti passa per la testa…- sospirò il moro,
cercando di calmarsi un po’.
Era la prima volta che il
fratello gli teneva nascosto qualcosa o che comunque non ne volesse parlare con
lui.
- Io…- tentò il piccolo,
passandosi una mano tra i capelli – Gee…Frank non è solo il mio migliore amico…-
sospirò – Io…sono innamorato di lui…-
riuscì a dire infine.
Il cuore di Gerard cessò di
battere per un millesimo di secondo, o almeno era quella la sensazione che il
ragazzo ebbe.
Il sangue smise di fluire e
impallidì.
- Tu sei…innamorato di lui? –
sussurrò, timoroso di aver sentito male.
Mike però annuì lentamente,
mentre una lacrima scendeva sulla sua guancia.
- Oddio…oddio…- gemette il più
grande mentre si portava entrambe le mani ad afferrarsi i
capelli.
- Mike, mi dispiace, mi
dispiace…i-io non potevo saperlo! – disse subito dopo, mettendosi in ginocchio
davanti al fratello e prendendogli le mani.
- Mi dispiace davv…- tentò di
ripetere, ma il ragazzo gli mise una mano a chiudergli la
bocca.
- Non devi dispiacerti. Non
c’è niente di cui dispiacersi. – disse, scuotendo la
testa.
- Mike, io…- sentì un crampo
al petto quando formulò quel pensiero – Io lo lascerò, davvero. Te lo prometto.
Non voglio che tu soffra. – gli disse, con occhi
terrorizzati.
Quelli che lo guardarono un
secondo dopo quell’affermazioni, lo erano ancora di
più.
- NO! No, Gerard, non
permetterti a fare una cosa del genere! Io mi metterò il cuore in pace, non devi
assolutamente preoccuparti per me. Non avrei comunque possibilità con lui. Sono
il suo migliore amico. Sono solo e
unicamente il suo migliore amico. – disse, poi gli afferrò le mani – Gerard,
se mi vuoi bene e non vuoi che soffra..allora non devi far soffrire lui. –
scandì bene Mike.
- Avrei dovuto immaginarlo.
Non lo vedevo così raggiante da quando si era innamorato di quel Matt…- crampo
allo stomaco per Gerard – E non potrebbe sopportare un’altra delusione del
genere. Quindi…Gerard…non farlo soffrire. – disse ancora, mentre i suoi occhi
abbandonavano la tristezza e prendevano
razionalità.
- Capito? – chiese infine,
guardando il fratello.
Gerard annuì – Va bene Mike.
Ti voglio bene. -
- Ti voglio bene anch’io.
Grazie. – rispose, facendo un piccolo sorriso e
abbracciandolo.
- Ora va a casa e rendilo
felice. Dirgli che ci vediamo stasera al pub con gli altri. – disse, sciogliendo
l’abbraccio e alzandosi
Il fratello lo imitò e annuì
ancora.
- Va bene. A stasera. – disse,
mentre il senso di colpa non dava alcun cenno di volerlo lasciare in pace.
- Gee! – lo richiamò poi
quando era quasi sulla porta.
Si girò e lo guardò – Dimmi. –
- Frank non deve sapere nulla
di tutto questo. Capito? – gli disse, appoggiato sullo stipite della porta della
sua camera.
Annuì – Come vuoi. – disse,
prima di uscire.
Quindi si allontanò e tornò a
piedi a casa di Frank.
Ora erano due le persone più importati della vita di Gerard e lo distruggeva il fatto che per farne felice una…doveva far soffrire l’altra.
Surpriseee! <3 Scusate il ritardo ma sono partita e ci sono stati parecchi casini.
Sono molto triste in questo momento. La pesantezza della scuola si fa sentire sempre di più e la situazione nella mia vita, in generale, non è per niente semplice.
Succede anche a voi di passare un periodo del cavolo, vero!?
Spero che questo capitolo vi piaccia e mi dispiace di non avere il tempo di ringraziarvi una per una, ma sappiate che vi adoro e che leggo sempre con un sorrisone i vostri commenti.
Cosa farei senza di voi?
Vi riempio di baci
Vale